K-Drama Recensioni

“All of us are dead”: terrore tra i banchi di scuola

Dopo il successo dello scorso anno di “Squid Game”, “All of us are dead” scala le classifiche di più di 30 stati a livello globale, pronto a conquistare il mondo uno zombie alla volta

  • Genere: apocalittico, horror, action
  • Anno: 2022
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 12
  • Cast principale: Park Ji-Hu, Yoon Chan-Young, Cho Yi-Hyun, Park Solomon
  • Voto: 8,5

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se nel bel mezzo di una qualunque lezione la vostra scuola si fosse rivelata l’epicentro di un’epidemia zombie?

Se siete facilmente impressionabili, “All of us are dead” potrebbe non fare esattamente al caso vostro: questa ultima serie coreana di Netflix lascia ben poco all’immaginazione, mostrando a 360 gradi cosa significa essere uno studente liceale alle prese con una delle più feroci epidemie zombie viste finora in televisione.

Attenzione: può contenere tracce di spoiler!

La storia

All of us are dead” è un’opera che vede il suo principio nell’uscita dell’omonimo webtoon di Joon Dong-geun nel 2009.

Tutto ha inizio sul tetto di un edificio di Seoul, in una notte tempestosa la cui pioggia però non riesce a nascondere le orribili azioni che un gruppo di studenti sta compiendo nei confronti di un loro compagno di scuola.

I bulli se la stanno prendendo per l’ennesima volta con il povero ragazzo, ma qualcosa sta cambiando: i suoi occhi sono rossi, scure vene iniziano a rigargli il viso, e lui sembra finalmente reagire, anche se non riesce comunque ad avere la meglio sui suoi assalitori.

Il padre, venuto a conoscenza del fatto, corre all’ospedale dove trova miracolosamente il ragazzo ancora in vita, ma c’è qualcosa che non va in lui e l’uomo sembra essere l’unico a non essere stupito della cosa.

Appena il ragazzo inizia a mostrare i primi sintomi di una rabbia incontenibile che lo porta a voler uccidere il suo stesso padre, l’uomo prende una Bibbia che era appoggiata su uno scaffale lì vicino e la usa come arma per uccidere il figlio. Nell’intento di sbarazzarsi del corpo, però, il cadavere continua a muoversi. Noi pensiamo di aver capito cosa sta per succedere, e voi?

Un virus tra i banchi di scuola

Il padre del ragazzo, scopriremo essere non altri che il professore di scienze Lee Byeong-chan (Kim Byung-chul, Goblin) del liceo di Hyosan, l’istituto che vedrà al suo interno l’inizio dell’irrefrenabile contagio quando una studentessa fin troppo curiosa verrà morsa sul dito da un topolino portatore di un virus che in pochi secondi ha la capacità di trasformare una persona in un “mostro mangia uomini”.

Da sinistra verso destra, Nam-ra (Cho Yi-Hyun), Lee Suhyeok (Park Solomon), Cheong-san (Chan-Young Yoon) e On-jo (Park Ji-hoo)

A scuola, On-jo (Park Ji-hoo) e Cheong-san (Chan-Young Yoon) sono amici fin da quando erano piccoli, ma come spesso accade uno dei due sembra nascondere un sentimento che va oltre la semplice amicizia. Il tutto verrà fuori alla luce del sole quando On-jo deciderà di dichiararsi per Lee Suhyeok (Park Solomon), ex bullo che ora è uno dei ragazzi più ammirati della scuola, senza sapere che lui ha però come obiettivo la bella Nam-ra (Cho Yi-Hyun), capoclasse dal carattere taciturno che le rende difficile stringere amicizie con i suoi compagni.

I protagonisti della serie non sono altro che ragazzi del liceo alle prese con le difficoltà che ogni teenager deve affrontare in quel periodo della sua vita, ma presto dovranno imparare ad accantonare qualsiasi tipo di rancore o sentimento per fare squadra e cercare di sopravvivere a una minaccia che nessuno di loro avrebbe mai immaginato di dover affrontare.

Quando i primi contagiati iniziano ad irrompere nelle classi e correre per i corridoi dell’edificio, sarà già irrimediabilmente troppo tardi: da una singola ragazza, in pochi minuti sono centinaia gli zombie che inseguono e mordono chiunque si trovi per la loro strada. E così, luoghi di ritrovo come la mensa, la biblioteca, i campi sportivi o la palestra diventano sedi di puro terrore, tra ragazzini che corrono per le loro vite e violenti zombie assetati di sangue che non accennano a diminuire in numero.

Il caos regna zombie

Fin dalla prima puntata, e in seguito agli avvenimenti di cui avete appena letto, gli zombie saranno inarrestabili e la scuola diventerà il primo campo di battaglia di questa incontenibile epidemia.

Così i giovani studenti si troveranno per la prima volta da soli davanti ad un pericolo che non lascerà loro scampo, costretti a comportarsi da adulti quando quegli stessi adulti che dicevano loro che li avrebbero aiutati nel momento del bisogno questa volta non sembrano arrivare in loro soccorso.

“Non chiederò mai più nulla agli adulti”

Perché nella scuola intanto il tempo passa e i pochi superstiti che vediamo tentare di nascondersi dai migliaia di zombie che ormai popolano l’edificio, stanno ancora aspettando nella speranza che gli adulti arrivino a salvarli. Non importa se si tratta di quei genitori che avevano promesso loro di andare a prenderli, di poliziotti o i vigili del fuoco… Ogni giorno che passa quella speranza di un mondo dove gli zombie non hanno preso il sopravvento sembra farsi sempre più lontana.

Il bullismo e la legge del più forte

“La scuola non interessa a nessuno, sennò ci avrebbero già salvati. Salvati dal bullismo.”

Azioni memorabili a parte, tra spietate orde di zombie e ingegnosi piani di fuga che saranno capaci di non annoiare mai lo spettatore davanti a 12 puntate di aule di scuola infestate, la vera sorpresa è il significato che si cela dietro l’origine e la creazione di questo virus: la serie, volutamente raccontata in modo da sottolineare e condannare più volte il bullismo che le scuole coreane (e non solo, purtroppo) continuano a nascondere, ci rende partecipi della storia del professore di scienze e ci rivela infatti, puntata dopo puntata, quale fosse il suo intento iniziale.

Ho messo gatto e topo nella stessa scatola. La maggior parte dei topi, pietrificati, tremavano di paura. Ogni tanto, però, c’era un topo che perdeva i sensi per la paura e attaccava il gatto. Io ho estratto e affinato l’ormone, l’ho fatto per tutti quei topi che tremano di paura. Credevo che trasformando la paura in rabbia, sarebbe diventato più forte.”

Questo non è un virus dall’origine sconosciuta o poco chiara, ma creato da una persona il cui scopo era salvare il figlio dalle angherie e dai torti che stava subendo, renderlo più forte in modo da non vederlo mai più succube di una violenza che non meritava: è il prodotto di un padre che ha studiato e ha trovato nel suo stesso studio la condanna dell’umanità, volendo trasformare la paura in un meccanismo di difesa in grado di rendere tutti quei soggetti più deboli finalmente capaci di contrattaccare e difendersi con le proprie forze.

Ma la legge della natura vuole che quando inizi a sfidare la natura stessa, questa ti si ritorcerà contro: un siero che doveva essere in grado di far combattere al figlio i mostri della sua vita non ha fatto altro che trasformare lui stesso nel peggiore dei mostri e, ora, la legge del più forte vede un virus letale fare sempre più vittime, lasciando ai più deboli sempre meno possibilità di sopravvivenza.

Capiranno le poche persone rimaste in vita che la più grande forza risiede solamente nell’unione e nella collaborazione di tutti? C’è speranza di salvezza oltre la scuola o il mondo è già caduto nelle mani degli zombie?

Commento finale

Un teen horror drama che regala molto più di quello che promette: 12 episodi ricchi di scene di azione davvero impressionanti, mai scontate e per nulla ripetitive. La narrazione è scorrevole, i cliffhanger a fine episodio invogliano lo spettatore a proseguire senza troppi indugi, merito anche di una fantastica interpretazione degli attori che hanno saputo mantenere alta l’attenzione fino alla fine del racconto.

Unico punto a sfavore è la poca caratterizzazione di alcuni personaggi, sarebbe stato infatti molto interessante se avessero aggiunto delle scene retrospettive laddove si è voluto invece dare spazio a storie secondarie poco accattivanti perché un po’ troppo parte di narrative già viste.

Last but not least: alcune morti sarebbero state totalmente evitabili.

Nonostante questi piccoli appunti, “All of us are dead” è un titolo assolutamente da non perdere: un mix di scene che vanno dal drammatico al comico, del tutto diverso da “Happiness“, simile sotto certi punti di vista a “Sweet Home” e talvolta memorabile quanto “Train to Busan“, “All of us are dead” riesce ancora una volta a cambiare le carte in gioco e a proporre qualcosa di nuovo che sarà sicuramente capace di appassionare chiunque gli darà una possibilità.

Otterrà secondo voi una seconda stagione? Il finale, almeno per ora, rimane aperto alla nostra interpretazione.

Il cast della serie in un poster ufficiale Netflix

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