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#K-Focus: Nord e Sud, dal conflitto alla divisione

Vi siete mai chiesti come mai la Corea del Nord e la Corea del Sud siano così diverse e separate?

Gli avvenimenti che hanno portato alla situazione di oggi sono molteplici, ed il tutto si svolse dopo la fine della seconda guerra mondiale: infatti, durante la guerra fredda, il conflitto in Corea fu tra i più lunghi e sanguinosi e, ancora oggi, le tensioni tra i due stati sono molto sentite, e sembra ancora molto lontana la prospettiva di una riunificazione, o quanto meno di una pace. Sebbene infatti siano cessate le ostilità, non c’è mai stato alcun accordo di pace.

Dopo aver visto, nei precedenti articoli, la storia coreana e come questa sia stata interpretata e raccontata dal mondo della musica e dell’arte, in questa nuova rubrica proveremo ad analizzare più da vicino alcune vicende che hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo ed evoluzione della Corea del Sud, per come la conosciamo oggi.

Pronti a scoprire come e perché è scoppiata la guerra di Corea e le conseguenze che ne sono seguite? Kaja!

(Ph: Giammarco Cafaggi, DMZ: “Se le due Coree saranno riunite, questo ponte verrà ristrutturato al suo stato originario, con le tratte ferroviarie, ed infine smantellato”)

Premesse del conflitto

Per poter comprendere le motivazioni che hanno portato alla guerra di Corea, dobbiamo tornare indietro alla seconda guerra mondiale.

Nel 1910 infatti la Corea venne occupata dal Giappone. Prima di questa data, dal 1887 al 1910, l’intera Corea era unita sotto il nome del Grande Impero Coreano (successivo al regno dinastico Joseon, durato circa cinque secoli).

L’occupazione giapponese ebbe termine nel 1945 quando la penisola coreana venne liberata dall’URSS, che invase la Corea dal Nord, e dagli Stati Uniti, che invasero la penisola da sud: il punto di incontro di queste due fazioni corrisponde al 38° parallelo.

Dai buoni propositi all’inizio delle ostilità

Il progetto iniziale dei capi di stato delle due potenze (Harry Truman e Josif Stalin) era mantenere questa situazione per un breve periodo di tempo, per poi riunificare la penisola e renderla neutra.

cc. Gettyimages

Tuttavia, con l’inizio della guerra fredda di fatto l’unificazione divenne impossibile e i due stati dichiararono la propria sovranità: al Nord nacque il governo comunista di Kim-Il-Sung (conosciuto in Corea del Nord come “il grande leader”, nonno dell’attuale dittatore nord coreano Kim-Jong-Un) con capitale a Pyongyang, mentre al sud si stabilì il dittatore Syngman Rhee.

Gli avvenimenti successivi non fecero altro che accendere innumerevoli tensioni nella penisola: con la rivoluzione comunista cinese e lo sviluppo della bomba atomica da parte della Russia, i rapporti tra i due stati coreani si fecero sempre più critici, nonostante gli USA e la Russia avessero ritirato le loro truppe dalla penisola.

Sarà proprio in questo clima di incertezza e tensione che il 25 giugno 1950 Kim-Il-Sung pensò che fosse il momento giusto per occupare il Sud e portare l’intero paese sotto il suo controllo.

La guerra di Corea (1950-1953)

Il conflitto iniziò il 25 giugno 1950 e, nel giro di poco tempo, l’esercito nord coreano riuscì a conquistare quasi tutto il territorio nemico ed invase Seoul. Nonostante Stalin fosse in realtà contrario al conflitto (a differenza di Mao che invece sosteneva il Nord), gli Stati Uniti decisero di reagire, preoccupati dal fatto che il comunismo potesse rafforzarsi troppo in Estremo Oriente.

Con il sostegno dell’ONU, attaccarono la penisola coreana riuscendo a cacciare i nord coreani dal Sud, superando il 38° parallelo e conquistando gran parte dei territori settentrionali: tutto questo fu possibile grazie al generale Douglas MacArthur, che si era già distinto per la vittoria sul Giappone durante la seconda guerra mondiale.

Quando la situazione sembrava ormai essersi stabilizzata, le truppe cinesi entreranno di nuovo in Corea, costringendo gli americani a ritirarsi ed abbandonare Seoul, ma dopo ulteriori scontri la linea del fronte si stabilizzò intorno al 38° parallelo.

Douglas MacArthur verrà sostituito, a questo punto, dal più cauto generale Matthew Ridgway. L’aiuto che l’URSS fornì alle truppe nord coreane fu molto più modesto rispetto a quel governo cinese di Mao Zedong, che inviò più di 300 mila soldati cinesi a sostenere il regime dittatoriale di Kim-Il-Sung.

Da una logorante guerra di posizione all’armistizio di Panmujeon (판문점)

Da quel momento in poi, il conflitto si trasformò in un’atroce e logorante guerra di posizione lungo il 38° parallelo, senza significative avanzate da nessuna delle due parti. Il popolo coreano era stremato dal conflitto, dispendioso in termini di risorse e di vite umane ma, nonostante i numerosi tentativi di trovare un accordo, solo il 27 luglio 1953 venne firmato l’armistizio nella cittadina di Panmujeon.

All’armistizio firmato del 1953 non è mai seguito un accordo di pace. La linea del confine venne posta lungo il 38° parallelo e non venne più modificata e l’edificio in cui venne firmato l’armistizio è ancora presente e si trova nella DMZ (zona demilitarizzata). Anche il tavolo in cui venne firmato l’armistizio riportava la linea del confine disegnata.

L’armistizio non prevedeva che si ristabilissero normali relazioni diplomatiche tra le due coree, né tantomeno era un vero e proprio accordo di pace.

Conseguenze del conflitto

Durante la guerra di corea persero la vita circa 2,5 milioni di civili, 500 mila militari cinesi e 200 mila militari sudcoreani ed americani e, significativi saranno i crimini di guerra.

Il più significativo fu il massacro di Bodo League, compiuto nel 1950 in cui i sud coreani guidati da Syngman Rhee uccisero almeno 60 mila simpatizzanti e militari comunisti. O ancora, il massacro di Bloody Gulch, compiuto dai nord coreani nell’agosto del 1950, quando 75 soldati americani vennero uccisi a Masan.

Da ormai 70 anni, le due Coree rimangono divise e diverse: la Corea del Sud, legata agli Stati Uniti, ha visto negli ultimi anni importanti sviluppi tecnologici ed economici, mentre il Nord rimane ancora legato al socialismo e ad una profonda militarizzazione economica della società nel contesto di un regime dittatoriale.

Ci sarà mai la riunificazione? Il progetto della riunificazione è presente ma, viste le ultime tensioni, rimane molto lontano ed improbabile nel breve termine, anche se sono state elaborate alcune strategie, ma nessuna di esse è stata ancora messa in pratica.

Il tema della riunificazione è stato trattato diverse volte anche in ambito cinematografico, ultimo ma non per importanza nel remake della famosissima serie La casa di Carta: Corea, che ha come tema centrale proprio la riunificazione delle due Coree e la creazione di una zona economica unica e degli eventuali problemi ad essa legati.

In sintesi, oggi abbiamo capito che le motivazioni che hanno portato alla separazione sono dunque molteplici, tra Guerra Fredda, intervento delle truppe cinesi, volontà di Kim-Il-Sung di avere l’intera penisola sotto il suo controllo, e di conseguenza è facile comprendere quanto delicata sia questa questione, non solo per la penisola coreana ma anche per la geopolitica internazionale.

Siamo arrivati alla conclusione di questo primo articolo, che ne pensate? Quale altra vicenda storica o sociale vorreste vedere più da vicino? Fatecelo sapere nei commenti!

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Sognando Seoul: il libro di Mondo Coreano

Car* amiche e amici di Mondo Coreano, lettrici e lettori di questo blog e followers da tutte le parti del mondo, l’articolo di oggi sarà un articolo un po’ diverso dal solito, quindi chiediamo scusa se risulteremo un po’ di parte e se, in questa piccola occasione, ci permetteremo di strafare un po’ e di mettere da parte il nostro solito tono. Perché tutta questa premessa? Che succede?

Oggi è un giorno particolare e un po’ una piccola vittoria per tutti quanti.

Chissà a quanti sarà capitato di sentirsi dire “Ma perché la Corea e non un altro paese?”, “Ma cosa ci trovi di interessante?” oppure “Ma lo capisci quello che dicono?”: è quasi un passaggio obbligatorio per tutti quelli che hanno provato ad addentrarsi nel mondo dell’hallyu, quella sorta di terzo grado che tutti almeno una volta siamo stati costretti a subire non appena abbiamo provato a tirare fuori l’argomento.

Un trend di Tik Tok dice “Mum, it was never a phase”, “Mamma, non era una fase”, e forse questo è quello che molti di noi vorrebbero urlare a squarciagola nel bel mezzo di un concerto K-Pop: no, non era una fase quella dei capelli colorati, non era una fase quella dei soldi da parte per comprare un biglietto con destinazione Seoul, non era una fase nemmeno quella delle lezioni di coreano online! Nessuna di queste era una fase, era ed è la realtà di molti!

Negli ultimi tempi, però, le cose stanno lentamente cambiando e sempre più persone si stanno interessando a questo mondo, cercando di capire cosa abbia di così attraente da convincere grandi e piccini a imparare una nuova lingua, nuove tradizioni e a prendere un aereo alla scoperta di un paese dall’altro lato del mondo.

Ma quindi, cosa succede?

Bene, tutto questo giro di parole per dire solo una cosa: da oggi avrete la possibilità di entrare ancor più da vicino dentro questo mondo e trascinare con voi anche le persone a voi vicine, viaggiando direttamente da casa vostra (per ora…?), SOGNANDO tutti insieme SEOUL!

Con enorme piacere (e con le lacrimucce agli occhi) vi presentiamo: Sognando Seoul: Vita, cultura e segreti per chi ha la Corea nel cuore!

Il libro della nostra Rachel è finalmente disponibile in pre-order dopo un anno di lavoro (quanta fatica per mantenere il segreto…) e in libreria dal 9 Maggio 2023!

Info tecniche

Titolo: Sognando Seoul. Vita, cultura e segreti per chi ha la Corea nel cuore

Autrice: Rachel Sonnino (@mondo_coreano)

Editore: DeAgostini

Data di uscita: 9 Maggio 2023

Descrizione: “Sognando Seoul. Vita, cultura e segreti per chi ha la Corea nel cuore” è il libro ideale per chi vuole sapere tutto della Corea del Sud e sogna di visitare il Paese. A scriverlo è Rachel Sonnino diventata famosa su Instagram con il profilo @mondo_coreano in cui diverte e incuriosisce i suoi oltre 40.000 follower condividendo contenuti piacevoli e informativi sulla Corea. Dal cibo alla moda, dal K-pop alla beauty routine, fino a parlare dei k-drama: in questo testo aspirazionale per ragazzi e giovani adulti l’autrice racconta stranezze e aneddoti vissuti durante i suoi viaggi. Esperienze e ricordi che descrivono un Paese ormai culto in Italia e una popolazione ricca di tradizioni, dove regna la cultura dello shopping, soprattutto a Seoul, e in cui si parla una lingua piuttosto singolare. Un vero e proprio tuffo nell’universo coreano sia per coloro che già conoscono e amano il Paese, sia per chi è semplicemente stuzzicato dalla curiosità e vuole saperne di più. Con questo nuovo libro, ricco di fotografie e illustrazioni a colori, Rachel vuole diffondere la cultura coreana a tutti coloro che hanno voglia di scoprire un paese all’apparenza molto lontano da noi ma che in realtà è più vicino di quanto immaginiamo.

Quindi, cosa state aspettando? Siete curiosi di partire per questo primo viaggio alla scoperta di Seoul?

Se non vedete l’ora come noi, correte a preordinare la vostra copia!

Con questo articolo, mandiamo un grande abbraccio e un grande hwaiting alla nostra Rachel!

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Letters from Seoul: #1

Annyeong chingus! Sono Sara e sono qui con il primo appuntamento di questa nuova rubrica: Letters from Seoul!

Partiamo un po’ dall’inizio: perché questa rubrica?

Il mio sogno era, un po’ come tutti i lettori di questo blog, di andare in Corea del Sud e, nello specifico, di andarci in primavera per poter vedere la fioritura dei ciliegi! Sì, avete letto bene: era! Perché finalmente sono riuscita ad avverarlo questo sogno e attualmente sono qui da circa tre settimane.

WOW! Non ci credo ancora! Non penso di aver ancora realizzato di essere qui e quando ne parlo mi fa ancora un po’ impressione. Sto forse sognando?! No, Sara, sei più che sveglia!

Se anche voi state pensando di partire, prima o poi, posso dirvi che pianificare il tutto non è molto semplice e, anche se siete delle persone super organizzate o a cui piace pianificare e stilare liste, avrete sicuramente non poche difficoltà perché non esistono (ancora, ma ci stiamo lavorando…) tantissime indicazioni in italiano. Cosa mi ha reso la vita facile? La nostra bravissima Rachel con le sue guide personalizzate, grazie alle quali il mio lavoro è stato dimezzato e sono partita molto più tranquilla avendo dei punti di riferimento a cui affidarmi (ad esempio indirizzi, app, posti più interessanti da visitare). 

Essendo partita da sola ed essendo il mio primo viaggio all’estero ho optato per un volo diretto con Asiana Airlines partendo da Roma: il volo è stato super comodo ed il tempo è passato velocissimo, grazie al personale super gentile e disponibile e al cibo apprezzatissimo!

#Saraconsiglia: optate per il menu coreano, non ve ne pentirete!

Qual è la prima cosa che mi ha sorpresa?

Beh sicuramente il fatto che negli info point per turisti non si parlasse inglese!

Nonostante ciò, l’unica difficoltà che ho incontrato è stata trovare il pullman e la coincidenza esatta per il luogo in cui poi dovevo alloggiare: diciamo che i dipendenti dei vari info point di Incheon avrebbero dovuto fare almeno una riunione per mettersi d’accordo sulle informazioni da dare ai turisti invece di farmi girovagare in lungo e in largo per più di mezz’ora…Ma insomma, tutto il mondo è paese!

Un’altra cosa che mi ha colpita è la gentilezza delle persone soprattutto degli anziani. Bene, questo è il momento in cui questa rubrica diventa un revival coreano di Papà castoro: siete pronti a sentire una storia quasi da commedia cinematografica?

Abbiamo già detto che gli operatori degli info point fossero giusto un filo discordi tra di loro, no? Bene, alla fine sono riuscita a recuperare delle informazioni valide e, quindi, contenta della mia piccola vittoria, mi dirigo alla fermata “corretta” e mi metto in fila dietro una signora che, a vederla, sembrava la classica ajumma dei nostri amati K-Drama, quelle con vestiti a fiori e cappellino!

La nostra ajumma, non appena mi vede alle prese con le mie valigie inizia a parlarmi, ovviamente solo in coreano: ora, ammetto che io la buona volontà ce l’abbia messa tutta negli scorsi mesi e il materiale che ha creato Rachel (che potete trovare nel nostro shop) mi ha sicuramente dato una mano, peccato che il mio sia un “survival” coreano… So quel che basta per sopravvivere in contesti abituali e, sicuramente, non ad un dialogo con un ajumma!

Tuttavia, le differenze linguistiche non mi abbattono e riesco a cogliere qualcosa (ora che ci rifletto, potrebbe avermi proposto di conoscere suo nipote, o forse l’amico di suo nipote, non mi era ben chiaro ma non importa) e, sempre con il mio coreano stentato, provo a chiedere a lei e al marito informazioni circa l’acquisto del biglietto con la T-money: l’ajumma mi dice che, per prendere l’autobus, bisogna fare un biglietto e che la T-money (carta dei mezzi) non si può usare per questo tipo di tratte.

Io, preoccupata di perdere l’autobus che sarebbe passato da lì a poco, mi dirigo verso la biglietteria a chiedere informazioni: con il fiatone arrivo e subito il personale che era lì mi dice l’esatto opposto di quanto detto dalla ajumma. Però, se i K-Drama ci hanno insegnato qualcosa, è che le ajumme non sono affatto degli esseri fragili e docili e, quindi, anche la mia ajumma non si fida dalle mie parole e, convintissima che qualcosa non quadrasse, inizia a fermare tutti i passanti chiedendo se potessi salire sull’autobus avendo solo la T-money.

Al ventesimo passante placcato dalla ajumma, si ferma finalmente un signore che, fortunatamente, parlava un po’ inglese e che soprannomineremo “Angelo custode” perché, senza di lui, mi sarei probabilmente ritrovata dall’altra parte di Seoul! È stato davvero MOLTO gentile, si è offerto con il suo inglese basilare di farmi da “traduttore” e, grazie a lui, ho capito non soltanto che la fermata fosse quella sbagliata e che effettivamente la T-money bastasse, ma mi ha aiutato anche con le valigie. Un angelo!

Ricordo che in quel momento ho pensato: “Altro che Italia: noi? Gentili con gli stranieri? Ma quando mai…”.

Finalmente arriva il momento di salire sull’autobus e, dopo essermi goduta la vista della città di notte, scendo alla fermata non troppo distante dal mio alloggio: come se l’esperienza dell’autobus non fosse stata già sufficiente dopo tutte quelle ore di viaggio, poco dopo essere scesa dal bus ha iniziato a piovere e con due valigie e le salite ripide di Seoul già 10 minuti mi sono sembrati un entrerà!

La prima cosa che ho pensato quando mi sono addentrata nei vicoli di Kondae – quartiere della Konkuk University – è stato: “Sara sei a Seoul! Guarda le luci, i colori, il profumo del cibo.”, mi sembrava quasi di star sognando e di non vivere la storia in  in prima persona. 

AH! Quasi dimenticavo… Giusto un accenno perché ve ne parlerò bene a fine esperienza in un articolo dedicato solo a questo argomento: fare un viaggio “economico” a Seoul è possibile! Io ho scelto di stare a Seoul in un dormitorio con altre ragazze che fanno scambio linguistico da tutte le parti del mondo per una sorta di “volontariato” e, in cambio di lavoro, avere vitto e alloggio gratuiti! 

Ma tornando a noi, dopo essere arrivata all’alloggio ho conosciuto le altre ragazze e cenato con loro: i giorni dopo ho dovuto organizzare il lavoro e incastrarlo con le uscite alla scoperta della città.

Qual è stata la prima cosa che ho fatto a Seoul, dopo essermi ambientata?

Tutte le volte in cui mi sono trovata a fantasticare su quello che avrei fatto il giorno in cui sarei partita per la Corea e avrei avuto la possibilità di vivere sulla mia pelle tutte quelle storie che mi capitavano spesso su Instagram o su Tiktok, venivo trasportata dalla mia mente in due posti ben precisi: il noraebang (o karaoke) e i famosi “tendoni rossi” dove si può mangiare il classico street food coreano accompagnato da una bottiglia (o più) di soju.

Da sempre, fin da piccola quando guardavo gli Anime che andavano in tv e in generale l’animazione giapponese, volevo troppo provare ad andare al karaoke e cantare fino al mattino con le mie amiche…Quindi, la prima cosa che ho fatta è stata proprio questa!

La vita a Seoul

Ogni giorno a Seoul è diverso e succede sempre qualcosa di spettacolare quasi come a farti sentire la protagonista di un film: un po’ come quando l’ahjussi mi ha aiutata in aeroporto o come quando, durante la Seoul Fashion Week, mi hanno chiesto delle foto e un autografo perché “you are Blackpink Lisa” (grazie a questo ho capito che i coreani non sono molto bravi nel vedere le somiglianze!) o come quando, sempre alla Fashion week, sono andata alla fashion week per fotografe lo stile pazzesco che i ragazzi e le ragazze hanno qui e sono finita per esse accerchiata da fotografi perché “you model”.

Giusto per rendere l’idea: questa era un po’ la situazione… Esatto, quella sono proprio io ㅋㅋ! Mentre qui di seguito vi lascio alcune delle foto che ho fatto ai veri modelli!

Non è magico solo quello che succede ma anche quello che si ha intorno, come la vista mozzafiato dei vicoli sconosciuti, il tramonto durante le passeggiate in bicicletta sull’Han River, i fiori di ciliegio che stanno per sbocciare, le numerosissime coppie innamorate che matchano l’outfit o la night life view.

Siamo arrivati alla fine di questo primo episodio, queste tre settimane sono state molto utili per ambientarmi e quindi non ho granché da raccontarvi ma state certi che ho grandi cose in programma, quindi non perdete i prossimi appuntamenti di questa rubrica se volete scoprire com’è vivere in Corea o se volte sapere di più su questo splendido paese!

Alla prossima,  다음에 봐!


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Movimento del Primo marzo: come saperne di più?

La storia coreana è una storia non poco intricata e, specie quella dello scorso secolo, è segnata da numerosi eventi che hanno lasciato una ferita enorme nella coscienza e nel cuore della nazione.

Uno di questi eventi è, certamente, il periodo dell’invasione nipponica, 35 anni di dominio giapponese durante i quali il popolo coreano ha lentamente e dolorosamente perso la propria indipendenza, gloria e, purtroppo, anche l’onore, specie in ragione della politica di pulizia etnica e di completo sfruttamento della popolazione portata avanti dal Giappone.

Come abbiamo già raccontato in un altro articolo (che, se non avete letto, vi invitiamo a leggere se siete appassionati di storia), il periodo della dominazione giapponese può essere riassunto in tre fasi:

  • Primo periodo (1910-1920): questo periodo è caratterizzato da uno “stato di polizia”, con i giapponesi che ripetutamente tenteranno di cancellare l’identità coreana.
  • Secondo periodo (1920-1930): questo periodo, a differenza del primo, sarà caratterizzato da una “politica illuminata”, con una parziale (e solo apparente) apertura dei giapponesi verso i coreani, che continueranno ad essere sfruttati come manodopera a basso costo.
  • Terzo periodo (1930-1945): quest’ultimo periodo sarà quello più crudele, durante il quale verrà messa in atto la più brutale politica di pulizia etnica e di repressione forzata dell’identità e della storia coreana.

Durante questi periodi, ovviamente, la popolazione coreana non rimarrà inerme davanti alla violenza giapponese, infatti sin dai primi anni saranno numerosi i tentativi di sovvertire la situazione, con episodi di guerriglia urbana dapprima e poi veri e propri attentati ai danni delle più alte cariche giapponesi (pensiamo all’attentato all’imperatore Hirohito a Tokyo e, poco dopo, all’attentato all’ambasciatore giapponese in Manciuria).

Tra gli episodi di guerriglia passati alla storia per la loro importanza c’è sicuramente quello del Movimento del primo marzo, il Samil Undong (삼일운동): questo evento è talmente tanto importante da essere ancora festeggiato in Corea, quindi se a marzo doveste trovarvi in Corea, non stupitevi se doveste vedere scuole e uffici chiusi e bandiere coreane appese ovunque!

Perché è un evento così importante?

Il Movimento del primo marzo ha un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei rapporti tra Corea del sud e Giappone durante il periodo di dominazione giapponese, perché è il primo dei sintomi di una forte resistenza del popolo coreano nei confronti dell’invasore, resistenza che nel corso degli anni si radicherà sempre di più negli animi e nelle menti dei cittadini.

Il Movimento del primo marzo è, a tutti gli effetti, un movimento di resistenza e risposta all’invasione giapponese che inizierà ad operare già a partire dai primi anni dell’invasione in via clandestina, sfruttando l’appoggio di cittadini appartenenti a tutte le classi sociali e tutte le professioni, ma anche numerosi intellettuali che si erano rifugiati all’estero per scappare dal paese.

Il primo marzo 1919 è una data fondamentale nella storia coreana perché quel giorno avverranno delle grosse manifestazioni che vedranno scontrarsi l’esercito giapponese e milioni di cittadini coreani (storici affermano che, in questa occasione, più di due milioni di cittadini scenderanno in strada a protestare): durante questo evento, 33 membri del Movimento leggeranno in pubblica piazza la Dichiarazione di Indipendenza coreana, scatenando l’ira dei giapponesi ma anche dando via a più di 1500 manifestazioni autonome che coinvolgeranno tutto il territorio nazionale.

Al minuto 20:15 è possibile vedere la idol ed ex membro delle I.O.I, Jeon So Mi, leggere un estratto della Dichiarazione di indipendenza, in rappresentanza delle famiglie multiculturali e del mondo dell’intrattenimento coreano, accanto a discendenti di membri del Movimento durante i festeggiamenti del 102 esimo anniversario, nel 2021

Purtroppo, molti dei partecipanti a questa manifestazione verranno uccisi sul luogo oppure arrestati e torturati in prigione ma questo non fermerà la resistenza coreana che, da quel momento in poi, si farà sempre più forte e, a tratti, anche violenta.

Come viene ricordata questa ricorrenza?

Buona parte della popolazione passa questa giornata, istituita festa nazionale nel 1949 (che ha preso il nome di 삼일절, samil jeol), in casa con la famiglia, esponendo dalle finestre il Taegeukgi, la bandiera coreana, ma è anche possibile visitare dei luoghi simbolo per questo movimento, ad esempio il Tapgol Park (o Pagoda Park) nel quartiere di Jongno-gu, dove avvenne la lettura della Dichiarazione di Indipendenza nel 1919, dando il via agli scontri.

Tapgol Park (foto di @mondo_coreano)

We have arisen now. Conscience is on our side, and truth guides our way. All of us, men and women, young and old, have firmly left behind the old nest of darkness and gloom and head for joyful resurrection together with the myriad living things. The spirits of thousands of generations of our ancestors protect us; the rising tide of world consciousness shall assist us. Once started, we shall surely succeed. With this hope we march forward.

Siamo insorti. La coscienza è dalla nostra parte, e la verità ci guida. Tutti noi, uomini e donne, giovani e anziani, abbiamo abbandonato con prontezza il vecchio nido oscuro e triste e ci siamo indirizzati verso la resurrezione gioiosa insieme alle altre creature viventi. Gli spiriti dei nostri antenati ci proteggono, la crescente [ondata della] consapevolezza del mondo [verso la nostra situazione] ci assisterà. Una volta iniziato, sicuramente usciremo vittoriosi. Con questa speranza, marciamo.

Estratto della Dichiarazione di Indipendenza coreana
Taegeukgi (foto di @mondo_coreano)

In alternativa alla visita al Tapgol Park, alcuni coreani sfruttano questa ricorrenza per visitare la prigione di Seodaemun, dove vennero incarcerati tutti coloro che vennero arrestati durante le manifestazioni del primo marzo, passato alla storia come luogo di tortura e di sofferenza e, proprio per questo motivo, luogo di “pellegrinaggio” per i coreani per ringraziare i propri compatrioti che hanno combattuto con coraggio e forza, talvolta rimettendoci la vita, nel nome della libertà di tutti; un’ulteriore luogo da visitare, non solo il primo marzo ma in generale per scoprire un po’ di più la storia coreana, è sicuramente la Independence Hall of Korea, un museo di storia contemporanea coreana nella città di Cheonan.

Questa storia è tristemente affascinante e, purtroppo, è davvero difficile reperire del materiale interessante dal quale poter studiare e informarsi in italiano e, soprattutto, per imparare in modo rapido e non “accademico”: proprio per questo motivo, vi suggeriamo alcuni contenuti tra K-Drama, K-Movie, K-Documentary, K-Books e K-Music per scoprire qualcosa di più su questa vicenda. Pronti a segnare tutto?

K-Drama

Different dreams (K-Drama)

Anno: 2019
Genere e numero episodi: azione, storico, romantico, medico | 40 episodi
Dove vederlo: Viki Rakuten
Trama: uscito in occasione del 100esimo anniversario degli eventi del Primo Marzo, questo Drama è ambientato proprio nel periodo dell’invasione giapponese della Corea.

Due sono gli eventi che scuoteranno il paese, il Movimento del Primo marzo e la creazione del Governo provvisorio coreano a Shanghai, ma ce ne sarà un terzo che, seppur di nascosto, avrà un grande ruolo nella conquista dell’indipendenza coreana: la creazione degli Heroic Corps, un armamento segreto per la libertà.

Il protagonista di questo drama, noto a tutti con il nome di Kim Won Bong, interpretato da Yoo Ji Tae, è un comandante di questi gruppi paramilitari, famoso per la sua astuzia e bravura nel condurre le truppe, ma soprattutto per la sua sete di indipendenza per il proprio paese: un giorno, però, il cammino di Won Bong si incrocerà con quello di Lee Young Jin, interpretata da Lee Yo Won, una donna coreana adottata in giovane età da un medico giapponese che seguirà le orme del padre, entrando all’università di Shanghai e che farà ritorno a Joseon per diventare il primo chirurgo donna.

Se dapprima si trovano su due posizioni ideologiche differenti, ben presto le cose prenderanno una strada diversa.

Jejoongwon (K-Drama)

Anno: 2010
Genere e numero episodi: drama storico, romantico, medico | 36 episodi
Dove vederlo: Prime video
Trama: questo drama racconta le vicende di alcuni apprendisti medici presso il Jejoongwon durante i primi anni dell’impero giapponese, narrando da un punto di vista esterno (e non solo) i tumulti dei primi anni dell’occupazione giapponese.

Il Jejoongwon è il primo ospedale moderno in tutta la Corea, fondato durante il periodo Joseon nel 1885 su richiesta dell’imperatore Gojong, spinto dai consigli del missionario americano Horace Newton Allen ed è famoso perché qui venivano curati tutti i tipi di pazienti, al di là dello status sociale o economico.

Freedom fighter Lee Hoe Young (K-Drama)

Anno: 2010
Genere e numero episodi: storico | 5 episodi
Dove vederlo: Dramacool
Trama: parte di un programma volto a commemorare il centenario dell’annessione forzata della Corea del Sud al Giappone, questo Drama è stato ideato da KBS ed è la terza e ultima parte della serie “noblesse oblige“, volta a raccontare le storie di coloro che hanno sacrificato tutti i loro averi, compresa la vita, per la causa dell’Indipendenza.

Freedom fighter segue le vicende di Lee Hoe-Young, un combattente per l’indipendenza molto facoltoso che donò tutti i suoi risparmi per la causa e si spostò in Manciuria per aprire una scuola di formazione per soldati e ribelli; successivamente, si unirà alle forze anarchiche di Shanghai contro le forze giapponesi: verrà arrestato, torturato e morirà in cella per mano giapponese.

L’intero Drama è raccontato dal punto di vista del corrispondente di guerra giapponese Kimura Junpei, che aveva il compito di raccontare delle operazioni e azioni di Lee Hoe-Young: inizialmente descritto come un terrorista, con il passare del tempo il reporter si renderà conto delle buone intenzioni e motivazioni di fondo dell’uomo, tra i fautori principali dell’Indipendenza coreana, seppur non in prima linea.

Assassination o Amsal (K-Movie)

Anno: 2015
Genere e durata: azione, storico, drama | 2 hr. 19 min.
Dove vederlo: Apple TV, Viki Rakuten
Trama: ambientato durante l’occupazione giapponese, tra il 1911 e il 1930, ad un agente viene dato il compito di assemblare un gruppo per assassinare un comandante giapponese e un collaboratore coreano liberando tre prigionieri a Shanghai, tuttavia il piano non va come previsto, dando via ad un’intricata caccia all’uomo.

Questo film vanta un cast niente male, infatti troviamo nel ruolo di protagonista principale Lee Jung Jae, affiancato da Jun Ji Hyun (My Love from the star, The legend of the blue sea, Kingdom, Jirisan), Ha Jung Woo (Ashfall, Miss and Mrs. Cops, The Closet, Entourage, Narco-Saints).

K-Book

Come tigri nella neve – Kim Juhea

Anno: 2022
Autore: Juhea Kim
Editore: Nord
Genere e numero di pagine: narrativa, storico | 368 pagine
Trama: ambientato in una Corea del 1917, in pieno periodo giapponese, “Come tigri nella neve“, romanzo di esordio di Kim Juhea, racconta la storia di un uomo e una donna, legati da quello che in coreano si chiama “inyeon” (인연), un legame profondo che prescinde dal tempo e dallo spazio, che esiste nonostante gli imprevisti e gli accadimenti, un uomo e una donna che si ritroveranno e perderanno nei meandri della storia, una vicenda d’amore tra due persone che si intreccia con l’amore per la libertà e per la giustizia.

I personaggi di questa storia sono persone di ogni estrazione sociale, provenienti da tutte le parti della Corea e con sogni e speranze di qualunque genere, ognuno alla ricerca di un proprio posto in un mondo in tumulto e in costante rivoluzione, con la guerra alle porte, anche del proprio cuore.

Sinossi: Corea, 1917. È la disperazione a spingere il cacciatore. Da giorni segue le tracce sulla neve, nella speranza di trovare una preda con cui poter sfamare i suoi figli. Ma la ricerca viene interrotta dall’incontro con un gruppo di ufficiali giapponesi, persi tra quelle montagne. E dall’apparizione di una tigre. D’istinto il cacciatore interviene facendo fuggire la tigre, per poi guidare i giapponesi verso la salvezza. Un gesto che segnerà il futuro della sua famiglia. Jade ha solo dieci anni quando la madre la vende a una casa di cortigiane. Un sacrificio dettato dalla povertà, che però Jade ben presto capisce essere un’occasione. Solo le donne più belle e raffinate possono far parte di quel mondo e, un giorno, comprare la propria libertà. Tuttavia, quando una tragedia colpisce la casa, Jade è costretta a trasferirsi a Seul. Dove il suo destino l’aspetta… Alla morte del padre, Jung-ho non ha altra scelta che lasciare il suo villaggio di cacciatori e tentare la sorte nella capitale, ingrossando le fila dei giovani randagi che sopravvivono grazie a sotterfugi e piccoli furti. Eppure gli basta posare una volta lo sguardo su Jade, per capire di voler diventare un uomo degno di lei. Comincia allora la sua scalata verso il successo, prima nel sottobosco della malavita, poi nel mondo ancora più insidioso e ambiguo della politica, diviso tra i padroni giapponesi e il movimento nazionalista che lotta per l’indipendenza. Una corsa al potere su cui Jung-ho scommette ogni cosa, rischiando però di perdere tutto.

Se avete già letto questo libro e siete curiosi di sapere cosa ne pensiamo, la nostra Irene ha pubblicato una recensione per la rubrica #K-Book!

Se, invece, vi siete incuriositi e volete leggerlo anche voi (e farci sapere la vostra opinione), potete acquistarlo qui!

K-Documentaries

Se i libri non sono il vostro forte, specie quelli di storia iper specifici, ma volete comunque avere un approccio più “tecnico” alla vicenda, invece che romanzato, questi documentari fanno sicuramente al vostro caso!

ATTENZIONE! Alcuni trattano delle tematiche e argomenti non semplici né piacevoli, quindi se siete facilmente impressionabili o sensibili, vi sconsigliamo la visione di questi contenuti.

How schoolgirls became independence fighters in 1919

Questo documentario super interessante e super breve (poco più di 4 minuti) prodotto da Korea Now in lingua inglese (purtroppo, niente sottotitoli) spiega in modo chiaro e semplice quanto il Movimento del Primo marzo sia stato un movimento globale, che ha coinvolto tutte le fasce della popolazione, comprese le studentesse che portavano avanti attività clandestine di volantinaggio, stampa e preparazione di volantini a favore della causa coreana.

1919 to 2019: the centenary of 1st March Movement

Molto più lungo e dettagliato di quello precedente, questo documentario di Arirang TV spiega l’evoluzione della lotta verso l’indipendenza coreana e verso la costruzione di una nuova identità nazionale, ancora ferita e sanguinante a causa dei terribili ricordi impressi nella memoria di tutta la popolazione.

Life as a “comfort woman”

Questa è una video intervista di Asian Boss ad una delle ultime comfort women coreane, Kim Bok Dong: il fenomeno delle comfort women è una ferita ancora aperta della storia coreana, per la quale è ancora in corso una causa intentata da alcune associazioni coreane contro il Giappone per ottenere le scuse ufficiali del paese nei confronti di tutte quelle donne, giovanissime nella maggior parte dei casi, che sono state strappate alle loro famiglie e usate come carne da macello, o per meglio dire “da piacere”, per gli uomini dell’esercito giapponese prima e durante la seconda guerra mondiale.

Seppur non sia esattamente inerente con il Movimento del Primo marzo, questo video permette di comprendere meglio quanto invivibile fosse la situazione in Corea del Sud durante quegli anni e quanto tempo debba ancora passare prima che la ferita si rimargini davvero.

TRIGGER WARNING! In questo video vengono menzionati abusi sessuali, violenze su minori, gravidanze non volute e altri temi che possono urtare la vostra sensibilità.

The March First movement

Girato in occasione del centenario dei fatti del primo marzo 1919, questo video della The Korea Society, un’organizzazione non-profit, apolitica e di promozione sociale e culturale che si occupa dei rapporti tra Stati Uniti e Corea del Sud, spiega in 40 minuti e in modo abbastanza approfondito e specifico l’evoluzione del Movimento del Primo marzo e le sue azioni, ma anche gli impatti a livello economico e sociale nello sviluppo degli eventi successivi e del paese in generale, superato il 1945.

K-Music

Ultima, ma non per importanza, anche il mondo della musica ha sentito l’urgenza di raccontare la storia del Movimento del Primo marzo, in particolar modo ricordiamo due canzoni del rapper coreano BewhY e una canzone delle DIA.

My land (BewhY)

상해에서부터 서울 종로 종로 한복판에서 한반도
우리 100년의 역사는 저들이 아닌 우리 열사들의 핏자국이 감독
한 세기의 외침이 지금을 창조 앞으로의 100년을 향한 한 보
너와 내가 우리가 되어야만 완고 해지겠지 투쟁 안에서 평화만을 낭독

Da Shanghai a Jong-no, Seoul, il cuore della penisola coreana
Questi nostri 100 anni di storia sono stati diretti dal sangue dei nostri missionari, non da loro
Le grida di un secolo creano il presente e il passaggio per i prossimi 100 anni
Dobbiamo rimanere insieme per creare la pace all’interno di questa lotta

Il brano è scritto dal punto di vista dei combattenti e nel video viene rappresentata e ricordata una figura considerevole della storia coreana, l’eroina Yu Gwan-sun, una giovane attivista che a soli 19 anni guidò il Primo Movimento per l’Indipendenza contro il dominio coloniale imperiale giapponese nella zona meridionale del Chungcheong: riuscirà a far scendere in piazza più di 3000 cittadini e, proprio per questo, verrà arrestata e imprigionata dai giapponesi, qui torturata fino alla sua morte, trasformandola in una delle più giovani martiri dell’Indipendenza coreana.

Mansae (BewhY)

오직 혁명뿐 물러나기 전까지 영원히 너네는 public enemy
사진을 찍어줘 죽기 전 마지막 나의 swagging
나라를 위해 죽는 민족 무릎은 하늘 앞에서만 꿇겠지
너의 것은 파괴되고 우리의 것은 재창조돼
악은 언제나 선에게 짓밟히게 돼있어
축제의 장은 열려 코레아우라

Fino a che la rivoluzione non terminerà, sarai per sempre un nemico pubblico
Scatta una foto del mio swag prima di morire
Le persone che perdono la vita per questa Nazione possono inginocchiarsi solo di fronte al cielo
Ciò che era tuo verrà distrutto, ciò che era nostro verrà ricreato
Il male è sempre stato calpestato dal bene
Apri le tende del sipario al festival, Corea

Mansae è una canzone che ci porta alla scoperta della lotta verso l’autodeterminazione coreana, infatti è stata scritta dal rapper proprio in occasione del centenario dei fatti del primo marzo ed è stata portata sul palco di Infinite Challenge dal rapper e dal comico Yang Se-hyung.

Il titolo Mansae non è una scelta casuale, perché Mansae (letteralmente diecimila anni) e Cheonsae (letteralmente mille anni) erano modi di dire utilizzati in maniera interscambiabile durante la dinastia Choseon, quindi facevano già parte dell’ideologia nazionale: la parola Mansae divenne famosa grazie agli attivisti del Club dell’Indipendenza Coreana (독립협회 Dongnip hyeophoe) e dai Movimenti dell’Illuminismo Patriottico, i quali diedero un significato ancora più profonda a questa parola di uso comune che, poi, arrivò a promuovere un senso di unità nazionale, infatti durante le manifestazioni del primo marzo Mansae fu proprio uno degli slogan urlati a pieni polmoni da parte della folla contro l’esercito giapponese schierato.

FUN FACT: non è un caso che il Movimento del primo marzo e, in generale, i fatti del primo marzo siano noti anche con il nome di “Mansae demonstrations”!

Se siete curiosi di leggere un’analisi più approfondita di questi due iconici brani, vi consigliamo la lettura di questo articolo scritto dalla nostra Anna per la rubrica #Hipstory!

Geon Gon Gam Ri (DIA)

Pubblicata nel 2017, questa canzone del gruppo femminile DIA è un omaggio ai connazionali che hanno combattuto per la libertà della Corea durante i tumulti del periodo giapponese.

Il titolo “Geon gon gam ri” è un riferimento ai nomi dei quattro trigrammi che si trovano sul Taegeukgi, che rappresentano movimento e l’armonia come fondamenti principali e i trigrammi che rappresentano ognuno un elemento classico: cielo (Geon), terra (Gon), luna (Gam), and sole (Ri).

Siamo giunti alla fine di questo articolo e siamo certi che ormai avrete tutti gli strumenti per informarvi su questo evento che ha segnato irrimediabilmente la storia coreana! Quale altro evento storico vorreste attenzionare? Fatecelo sapere nei commenti, a presto!


Fonti:

March First Independence Movement Day In South Korea (삼일절) (korealandscape.net)

Independence Movement Day in Korea 삼일절 (Samilljeol) (90daykorean.com)

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K-Interview K-Pop

#K-Interview: BLITZERS

I BLITZERS sono un gruppo K-Pop che ha debuttato il 12 Maggio 2021 con l’EP Check-In.

I componenti del gruppo sono Jinhwa, Go_U, Juhan, Sya, Chris, Lutan e Wooju!

Mondo Coreano ha avuto il piacere e l’onore di intervistarli in esclusiva e ci hanno inviato anche un saluto speciale!

Ciao! Grazie per aver accettato di rispondere a qualche domanda, volete presentarvi brevemente?

JINHWA: Ciao, sono il leader dei Blitzers, Jinhwa. 

GO_U: Ciao, sono GO_U dei Blitzers. 

JUHAN: Ciao, sono il vocal dei Blitzers, Juhuan.

SYA: Ciao, sono il rapper dei Blitzers, Sya. 

CHRIS: Ciao mi chiamo Chris e sono un cuoricino. 

LUTAN: Ciao, sono Lutan dei Blitzers!

WOOJU: Ciao! Mi chiamo Wooju e sono il più piccolo dei Blitzers, quest’anno ho compiuto 20 anni.

Qual è il momento migliore che avete vissuto insieme come gruppo K-Pop?

CHRIS: Il momento più bello è sicuramente quando ci esibiamo davanti ad un pubblico

LUTAN: È sempre bello, ma l’emozione più grande la provo quando siamo sul palco. Mi si riempie il cuore ed è davvero un onore poterci esibire davanti a molte persone che sono lì per noi. 

 

Il vostro album di debutto si intitola “Check-In”, qual è il messaggio che volevate trasmettere?

SYA: Il messaggio che abbiamo voluto trasmettere ha diversi significati: innanzitutto, è il nostro “check-in” all’interno della scena K-pop; poi è anche l’inizio del nostro viaggio insieme come gruppo, rappresenta l’entusiasmo del primo incontro con i fan e anche le nostre più grandi ambizioni. 

 

Se poteste descrivere il vostro gruppo con una sola parola, quale sarebbe?

JINHWA: Proprio quello che siamo, i BLITZERS!

GO_U: Se dovessi descrivere il nostro gruppo con una sola parola, direi “energico”, perché siamo pieni di vitalità. 

JUHAN: Ci descriverei con la parola “amici”, perché siamo sempre insieme e stiamo crescendo tutti quanti insieme. 

 

Tutti i vostri album mostrano un lato diverso di voi, ad esempio “Check-in” mostra un lato Pop più energico, mentre “Seat-belt” è aggressivo ma anche giocoso, come descrivereste il vostro ultimo album, “WIN-DOW”?

JINHWA: Rispetto agli altri album, con “WIN-DOW” siamo riusciti a mostrare un lato più maturo.

SYA: L’ultimo album pubblicato, “WIN-DOW”, ci vede tutti più cresciuti. Infatti, credo siamo riusciti a dimostrare di aver raggiunto una certa maturità sfoggiando il nostro lato da uomo adulto. 

 

Chi è il vostro modello di vita?

JINHWA: Taemin degli SHINee.

GO_U: Il mio role model è mio padre, perché ripensandoci ora, ritengo che le sue scelte e le sue parole siano da stimare e rispettare. 

JUHAN: I miei role model sono V dei BTS e Kihyun dei MONSTA X.

SYA: G-Dragon e Rain sono i miei role model. Sono cresciuto ascoltando le loro canzoni e ho amato la loro musica fin da quando ero piccolo. 

CHRIS: Il mio role model sono io, perché mi piace il mio stile. Ma dovendo scegliere altri artisti dico ASAP Rocky e Juice WRLD.

LUTAN: Il mio role-model è SAN degli A-TEEZ. Trovo che a livello di performance, sia per quanto riguarda il canto che la danza, ci sia davvero tanto da imparare da lui. Inoltre, lo rispetto molto perché credo che abbia molto da insegnare non solo dal punto di vista professionale ma anche personale.  

WOOJU: Taeyang dei BIGBANG!

 

Se poteste scegliere un artista o un gruppo con cui collaborare, chi sarebbe? Perché?

JINHWA: Taemin degli SHINee. Essendo il mio role model lo stimo molto e avrei tanto piacere a collaborare con lui. 

GO_U: Vorrei tanto provare a preparare un’esibizione con i colleghi che hanno debuttato nel nostro stesso periodo. 

JUHAN: Vorrei tanto collaborare con Christopher, amo tantissimo la sua canzone “Bad”! 

CHRIS: Collaborerei volentieri con Post Malone, perché la sua musica mi fa emozionare e traggo molta ispirazione dalle sue canzoni. 

WOOJU: Se ne avessi la possibilità vorrei collaborare con Heize, perché le sue canzoni mi piacciono tantissimo e le ascolto davvero molto spesso.

 

Siete tutti molto giovani, diventare un idol è sempre stato il vostro sogno o quando eravate più giovani sognavate di fare un altro lavoro?

JINHWA: In realtà la mia intenzione era quella di fare domanda per l’università nazionale sportiva. Il sogno di diventare idol è arrivato abbastanza tardi, quindi non è ancora ben sviluppato. 

GO_U: All’inizio volevo diventare un semplice impiegato d’azienda, ma dopo essere stato preso dall’agenzia, ho cominciato ad avere più interesse verso questo lavoro. 

JUHAN: Avevo davvero tanti sogni nel cassetto, ma quello di diventare idol era il più grande. 

SYA: All’inizio volevo diventare fashion designer, ma dopo aver cominciato a ballare come hobby, il mio sogno è completamente cambiato. 

CHRIS: Prima di diventare idol volevo essere un giocatore di hockey. 

LUTAN: Quando ero piccolo avevo davvero molti “lavori dei sogni”: calciatore, scienziato, poliziotto e via dicendo, ma il mio sogno nel cassetto principale era quello di diventare idol.  

WOOJU: Inizialmente volevo fare l’attore, ma mentre mi allenavo nella recitazione mi sono imbattuto nel lavoro da idol e mi ha affascinato talmente tanto che ho deciso di provarci. 

 

I vostri fan in Italia sperano di rivedervi presto! Inviate un messaggio ai vostri fan in Italia! 

JINHWA: Ho davvero molti bei ricordi dell’Italia, non vedo l’ora di tornare per crearne di altrettanti. Grazie per il vostro amore!

GO_U: L’anno scorso è stato davvero bello visitare Venezia e Milano. Spero di poter tornare in Italia e incontrare nuovamente i fan italiani!

JUHAN: BLEE italiani! Vi abbiamo incontrati a Milano e spero di rivedervi presto! Mi mancate tanto!

SYA: Ho dei bellissimi ricordi dell’Italia e spero di rivedervi ancora! A presto BLEE!

CHRIS: è stato bellissimo esibirci in Italia e spero di poter replicare con ancora più BLEE! Vi amo e grazie! 

LUTAN: Ho la memoria piena di ricordi bellissimi dell’Italia! Spero di poterne creare ancora di più nel futuro. Grazie per il vostro interesse e amore nei nostri confronti. 

WOOJU: La prossima volta che ci incontreremo sarò un Wooju migliore quindi, per favore, aspettatemi! 

©Traduzione di Anna Schipilliti 

Grazie ai BLITZERS per questa bellissima intervista, non vediamo l’ora di rivedervi in Italia!

Grazie a Anna Schipilliti per la traduzione integrale dell’intervista e del video saluto!

Grazie anche a Bianca Cannarella, articolista del Team, per il supporto!

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K-Skin Care Korea

Skincare coreana: i 10 step e la Skincare semplificata

Quanti di noi hanno sognato di avere la famosissima “Korean Glass skin”? Mondo Coreano torna a parlare di K-Beauty e, più nello specifico, di un argomento da voi molto richiesto: i 10 step della Skincare coreana.

In un articolo precedente, che potete trovare qui, abbiamo visto da dove deriva questo rituale quasi obbligatorio per i coreani, e quali fondamenti storici si nascondono dietro questo fenomeno ormai riconosciuto a livello mondiale: tutti, infatti, nel mondo del beauty e no, parlano di Skincare Coreana. Ma in cosa consiste effettivamente? 
Senza perderci in chiacchiere ecco qui i 10 step della K-Skincare:

  1. Detergente oleoso
  2. Detergente a base d’acqua
  3. Esfoliante
  4. Tonico
  5. Essence
  6. Siero
  7. Maschera in tessuto
  8. Contorno occhi
  9. Crema idratante
  10. Protezione solare/Crema notte

ATTENZIONE: non tutti e 10 i passaggi sono però obbligatori per mantenere la nostra pelle sana! Quindi, se siete alle prime armi o soltanto un po’ pigri ma volete comunque prendere parte a questo magico rituale, potete soffermarvi sui passaggi fondamentali che sono:

  1. Detersione
  2. Tonico
  3. Siero
  4. Crema idratante
  5. Protezione solare

Prima di spiegare  punto per punto i 10 step della Skincare coreana bisogna aver presente che:

  • Ogni pelle è diversa, bisogna quindi conoscere il proprio tipo di pelle prima di acquistare i prodotti;
  • Solo la costanza produrrà effetti visibili sulla tua pelle;
  • Quando si ha una pelle molto sensibile e danneggiata è sempre importante consultare prima un medico esperto.

Ora possiamo scoprire nel dettaglio i famosissimi 10 step!

1. DETERSIONE OLEOSA

Lo struccante è il primo step di ogni routine, non solo di quella coreana.

In Occidente siamo abituati a struccarci con l’acqua micellare, mentre in Corea, già da tempo, si tende ad optare per un detergente oleoso o un burro stuccante: questo perché svolge un’azione sia struccante che detergente, infatti l’olio aiuta a rimuovere le impurità e a ostruire i pori, quindi a pulire la pelle più in profondità! È anche un ottimo alleato nella rimozione del make-up Waterproof, soprattutto del mascara poiché aiuta a non danneggiare le ciglia!

2. DETERSIONE SCHIUMOSA

Il detergente schiumogeno rimuove dalla pelle lo struccante o gli altri agenti a base liquida che si depositano sulla pelle, come sudore o inquinamento. Il detergente schiumoso è uno degli elementi base e deve essere utilizzato anche all’interno della k-routine semplificata.

3. SCRUB (1-2 volte a settimana)

Il 3º step della Skincare coreana è lo scrub che è il responsabile della rimozione delle cellule morte che si accumulano sulla nostra pelle.

Non va incluso nella routine di tutti i giorni, ma deve essere effettuato una, massimo due volte a settimana, alternando se possibile uno scrub fisico (che, attraverso i granuli, elimina le cellule morte che si trovano sulla superficie della nostra pelle applicando movimenti circolari e dinamici) ad uno scrub chimico (noto anche come enzimatico, è acquoso, simile ad un siero, non contiene granuli e agisce in profondità arrivando a rimuovere le impurità e le cellule morte della pelle che si trovano nell’epidermide luogo in cui lo scrub fisico non agisce).     

I primi tre step sono gli step di rimozione responsabili della pulizia e dell’eliminazione di impurità, mentre dal quarto step iniziano i cosiddetti step di trattamento che, a punto, aiutano a trattare i problemi specifici della pelle e aiutano a riequilibrare la “skin barrier”.

4. TONICO

Il tonico prepara la pelle ad assorbire tutti i prodotti che seguiranno grazie alle sue alla sua azione riparatrice del PH insieme al principio idratante: si assorbe rapidamente e si può applicare con l’aiuto di un dischetto di cotone o picchiettandolo sulla pelle con i polpastrelli.

Un tonico appropriato aiuterà questa già dal primo utilizzo e ne esistono di diversi tipi di che si adattano ad ogni tipo di pelle (esempio sensibile, secca, acneica, grassa…).

5. ESSENCE

È il passaggio intermedio tra tonico e siero: poco conosciuto e quasi per niente utilizzato in Occidente, la formulazione un po’ acquosa al suo interno nasconde un cocktail essenziale per far risplendere la vostra pelle, poiché ha un concentrato di principi attivi essenziali per una pelle che risulti rassodata, illuminata e depigmentata.

È uno degli elementi principali se si vuole fare una k-skincare routine che si rispetti in quanto è il prodotto che assicura maggior apporto di principi attivi al viso.

6. SIERI, BOOSTER o AMPOULE

Il siero (detto anche booster o ampoule, in base al tipo di confezione che lo contiene e che ne determina anche la consistenza), a differenza degli altri prodotti, si occupa di problematiche specifiche legate al tipo di pelle: l’utilizzo del siero, quindi, è personale in base al tipo di problematiche o a tipo di risultato che si vuole raggiungere sulla propria pelle.

Dopo la popolarità a livello mondiale della K-Skincare, il siero è entrato nelle case di quasi tutti gli occidentali, conosciuto per i suoi “effetti miracolosi” o, grazie ai social, come “lo step con il contagocce” da utilizzare quasi a cascata direttamente sul viso.

Fermi tutti, questa è una cosa sbagliatissima! Il siero non va utilizzato direttamente sul viso, ma deve essere applicato sul dorso della mano ed il contagocce non deve toccare la pelle. Deve essere inoltre rilasciato in piccole quantità, 3/4 gocce basteranno per tutto il viso, per essere poi picchettato con i polpastrelli sul volto e non sfregato.

7. MASCHERE IN TESSUTO

La maschera in tessuto è il jolly della K-skin routine! Potete applicarla ogni volta che volete, una volta settimana o, come fanno le donne coreane, una al giorno (questo, probabilmente, perché le maschere in Corea hanno un costo insignificante)!
Una maschera in tessuto ha qualità e benefici infiniti poiché queste contengono moltissime proprietà concentrate, ne esistono un’infinità adatte ad ogni effetto che si vuole ottenere sulla pelle.

8. CONTORNO OCCHI

L’8º step si occupa di una parte fondamentale del nostro viso nonché la più delicata: in questa zona del viso, la nostra pelle può essere fino a cinque volte più delicata rispetto al resto del corpo, ecco perché richiede una cura specifica.
La prevenzione dei segni dell’età e dell’invecchiamento inizia infatti dal contorno occhi: esistono varie tipologie e opzioni per la cura di questa zona come sieri specifici, creme super idratanti o i famosissimi patch occhi che, principalmente, aiutano a sgonfiare le borse sotto gli occhi o contrastare le occhiaie.

ATTENZIONE! Quando si applicano prodotti per il contorno occhi, due sono le cose principali da sapere:

  • Non applicare il prodotto troppo vicino al condotto lacrimale;
  • Il prodotto non va sfregato ma picchiettato mantenendosi nella zona più esterna fino all’arcata sopracciliare.

9.IDRATAZIONE: creme o lozioni

È uno degli step principali alla base di ogni Skincare anche di quelle meno articolate: dona nutrimento alla nostra pelle e serve a proteggere tutti i prodotti applicati in precedenza, quindi agisce come una barriera che, da un lato, ripara e, dall’altro, protegge, aiutando i prodotti utilizzati in precedenza ad assorbirsi rapidamente.

PS: se avete una pelle grassa e quindi pensate che una crema idratante sia troppo, potete optare per una lozione, il risultato è invariato!

10. SPF ( crema solare)

Prima di procedere a creare il nostro make-up, bisogna assolutamente rispettare l’ultimo passaggio della Skincare coreana.

L’ultimo step della routine mattutina è, infatti, il segreto che da sempre accompagna tutte le routine coreane: la protezione solare.

No, non potete assolutamente trascurare questo passaggio: che sia inverno, primavera, estate, autunno, che piova o ci sia il sole, mettete la protezione solare!

La crema deve essere applicata su tutto il viso e il collo (circa tre dita), parti estremamente delicate e maggiormente esposte ai pericolosi raggi UV e UVB.

Scegliete sempre una crema solare per il viso: la crema solare per il corpo non può essere assolutamente utilizzata anche in viso, ciò sarebbe controproducente a causa di texture e attivi diversi che potrebbero risultare pesanti per la pelle del viso e anche il make-up che più tardi andrete ad applicare ne potrebbe risentire.

La frequenza dell’applicazione e la tipologia di SPF dipendono dall’attività che andrete a svolgere, non a caso una delle domande più frequenti sulla crema solare é: ma quante volte bisogna applicarla durante il giorno?

Beh, questo dipende dal fattore di protezione, che è quel numero che si trova in bella vista su qualsiasi flacone di crema solare: il minimo consigliato è un SPF con fattore +15 ma, solitamente, per creme viso lo si trova a 50+. Più è alto il fattore di protezione, più potrete restare senza riapplicare la crema, la quale può essere applicata ogni due ore fino ad un massimo di cinque ore.

SLEEPING MASK (crema notte)

Come potrai intuire dal nome questo passaggio è previsto solo alla sera.

La crema notte ha funzione di maschera ed è conosciuta anche come sleeping pack: si tratta di una maschera dalla consistenza cremosa o gelatinosa che si applica prima di andare a letto e si rimuove appena svegli con dell’acqua tiepida e la sua funzione principale è quella di idratare a fondo la pelle. Un vero sonno di bellezza, insomma!

In questo “appuntamento” Mondo Coreano vi ha parlato approfonditamente dei 10 step della Skincare coreana, della skincare semplificata e di come eseguire ogni step in ordine in modo da non fare confusione!

Nel prossimo appuntamento invece vi parleremo di dove poter acquistare prodotti K-Beauty e K-Skincare!

Dunque stay tuned e, se avete domande di qualsiasi tipo, vi aspettiamo nei commenti: noi, nel frattempo, andiamo a farci una maschera!

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K-Culture

K-Superstizioni

La superstizione è una credenza di natura irrazionale che può influenzare il pensiero e tal volta la vita delle persone che la fanno propria.

Ogni Paese ha le proprie credenze e, come per noi esistono oggetti o azioni che, secondo antiche leggende radicate nella cultura popolare, sono capaci di attirare fortuna o sfortuna, anche in Corea sono diffuse tali credenze. Se volete sapere quali strani o affascinati segreti si nascondono dietro le superstizioni coreane, continuate a leggere il nostro articolo!

Cosa porta fortuna?

Sognare maiali

In Corea, il maiale è simbolo di fertilità, salute e ricchezza, questo perché in cinese il carattere di “maiale” 猪 (zhū) ha una pronuncia simile a quella del carattere di “giada” 玉 (yù), pietra che, anticamente, era più preziosa dell’oro, veniva considerata la pietra nobile per eccellenza e si diceva che fosse dotata anche di poteri soprannaturali.

In Corea, sin dall’antichità, possedere un maiale era una vera e propria fonte di ricchezza, tanto che fino agli anni ’70 i maiali erano così costosi che gli studenti potevano pagare le tasse d’ingresso universitarie vendendone uno, quindi ecco perché sognare un maiale è considerato un segno di buon auspicio! È forse questo uno dei motivi per il quale esistono salvadanai a forma di maialino?!

Sognare la propria morte

I coreani credono che sognare la propria morte non sia poi così negativo, anzi, pensano che questo porterà fortuna nella vita reale! Un po’ come da noi in quanto si crede che sognare la morte di qualcuno sia positivo perché in realtà gli si sta allungando la vita.

Sognare che un evento negativo accada ad un amico

Al contrario, se avete sognato che qualcosa di brutto accadeva ad un vostro amico, mi raccomando non raccontate a nessuno ciò che avete sognato prima di mezzogiorno! In Corea si crede, infatti, che se si racconta un sogno prima di mezzogiorno, qualcosa di brutto accadrà alla persona sognata.

Sognare la cacca

La “cacca” non è un argomento tabù in Oriente, anzi, non è insolito trovare musei dedicati a questo tema, gadget o cafe (iconico il 또옹카페 Poop Cafe ad Insadong)!

Ricordiamo tutti in Pechino Express 8 la sfida al “Museo del WC a Suwon, conosciuto anche come Mr. Toilet House”.

Non dovreste, quindi, sorprendervi nel leggere che, per i coreani, sognare la cacca (o anche una toilet) rappresenti un segno di buon auspicio.

Comunque, tutte (o quasi) le superstizioni sono fondate, se pur in minima parte, su spiegazioni logiche ed anche questa ne ha una! Infatti uno dei fertilizzanti più usati fin dai tempi antichi è il letame: riuscire ad avere molto letame significava poter fertilizzare al meglio i propri terreni e quindi avere un raccolto più sano ed abbondante. Di conseguenza, non è poi così assurdo che la cacca diventi un simbolo di prosperità e buona fortuna, non trovate?

Numeri fortunati

Ogni paese, di solito, ha dei numeri legati all’immagine della sfortuna o della fortuna, per esempio in Italia abbiamo il 13 e il 17 o, seguendo la tradizione cristiana, il 3.

Sebbene molti di voi sapranno che in Corea, come anche in Giappone e Cina, il numero 4 sia visto come numero sfortunato, in quanto la sua pronuncia ricorda quella della parola “morte”, non molti di voi sanno quali siano invece i numeri porta fortuna.

In Corea i numeri considerati di buon auspicio sono il 3, 7 e 8. Perché?

Il 3 racchiude in sé tre importanti elementi, il cielo (dal cinese, 天 tiān), la terra (地 dì) e l’uomo (人 rén), e per di più i coreani pensano che sia il numero che rappresenti equilibrio e stabilità.

Invece, il 7 viene considerato un numero fortunato per influenza della cultura occidentale (vedi il 7 nell’antica Roma o nella tradizione cristiana).

I coreani fanno spesso riferimento a questi 3 numeri anche nella quotidianità, per esempio, si pensa che in una coppia avere 3 o 7 anni di differenza sia di buon auspicio per la durata della relazione, o si cercano spesso di organizzare matrimoni che abbiamo il numero 8 all’interno della data.

Un altro utilizzo del numero 3 è durante gli esami: spesso nei test a risposta multipla può capitare di essere indecisi su quale risposta dare, per i coreani questo non rappresenta un problema, perché la loro scelta ricadrà sulla terza risposta!

Quindi anche voi la prossima volta se siete indecisi su quale risposta dare, provate a scegliere la numero 3, vi porterà “sicuramente” fortuna ㅋㅋㅋ!

Vedere una gazza il primo giorno dell’anno

In Corea del Sud, la gazza viene considerata “ufficiosamente” l’uccello che rappresenta la Nazione, infatti diverse città coreane e regioni la utilizzano come simbolo rappresentativo, questo perché si crede che questo uccello sia portatore di buone notizie.

Infatti, vedere una gazza la mattina del primo giorno dell’anno (sia dell’anno solare sia quello lunisolare del calendario cinese) porterà molta fortuna alla persona per tutto il corso di quell’anno: in realtà, c’è chi dice che questo non vale solo per il primo dell’anno ma che porti fortuna anche in una giornata qualsiasi.

Nella cultura coreana, inoltre, se una gazza gracchia davanti ai gradini della porta di casa, allora quello stesso giorno un ospite inatteso vi farà visita portando con sé una gran fortuna.

Parlando sempre di volatili, i corvi invece sono visti come portatori di sventura e vederli al mattino sarebbe di malaugurio per il resto della giornata: questa credenza è data anche dal fatto che, nell’antichità, i corvi erano considerati simbolo di presagi di morte.

Traslochi fortunati

Se state traslocando e inizia a piovere, invece essere arrabbiati, rallegratevi: le gocce di pioggia vi porteranno fortuna, ricchezza e benessere!

E mi raccomando, non lasciate la vostra casa precedente super ordinata e pulita, altrimenti gli spiriti si accorgeranno che state andando via e verranno con voi nella nuova casa: se, invece, non pulite tutto perfettamente gli farete credere che siete ancora lì!

Se invece degli amici coreani vi invitano alla festa di inaugurazione della loro nuova casa, portategli della carta igienica, del detersivo o dei detergenti, apprezzeranno molto perché sono grandi portafortuna in caso di traslochi.

Prima di dare un esame, se si vuole avere un buon esito ecco la regola da seguire

Mangia “yeot”, una sorta di caramella a base di riso molto appiccicosa, o “ddeok”, un dolce di riso anch’esso particolarmente appiccicoso, considerato un ottimo porta fortuna in quanto i coreani pensano che la natura appiccicosa di questi dolcetti aiuterà tutte le cose che avete studiato a rimanere incollate al vostro cervello.

Al contrario non bisogna assolutamente mangiare prima di un esame “miyeoggug” una zuppa a base di alghe: infatti, diversamente della natura appiccicosa dei dolci sopracitati, le alghe sono viscide e scivolose, quindi i coreani credono che mangiarle prima di un esame faccia scivolare via tutte le conoscenze acquisite dalla vostra mente, così come lo sarà lavarvi i capelli il giorno prima di un esame!

Cosa porta sfortuna?

Usare l’inchiostro rosso

In passato, l’inchiostro rosso in Corea del Sud veniva usato per scrivere i nomi dei defunti sul registro di famiglia e sulle lapidi, per tenere lontani gli spiriti demoniaci; inoltre, veniva anche usato per scrivere nei certificati il nome dei condannati a morte.

Scrivere il nome di qualcuno in rosso portava molta sfortuna: significava che quella persona sarebbe venuta a mancare presto o che qualcuno desiderava che non ci fosse più.

Ancora oggi molti coreani lo considerano un gesto di estrema maleducazione in quanto sarebbe come augurare la morte.

Buon compleanno!

In Italia, di solito, evitiamo di festeggiare o fare gli auguri il giorno prima del compleanno in quanto si crede che porti sfortuna, mentre in Corea, invece, è completamente l’opposto: il compleanno va festeggiato prima o il giorno effettivo in cui si è nati, se festeggiato dopo, si pensa porti sfortuna.

Regalare orologi

Per rimanere in tema di compleanni, se state pensando di regalare ad un vostro amico un orologio vi consiglio di ripensarci!

Infatti, i caratteri cinesi che si usano per “regalare un orologio” hanno anche il significato di “partecipare a una veglia funebre”, è dunque per questo motivi che per i coreani simboleggia sfortuna, e non viene mai regalato.

Regalare scarpe

Questo dono è sicuramente da evitare, soprattutto con la propria dolce metà a meno che non vogliate essere lasciati, in quanto regalandole delle scarpe essa scapperà da voi proprio con quelle!

In realtà, ci sarebbe un modo per aggirare questa credenza, cioè chi riceve scarpe in regalo dovrà dare indietro un piccola somma di denaro (anche pochi centesimi), in questo modo non sarà più un regalo, ma sarà come se in qualche modo la persona lo “ricomprasse”.

P.S. dite che saranno d’accordo i protagonisti dei nostri amatissimi K-drama con quanto detto sopra?

Riso, bacchette e incenso

Quando siete a tavola con altre persone, non infilzate mai le bacchette nel riso perché questo ricorda i bastoncini di incenso che vengono infilati in una ciotola piena di sabbia ai funerali come “cibo” per gli spiriti. I vostri commensali potrebbero non apprezzare il collegamento con morte e funerali e tale gesto sarebbe considerato come segno di maleducazione nei loro confronti.

Fischiare di notte

Un’altra cosa da non fare mai è sicuramente quella di andarsene in giro a fischiettare di notte. A quanto pare questo suono attira gli spiriti malvagi e di conseguenza la sfortuna che potrebbe perseguitarti fino a casa.

Il colore del lutto

Non legarti mai i capelli con nastri bianchi: visto che in Corea rappresenta il colore del lutto, potreste attirare la morte fin in casa vostra!

Ventilatore assassino!

Questa è sicuramente una delle superstizioni più assurde che leggere ma anche quella che probabilmente vi farà più sorridere: non si conosce bene l’origine di tale credenza ma, a quanto pare, si dice che i ventilatori in Corea abbiano causato varie morti.

Per i coreani, non è che il ventilatore causi la morte in tutte le circostanze, ma solamente nel caso in cui si dorma con porte e finestre chiuse e ventilatore acceso. Secondo questa credenza popolare, il ventilatore, muovendo l’aria intorno al viso della persona dormiente, le impedisce di respirare normalmente fino all’asfissia causata della mancanza d’ossigeno.

Non esistono dati scientifici che possano dimostrare la veridicità di questa superstizione, tuttavia, i coreani continuano ancora a temere “la morte da ventilatore”, tanto che molti ventilatori elettrici hanno dei timer proprio per evitare che rimanga acceso per tutta la notte.

Come ulteriore precauzione, quando usano il ventilatore nelle afose notti estive, i coreani preferiscono tenere le finestre aperte! (Beh, almeno fanno qualcosa per l’ambiente, no?)

Strada della rottura

Si dice che camminare lungo le mura esterne del Deoksugung Palace di Seoul con il proprio partner porterà sfortuna nella coppia e ad una conseguente rottura, questo perché un tempo quella era la strada che portava al tribunale per i divorzi!

Il fantasma di Jayuro, la strada della sfortuna

Jayuro è un’autostrada che collega Gojang e Payu, che si trovano a nord di Seoul. Essa va percorsa con cautela e prestando particolare attenzione, non solo per via della densa nebbia, caratteristica della zona, ma anche per un motivo che mette i brividi!

Si narra che i numerosi incidenti che avvengono su quella strada siano causati dalla comparsa di un misterioso fantasma: sembra, infatti, che durante la notte a gli automobilisti (soprattutto se questi viaggiano da soli) possa capitare di scorgere una strana sagoma al lato della strada.

Ad una prima occhiata potrebbe sembrare qualcosa di indefinito, parte della foschia, ma man mano che la macchina le si avvicina, la sagoma assume sempre di più la forma di una ragazza dai capelli neri, con indosso un lungo vestito anch’esso nero e un paio di occhiali da sole dello stesso colore, nonostante sia notte.

Questa tende il dito come per fare l’autostop e così l’automobilista potrebbe avere la malsana idea di fermarsi per aiutarla, solo ad uno sguardo più attento e ravvicinato successivamente capirebbe, anche se troppo tardi, che la ragazza in realtà non indossa occhiali, ma si tratta delle sue orbite completamente vuote, senza occhi… Si dice che nessuno che abbia visto lo spettro della ragazza sia mai stato capace di uscire incolume dalla Jayuro.

Gambe ballerine

A chi non capita di muovere le gambe in un momento di ansia o di noia? Bene, altra cosa da non fare!

Secondo la cultura coreana si crede che fortuna, prosperità e salute risiedano proprio nelle gambe ed è per questo che, agitandole, si rischia di farle scivolare tutte.

In ogni caso sarebbe meglio evitare di scuotere le proprie gambe mentre si sta parlando con qualcuno, soprattutto se più anziano o se si tratta di un superiore a lavoro, poiché viene considerato come un gesto irrispettoso.

Se vi trovate in Corea e dovesse capitarvi di essere nervosi, ansiosi o annoiati ricordatevi di non scuotere le gambe, altrimenti potreste essere considerati maleducati e perdere anche tutta la vostra fortuna!

Cosa ne pensate di queste superstizioni? Voi siete superstiziosi? Qual è secondo voi quella più bizzarra e quale invece è quella più vicina alla nostra cultura?


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Seollal: il capodanno coreano

Care lettrici e cari lettori di Mondo Coreano, questa settimana vi abbiamo portati in giro alla scoperta dell’abito tradizionale coreano, l’hanbok, e probabilmente vi starete chiedendo perché: beh, è semplice! Questa settimana, domenica 22 gennaio, cade il giorno di Seollal, il Capodanno coreano. Volete saperne di più? Continuate a scorrere!

Cos’è Seollal?

Seollal (설날) è, dopo Chuseok, una tra le feste più importanti del calendario e corrisponde all’inizio del nuovo anno lunare (non a caso, anche il capodanno tibetano, cinese, mongolo e vietnamita sono il medesimo giorno) e cade – normalmente – nel giorno del secondo novilunio dopo il solstizio d’inverno, quindi la data varia di anno in anno: ad esempio, l’anno scorso Seollal è stato il 31 gennaio, invece l’anno prossimo sarà il 10 febbraio!

Seollal è una festa prevalentemente familiare e dura tre giorni, infatti oltre al giorno stesso, si festeggia anche il giorno prima e il giorno dopo: non stupitevi, quindi, se doveste trovarvi a Seoul in quei giorni e non doveste trovare molta gente in giro o molti ristoranti e negozi chiusi, perché Seollal è tra le poche occasioni che hanno i coreani per tornare nelle proprie città di origine per passare tempo con i familiari e rendere omaggio agli antenati.

Basandosi sul sistema lunare, anche per i coreani, così come per i cinesi, ogni anno è rappresentato da un animale differente che si ripete ogni 12 anni: topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, pecora, scimmia, gallo, cane e maiale! Ad ogni anno corrispondono varie caratteristiche e, per i coreani, queste influenzeranno il carattere e il destino delle persone nate sotto quel segno: ad esempio, il 2023 è l’anno del Coniglio, simbolo di un periodo di pace e di fortuna, essendo il coniglio un animale tranquillo e gentile, che non ama i conflitti.

Purtroppo, l’anno del proprio segno zodiacale è un anno un po’ sfortunato, quindi potrebbero esserci degli ostacoli e saranno tante le occasioni che potrebbero mettere alla prova la vostra pazienza… Ora, provate un po’ ad indovinare di che anno è l’autrice di questo articolo? Sappiate che sono passati solo venti giorni dall’inizio dell’anno e già non ne può più!

Non sapete quale sia il vostro segno nello zodiaco cinese? Date un’occhiata qui!

Qual è la sua storia?

Le origini dei festeggiamenti di Seollal vanno indietro nel tempo fino al 57 a.C. e sono citate per la prima volta nel Libro di Sui e nel Libro di Tang: ricerche più approfondite hanno poi dimostrato che sarà soltanto durante il regno della dinastia Goryeo (918 d.C.- 1392 d.C.) che Seollal diventerà una festa ufficiale ed era una delle 9 occasioni istituzionali per onorare gli antenati; durante l’invasione giapponese, in un periodo che va dal 1895 al 1943, i giapponesi tenteranno di cancellare del tutto questa tradizione, boicottando qualunque genere di festeggiamento, e sarà solo nel 1985 che verrà ufficialmente riconosciuta a livello istituzionale come giorno festivo per la popolazione.

Quali sono le tradizioni legate a Seollal?

Come abbiamo detto, i festeggiamenti di Seollal si spalmano lungo tre giornate, proviamo a vedere nello specifico come sono organizzate!

Il giorno prima di Seollal, i coreani si riuniscono per cucinare piatti tipici e per riunirsi con la famiglia (spesso i coreani sono soliti dormire a casa dei nonni o da coloro presso i quali si svolgeranno i festeggiamenti).

Il giorno di Seollal, avviene il rito del charyesang, durante il quale i coreani rendono omaggio ai propri antenati, mettendo del cibo davanti alle foto e ai nomi di coloro che non ci sono più, seguito da un inchino e l’offerta del makgeolli, il vino di riso tipico coreano.

Dopo il charye, è il momento del saebae. Che cos’è?

Il saebae è un inchino profondo che i più giovani fanno da inginocchiati mentre si augura buon anno ai membri più anziani della famiglia pronunciando la frase “새해 복 많이 받으세요” (saehae bok mahni badeuseyo), che vuol dire “Possa tu essere molto fortunato durante questo nuovo anno”: gli adulti che ricevono il saebae, come ringraziamento per il segno di rispetto, ricambiano gli auguri benedicendo (덕담 or deokdam) i propri familiari e regalando una busta contenente del denaro (세뱃돈 or sebaetdon).

L’inchino non è uguale per gli uomini e per le donne e devono essere eseguiti una serie di movimenti specifici e in perfetta sequenza per non commettere nessun errore e non offendere nessuno: se non sapete come si fa, date un’occhiata a questo video!

Il giorno dopo Seollal, essendo una festa dedicata alla famiglia e agli antenati, le famiglie coreane sono solite visitare cimiteri dove sono sepolti i propri cari, per poi visitare l’altro lato della famiglia: ad esempio, una coppia sposata, di solito, festeggia un giorno presso la famiglia del marito e un giorno presso la famiglia della moglie, dovendo ripetere in entrambi i casi il rito del saebae.

Come si festeggia?

Seollal è una festa dove si mangia e si gioca soprattutto, cercando di recuperare il tempo perduto a causa delle vite sempre troppo di fretta che molti coreani vivono (purtroppo, i coreani sono molto famosi per la cultura del palli-palli, lo sapevate? Abbiamo scritto un articolo anche su questo!).

Cosa si mangia?

Dopo la cerimonia simbolica del saebae, le famiglie sono solite riunirsi per mangiare e uno dei piatti principe della festa è il tteokguk (떡국), la zuppa di tteok, cioè una zuppa di tortine di riso glutinoso tradizionali al quale si aggiungono uova, carne e alghe, in base ai gusti. Come mai si mangia questa pietanza?

Perché si dice che questo piatto porti fortuna per l’anno nuovo e, mangiandolo, si guadagna un anno in più: in realtà, ormai questa cosa è andata un po’ in decadenza, poiché si è soliti aggiungere un anno in più durante il Capodanno solare (anche se, ormai, dal giugno di quest’anno non sarà più così, in quanto anche la Corea si adeguerà al calendario internazionale, aggiungendo un anno di vita il giorno del proprio compleanno e non il primo gennaio, com’è stato fino ad ora).

Altri due piatti tipici di Seollal sono Jeon (전) e Buchimgae (부침개), pancake con verdure, ma anche le galbijjim (갈비찜, costine brasate) e il japchae (잡채, noodles di fecola di patate dolci con verdure e carne).

Da bere, oltre al classico soju e al makgeolli da offrire ai defunti, i coreani sono soliti avere il sujeonggwa (수정과, una sorta di punch con zenzero e cannella) e il sikhye (식혜, una bevanda di riso) e spesso si portano insieme ai dolci.

Se siete interessati a rifare in casa le ricette tipiche coreane, cliccate questo tasto per accedere alla sezione “K-Food” del nostro blog, lì potrete trovare molte ricette, tra le quali quella del Tteokguk, del Galbijjim e del Pajeon!

Come si trascorre il tempo in famiglia?

Come per noi italiani c’è la tradizione di giocare a carte o, in alternativa, ai giochi di società con tutti i parenti e familiari, anche i coreani durante Seollal si dedicano ai giochi tradizionali.

Il gioco più comune è lo yut nori (윷놀이), un gioco da tavolo che consiste nel lancio di quattro bastoncini di legno, i quali sono piatti da un lato e arrotondati dall’altro e, a seconda di come cadono, possono far avanzare o meno di qualche casella i giocatori.

Yut Nori, fonte The Cub Reporter

Altri giochi tradizionali sono:

  • Nolttwigi (놀뛰기), un gioco da giardino, simile ad un’altalena costituita da un asse, ai cui estremi devono posizionarsi i giocatori: saltando su un estremo, la persona dell’estremo opposto verrà sollevata più in alto in aria, e viceversa.
  • Yeonnalligi (연날리기), un gioco da giardino con degli aquiloni di forma quadrata.
  • Paengichigi (팽이치기), un gioco simile alla nostra trottola.

Cosa si indossa per Seollal?

Spesso, durante Seollal i coreani indossano un particolare tipo di hanbok, chiamato seolbim, anche se ormai sempre più famiglie preferiscono un dress code molto più informale e casual: dovendo incontrare, però, parenti più anziani, è fortemente sconsigliato indossare qualcosa troppo sopra le righe e di scegliere outfit più eleganti o si rischia di dover subire una lavata di capo durante l’intera giornata.

Tuttavia, per le coppie appena sposate è consigliato (e anche apprezzato) indossare l’hanbok durante il primo Seollal come coppia “ufficiale”; lo stesso discorso vale anche per i bambini, forse più per una questione estetica che per altro, infatti spesso dopo qualche foto, sono tutti soliti cambiarsi in abiti più comodi per dare inizio alle danze in cucina e preparare cibo in quantità industriali.

Se siete stati invitati da qualche amico coreano a festeggiare Seollal e non volete sfigurare sbagliando l’outfit, in questo link qui potete trovare delle ottime proposte di outfit in pieno K-Style e modi di indossare l’hanbok moderno in modo spiritoso e giovanile.

Ndr: i consigli di quell’articolo sono validi per qualunque occasione, l’asian style è un must dell’ultimo periodo!

Cosa si regala per Seollal?

I regali variano di famiglia in famiglia, però i regali tipici per i genitori o per gli anziani sono miele, ginseng (soprattutto quello rosso, ottimo per la skincare), prodotti per la salute ma anche set da bagno e gastronomici (fun fact: in tutti i set troverete la spam, la carne inscatolata, della quale i coreani non riescono proprio a fare a meno), dolci tradizionali e frutta.

Eravate a conoscenza di tutte queste tradizioni? Avete mai festeggiato Seollal? Fatecelo sapere nei commenti!

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Comeback in arrivo – Gennaio 2023

Annyeong!

Anno nuovo, comeback nuovi! Siete pront* a scovare nuovi bias con i debut groups, nuove canzoni da ascoltare a ripetizione grazie ai loro ritornelli catchy, nuovi outfit dalle concept photos a cui ispirarvi?

Non perdiamo tempo allora, inauguriamo questo 2023 con i comeback di gennaio!

1 gennaio: GOT the beat title track

In attesa dell’album, “Stamp on it”, che uscirà il 16 gennaio, possiamo farci contagiare dalla grinta dell’omonimo singolo.

Le GOT The beat hanno debuttato solo nel 2022, ma grazie alla formazione del gruppo, hanno già la forza di artiste che conoscono bene il mondo del K-Pop e dimostrano tutto il loro talento. Le voci sono infatti quelle di il BoA, Taeyeon e Hyoyeon di Girls’ Generation, Seulgi e Wendy di Red Velvet e Karina e Winter di Aespa. Potevano formare gruppo più vincente?

2 gennaio: New Jeans title track

Ogni volta che esce un nuovo video delle New Jeans, non si sa mai cosa aspettarsi: queste ragazze si sono ormai fatte un nome per i loro video dai concept particolari, mai banali, con una storia complessa da districare!

Il MV della nuova title track OMG non è stato da meno: ricoverate in ospedale dopo una perdita di memoria, le ragazze cercano insieme di ricostruire il filo degli avvenimenti.

A queste scene si alterna come sempre una coreografia spiritosa, sulle note di una tenera canzone d’amore!

4 gennaio: Moonbin e Sanha from ASTRO, title track

Vibes techno dark per questo nuovo singolo, MADNESS, della prolifica subunit degli ASTRO (gruppo Kpop che ha debuttato nel 2016 sotto l’etichetta Fantagio, composto da Mj, JinJin, Eunwoo, Moon Bin, Rocky e Sanha).

Dal 2020 ad oggi, Moonbin e Sanha sono stati protagonisti di tre mini album, l’ultimo appunto 3rd Mini Album <INCENSE>, da cui è estratto MADNESS.

Le note di basso ci accompagnano in un laboratorio in cui sono immersi i due idol, vestiti da scienziati pazzi.

9 gennaio: MONSTA X mini album

Shownu, Minhyuk, Kihyun, Hyungwon, Joohoney e I.M sono tornati per regalarci un altro mini album. Il nome è Reason e la title track, “Beautiful Liar”, sembra promettere bene con il MV teaser.

I cantanti di Love Killa e FANTASIA hanno pronte altre 6 track e noi non vedevamo l’ora di ascoltarle! Le concept photo, come sempre, sono pazzesche:

16 gennaio: GOT the beat & IVE

Narcissistic, my god, I love it
서로를 비춘 밤
아름다운 까만 눈빛 더 빠져 깊이
(넌 내게로 난 네게로)
숨 참고 love dive

Ooh-ooh, ooh-ooh, lalalalalalala
Ooh-ooh, ooh-ooh 어서 와서 love dive
Ooh-ooh, ooh-ooh, oh, perfect sacrifice
Yeah 숨 참고 love dive

Se già non era abbastanza addictive la versione originale, il 16 gennaio il gruppo di reginette della 4th gen ci delizierà anche con la versione giapponese di Love Dive, una delle loro canzoni che più abbiamo amato!

25 gennaio: LE SSERAFIM

Altro giorno, altre reginette della 4th gen. Se anche voi ogni tanto la mattina vi mettete a canticchiare

“What you looking at, what you, what you looking at, What you looking at, what you, what you looking at, uh uh uh uhm, I’M FEARLESS, ah”

con tanto di balletto, per darvi la carica davanti ad una giornata importante, allora sarete felici di sapere che da gennaio potrete ascoltare anche la versione giapponese di questa canzone (che poi, come dice Bianca, è un vero cultural reset!)

27 gennaio: TXT album

Prima è stata la volta di The Dream Chapter: MAGIC, poi di ETERNITY, infine il The Chaos Chapter: FREEZE e dopo FIGHT OR ESCAPE. Ebbene sì, parliamo proprio dei Tomorrow X Together, che questo gennaio torneranno per regalare ai MOA (nome del loro fandom, acronimo di Momento of Alwaysness) un nuovo capitolo: The Name Chapter: TEMPTATION.

Curiosi? Come biasimarvi! Già dal concept trailer si intuisce come i cinque ragazzi d’oro di casa HYBE, Soobin, Yeonjun, Beomgyu, Taehyun e Huening Kai, abbiano in mente altre avventure in mondi paralleli, come catapultati in una mondo parallelo delle favole, sempre con le loro inconfondibili tinte cupe.

Sui profili social già si possono vedere alcune foto dell’album, ma dovremo aspettare le 2PM (KST)/ 0AM (ET) del 27 gennaio per la sua uscita. Intanto, godiamoci di nuovo il video:

30 gennaio: NCT127 album

The boys are back! Taeil, Johnny, Taeyong, Yuga, Doyoung, Jaehyun, Jungwoo, Mark e Haechan, meglio conosciuti come NCT 127, subunit del gruppo più ampio NCT DREAM, hanno in serbo per la fine del mese un nuovo album, il quarto insieme dal 2016.

Il titolo, “Ay-yo”, come la lead track, e 12 le canzoni. Per ora questo sappiamo del misterioso album. Speriamo di scoprire di più dai ragazzi durante il tour in cui saranno impegnati per tutto il mese di gennaio in USA e America Latina!

E voi, quale comeback aspettavate con più ansia? Fatecelo sapere nei commenti!

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#K-Book: “Come tigri nella neve” di Kim Juhea

Annyeong!

Lo scorso settembre, con una dedica carina carina, ho ricevuto in regalo questo libro dalla mia Bianca Unnie (sì, proprio lei, la tipetta simpatica che vi rallegra spargendo gif su questo blog).

Me ne sono follemente innamorata dalla prima pagina: vite pesanti, personaggi con i quali la scrittura di Kim Juhea è capace di far empatizzare chi legge fino alle lacrime, momenti di felicità come pennellate in un quadro, come nuvole bianche in un cielo troppo terso, tutto nella cornice storica di una Corea che lotta per la sua libertà, che prima si spezza, poi si rialza, infine di divide e rinasce, dal 1919 a 1964.

“Come tigri nella neve” di Kim Juhea: storia di una camelia e del suo amore immutabile

Nella fredda Pyongyang del 1918, una bambina attraversa la porta di una scuola per cortigiane segnando la sua vita. Da fiore incompreso, con una sensibilità spiccata per la poesia, presso la scuola di Silver, che le ragazze dovranno lasciare presto a causa di una tragedia, Jade sboccerà presto sotto l’ala di Dani, una cortigiana di Seoul pronta ad istruire lei e le sue compagne, Lotus e Luna. Nel giardino di Dani, ognuna delle ragazze avrà un simbolo:

Jade venne abbinata alla camelia invernale, un albero da fiore tipico del Sud, che lei non aveva mai visto nel freddo Nord. Dani le assicurò che la camelia era un fiore molto fortunato per una donna. Il suo compagno era un grazioso uccellino dalle piume verde chiaro, che sorbiva solo il nettare e non visitava altri fiori. A fine stagione, poi, la camelia non diventava scura né appassiva perdendo un petalo alla volta, come altri fiori, ma cadeva intatta, rossa e vellutata come un cuore, ed era bellissima a terra quanto lo era il giorno in cui era sbocciata.

Dal capitolo 5 “L’amico di Shangai”

Nam Jung-ho è un orfano: unendosi ad una banda di ragazzini come lui, ne guadagnerà la fiducia e insieme attraverseranno la vita, dalla malavita alla militanza politica nel partito comunista alla guerra a favore dell’indipendenza della Corea. Dopo aver visto Jade ad una sfilata di cortigiane a Seoul, si innamorerà perdutamente di quella bambina piccola quanto lui ma così lontana, muovendo ogni passo per guadagnare la sua amicizia prima e il suo amore poi.

Allontanati e divisi dalla vita ripetutamente, entrambi i protagonisti affronteranno due vite dolce-amare: la sofferenza per la guerra contro i tiranni giapponesi, degli amori dolci ma impossibili, come quello che Jade prova per il giovane Kim Han-Chol, la solitudine di una vecchiaia che sembra aver fatto morire ogni ricordo di quella vita splendida che entrambi si lasciano alle spalle, Jade come affascinante cortigiana ed artista, Jung-ho come promessa del partito.

L’amore e la fiducia sono due fili conduttori potentissimi di questo libro. L’amore per un uomo o una donna. L’amore per la propria famiglia, per una padre di cui resta solo una vecchia leggenda, chiusa in un porta sigarette ed un anello da portare sul cuore. L’amore per un sogno, quello politico, quello dell’indipendenza per il proprio paese, che muove Myung-bo, direttore del partito comunista coreano-cinese, maestro di Jung-ho nel suo percorso, di uomo e di compagno, e rivale in amore di Sung-soo, per conquistare il cuore della splendida zia Dani. L’amore per la musica, infine, che fa sbocciare e poi consuma Lotus, amica più cara di Jade, sedotta da un uomo che prima la farà sentire una regina e poi la abbandonerà, costringendola a volare oltremare per trovare pace. L’amore per i figli, come Luna, che negli occhi della sua bambina riscoprirà il coraggio e cosa significa essere felici.

Il fascino di questo romanzo sta nei suoi intrecci, storici e genealogici, nella tenacia dei personaggi, piegati ma resilienti come le canne di bambù di cui parlava Pascal, capaci di rialzarsi solo insieme, nella dolcezza degli ultimi momenti e dei ricordi, della liberazione nella morte e nel viaggio, quello di Jung-ho per la Cina, quello di Luna e Lotus per l’America, quello di Jade per l’isola di Jejudo, dove incontrerà delle donne insieme a cui curare le proprie ferite.

“La vita si può sopportare solo perché il tempo ti fa dimenticare. Ma vale la pena di essere vissuta perché l’amore, invece, ti fa ricordare.”

Dall’epilogo “La donna del mare”

L’autrice, Kim Juhea

Kim Juhea è nata a Incheon, Corea del Sud, e si è poi trasferita a nove anni insieme alla famiglia a Portland, USA, dove vive tutt’ora. Laureatasi in Arte e Archeologia alla Princeton University, nel 2022 ha deciso di pubblicare il suo romanzo d’esordio, appunto “Come tigri nella neve”; il romanzo è stato definito “Un vero gioiello letterario; imperdibile; eccezionale; una storia in cui si muovo personaggi indissolubilmente legati dal destino” dalle maggiori testate giornalistiche americane.

Racconta di aver amato leggere e scrivere fin da piccolissima, e di come il trasferimento in America, e dunque il trovarsi di fronte ad una nuova lingua, con un nuovo alfabeto, da studiare, le abbiano fatto capire il potere e l’importanza delle parole.

E voi, conoscevate questo libro? Fatecelo sapere nei commenti. Intanto, alla prossima lettura con la nostra rubrica K-Book!