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K-Drama

“Decision to leave” – Park Chan-Wook

Il poster ufficiale (cc. Lucky Red)

[Photos, infos and external links provided by Lucky Red to Mondo Coreano by Di Milla Machiavelli Ufficio stampa & Digital PR.]

INFO TECNICHE

  • Data di uscita: 2 febbraio 2023
  • Genere: Drammatico
  • Anno: 2022
  • Regia: Park Chan-wook
  • Durata: 138 min
  • Cast principale: Tang Wei, Park Hae-Il, Lee Jung-hyun, Go Kyung-Pyo, Yong-woo Park
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Sceneggiatura: Jeong Seo-kyeong, Park Chan-wook
  • Fotografia: Kim Ji-young
  • Montaggio:Kim Sang-Beom
  • Musiche: Yeong-Wook Jo
  • Produzione: CJ Entertainment, Moho Film

Lontano dai toni della trilogia della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock.

Una detective story ricca di colpi di scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico, portando sul grande schermo mistero e azione con note di romanticismo.

cc. Lucky Red

Applaudito al Festival di Cannes, dove è stato premiato per la Miglior Regia, “Decision to Leave” è stato anche candidato dalla Corea per la corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale, rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden Globes 2023.

TRAMA

Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae, giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito la principale sospettata dell’omicidio. Sarà colpevole o innocente?

Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo porterà a mettere in pericolo la sua stessa professione.

Una filmografia di eccessi trova un inatteso arresto in un film che pare l’esatto opposto del Park Chan-wook che eravamo abituati a conoscere: in questo film, infatti, troviamo un Park rinnovato e quasi irriconoscibile, arresosi al potere persuasivo proprio di quegli amori impossibili tanto contestati, tirandone fuori uno dei prodotti migliori del 2022. Ma, quindi, di che parla questo film?

Decision to Leave è un melodramma neo-noir che parla di amore, dubbio, perdita e solitudine, mascherando questa storia thriller dai risvolti hitchockiani e alla Wong Kar-Wai, con umorismo sottile e romanticismo insolito.

Sobrio nella messa in scena, guarda consapevolmente ai temi classici del genere noir ma li veste di panni contemporanei: un uomo oggettivizzato e passivo, disarmato di fronte all’iniziativa di lei, e i dispositivi elettronici come chat e messaggi vocali, ma anche geolocalizzazione e tracciamento degli spostamenti, come mezzo principe nello svolgimento della loro relazione proibita.

La storia tra i protagonisti è silenziosa, di quei silenzi più rumorosi delle parole, creata da un crescendo di messaggi in codice e sguardi, di ammiccamenti, intese invisibili, in contrasto con le macabre vicende poliziesche che permettono ai due amanti prima di conoscersi e poi di frequentarsi.

Allo spettatore, il regista, lascia quindi soltanto un compito: analizzare e osservare i modi di fare dei protagonisti, tratteggiarne l’anima e trarne le proprie conclusioni.


CURIOSITÀ

  • Park Chan-wook si è ispirato per questo film a una serie di romanzi polizieschi svedesi, The Story of a Crime degli autori Maj Sjöwall e Per Wahlöö.
  • In un intervista con Vulture, il regista ha menzionato RM leader dei BTS:

Traduzione del frammento dell’intervista

C’è una tendenza dei media occidentali di raggruppare insieme diversi prodotti fenomenali provenienti dalla Corea – di scrivere di Parasite mentre si parla BTS e dello show di Hwang Dong-hyuk, Squid Game. Sono curioso di sapere cosa si prova, come artista, a vedere il proprio lavoro visto tramite le lenti di un “brand” nazionale complessivo.

Capisco perché ha fatto questa domanda, e credo che l’avrei fatta anche io, se fossi stato nei suoi panni. Semplicemente non credo di avere granché da commentare. Lavoro come ho sempre fatto. Non mi considero uno speciale rappresentante del mio paese, né sento alcuna responsabilità di assumere questo ruolo. Bong e Wang sono registi superbi, e li rispetto molto. Per quanto riguarda i BTS, ho incontrato RM di persona e mi è sembrato un uomo molto intelligente. Mi ha detto che gli è piaciuto Decision to leave – credo abbia detto di averlo visto sei volte.”

Namjoon l’ha confermato più volte sia su Weverse che sul suo profilo Instagram, ma anche durante un episodio del programma “Encyclopedia of useless facts on incredible human beings” in cui ha potuto incontrare la scrittrice Jung Seok-young.


Noi non vediamo l’ora di assistere a questo capolavoro cinematografico che finalmente sarà disponibile anche nelle nostre sale. E voi andrete a vederlo? Fatecelo sapere nei commenti!

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K-Drama

K-Drama in arrivo – Dicembre 2022

Finalmente è arrivato Dicembre! Il mese in cui possiamo riposarci per qualche giorno, stare in famiglia e festeggiare.

Si sa, Dicembre è il mese per eccellenza dei regali e delle serate passate sul divano avvolti da una coperta di pile a guardare serie tv accompagnate da una buona tazza di cioccolata calda: per questo motivo la Corea non manca di viziarci con i suoi regali, quindi, ecco a voi la lista di K-Drama da divorare tra una cena in famiglia e una serata tra amici durante le feste!

IT MAY BE A LITTLE SPICY TODAY

@HanCinema

Stagioni: 1 | Episodi:12

Genere: Slice of life

Cast: Han Suk-kyu, Kim Seo-hyung, Jin Ho-eun

Data di uscita: 1 Dicembre

Basato sulla storia vera dello scrittore Kang Chang-Rae, “Oneuleun Jom Maewoolji Molla“, il drama conosciuto anche come Recipe for Farewell racconta la storia del quarantenne Chang-Wook (Han Suk-Kyu), che lavora come traduttore e docente di discipline umanistiche, e di sua moglie (Kim Seo-Hyung) che soffre di cancro terminale all’intestino: per via della sua malattia, la donna ha grandi difficoltà a mangiare a causa di problemi legati alla digestione ma, nonostante ciò, chiede comunque al marito di cucinare per lei.

Anche se inizialmente tutto ciò che sa cucinare è del ramen istantaneo, Chang-Wook si impegnerà e cercherà di migliorare le sue abilità culinarie preparando i piatti della moglie con amore e cura.

Questo drama dunque racconterà attraverso la cucina la storia d’amore dei due coniugi.

NINETEEN OTTERS

@HanCinema

Regista: Kim Soo-Jin

Genere: Romance

Cast: Shin Eun Soo, Kim Jae Won, Lee Chan Hyung

Data di uscita: 1 dicembre

Nineteen Otters è un film che fa parte della tredicesima edizione di KBS DRAMA SPECIAL.

Shin Eun Soo (Piccole Donne etc…) interpreta la sfortunata diciannovenne, Kim Jae-young, costretta ad assistere ai continui litigi tra i suoi genitori, mentre Kim Jae Won (Our Blues etc…) interpreta Seo Woo-gyu, diciannovenne senza sogni né speranze che soffre anch’esso a causa della famiglia e che è dovuto crescere da solo a causa di una madre alcolizzata e un padre assente, scappato di casa quando il ragazzo era piccolo.

Nineteen Otters sarà un drama realistico e di formazione con un’atmosfera unica!

UNLOCK THE BOSS

@HanCinema

Stagioni: 1| Episodi: 12

Genere: Thriller, Mystery, Comedy, Sci-Fi

Cast: Chae Jong Hyeop, Park Sung Woong , Seo Eun Soo

Data di uscita Viki Rakuten: 7 Dicembre

Basato sul webcomic “Sajangnimeul Jamgeumhaeje” di Park Sung-Hyun, la storia vede come protagonista Kim Sun-Joo (Park Sung-Woong) sviluppatore, fondatore e CEO di un’azienda IT.

Un giorno, senza sapere perché, viene inseguito da qualcuno che sta cercando di ucciderlo: viene pugnalato da quella persona e, mentre percepisce la morte incombente, sente il suo spirito venire risucchiato nel suo smartphone.

Park In-Sung (Chae Jong-Hyeop) è un giovane diligente, che proviene da una famiglia povera, cerca lavoro da quando si è laureato all’università, ma non è facile.

Un giorno, mentre raccoglie funghi su una montagna per cercare di guadagnare qualcosa, si imbatte in uno strano smartphone: lo smartphone sembra prendere vita e fa una proposta difficile da rifiutare.

Park In-Sung accetta l’offerta e segue le istruzioni dello smartphone: questo, infatti, invierà in automatico un’e-mail alla sua azienda, informandoli che Kim Sun-Joo sarebbe andato in vacanza e Park In-Sung ne avrebbe assunto temporaneamente le funzioni: i due, dopo aver sistemato alcune cose, cercheranno di trovare la persona responsabile dell’accoltellamento e il movente.

CONNENCT

@HanCinema

Stagioni: 1| Episodi: 6

Genere: Crime, Mystery, Thriller

Cast: Jung Hae-in, Go Kyung-pyo, Kim Hye-jun

Data di uscita Disney+: 7 Dicembre

Basato sull’omonimo webtoon “Connected” di Shin Dae-sung, a molti fan degli anime Giapponesi potrebbe far pensare a Tokyo Ghoul… Ma sarà così?

Ha Dong-Soo ( Jung Hae-In ) fa parte di una nuova razza umana chiamata Connect: una notte, rapito da un gruppo implicato nel traffico di organi, Ha Dong-Soo viene privato di un occhio che verrà poi trapiantato in Oh Jin-Seob ( Ko Gyung-Pyo ).

Oh Jin-Seob sembra un impiegato educato e competente al lavoro, ma in realtà è un serial killer a sangue freddo.

Il riluttante donatore si trova così vittima di visioni raccapriccianti e testimone di terribili aggressioni ai residenti di Seoul: oltre che tentare di recuperare il suo occhio, si impegna ad insegue il serial killer per impedirgli di uccidere altra gente.       

THE FORBIDDEN MARRIAGE

@HanCienema

Stagioni: 1 | Episodi: 12

Genere:  Historical, Romance, Comedy

Cast: Park  Ju-hyun, Kim Young-dae, Kim Woo-seok, Yang Dong-geun, Park Sun-yung

Data di uscita: 9 dicembre

Il drama, basato sul romanzo web “Geumhonryung, Joseon Honin Geumjiryung” di Chun Zi-Hye, segue la storia di Lee Heon (Kim Young-Dae), il re di Joseon: 7 anni prima, quando era ancora un principe ereditario, la sua amata moglie era venuta a mancare e, nel corso degli anni, la famiglia reale e i membri del governo avevano cercato di far risposare il re senza successo, poiché ancora affranto dalla scomparsa dell’amata.

Per invogliare il re a trovare moglie, era anche stato emanato un editto “geumhonryung“, che vietava a tutte le donne single di sposarsi fin quando il re non si fosse risposato: questa decisone, però, aveva provocato chiaramente lo scontento del popolo. Come risolvere questa situazione?

Un giorno, il re verrà a sapere di una donna di nome Ye So-Rang (Park Ju-Hyun), che affermava di interpretare i segni dell’armonia nuziale e di essere capace di percepire la presenza dello spirito della defunta moglie del re all’interno del palazzo reale: truffatrice e bugiarda di professione viene arrestata e incarcerata nel luogo in cui lavora l’agente Lee Shin-Won (Kim Woo-Seok).

Per uscire dalla sua situazione, finge di essere posseduta da uno spirito.

Durante il suo stratagemma, afferma che lo spirito della defunta moglie di re Lee Heon esiste all’interno del palazzo reale, così viene portata davanti al re e lui le chiede se può davvero vedere lo spirito della sua defunta moglie: per sopravvivere, Ye So-Rang deciderà di comportarsi come se il suo corpo fosse posseduto dalla defunta moglie del re, tuttavia le bugie di Ye So-Rang diventeranno col tempo sempre più grandi e più audaci.

CHRISTMAS CAROL

@HanCinema

Regista: Kim Sung-Su

Genere: Revenge, Thriller

Cast: Park Jin-Young (GOT7), Kim Young-Min, Kim Dong-Hwi, Song Geon-Hee

Data di uscita: 7 dicembre

La mattina di Natale, Wol-woo, il fratello del protagonista, viene trovato morto: quando il caso finisce con l’essere archiviato come “un semplice incidente”, il fratello Il-Woo (Park Jin-Young) decide di vendicarsi .

Il film racconta la storia di un fratello maggiore che si reca in un centro di detenzione minorile per vendicare la morte del fratello gemello e trovare la verità.

Il regista Kim Seong-soo (Save me) aumenta le aspettative con una potente combinazione data da un casting con stelle nascenti nel settore e attori veterani.

LA CASA DI CARTA COREA – PARTE II

@HanCinema

Stagioni: 1| Episodi: + 6

Genere: Crime, Action

Cast: Yoo Ji-tae, Park Hae-soo, Jeon Jong-seo, Lee Won-jong, Park Myung-hoon

Data di uscita Netflix: 9 Dicembre

La seconda parte del remake coreano della Casa di carta, sta per tornare nuovamente su Netflix: infatti, dopo il successo del primo capitolo, ci aspetta una seconda parte composta da altri 6 episodi. Ma cosa dovremmo aspettarci in questi episodi aggiuntivi?

In questi nuovi episodi vedremo il Professore che tenterà di sfruttare il caos creatosi per far fuggire i suoi complici dalla zecca di stato; in questi nuovi episodi, inoltre, verranno introdotti anche personaggi inediti come quello di SEOUL (Lim Ji Yeon): Seoul è una carta nascosta di cui nemmeno i ladri alla Zecca erano a conoscenza e fornisce una svolta decisiva alla storia.

In questa seconda parte le azioni violente si intensificheranno: scontri fisici, sparatorie, inseguimenti in moto sia all’interno che all’esterno della Zecca di Stato mostreranno un’ azione più che intensa.

Un’altra minaccia da far fronte e non sottovalutare per i nostri protagonisti sarà quella creata dalla cooperazione economica dovuta all’unificazione delle due Coree. Il passato della squadra del professore verrà rivelato? Come finirà la storia?

WORK LATER, DRINK NOW 2

@HanCinema

Stagioni: 2| Episodi:12

Genere: Comedy, Friendship, Slice of life

Cast: Lee Sun-bin, Han Sun-hwa, Jung Eun-ji, Choi Si-won

Data di uscita: 9 Dicembre

Dopo il successo della prima stagione “Work later , drink now”, basato sul webtoon “Soolkkundoshicheonyeodeul” di Mikkang, ritorna in onda con una nuova stagione più divertente della precedente che riparte dal finale di fine stagione. Ma come mai la serie è piaciuta così tanto in Corea?

La serie, che vede tre amiche incontrarsi alla sera per bere dopo giornate avventurose o sfortunate, è catalogate dai coreani come una tra le più divertenti in circolazione: nella seconda stagione il fascino e la drammaticità delle storie ti teletrasporteranno nella Corea notturna piena di alcool risate ed emozioni.

Alchemy Of Souls: Light And Shadow

@HanCinema

Stagioni: 2| Episodi: 10

Genere: Fantasy, Action, Historical, Romance

Cast: Lee Jae-wook, Go Yoon-jung, Hwang Min-hyun, Shin Seung-ho, Yoo Joon-sang, Oh Nara, Yoo In-soo, Arin, Jo Jae-yoon.

Data di uscita  Netflix: 10 dicembre (da Gennaio su Netflix Italia)

Il drama, ambientato sullo sfondo di un grande Paese che non compare nelle mappe e non esiste nella storia, racconta una storia di vendetta e di amore nella quale i destini dei protagonisti sono stati stravolti da un incantesimo.

Le aspettative da parte del pubblico mondiale per questa seconda stagione sono molte alte, soprattutto a seguito della pubblicazione dei vari trailer e dopo il velo di mistero che i creatori della serie continuano a celare sulla trama non ancora rivelata per questa la seconda parte di “Alchemy Of Souls“, lasciando molto spazio all’immaginazione e alle speculazioni, anche piuttosto fantasiose, dei fan.

SINGLE’S INFERNO 2

Stagioni: 2| Episodi: Reality

Genere: Dating

Cast: ? [not revealed]

Data di uscita: 13 dicembre

Siete pronti ad una nuova stagione di Singles Inferno?

Single’s Inferno è il primo dating show sudcoreano originale Netflix e la sua premessa è semplice: 12 single (6 uomini, 6 donne) sono bloccati insieme su un’isola deserta, ai partecipanti vengono fornite solo poche risorse e l’unico modo per fuggire dall’isola in un hotel di lusso (denominato “Paradiso”) è “matcharsi”; inoltre, i partecipanti potranno rivelare la loro professione e la loro età solo in Paradiso e solo al loro accompagnatore!

Finora, però, il poster di Single’s Inferno 2 presenta solo sei concorrenti, il che ci fa domandare se nuovi concorrenti verranno introdotti a metà dello spettacolo per rendere le cose più piccanti, in modo simile alla prima stagione. Voi cosa ne pensate?

Rispetto alla prima stagione, sembra che i futuri concorrenti siano molto più audaci ed espliciti nell’esprimere i propri sentimenti.

DO YOU KNOW ASHTANGA?

@HanCinema

Regista: Lee Dae-Kyung

Genere: Romance

Cast: Joo Jong-Hyuk, Bae Yoon-Kyoung

Data di uscita: 14 dicembre

Anche questa produzione cinematografica fa parte dei film promossi da KBS per la Season Special Drama.

Do You Know Ashtanga?” è una rom-com che parlerà di un’istruttrice di yoga che, dopo aver attraversato una vita piena di alti e bassi, cambierà le sue prospettive a partire dall’ incontro con il figlio di un proprietario di un edificio che cerca di imparare a mettere in praticare la “noblesse oblige” (la nobilità comporta obblighi).

Joo Jong Hyuk è Seol Tae Joon, il figlio del proprietario dello stabile, ed è un ragazzo premuroso e molto trasparente, mentre Bae Yoon Kyung è Kang Na Ra, un’istruttrice di yoga che odia così tante cose che la gente si chiede se c’è qualcosa che le piaccia davvero.

Tuttavia, c’è una cosa che tira fuori la vera Na Ra: si tratta dell’Ashtanga. Ma cosa significa ASHTANGA?

L’Ashtanga è una variante dello yoga tradizionale che si contraddistingue per la sua particolare intensità e per essere quindi adatta soprattutto a persone che abbiano già una certa dimestichezza con la disciplina.

FANTA G SPOT

@HanCienma

Stagioni: 1  

Genere: Drama, Comedy

Cast: Ahn Hee-yeon, Bae Woo-hee, Park Sun-ho, Choi Gwang-rok

Data di uscita: 16 dicembre

“Fanta G Spot” di Coupang Play tratterà delle storie sincere e audaci delle donne sul sesso.

Hee-jae, interpretata da Ahn Hee-yeon, è una persona che inizia a conoscersi realmente consigliando le donne sulle loro “indicibili” preoccupazioni riguardo al sesso attraverso un podcast.

Bae Hee, invece, interpreta il ruolo di Mina che è brava nel sesso occasionale, infatti a lei non piace legarsi emotivamente, tant’è che si trova oltremodo a suo agio nei rapporti senza amore.

L’attore Hee-hee, che presenterà il fascino di entrambe le parti conducendo un podcast con la sua migliore amica ‘Hee-jae’, mostrerà onestamente la sua cruda vita sessuale.

CASINO

@HanCienam

Stagioni: 1| Episodi: 16

Genere: Action, Crime, Drama

Cast: Choi Min Shik, Son Seok Koo, Lee Dong Hwi, Ryu Hyun Kyung, Heo Sung Tae, Kim Hong Pa

Data di uscita Disney+: 21 Dicembre

Il K-drama di azione e crime ruota attorno alle attività illecite di un dirigente di un casinò che costretto ad affrontare costantemente sfide, tenta di rimettersi in gioco ancora una volta: Cha Mu-Sik (Choi Min-Sik) è diventato una leggenda nel mondo dei casinò. Dopo molti colpi di scena viene coinvolto in un caso di omicidio e questo porterà la sua vita in bilico e sull’orlo del collasso. 

INTERESTS OF LOVE/Understanding Of Love

@HanCinema

Stagioni:1

Genere: Melodrama, Romance

Cast: Yoo Yeon-seok, Moon Ga-young, Keum Sae-rok, Jung Ga-ram

Data di uscita: 21 dicembre

Basato sul romanzo “Sarangui Yihae” di Lee Hyeok-Jin, il drama racconta una storia d’amore realistica di quattro persone che si sono incontrate tutte presso la filiale Youngpo di KCU Bank.

Ha Sang-Soo (Yoo Yeon-Seok), il capo senior del team di consulenza globale presso la filiale di Yeongpo della Nara Bankun è un bell’uomo, persona intelligente e forte che non vacillerà di fronte alle difficoltà della vita: sebbene sia un personaggio onesto, non è freddo o troppo formale, ma piuttosto caloroso con un lato umoristico, per non parlare del fatto che ha una forma atletica degna di un atleta nazionale piuttosto che di un impiegato di banca.

Sang-Soo conduce una vita normale ma, a causa dell’arrivo dell’amore, la sua tranquilla routine cambierà.

An Soo-Young (Mun Ka-Young) pensa che l’amore non duri per sempre e che possa andare via in qualsiasi momento: capo cassiere di banca al quarto anno presso la filiale di An Soo-Young, è anche conosciuta come “la dea del ramo di Yeongpo“, possiede un aspetto invidiabile e una voce dolce.

Park Mi-Kyung (Keum Sae-Rok) proviene da una ricca famiglia, è sicura di sé e abbastanza aperta riguardo ai suoi sentimenti: quando qualcuno le piace, fa in modo che quella persona lo sappia, qualunque cosa accada.

Jung Jong-Hyun (Jung Ga-Ram) sta studiando per un esame per diventare un agente di polizia e la sua personalità lo spinge a fare del suo meglio in tutto.

ISLAND

@HanCinema

Stagioni: 1| Episodi:12

Genere: Fantasy, Action, Mistery

Cast: Kim Nam Gil, Lee Da-hee, Cha Eun-woo, Sung Joon

Data di uscita Amazon Prime Video: 30 Dicembre

Basato sul webcomic “Island” scritto da Yoon In-Wan e illustrato da Yang Kyung-Il, il drama con l’omonimo nome che aveva iniziato le riprese sono nell’ottobre 2021 uscirà finalmente a Dicembre!

Ambientato sull’isola di Jeju, vede tre persone combattere contro il male che sta cercando di distruggere il mondo: Ban, John e Goong-Tan.

Ban (Kim Nam-Gil ) è stato allevato per proteggere il mondo dal male, si è allenato per diventare un’arma e combatte contro il male uccidendo le vittime che sono possedute: non mostra emozioni e ripensamenti per le sue azioni, ma, nella sua mente, si sente in colpa.

Per il ruolo da protagonista femminile era stata precedentemente indicata Seo Yea-Ji ( Its okay to not be okay) che però ha rifiutato e il ruolo è stato poi offerto a Lee Da-Hee che interpreta appunto Won Mi-Ho, una ragazza che proviene da una famiglia che gestisce una grande azienda: causa grossi problemi e viene mandata sull’isola di Jeju, dove lavora come insegnante e qui verrà poi coinvolta in un caso relativo ai fantasmi.

John (Cha Eun-Woo) è un prete cattolico esorcista e il suo nobile obiettivo è proteggere la vita e purificare il male.

Goong-Tan (Sung Joon) cresciuto insieme a Ban è stato allevato come lui per sconfiggere il male: a causa di un incidente, però, i due saranno costretti a scontrarsi.

Island è, forse, uno dei k-drama più attesi dell’anno: sarà in grado di soddisfare le aspettative? La grafica e la fotografia saranno all’altezza per arrivare ad un risultato convincente?

Questa era la lista dei drama di Dicembre, una lista molto corposa composta da titoli allettanti, ritorni di stagione super attesi e nuovi attori da scoprire… Un Natale così tu te lo aspettavi?

Scrivici nei commenti le tue impressioni e quali di questi k-drama aspettavi “sotto l’albero”!                                  

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K-Drama Recensioni

Nido di vipere: recensione

Tratto dal romanzo originale Waranimosugaru Kemonotachi di Keisuke Sone, edito da Kodansha Ltd, Nido di vipere si propone come un thriller/black comedy dalle atmosfere noir ma ironiche dei film di Tarantino e dei fratelli Coen. Ma sarà riuscito nel suo intento?

Il film si struttura in sei capitoli, ognuno con un titolo specifico, e affronta le vicende di quattro personaggi molto diversi tra di loro ma tutti accomunati da un unico obiettivo: la sete di rivincita sulla vita e sulle esperienze che li hanno portati a condurre delle esistenze misere e annaspanti.

I capitoli sono:

  • Capitolo 1: debito (빛)
  • Capitolo 2: pollo (호구)
  • Capitolo 3: catena alimentare (먹이사슬)
  • Capitolo 4: squalo (상어)
  • Capitolo 5: Lucky Strike (럭키스트라이크)
  • Capitolo 6: borsa coi soldi (돈가방)

Se, dapprima, i titoli dei capitoli non hanno alcun senso e sembrano quasi scelti in maniera casuale, andando avanti con la narrazione tutti i dettagli e i tasselli iniziano a prendere posto nel puzzle, rivelando un complicatissimo intreccio di vite e storie che trascineranno lo spettatore nell’occhio del ciclone, impedendogli di uscirne.

Avevamo parlato di questo film in un altro articolo, quando ci è giunto l’invito alla visione della prima italiana del film e ora, dopo averlo visto in anteprima, proviamo a darvi la nostra opinione in merito.

Se vi siete persi l’articolo precedente, recuperatelo subito!

ATTENZIONE: SPOILER ALERT!

Il film inizia con il ritrovamento, negli spogliatoi di una sauna, di un borsone Louis Vuitton contenente numerose banconote da parte di Joong-man (interpretato da Bae Sung-woo): Joong-man è il primo personaggio che incontriamo e sin da subito scopriamo un pezzetto della sua storia, infatti dopo il fallimento della sua attività, riesce a sbarcare il lunario lavorando part-time in una sauna locale.

La sua vita non è affatto semplice, a stento riesce a pagare le tasse universitarie della figlia e ha a suo carico la madre (interpretata da una maestosa Youn Yuh-jung) sofferente del morbo di Alzheimer, e nonostante l’enorme tentazione di voler rubare il borsone misterioso, riesce a desistere e lo nasconde nel magazzino della sauna, in mezzo agli altri oggetti smarriti.

Joong-man (Bae Sung-woo)

Il secondo personaggio, invece, è Tae-young (interpretato da Jung Woo-sung), un ufficiale dell’immigrazione che deve ripagare un debito lasciatogli dalla fidanzata, sparita misteriosamente.

Il terzo personaggio è Mi-ran (interpretata da Shin Hyun-bin), una giovane prostituta incastrata in un matrimonio violento, la cui vita si incrocia con quella di un ragazzo conosciuto nel night club dove lavora, il quale le dà un barlume di speranza nel buio della sua esistenza.

Mi-ran (Shin Hyun-bin)

Tae-young, nel tentativo di liberarsi presto del debito contratto dalla fidanzata, architetta un grosso colpo e coinvolge un uomo, chiamato da lui “Carpa“, l’usciere del night club dove lavora Miran, ora nelle mani dei Park, gli uomini ai quali deve dei soldi: il colpaccio, però, non riesce e un astuto agente di polizia si inserisce nella vicenda, rendendo più intricata la storia.

Tae-young e “Carpa”

Proprio quando tutto sembra diventato quasi monotono e, in qualche modo, in ordine, appare il quarto personaggio, la proprietaria del night club Yeon-hee (interpretata da Jeon Do-yeon), che rimescolerà le carte in tavola e renderà la vicenda più caotica che mai.

Yeon-hee (Jeon Do-yeon)

Yeon-hee mostra da subito di avere molto a cuore la triste sorte di Mi-ran. Ma sarà davvero così?

Sarà a questo punto che la storia, nuovamente, prenderà una piega inaspettata e le vicende di tutti i personaggi si intrecceranno, quasi come il nodo scorsoio di un cappio, che via via si stringe intorno alle teste dei vari attori: l’intreccio si infittisce e la lotta per mettere le mani sul denaro diventa davvero all’ultimo sangue, senza esclusione di colpi.

In questo film, che sembra quasi una montagna russa nella follia umana, troviamo anche una morale, una lezione che ci viene impartita dall’anziana madre di Joong-man in un momento di sconforto, infatti questa affermerà che:

Un uomo grande e grosso come te non dovrebbe piangere. Durante la guerra di Corea, tutto il paese era in fiamme. L’importante è essere vivi, le cose poi s’aggiustano. Bastano due braccia e due gambe e si può ricominciare da capo.

Soon-ja (Youn Yuh-jung)

La fine del film, però, ci pone davanti ad un enorme e amletico quesito: il bene genera bene… o quasi?

Che dire di questo film?

Se pensavamo che non potesse esistere un film più disturbante, grottesco e folle di Parasite, ci sbagliavamo di grosso: Kim Yong-hoon è riuscito in un’impresa ardua ma grandiosa.

Il regista Kim Yong-hoon sul set

La storia è talmente surreale da diventare quasi fastidiosa, ma al tempo stesso cattura, in una sorta di gioco masochista che intrattiene lo spettatore e lo costringe a rimanere con gli occhi incollati allo schermo per capire fin dove possa spingersi la follia umana e la sete di rivincita.

Un po’ come animali in cattività, i personaggi di Keisuke Sone prima e di Kim Yong-hoon dopo provano uno spietato odio nei confronti del prossimo, dovuto alle innumerevoli tristi vicende che hanno costellato le loro vite, rendendoli quasi incapaci di provare sentimenti che si avvicinino soltanto alla pietà e alla fiducia verso il genere umano.

E proprio per questa ragione, per questa abissale differenza (forse solo apparente) tra lo spettatore e i personaggi del film, la visione diventa ancora più entusiasmante. Lo spettatore sa di essere diverso da loro, sa bene che non sarebbe mai in grado di compiere nemmeno mezza delle azioni riprovevoli che compiono i vari protagonisti, eppure in un angolino recondito della sua coscienza, una domanda si fa sempre più spazio: “cosa faresti al loro posto?“.

Ed è proprio partendo da questa domanda che Kim Yong-hoon ha basato la costruzione dei suoi personaggi, non con l’obiettivo di creare compassione nello spettatore ma empatia, due sentimenti spesso fraintesi ma estremamente diversi e complicati a loro modo: lo spettatore non deve provare pietà del povero Joong-man costretto a svolgere un lavoro part-time per poter mantenere la famiglia o per la povera Mi-ran, vittima del suo matrimonio, ma deve immaginarsi nei loro panni, deve rabbrividire nell’indossare quelle vesti e ragionare, non con freddezza, ma a cuore caldo.

Cuore caldo proprio come quello di chi si trova davanti ad uno squalo toro e deve capire cosa fare per potersi trarre in salvo.

La metafora dello squalo toro, di per sé, è incredibile perché rappresenta in modo chiaro e forte quella che è una società che spesso non concede seconde possibilità, spazzando dal proprio cammino coloro che falliscono alla prima occasione.

Per la prima ora di film, la narrazione appare in qualche modo confusionaria, gli eventi si susseguono con un ritmo serratissimo ed è quasi difficile stare dietro a tutto quello che avviene ma, ad un certo punto, tutto inizia a prendere forma e l’unica frase che vi verrà in mente, guardando il film, sarà “Non possono averlo fatto davvero”.

Arrivati alla fine del film, vi renderete conto che tutta la narrazione avrebbe avuto più senso se fosse stato o un enorme flashback o se fosse stato montato al contrario ma questo avrebbe tolto buona parte del divertimento e della follia disarmante della proiezione.

I dialoghi e la fotografia

Bravo, bravo, bravo! Alcuni dialoghi sono a dir poco geniali, Kim Yong-hoon è riuscito a inserire in contesti totalmente inappropriati, se visti sul piano realistico, ma perfetti, dal punto di vista cinematografico, delle battute esilaranti, in pieno contrasto con l’atrocità o la ferocia della scena in atto, creando dell’ottimo black humour e black comedy.

Lo “sventratore”, Tae-young e lo strozzino Park Doo-man

Al pari dei dialoghi, on point per la puntualità e per la sagacia, un altro punto a favore di questo film è la fotografia, ad opera del direttore della fotografia Kim Tae-sung (vincitore del premio per la miglior fotografia ai 38° Golden Cinematography Awards), e la scenografia, ad opera dello scenografo Han Ah-rum: gli spazi rappresentati nel film sono una perfetta riproduzione della psicologia dei personaggi, pensiamo alla casa di Mi-ran, la cui vita è stata distrutta da un debito di gioco, un appartamento triste e malconcio nei pressi dei binari del treno, oppure il night club di Yeon-hee, pomposo e arzigogolato come la sua mente ma che nasconde oscuri segreti nella privacy delle sue stanze.

La recitazione

Se i nomi presenti nel cast non lasciavano alcun dubbio circa la riuscita dell’impresa, una volta visti all’opera non possiamo dire altro che ogni attore, dal più importante a quello più laterale, ha svolto un grandissimo lavoro: si vede in modo palese lo studio dietro la psicologia dei personaggi, l’attenzione ad eventuali tic o dettagli da evidenziare per rendere la narrazione più realistica e meno forzata.

Tae-young e Yeon-hee

Ottima interpretazione di Shin Hyun-bin (Mi-ran), che avevamo visto di recente nei panni della giovane e impacciata dottoressa in Hospital Playlist, ma soprattutto di Jeon Do-yeon (Yeon-hee), in grado di mettere in luce tutte le sfaccettature del suo personaggio, dal lato più vendicativo a quello più folle e pericoloso: ultimo ma non per importanza, va menzionato lo “Sventratore“, un personaggio che non proferisce parola durante l’intera storia ma che, con la sua sola presenza scenica e facce inquietanti, è stato in grado di farsi valere dignitosamente.

Lo “sventratore”

Conclusioni finali

Nido di vipere è un ottimo prodotto, divertente e mai noioso, in grado di attirare l’attenzione e di reggere per l’intera durata della pellicola: forse qualche scena avrebbe potuto essere accorciata ma non necessariamente, poiché il ritmo è, di per sé, molto rapido e scattante.

Merita di essere visto? Se piacciono le black comedy e non ci si impressiona facilmente, assolutamente sì!

La visione è assolutamente sconsigliata ad un pubblico sensibile e ai minori di 16 anni per argomenti trattati, linguaggio scurrile e violenza di alcune scene.

Per noi, Nido di vipere è 9/10.

E voi? Lo andrete a vedere? Fatecelo sapere nei commenti!

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#K-Book: “Lemon” di Kwon Yeo-sun

È iniziato il mese di settembre ed è ora di riprendere i nostri appuntamenti con #K-Book, la rubrica dedicata ai libri di letteratura coreana.

Prima della pausa, vi avevamo lasciato alcuni consigli su cosa leggere sotto l’ombrellone: anche noi, in spiaggia (ma non solo!) abbiamo portato alcuni titoli come “Lemon” di Kwon Yeo-sun, pubblicato in Italia pochi mesi fa da Il Saggiatore, nella traduzione di Benedetta Merlini. Ve ne parliamo in questo articolo.

“Lemon” di Kwon Yeo-sun: come le vite si misurano con il dolore

Kim Hae-on è di una bellezza tale da mettere in secondo piano ogni altra ragazza della classe e forse della scuola intera. Ha diciotto anni quando viene uccisa, e il suo corpo senza vita viene ritrovato in un parco da una coppia di passaggio. È il giorno dopo la finale dei mondiali di calcio disputati in Corea del Sud. Kim Hae-on ha il cranio sfondato e indossa soltanto un vestito di colore giallo: nessuno sa chi l’abbia uccisa, e le indagini della polizia non trovano nessun colpevole. I due sospetti, infatti, hanno entrambi un alibi. Così la vicenda cade nel dimenticatoio, ma lascia tracce indelebili nelle esistenze dei familiari di Hae-on e delle altre persone che la conoscevano.

L’immaginazione può essere dolorosa come la realtà. Anzi, anche di più, perché non c’é limite o fine alla fantasia.

Scopriamo tutto (o quasi) in un racconto a tre voci, che comincia molti anni dopo la morte della ragazza, con la ricostruzione dell’interrogatorio di Han Manu, uno dei sospettati: un ragazzo di umili origini, che dopo la scuola fa le consegne in una polleria, e che dice di aver visto Hae-on nell’auto di un altro ragazzo del liceo, Shin Jeong-jun. Figlio di un facoltoso commercialista, Jeong-jun è l’altro sospettato, dal momento che potrebbe essere l’ultimo ad aver visto la giovane Hae-on ancora viva. Potrebbe essere una storia in cui il più debole e povero paga per questo delitto e il più ricco riesce invece a sfuggire alla legge, ma in “Lemon” la vita si accanisce in modo diverso sui protagonisti. Entrambi gli alibi sono sufficienti a evitare l’accusa, così il caso resta irrisolto.

La sorella di Hae-on, però, non si dà pace: a distanza di tempo, continua a cercare la verità e comincia cercando Han Manu, che ha bollato come responsabile. È proprio Da-on, infatti, una delle voci narranti: una donna spezzata dal dolore della perdita, che non le ha soltanto tolto il sorriso e la spensieratezza di vivere, ma l’ha spinta a trasformarsi in una copia della sorella defunta, attraverso la chirurgia plastica.

I pensieri di Da-on si alternano a quelli di Shangui, una ragazza più grande conosciuta al club scolastico di poesia. Questa passione in comune, sviluppata con talento e modalità differenti da entrambe, le aveva portate ad avvicinarsi, durante il liceo. Quando si ritrovano, sono passati anni dalla sera che ha cambiato per sempre ogni prospettiva di Da-on verso il mondo. Ma anche Shangui ha vissuto una parte del trauma, e racconta di che atmosfera regnava nella scuola dopo l’accaduto.

Alle loro voci se ne aggiunge una terza, più misteriosa, che introduce nuovi dettagli sulla morte di Hae-on grazie ai quali è forse possibile comprendere meglio cosa sia davvero accaduto quella sera lontana.

In 8 capitoli, che hanno tutti un nome significativo e una data, la scrittura di Kwon Yeo-sun scorre veloce e affilata, rapida e incessante. Da una lato c’è la tentazione di leggere ancora e provare a capirne di più, dall’altro il bisogno di fermarsi e metabolizzare.

“Lemon” è un romanzo breve, di neanche 150 pagine, che sa prendersi il suo tempo e restare ben impresso nella memoria anche una volta terminato.

Il limone del titolo non torna solo nel giallo del vestito con cui viene trovata la vittima, ma anche nell’asprezza di certi passaggi, che riflettono quella della vita. Esistenze atterrite da un evento tragico, ma anche dai colpi di mano del destino, e collegate tra loro dal senso di smarrimento e, in qualche modo, dall’isolamento a cui si può andare incontro nella società.

L’autrice, Kwon Yeo-sun

Kwon Yeo-sun è nata ad Andong nel 1965. Ha vinto diversi premi letterari, tra cui il prestigioso Sangsang Literary Award. Nel 2019 ha pubblicato “Lemon”, primo romanzo tradotto in inglese e in italiano.

Avete già letto questo libro? Fateci sapere! Nel frattempo, appuntamento alla prossima.

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K-Drama

Nido di vipere (Beasts clawing at straws)

Il poster ufficiale
  • Nome: Nido di vipere
  • Genere: Thriller/Black comedy
  • Anno: 2021
  • Durata: 108 minuti
  • Distribuito da: Officine UBU

Se dopo l’enorme successo internazionale di Parasite pensavamo che nessun altro film coreano sarebbe riuscito ad arrivare nelle sale italiane, ci sbagliavamo di grosso. Perché?

Perché il 15 settembre uscirà nei cinema italiani Nido di vipere (Beasts clawing at straws), un thriller diretto da Kim Yong-hoon e tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore di gialli giapponese Keisuke Sone, distribuito da Officine UBU.

La trama

In Nido di vipere, i destini di quattro personaggi ai margini della società si intrecciano in modo imprevedibile quando un umile inserviente trova una borsa piena di denaro abbandonata in un armadietto. L’inatteso tesoro diventa ben presto un’arma a doppio taglio, nascondendo dietro di sé un intreccio di storie di spietati malviventi ed esistenze miserabili. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna, i destini beffardi dei quattro protagonisti s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.

Esiste uno squalo chiamato “Squalo Toro”. Quando incinta, la femmina porta nel ventre circa 50 uova. I piccoli iniziano a mangiarsi a vicenda nella pancia della madre.

Solo uno nascerà e diventerà un feroce predatore.

Questo film permette di vedere, ancora una volta, personaggi di tutte le estrazioni sociali scontrarsi nell’arena di battaglia, riprendendo quello che è un classico della cinematografia coreana, espediente spesso e volentieri ripreso da molti registi e sceneggiatori non solo nei film ma anche nei K-drama, per sottolineare ancora una volta le ambiguità e le ombre della società coreana.

Così com’era stato per Parasite, e più di recente con Squid Game e La casa di carta: Corea, i protagonisti di questa pellicola sono mossi da un istinto quasi primordiale di prevalere sugli altri, nel disperato tentativo di dare una svolta alla propria vita e porre un punto all’esistenza di stenti che stavano conducendo fino a quel momento: il denaro diventa uno spiraglio di luce, una remota possibilità di felicità e i protagonisti saranno disposti a tutto pur di mettere le proprie mani su quel denaro.

Il cast

Il cast di questo film vanta alcuni nomi molto interessanti della scena coreana, non solo attori di cinema ma anche di teatro e della tv, ad esempio vediamo Jeon Do-yeon (vincitrice del premio come Migliore Attrice al Festival di Cannes per Secret Sunshine di Lee Chang-dong nel 2007) nelle vesti della proprietaria di un night club che sogna di abbandonare il suo passato turbolento e ricominciare da capo, oppure Jung Woo-sung (famoso per il suo carattere ribelle alla James Dean e per le interpretazioni magistrali di personaggi molto solitari) che interpreta un uomo messo alle strette a causa della sua ragazza, misteriosamente scomparsa dopo avergli lasciato un grosso debito da colmare con uno strozzino, oppure ancora Youn Yuh-jung (presente nella serie Netflix delle sorelle Wachowski Sense8 e vincitrice nel 2021 del Premio Oscar alla Migliore Attrice non Protagonista per la sua interpretazione in Minari di Lee Isaac Chung) nei panni di una donna diffidente che vive nei suoi ricordi.

La regia

Nido di vipere segna il debutto ufficiale alla regia di un lungometraggio di Kim Yong-hoon.

L’atmosfera creata dal regista riprende molto quella di Pulp Fiction di Tarantino o dei film noir dei fratelli Coen, il tutto condito con una sceneggiatura fresca e mai banale: la pellicola mostra uno spaccato, talvolta ironico, talvolta demotivante, della natura umana e delle sue mille sfaccettature che è possibile osservare nelle situazioni estreme, come quella nella quale sono calati i personaggi.

Anche se il film descrive personaggi che si stanno lentamente trasformando in bestie che non esitano davanti a nulla e giustificano l’immoralità, questo film racconta una storia normale che può accadere nella vita reale, quindi ho fatto il possibile per mostrare la loro disperazione. […] Il desiderio di questi personaggi di vivere vite normali e senza imprevisti risulta molto ironico agli occhi del pubblico.

Kim Yong-hoon

Gli spazi del film

Il film è stato interamente girato nella città portuale di Pyeongtaek, nella provincia di Gyeonggi, e la scelta non è stata affatto casuale perché il porto è un luogo dal quale è possibile entrare e uscire facilmente dal paese e, allo stesso modo, il denaro contenuto nella borsa tanto contesa dai personaggi non può che essere visto come un porto, dal quale partire e lasciare indietro tutte le sfortune e i dispiaceri della vita passata.

La vera particolarità di questo film, però, sta anche nelle scenografie, il cui obiettivo principe era quello di esprimere la psicologia dei personaggi attraverso gli spazi in cui si muovono, infatti lo stesso scenografo Han Ah-rum affermerà che:

“Gli spazi dei personaggi dovevano dare l’impressione che tutto si stesse sgretolando attorno a loro e la loro decisione di trasformarsi in bestie doveva sembrare una progressione naturale, un posto da cui volevano fuggire”

Uno dei soggetti che ha permesso che questa esteriorizzazione della psicologia dei personaggi fosse possibile è stato il Direttore della Fotografia Kim Tae-sung, premiato ai 38° Golden Cinematography Awards per il premio per la migliore fotografia: infatti, è merito suo se i pensieri più reconditi nelle menti di questi personaggi verranno alla luce, senza mai scatenare alcun sentimento di compassione o pietà nello spettatore ma una empatia intima e profonda.

Noi non vediamo l’ora di poter assistere alla proiezione di questo film e siamo curiose di sapere quale altra sfumatura della società coreana ci verrà mostrata. E voi? Andrete a vederlo? Fatecelo sapere nei commenti!

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K-Drama Recensioni

“Bad and crazy” – La coppia che scoppia

Nome: Bad and Crazy (배드 앤 크레이지)

Network: iQiyi, tvN

Episodi : 12

Genere: Action, Thriller, Mystery, Fantasy

Cast principale: Lee Dong-wook, Wi Ha-joon, Han Ji-eun, Cha Hak-yeon

Dove vederlo: Dramacool

Voto: 8.5/10

Con il solo casting di Lee Dong Wook, Wi Ha Joon e Han Ji Eun, siamo orgogliosi di dare alla luce un eroe unico e un rinfrescante drama d’azione che serve la giustizia.  La piacevole ma eccitante sinergia completata dai tre attori darà agli spettatori un divertimento pazzesco e un’eccitazione che può essere vista solo in “Bad and Crazy”, quindi per favore aspettatelo.

È questa la premessa che i conduttori del drama hanno rilasciato prima dell’uscita di Bad and Crazy. Ma sono riusciti a mantenere quanto detto?

Bad and Crazy sarà il primo drama in cui Lee Dong-wook apparirà come protagonista principale dopo ‘The Tale of the Nine-Tailed’, mentre Wi Ha-joon, che è stato visto e amato come Junho nel fenomeno globale “Squid Game”, avrà il suo primo ruolo da protagonista con Bad and Crazy: che ne pensiamo di quest’accoppiata?

La chimica tra Lee Dong Wook e Wi Ha Joon è sorprendente e questo bromance promette di divertire molto il pubblico ma anche di far riflettere su molti temi interessanti della vita quotidiana.

Trama

Il drama è diretto da Yoo Sun Bong e scritto da Kim Sae Bom, che hanno lavorato insieme al drama di successo della OCN “The Uncanny Counter”.

Bad and Crazy racconta le vicissitudini del detective capace ma “cattivo”, Ryu Soo Yeol, disposto a fare qualsiasi cosa per soldi e per entrare nelle grazie dei suoi superiori per ricevere una promozione, e del suo incontro con K, un ragazzo un po’ fuori dal comune e con qualche rotella fuori posto, intollerante verso le ingiustizie e disposto a tutto per riuscire a realizzare il suo sogno: diventare l’eroe dei suoi tempi.

Perché “Bad and Crazy”?

Perché rappresenta i due caratteri predominanti dei protagonisti!

Soo Yeol è il “bad” della vicenda, non nel senso di cattivo come antagonista ma come personaggio dalla dubbia morale, infatti è un detective corrotto e opportunista: esperto nel razionalizzare le cose, si impegna nel lavoro solo se può soddisfare i suoi desideri egoistici. È disposto a chiudere un occhio per la maggior parte delle ingiustizie, e la sua natura discreta lo aiuta sopravvivere in una società competitiva.

Dall’altro lato abbiamo K, il “matto” della narrazione, che entrerà a gamba tesa nella vita di Soo Yeol, perché proprio mentre Soo Yeol sta per ricevere la promozione che aspettava da tempo, K stravolgerà la sua esistenza con il suo essere “pazzo per la giustizia”: K crede di esistere per portare giustizia al mondo corrotto e la prima persona che ha scelto per iniziare questo percorso è proprio il detective corrotto Yeol, in quanto si trova sopra il crimine ma spesso è egli stesso ad “infrangere” la legge per trarne un guadagno personale.

K è irascibile e aggressivo nella misura in cui i suoi pugni partono prima delle sue parole ma è anche una figura pura e divertente che vive all’insegna della giustizia.

Come in tutti i K-drama che si rispettino, anche Bad and Crazy ha la sua “quota rosa“, in questo caso rappresentata da una fantastica Han Ji Eun nelle vesti di Lee Hee Kyum, una “bad bitch” dal carattere forte ma amabile: abile nel judo al punto da essere al livello della squadra nazionale, non riuscendo a dimenticare la sensazione di euforia provata quando ha sopraffatto i bulli durante i suoi giorni di scuola, sceglierà di fare domanda per entrare nell’unità investigativa anti droga, un reparto che richiede più coraggio degli altri. Proviene da un ambiente ricco e ha avuto una buona educazione, ma all’interno della sua famiglia è considerata la “pecora nera”.

Soo Yeol e Lee Hee Kyum erano una volta una coppia e, prima che di frequentarsi, erano già colleghi di lavoro, infatti il protagonista era il superiore della ragazza: ironia della sorte, i due si imbatteranno ripetutamente sulle stesse scene del crimine.

Cha Hak Yeon interpreta l’ufficiale di polizia Oh Kyung Tae il più giovane membro del dipartimento investigativo anticorruzione dell’agenzia nazionale di polizia: talmente gentile al punto che la gente si chiede se una persona del genere possa esistere a questo mondo, ha anche un ardente senso della giustizia e del dovere. Avendo realizzato il suo sogno di diventare l’ufficiale che ammirava, decide di mettere la sua vita nelle mani della giustizia piuttosto che implorare la sua vita dall’autorità corrotta.

Le varie disavventure e i vari casi che il protagonista dovrà affrontare nel corso della storia lo porteranno a maturare sia sulle sue scelte di vita sia nel suo atteggiamento verso gli altri, in particolare verso K: Soo Yeol, all’inizio, farà di tutto per liberarsi di K ma col tempo le cose cambieranno, portando i due protagonisti a collaborare.

CORRUZIONE E DROGA

Il drama ruota attorno al tema della corruzione e della droga.

Inizialmente Ryu Soo Yeol risolveva i casi che gli venivano assegnati con freddezza e distacco, ma dopo l’incontro con K tutto cambierà perché durante i 12 episodi il protagonista dovrà risolvere molti casi di omicidio legati principalmente allo spaccio di una nuova droga sul mercato: a risolvere ed investigare sui vari casi non sarà da solo ma sarà affiancato, oltre che dalla sua squadra, anche da K e grazie a lui acquisirà più umanità e sarà in grado di risolvere tutti i casi con un atteggiamento diverso.

Soo Yeol scoprirà solo più tardi grazie al suo intuito infallibile, che non si tratta di semplici casi collegati alla droga perché dietro questi crimini vi è molto di più! Tutti i casi che analizzerà sono connessi tra loro da due fili conduttori: uno che riguarda il denaro sporco e la corruzione nel mondo delle forze di polizia e un altro rappresentato dalla manipolazione mentale.

LA DOPPIA PERSONALITA’ DEL DRAMA

Le scene del drama sono comiche ma non ridicole e l’orrore e il dolore delle vittime emerge nel corso degli episodi che, man mano, acquistano maggiore profondità: fornisce implicazioni sociali affrontando casi di criminalità che si verificano effettivamente, e impressiona lo spettatore con sequenze delicate, riflessioni metaforiche e figurative sulla psicologia criminale.

Basato su storie di crimini, fa satira sulla realtà dei circoli legali e di polizia coreani, spesso corrotti e governati da un sistema patriarcale come in tutti i Paesi.

FERMI TUTTI: FREUD AVEVA RAGIONE!

Soo Yeol soffre del disturbo della personalità multipla o disturbo dissociativo dell’identità: cosa implica questo disturbo?

Il soggetto che ne soffre presenta due o più identità e vuoti di memoria rispetto a eventi quotidiani, importanti informazioni personali ed eventi traumatici o stressanti, così come numerosi altri sintomi… Proprio come il nostro protagonista!

Durante il corso degli episodi scopriremo che il nostro Detective deve fare i conti con un passato oscuro del quale non ricorda granché e il quale gli ha provocato non pochi traumi!

Come ci ricorda in nostro vecchio Freud, sappiamo che i traumi infantili possono essere rimossi e dimenticati, causando nella vita adulta diversi sintomi che danneggiano il benessere psicofisico, ma che possono riaffiorare grazie a delle sedute di ipnosi: probabilmente anche Soo Yeol conosce gli studi di Freud, dal momento che si sottopone a delle sedute ipnotiche che tiene con il suo fidato “guaritore di cuori”, Yum Geun-Soo (Choi Kwang-Je), per scoprire di più sul suo passato e su se stesso.

Ma non è solo durante la narrazione che incontriamo riflessioni e associazioni alla psicologia! La fotografia di questo drama è ben realizzata attraverso l’utilizzo della color grading. Cos’è?

Ci si serve dei colori per descrivere emozioni e riuscire a coinvolgere al meglio lo spettatore: un esempio è l’uso che si fa del colore blu associato a Soo Yeol, per rappresentare l’idea di solitudine, razionalità o stupore.

Il blu, spesso, è contrapposto al rosso utilizzati per K, a rappresentazione della follia e dell’aggressività ma anche della passione.

Il colore nero, invece, è utilizzato in entrambi i protagonisti ed è di per se un colore cupo che rappresenta tristezza, paura e infelicità ma anche il lato oscuro che si cela dietro questi personaggi: è il colore ci accompagna in ogni episodio diventando quasi uno dei personaggi!

COSA SI NASCONDE DIETRO LE PORTE?

La porta è spesso associata a significati simbolici: può indicare il concreto attraversamento di un luogo o il più astratto varco dall’età infantile a quella adulta ma vi è un’ulteriore declinazione, che indica il cambiamento socio-culturale di un individuo, come il passaggio da uno stato sociale ad un altro.

Nell’arte e in ogni espressione trascendentale, la porta è intesa come un limite ed assume un valore negativo: nel drama questo concetto viene ripreso quando Soo Yeol cerca di aprire delle porte ma queste non si aprono o K glielo impedisce, anche se nella realtà esse indicano una divisione degli ambienti ed una tutela della nostra intimità; da un lato, quindi, sono un ostacolo, dall’altro una protezione.

All’interno di Bad and Crazy tutte queste dimensioni convergono nelle porte dell’inconscio del protagonista che cerca continuamente di aprile talvolta ostacolato da K altre aiutato.

CONCLUSIONE

Se volte guardare un drama leggero che vi farà morir dalle risate, ma allo stesso tempo in grado di farvi emozionare Bad and Crazy è fatto su misura per voi!

L’avete già visto e se no, lo vedrete? Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Fateci sapere nei commenti!

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K-Drama Recensioni

“All of us are dead”: terrore tra i banchi di scuola

Dopo il successo dello scorso anno di “Squid Game”, “All of us are dead” scala le classifiche di più di 30 stati a livello globale, pronto a conquistare il mondo uno zombie alla volta

  • Genere: apocalittico, horror, action
  • Anno: 2022
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 12
  • Cast principale: Park Ji-Hu, Yoon Chan-Young, Cho Yi-Hyun, Park Solomon
  • Voto: 8,5

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se nel bel mezzo di una qualunque lezione la vostra scuola si fosse rivelata l’epicentro di un’epidemia zombie?

Se siete facilmente impressionabili, “All of us are dead” potrebbe non fare esattamente al caso vostro: questa ultima serie coreana di Netflix lascia ben poco all’immaginazione, mostrando a 360 gradi cosa significa essere uno studente liceale alle prese con una delle più feroci epidemie zombie viste finora in televisione.

Attenzione: può contenere tracce di spoiler!

La storia

All of us are dead” è un’opera che vede il suo principio nell’uscita dell’omonimo webtoon di Joon Dong-geun nel 2009.

Tutto ha inizio sul tetto di un edificio di Seoul, in una notte tempestosa la cui pioggia però non riesce a nascondere le orribili azioni che un gruppo di studenti sta compiendo nei confronti di un loro compagno di scuola.

I bulli se la stanno prendendo per l’ennesima volta con il povero ragazzo, ma qualcosa sta cambiando: i suoi occhi sono rossi, scure vene iniziano a rigargli il viso, e lui sembra finalmente reagire, anche se non riesce comunque ad avere la meglio sui suoi assalitori.

Il padre, venuto a conoscenza del fatto, corre all’ospedale dove trova miracolosamente il ragazzo ancora in vita, ma c’è qualcosa che non va in lui e l’uomo sembra essere l’unico a non essere stupito della cosa.

Appena il ragazzo inizia a mostrare i primi sintomi di una rabbia incontenibile che lo porta a voler uccidere il suo stesso padre, l’uomo prende una Bibbia che era appoggiata su uno scaffale lì vicino e la usa come arma per uccidere il figlio. Nell’intento di sbarazzarsi del corpo, però, il cadavere continua a muoversi. Noi pensiamo di aver capito cosa sta per succedere, e voi?

Un virus tra i banchi di scuola

Il padre del ragazzo, scopriremo essere non altri che il professore di scienze Lee Byeong-chan (Kim Byung-chul, Goblin) del liceo di Hyosan, l’istituto che vedrà al suo interno l’inizio dell’irrefrenabile contagio quando una studentessa fin troppo curiosa verrà morsa sul dito da un topolino portatore di un virus che in pochi secondi ha la capacità di trasformare una persona in un “mostro mangia uomini”.

Da sinistra verso destra, Nam-ra (Cho Yi-Hyun), Lee Suhyeok (Park Solomon), Cheong-san (Chan-Young Yoon) e On-jo (Park Ji-hoo)

A scuola, On-jo (Park Ji-hoo) e Cheong-san (Chan-Young Yoon) sono amici fin da quando erano piccoli, ma come spesso accade uno dei due sembra nascondere un sentimento che va oltre la semplice amicizia. Il tutto verrà fuori alla luce del sole quando On-jo deciderà di dichiararsi per Lee Suhyeok (Park Solomon), ex bullo che ora è uno dei ragazzi più ammirati della scuola, senza sapere che lui ha però come obiettivo la bella Nam-ra (Cho Yi-Hyun), capoclasse dal carattere taciturno che le rende difficile stringere amicizie con i suoi compagni.

I protagonisti della serie non sono altro che ragazzi del liceo alle prese con le difficoltà che ogni teenager deve affrontare in quel periodo della sua vita, ma presto dovranno imparare ad accantonare qualsiasi tipo di rancore o sentimento per fare squadra e cercare di sopravvivere a una minaccia che nessuno di loro avrebbe mai immaginato di dover affrontare.

Quando i primi contagiati iniziano ad irrompere nelle classi e correre per i corridoi dell’edificio, sarà già irrimediabilmente troppo tardi: da una singola ragazza, in pochi minuti sono centinaia gli zombie che inseguono e mordono chiunque si trovi per la loro strada. E così, luoghi di ritrovo come la mensa, la biblioteca, i campi sportivi o la palestra diventano sedi di puro terrore, tra ragazzini che corrono per le loro vite e violenti zombie assetati di sangue che non accennano a diminuire in numero.

Il caos regna zombie

Fin dalla prima puntata, e in seguito agli avvenimenti di cui avete appena letto, gli zombie saranno inarrestabili e la scuola diventerà il primo campo di battaglia di questa incontenibile epidemia.

Così i giovani studenti si troveranno per la prima volta da soli davanti ad un pericolo che non lascerà loro scampo, costretti a comportarsi da adulti quando quegli stessi adulti che dicevano loro che li avrebbero aiutati nel momento del bisogno questa volta non sembrano arrivare in loro soccorso.

“Non chiederò mai più nulla agli adulti”

Perché nella scuola intanto il tempo passa e i pochi superstiti che vediamo tentare di nascondersi dai migliaia di zombie che ormai popolano l’edificio, stanno ancora aspettando nella speranza che gli adulti arrivino a salvarli. Non importa se si tratta di quei genitori che avevano promesso loro di andare a prenderli, di poliziotti o i vigili del fuoco… Ogni giorno che passa quella speranza di un mondo dove gli zombie non hanno preso il sopravvento sembra farsi sempre più lontana.

Il bullismo e la legge del più forte

“La scuola non interessa a nessuno, sennò ci avrebbero già salvati. Salvati dal bullismo.”

Azioni memorabili a parte, tra spietate orde di zombie e ingegnosi piani di fuga che saranno capaci di non annoiare mai lo spettatore davanti a 12 puntate di aule di scuola infestate, la vera sorpresa è il significato che si cela dietro l’origine e la creazione di questo virus: la serie, volutamente raccontata in modo da sottolineare e condannare più volte il bullismo che le scuole coreane (e non solo, purtroppo) continuano a nascondere, ci rende partecipi della storia del professore di scienze e ci rivela infatti, puntata dopo puntata, quale fosse il suo intento iniziale.

Ho messo gatto e topo nella stessa scatola. La maggior parte dei topi, pietrificati, tremavano di paura. Ogni tanto, però, c’era un topo che perdeva i sensi per la paura e attaccava il gatto. Io ho estratto e affinato l’ormone, l’ho fatto per tutti quei topi che tremano di paura. Credevo che trasformando la paura in rabbia, sarebbe diventato più forte.”

Questo non è un virus dall’origine sconosciuta o poco chiara, ma creato da una persona il cui scopo era salvare il figlio dalle angherie e dai torti che stava subendo, renderlo più forte in modo da non vederlo mai più succube di una violenza che non meritava: è il prodotto di un padre che ha studiato e ha trovato nel suo stesso studio la condanna dell’umanità, volendo trasformare la paura in un meccanismo di difesa in grado di rendere tutti quei soggetti più deboli finalmente capaci di contrattaccare e difendersi con le proprie forze.

Ma la legge della natura vuole che quando inizi a sfidare la natura stessa, questa ti si ritorcerà contro: un siero che doveva essere in grado di far combattere al figlio i mostri della sua vita non ha fatto altro che trasformare lui stesso nel peggiore dei mostri e, ora, la legge del più forte vede un virus letale fare sempre più vittime, lasciando ai più deboli sempre meno possibilità di sopravvivenza.

Capiranno le poche persone rimaste in vita che la più grande forza risiede solamente nell’unione e nella collaborazione di tutti? C’è speranza di salvezza oltre la scuola o il mondo è già caduto nelle mani degli zombie?

Commento finale

Un teen horror drama che regala molto più di quello che promette: 12 episodi ricchi di scene di azione davvero impressionanti, mai scontate e per nulla ripetitive. La narrazione è scorrevole, i cliffhanger a fine episodio invogliano lo spettatore a proseguire senza troppi indugi, merito anche di una fantastica interpretazione degli attori che hanno saputo mantenere alta l’attenzione fino alla fine del racconto.

Unico punto a sfavore è la poca caratterizzazione di alcuni personaggi, sarebbe stato infatti molto interessante se avessero aggiunto delle scene retrospettive laddove si è voluto invece dare spazio a storie secondarie poco accattivanti perché un po’ troppo parte di narrative già viste.

Last but not least: alcune morti sarebbero state totalmente evitabili.

Nonostante questi piccoli appunti, “All of us are dead” è un titolo assolutamente da non perdere: un mix di scene che vanno dal drammatico al comico, del tutto diverso da “Happiness“, simile sotto certi punti di vista a “Sweet Home” e talvolta memorabile quanto “Train to Busan“, “All of us are dead” riesce ancora una volta a cambiare le carte in gioco e a proporre qualcosa di nuovo che sarà sicuramente capace di appassionare chiunque gli darà una possibilità.

Otterrà secondo voi una seconda stagione? Il finale, almeno per ora, rimane aperto alla nostra interpretazione.

Il cast della serie in un poster ufficiale Netflix
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“Happiness”: quando i mostri sono umani

“Do you remember how it was during the COVID-19 outbreak? Did you maybe catch COVID-19 because you did something wrong? Diseases.. don’t pick who gets them or not. The infected people shouldn’t be kicked out without even a chance to get treated.”

Sono ormai due anni che il nostro mondo si trova alle prese con il Covid-19.
Sono ormai due anni che abbiamo imparato a convivere con una realtà che mai ci saremmo aspettati di vivere in prima persona, una realtà che eravamo abituati a vedere forse solo nei film, tra virus, paura, lockdown, quarantene e restrizioni. Una realtà che purtroppo è diventata invece sempre meno fantascientifica e che ci ha improvvisamente travolti cogliendoci totalmente impreparati.

Il mondo di certo non è più lo stesso ed Happiness è la prima serie in assoluto che fa sua quella realtà che ognuno di noi sta vivendo proprio oggi, e che ce la racconta come mai aveva fatto nessun altro prima, regalandoci una storia che sarà difficile non sentire nostra a causa della vera battaglia che racconta dietro l’insorgere di un nuovo virus: non perdere noi stessi  e i valori che ci appartengono in momenti difficili come quelli di una pandemia.

I must del genere zombie, cosa rende Happiness così unico e diverso dagli altri titoli?

Quando si parla del genere apocalittico, e soprattutto di quello zombie, la Corea è uno di quei Paesi che gli ha reso maggiormente onore regalando al grande e piccolo schermo grandi titoli come il famosissimo “Train to Busan”, “Kingdom” o i più recenti “Alive” o “Sweet Home”.

Ecco che quindi Happiness potrebbe sembrare un altro pezzo aggiunto al grande puzzle del genere, un’altra serie incentrata sulla diffusione di un virus e sulla lotta per la sopravvivenza dei suoi personaggi.

Invece indovinate un po’, non è proprio così. 

Perché Happiness non si ferma a raccontare tutto ciò, ma va oltre, concentrandosi sul cambiamento della persona, la pazzia, l’isterismo collettivo, insomma mai serie è stata più attuale considerando i tempi che stiamo vivendo.. solo che qui stiamo parlando di un virus molto più fatale, uno che rende gli uomini belve assetate di sangue e capaci di uccidere chiunque pur di soddisfare la loro sete. Ma li si può forse definire mostri, o assassini, solo perché infetti?

Trama: un virus alle porte, un matrimonio organizzato

Yoon Sae-bom (Han Hyo-Joo, W – Two World Apart) e Jung Yi-Hyun (Park Hyungsik, Strong Woman Do Bong Soon) sono amici dai tempi di scuola, un periodo particolarmente difficile delle loro vite che li aveva visti protagonisti di sfortunati incidenti che avevano fatto perdere a lei anni di studio, facendole sentire il peso di essere in ritardo rispetto agli altri nella vita scolastica tanto quanto in quella lavorativa, e a lui abbandonare la carriera sportiva in quanto giovane promessa del baseball con un ginocchio infortunato.

In un futuro prossimo in cui il Covid-19 è stato da poco debellato, i due diventano ben presto anche colleghi di lavoro: Sae-bom nelle forze anti terrorismo, Yi-Hyun in una squadra poliziesca contro i crimini violenti.

La Corea, così come il mondo intero, sta ancora cercando di rialzarsi e dimenticarsi del Coronavirus che tanto ha cambiato la nostra vita.

“The world is a bit different from how it was before COVID-19, but thanks to that we learned how precious an ordinary day can be”

Insomma, tutto sembra tornato in uno stato di semi normalità e Yoon Sae-bom concentra tutte le sue forze nel realizzare il sogno di una vita: abitare in un appartamento tutto suo, un posto da poter chiamare “casa” e dove pensa potrà finalmente trovare quella felicità che tanto cerca.

Così, quando le viene offerta la possibilità di trasferirsi in un nuovissimo quartiere esclusivo che affitta delle unità alle forze speciali in base a punteggio del profilo e status sociale, coglie l’occasione al volo e chiede al suo amico di una vita Yi-Hyun se è d’accordo a sposarla per ottenere la casa. Lui, che fin dai tempi di scuola nutriva un affetto particolare per la ragazza, accetta.

I due sono pronti a iniziare questo nuovo capitolo della loro vita insieme ma, proprio a seguito del loro trasferimento, un nuovo virus ben peggiore rispetto al Covid-19 minaccia di spazzare ogni sogno o progetto futuro, gettando il mondo nuovamente nel caos quando iniziano a comparire sempre più casi di persone assetate di sangue e totalmente fuori controllo.

Quando un focolaio viene individuato proprio nel complesso residenziale dove i due protagonisti si sono trasferiti, i residenti si trovano ben presto bloccati all’interno del quartiere in una quarantena che non sembra avere fine, tra un virus imprevedibile e persone che presto inizieranno a perdere la ragione in una situazione tanto disperata.

“I always dreamed of having a place that is completely my own, I am almost there… the world can’t collapse now”

La visione di un mondo post Covid

“Do you know what we learned from COVID-19? Getting by is more important than a few people biting and killing each other.”

A capo del servizio sanitario militare troviamo il tenente colonnello Han Tae Seok (Jo Woo-jin, Goblin), un uomo freddo, senza scrupoli, disposto a tutto pur di fermare questo nuovo virus prima che sia troppo tardi. L’unica cosa di cui è a conoscenza è che a scatenare la malattia sarebbe una pillola, la “Next”, prodotta ai tempi del Covid-19 per combattere la polmonite e che ora, se assunta, provocherebbe il virus. 

Protagonista di molte scelte discutibili sulle modalità con cui affronta l’emergenza, è anche però convinto che sia necessario agire unicamente in base alle possibilità di successo dello stop dei contagi, anche se questo significa rinunciare al suo lato umano e sacrificare la vita di molti per risparmiare quella di tanti altri.

“We must prioritize. Who is more needed, and what is more useful.” – Han Tae Seok

I did all sorts of things to lower the number of the infected.
Lockdowns, quarantines, killing.
I have enough blood on my hands.

E queste non sono frasi che rappresentano solo la visione del singolo colonnello, ma che dimostrano in questo caso quanto il Coronavirus abbia lasciato un segno indelebile che condiziona ormai anche il modo di pensare e di affrontare un nuovo pericolo viste le conseguenze che già abbiamo subito in una situazione simile. Han Tae Seok è simbolo di un mondo che non è più disposto a ragionare sul da farsi, ma agisce all’istante anche compiendo azioni che vanno contro ogni morale.

Sì, perché ben presto scopriremo che questo nuovo virus (che nella serie viene chiamato “mad person desease”) non trasforma in modo permanente le persone in zombie: queste infatti, una volta placata la loro sete bevendo il sangue altrui, torneranno ad essere le persone di prima, in attesa di un attacco che farà perdere loro nuovamente la ragione. 

Ci si può quindi sentire in pace con se stessi sacrificando e uccidendo persone che ancora possono tornare in loro e che sono semplicemente malate?

E’ questa la difficile scelta che deve compiere il colonnello, senza una cura in grado di diminuire il numero dei malati e sempre meno tempo a disposizione.

I residenti: la lotta di classe e lo status sociale coreano

“Just because it was fine yesterday doesn’t mean it’s going to be fine today.”

Per la maggior parte dei 12 episodi, la serie si focalizzerà quindi nel mostrarci la condizione in cui si ritroveranno a vivere e doversi confrontare i residenti del condominio in quarantena.

Oltre a Sae-bom e Yi-hyun, appena trasferitisi, sono in molti infatti ad abitare gli appartamenti, già da tempo divisi tra affittuari (che vivono tra il primo e quinto piano) e proprietari (dal sesto fino al quindicesimo).

Quella che ci viene presentata è, praticamente, una gerarchia tanto netta all’interno del palazzo quanto nella vita reale: in Corea, infatti, avere una casa di proprietà è l’obiettivo principale dei risparmi di una vita, in quanto possederne una attribuisce alla persona uno status sociale alquanto elevato. Questa differenza la faranno notare per primi proprio gli stessi proprietari che, invece che preoccuparsi del pericolo a cui presto saranno esposti, continuano a far presente agli affittuari di prestare ben attenzione a cosa faranno o diranno, preoccupati che il valore dei loro appartamenti possa subire un’importante svalutazione a causa dell’emergenza.

Ed è affascinante come per tutta la narrazione quello che ricorderemo dei residenti del palazzo non saranno tanto i loro nomi, quanto invece il numero dell’appartamento in cui risiedevano, dal ragazzo dell’attico del 1501 alla coppia dell’impresa di pulizie che invece si era sistemata nel 201.

E’ così che tra gli infidi vicini, chiara rappresentazione della società e delle mire egoiste che continuano ad esistere anche in situazioni emergenziali che richiederebbero invece la trasparente collaborazione e unione di tutti, i nostri due protagonisti ospiteranno nel loro appartamento il collega e amico detective Kim Jungkook e l’adorabile bambina dell’appartamento 502 Park Seo-Yoon, rimasta sola dopo che i suoi genitori erano stati lasciati fuori dall’edificio.

Chi sono i veri mostri?

Una donna che vuole farsi eleggere rappresentante, un avvocato che non perde occasione di promuovere i suoi consulti legali, un dottore la cui ultima preoccupazione è la salute di chi gli sta attorno e un figlio che non si cura dei suoi genitori ma di aver successo sul web. E mentre il mondo sta cadendo a pezzi, i residenti del palazzo riveleranno puntata dopo puntata la loro vera natura, rimuovendo definitivamente la maschera che avevano fatto tanta fatica a costruire e mostrandosi per chi sono veramente. Chi sono quindi i veri mostri? Chi è malato e non ha modo di controllare i propri istinti o chi, invece, sceglie consapevolmente di sabotare e raggirare gli altri?

Happiness, il perché dietro al titolo

“Becoming happy.. is hard”

Vi siete chiesti a cosa volessero alludere gli autori della serie quando hanno deciso di titolare una storia apocalittica come questa “Happiness”? 

Effettivamente il titolo potrebbe sembrare un vero e proprio azzardo, in fondo come può la parola “felicità” fare da titolo a un thriller come questo? La risposta però è nascosta proprio dietro l’angolo, perché saranno molti i momenti che durante la visione degli episodi ci faranno ragionare sul vero significato dell’opera, e dove questa vuole portarci a riflettere. 

Un mondo lasciato al suo destino, bugie, inganni, chi si trasforma in zombie e chi invece non fa altro che ostacolare gli altri pur di sopravvivere, un vero e proprio dipinto di orrore e terrore generato non solo da chi è malato, ma soprattutto da chi è ancora umano. E dove si trova allora la famosa felicità di cui tanto si parla?

In Happiness così come nella vita reale, la vera felicità si trova proprio nelle piccole cose, in quei momenti che spesso tendiamo a dare per scontato, in quel calore famigliare che solo quei rapporti veri e indissolubili che creiamo con le persone con cui scegliamo di condividere la nostra quotidianità sono in grado di darci. Quella felicità che troppo spesso abbiamo proprio davanti ai nostri occhi, ma che solo i momenti più difficili possono farci riscoprire.

Getting an apartment is important, but who you’re with is more important”

Commento finale

Potrei stare ore a descrivere questo piccolo capolavoro di serie, ma preferisco di gran lunga che vediate con i vostri occhi quanto sia in grado di comunicare in soli 12 episodi.

Quando l’ho iniziata pensavo davvero mi sarei trovata davanti all’ennesimo titolo del genere thriller (che peraltro adoro), ma mai mi sarei aspettata di sentirmi così tanto legata alla storia e ai suoi personaggi: dall’odio profondo all’amore più vero, una regia e un cast spettacolare che insieme hanno dato vita a un’opera che difficilmente dimenticherete, capace di emozionare con sequenze che si distaccano ben poco dal nostro ordinario.

Una cosa è certa: Park Hyung-Sik e Han Hyo-joo non potevano scegliere serie migliore per il loro ritorno in televisione! La loro performance è stata davvero impressionante, così come quella di chi ha fatto da contorno alla storia, il tutto completato alla perfezione da una fantastica scenografia fatta di location curate nel minimo dettaglio e una colonna sonora di un artista poco conosciuto (che tra l’altro vi consiglio vivamente di ascoltare) come Joe Layne che ha saputo donare alla serie delle canzoni che accompagneranno per sempre le sue scene più memorabili.

Una serie che tocca nel profondo come mai prima d’ora in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, dove il futuro è incerto e la confusione regna ormai sovrana nelle nostre case, ed è sempre più difficile mantenere intatti quei valori che ci caratterizzano in quanto essere umani.

Non credete forse che la solidarietà e l’impegno collettivo dovrebbero essere forse alla base dei momenti di difficoltà, invece che l’egoismo e il puro interesse personale che in molti hanno dimostrato in questi due anni?

Incredibile in ogni suo aspetto, un’avventura carica di colpi di scena e legami tanto forti da tenere incollati allo schermo per 12 puntate. Scorrevole, accurato, crudele e magnetico, Happiness non è solo un drama apocalittico, ma una storia che ci ricorda cosa significa essere umani, nonché un viaggio che ci guida alla scoperta del vero significato della parola felicità.

Voto finale: 10 

  • Genere: drammatico, apocalittico, thriller, horror, action
  • Anno: 2021
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 12
  • Cast principale: Han Hyo-joo-joo, Park Hyung-sik, Jo Woo-jin
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K-Drama Korea Recensioni

“Vagabond”: la verità dietro un disastro aereo

Cha Dal-Geon (Lee Seung-gi) e Go Hae-ri (Bae Suzy) in una scena della serie

Un cecchino in mezzo al deserto. Una donna scende da un’auto. Uno sparo nel buio.

E’ con questa sequenza di immagini che Vagabond, serie d’azione distribuita a livello mondiale da Netflix e rilasciata a partire dal 20 settembre 2019 nella stessa piattaforma, inizia la narrazione della sua storia.

Con i suoi 16 episodi, ci racconta una storia la cui trama colpisce sin dai primi 30 minuti di visione, tanto da ritrovarvi alla fine della prima puntata con talmente tante domande per la testa da non riuscire a non proseguire per capire dove si cela la verità della storia, la storia di un uomo che, per vendetta, sarà pronto a mettersi contro i più grandi poteri dello Stato.

Trama

Cha Dal-Geon e suo nipote Cha Hoon

Cha Dal-Geon (Lee Seung-gi) è un giovane stunt-man che cerca di crescere nel migliore dei modi suo nipote Cha Hoon, rimasto orfano dei genitori. 

Per tutta la sua vita tenta di offrire a Cha Hoon un’infanzia dignitosa e, presosi la responsabilità del piccolo, inizia perciò dopo vari tentativi falliti a fare lo stunt-man per varie produzioni, anche se questo presto si rivelerà essere un lavoro pericoloso e che non gli permette di passare molto tempo col nipote.

Questo creerà varie incomprensioni tra i due: da una parte Dal-geon che si sacrifica cercando di dare il massimo, dall’altra Cha Hoon che lo rimprovera dicendogli che dovrebbe essere più responsabile.

E’ così che, nel momento in cui il nipote deve prendere un aereo per il Marocco per andare in gita con la sua classe di taekwondo, i due si lasciano in malo modo, con il piccolo che raggiunge l’aeroporto senza salutare suo zio.
Quello che nessuno dei due poteva sapere però purtroppo, è che quel saluto mancato sarebbe potuto essere invece il loro ultimo addio: l’aereo sul quale era salito Cha Hoon, infatti, precipita, e così lui insieme ad altri 200 passeggeri perdono la vita.
Scoperta la notizia, la disperazione prende piede tra le famiglie delle vittime, ma quando questi partono per il Marocco per celebrare il funerale dei loro cari, è qui che Dal-geon nota qualcosa che sconvolge totalmente la loro visione del tragico incidente, che la stampa e le autorità avevano fin da subito catalogato come un disastro dovuto a un mero guasto tecnico: all’aeroporto, il protagonista va all’inseguimento di un uomo che ricorda aver già visto nell’ultimo video registrato dal nipote proprio sull’aereo in cui pochi istanti dopo avrebbe perso la vita.

Come poteva un passeggero di quel volo essere vivo e camminare come nulla fosse davanti a lui?

Questo sarà solo l’inizio della lotta disperata del nostro protagonista e di Go Hae-ri, un’agente dei servizi segreti che lo aiuterà nell’impresa, una squadra tanto forte da rovesciare i poteri di un intero Stato pur di portare a galla la verità di quanto accaduto.

Un duo perfetto in cerca di vendetta

Fin dove può spingersi un uomo colto dalla disperazione? 

Ovviamente qui si parla di una serie d’azione, ma i sentimenti che questa mostra nella caratterizzazione dei suoi personaggi sono molto forti. 

Se nella prima puntata ci viene mostrato chiaramente il percorso di Dal-geon e la tragica storia che spiega tutte le sue scelte future, il personaggio della bella e carismatica Go Hae-ri non solo ci verrà introdotto un po’ dopo, ma si farà scoprire poco a poco, puntata dopo puntata.

La ragazza, figlia di un marine deceduto in servizio, diventa un’agente della NIS (National Intelligence Service) per provvedere al sostentamento di sua madre ed i suoi fratelli, anche se il suo sogno sarebbe stato quello di diventare un semplice dipendente pubblico.

Nonostante sia la più giovane e inesperta all’interno della sua squadra, è molto sicura di sé ed è quindi alla ricerca della missione che possa conferirle un certo grado di accettazione e rispetto dai suoi compagni di team.

Quel giorno, all’aeroporto in cui atterra Dal-geon, ad attenderlo ci sarà proprio lei in quanto membro dell’ambasciata coreana incaricato ad accompagnare i parenti delle vittime durante il loro soggiorno in Marocco.

Sarà sempre lei, inoltre, ad apprendere la sconvolgente e inizialmente insensata spiegazione di Dal-geon all’incidente, lui che dopo aver rincorso il sospetto attentatore afferma che il tragico incidente nel quale è morto suo nipote è stato sicuramente, per l’appunto, un attentato. Ma progettato da chi?

Una scomoda verità

La storia che si cela dietro l’incidente aereo non è che un’intricata rete di corruzione che vede come protagoniste due delle più potenti aziende produttrici di armi militari: la Dynamic Systems e la John & Mark.

Jessica Lee (interpretata da Moon Jung-hee)

Alla presentazione di aerei da caccia che possano soddisfare i bisogni del nuovo piano militare della Corea del Sud in caso di attacchi offensivi da parte di Paesi nemici, Jessica Lee (Moon Jung-hee), presidente della John & Mark, appare alquanto infelice nel sentire che la concorrente Dynamic Systems propone dei caccia alquanto simili ad un prezzo di molto inferiore rispetto a quello proposto dalla sua compagnia.

Indovinate un po’? L’aereo che è precipitato, apparteneva proprio alla Dynamic Systems.

Tutti contro tutti

Come abbiamo già detto in precedenza, Cha Dal-Geon aveva ogni motivo per proseguire questa sua lotta contro la corruzione dei poteri forti, Go Hae-ri no.

Ma quando entra anche lei in possesso dell’ultimo video del povero Cha Hoon e capisce che questa è una vicenda ben più grande di quanto possa sembrare, decide di prendere in mano la situazione e sfruttare le sue conoscenze per aiutare Dal-geon in questa indagine contro non solo le azioni illegali di aziende potenti quanto la Dynamic Systems e la John & Mark, ma contro lo stesso Presidente della Casa Blu e il potere governante.

E se Go Hae-ri all’inizio accetta la missione per tentare la fortuna e farsi capo di un’operazione che potrebbe assicurarle una promozione all’interno della sua squadra investigativa, man mano che aiuta Dal-Geon ad avvicinarsi alla verità, non può che diventare anche per lei una questione personale, ormai sempre più partecipe nella vita dell’ex stunt-man e delle ragioni per le quali sta lottando, ma non solo; perché davanti a loro si sta aprendo un mondo di spionaggio e terrorismo che mai avrebbero pensato di scoprire, dove tutti sono contro tutti.

Un finale inaspettato

Senza rivelarvi troppo della trama (trovo infatti che le più belle emozioni legate a queste serie siano proprio quelle spontanee che derivano da un colpo di scena che non ci aspettavamo), posso solo dire che la mia reazione al finale è stata più o meno questa:

Senza parlarvene troppo, vi dirò solo che, a seguito della sua conclusione, la serie ha da subito ricevuto numerose domande riguardo un’ipotetica seconda stagione.

E le premesse ci sono davvero tutte: serie di successo dal budget elevatissimo con scene girate tra Corea e Marocco, un’opera distribuita a livello internazionale con effetti speciali da film di Hollywood e una trama mai scontata.

Agli spettatori sembrava ovvia la realizzazione di una seconda stagione, o per lo meno una conferma da parte dei suoi ideatori Jung Kyung-soon e Jang Young-chul.

Peccato che, arrivati a dicembre 2021, una conferma non sia mai arrivata.

Una seconda stagione nell’ombra

Ed è così che siamo ricaduti nel limbo di un altro drama spettacolare la cui fine ci lascia davvero con l’amaro in bocca, dopo 16 episodi ricchi di suspence e colpi di scena a non finire, uno sviluppo dei personaggi tale da stare sempre incollati allo schermo.

E poi ci si ritrova ad aspettare con la speranza che una seconda stagione sia ancora in programmazione: perché come non c’è stata una conferma non c’è nemmeno stata una smentita, giusto?

In molti credono che la colpa di questo ritardo sia da attribuire al Covid-19, ed effettivamente non sarebbe difficile da credere un continuo trascinarsi della realizzazione di una serie le cui scene sono spesso girate in Marocco.

Detto ciò, un sentito complimento va ai bravissimi attori della serie, sia ai due protagonisti che ai numerosissimi personaggi che hanno supportato e fatto da contorno alla storia, a loro e alla loro fantastica interpretazione.

Trailer della serie

E mentre aspettiamo una qualche notizia, voi cosa ne pensate? Avete già visto questa serie? Se si, cosa ne pensate del finale? Pensate che l’uscita di una seconda stagione sia ancora un’idea da considerare?

Voto finale: 9

  • Genere: action, spy, crime, mistery, thriller
  • Anno: 2019
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 16
  • Cast principale: Lee Seung-gi, Bae Suzy, Shin Sung-rok, Lee ki-young
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K-Drama Recensioni

“Extracurricular”: la storia di uno studente criminale

Titolo: Extracurricular

Genere: thriller, action, noir

Dove vederlo: Netflix

Anno: 2020

Attori principali: Kim Dong-Hee, Park Ju-Hyun, Jung Da-bin, Nam Yoon-su

Stagioni: 1

Episodi: 10

Se vi sono piaciute serie come “Squid Game” e “My Name”, se siete alla ricerca di un drama che si scosta dalla classica melodrammatica storia d’amore alla coreana, se ancora non avete visto un kdrama e siete semplicemente curiosi di scoprire di cosa parla questa serie, state comunque certi che Extracurricular farà al caso vostro. 

Sì, perché questa serie fa parte di quelle che Netflix ha voluto lanciare sul mercato come chiave di svolta dei k-drama che tutti noi siamo abituati a conoscere, pronti a cavalcare l’onda e catturare l’attenzione anche di chi, di k-drama, non ne ha mai visti.

Quella di Extracurricular è una storia di due ragazzi e la loro voglia di rivalsa in un mondo che proprio giusto non è, e di quelle scelte che innescheranno un’inevitabile serie di conseguenze che cambieranno irreversibilmente le loro vite. Vi ho incuriositi abbastanza? 

Dramabeans on Twitter: "Premiere Watch: Extracurricular ==>  https://t.co/asusfsxLU6 https://t.co/P5eZUjYOlD" / Twitter
Il cast principale alla premiere della serie targata Netflix

Trama

Oh Ji-soo (interpretato da un più che brillante Kim Dong-hee) è un vero e proprio studente modello, la sua è infatti una carriera scolastica dai voti impeccabili e senza alcuna nota disciplinare, di certo un vanto per professori e insegnanti della scuola, che sono gli stessi però a notare quanto la vita del ragazzo sia vuota e priva di qualsiasi aspirazione.

Il suo sogno? Vivere una vita normale, poter iscriversi all’università, riuscire a pagare le tasse scolastiche e costruirsi quindi una vita dalle basi solide, tutto ciò vivendo da solo e senza dei genitori o un lavoro che lo possano mantenere. Alquanto impossibile non credete?

꿈은 비싸다,부모 없는 애한테는… 더 비싸진다

Dreams are expensive, it’s even more expensive for a kid without parents.

Extracurricular | Sito ufficiale Netflix

Questo perchè dietro alla facciata dello studente modello, si nasconde in realtà la figura dello “Zio”, una seconda identità a capo di una rete di prostituzione diventata l’unica speranza per una vita migliore di un ragazzo abbandonato dai propri genitori, privo di qualsiasi sostegno morale ed economico. 

Insomma… genio a scuola, genio nel lavoro, perchè Ji-soo è riuscito a fare del suo secondo telefono il mezzo con il quale gestisce tutti i suoi clienti: attraverso un’app di incontri, le ragazze interessate lo contattano e, una volta organizzati luoghi e orari degli incontri, lui assicura loro protezione attraverso un fidato socio sempre pronto ad intervenire nel caso qualcosa dovesse andare storto.

Ma per quanto bravo, attento e meticoloso, un ragazzo che d’indole criminale non è, non può sopravvivere a lungo nel lato oscuro del mondo…

Darkly Themed 'Extracurricular' Is Not Your Typical High School K-Drama
Kim Dong-hee e Park Ju-hyun nei panni di Oh Ji-soo e Bae Gyu-ri

Ad agitare le acque arriverà Bae Gyu-ri (interpretata da una altrettanto brava Park Ju-hyun), una ragazza dalla vita apparentemente opposta a quella di Ji-soo: tra le più popolari della scuola, Gyu-ri è infatti figlia di genitori ricchi e potenti, ammirata e cercata da tutti. Nessuno sa però quanto, anche nel suo caso, questa famiglia apparentemente perfetta nasconda in realtà una continua pressione psicologica con cui la giovane deve convivere ogni giorno, in una casa le cui mura celano solo menzogne, avidità e sete di potere.

Le vite dei due cambieranno per sempre a seguito di un’assegnazione di un progetto scolastico che li costringerà a lavorare in coppia e che porterà alla luce il pericoloso segreto di Ji-soo: quando Bae Gyu-ri diventa complice della terribile realtà in cui vive il ragazzo, i due diventeranno soci di un business che li porterà al limite delle loro vite, costretti a giocare carte ben lontane dalla vita di un semplice liceale, incastrati in una catena di avvenimenti che li porterà sempre più lontani dai loro obiettivi e,  allo stesso tempo, li renderà protagonisti di un turbinio di morte, sangue e dolore

Fidatevi, questo non è il vostro solito k-drama.

Extracurricular, Drakor Netflix Terbaru tentang Ulah Kriminal Anak SMA

Se già non si evince dalla trama, Extracurricular è tutto tranne che un drama convenzionale, risultato di una regia che è riuscita a sostenere con convinzione e realismo una storia oscura quanto quella dei ragazzi protagonisti della serie, non entrando mai nel banale e dipingendo sempre eccezionalmente una realtà che lascia ben poco ai clichè o al fanservice.

Perchè Extracurricular comincia a raccontare la propria storia già dal suo titolo: l’attività “extra curricolare” a cui fa riferimento, infatti, non è altro che il business di prostituzione del protagonista che, sopraffatto da una vita infelice e una società che ha da donare solo a chi ha da spendere, decide di mettersi a capo di un gioco più grande di lui (e di chiunque, a dire il vero), al cui tavolo non si possono perdere solo soldi, ma anche la propria vita.

Allora perchè arrivare a tanto?

나는 그냥 학교도 다니고, ‪대학도 가고 그냥 평범하게 살려고. ‪너희랑 똑같이 살려고 나만 못 그러니까.

I just wanted to go to school, go to college,and just live an ordinary life. I wanted to live like you guys… but I couldn’t.

L’essere umano abbandonato alla sua fatale imperfezione

Quello che affascina di Extracurricular, è quanto spaventosamente realistica sia nel manifestare le sfumature comportamentali di ogni suo personaggio, ma anche nel fare in modo che essi non perdano mai di credibilità dopo tutti i traumi che poco a poco si troveranno a dover affrontare.

Ogni singola decisione presa all’interno della serie (anche quella più opinabile o sbagliata) è quella che effettivamente ci si aspetterebbe da una qualsiasi persona in quella medesima situazione, ed è proprio questo che stupisce positivamente lo spettatore, vedere una linea che cambia sempre direzione alla disperata ricerca di una destinazione, ma soprattutto del giusto percorso da compiere. Insomma, dimenticatevi gli eroi dei film di fantascienza, qui si parla di ragazzini, persone normali come tutti noi che si ritrovano a dover combattere con un mondo di morte e corruzione.

The Writer of 'Extracurricular' on the Show's Symbolisms, Working With  Netflix, and more - ClickTheCity

Sorpresa, fastidio, rabbia

Perchè nella nostra posizione di spettatori siamo destinati a tifare in un modo o nell’altro per il tanto desiderato “happy ending” dei personaggi che ci hanno accompagnati dall’inizio della storia, e non possiamo che non infastidirci davanti a comportamenti che riteniamo stupidi o inopportuni al fine ultimo della loro “buona uscita” dalla storia.

Si, vi sentirete arrabbiati. E non parlo solo della fine che (senza spoiler) è uno di quei finali che ti fa venir voglia di inviare richieste di risarcimento emotivo al regista. No, perchè più volte mi sono sentita arrabbiata con Ji-soo, ancora più volte con la spavalda Gyu-ri così come con l’ingenua Seo Min-hee (Jung Da-bin), o ancora con l’irriverente Kwak Ki-tae (Nam Yoon-su).

Extracurricular - Photo Gallery (Drama, 2020, 인간수업) | Kdrama, Extra  curricular, Drama

Arrivati alla fine, ci si guarda indietro e ci si chiede “io cosa avrei fatto? Sarei forse riuscito a rimanere lucido e a ragionare ogni mia opzione? O sarei stato anch’io sopraffatto dagli eventi, ritrovandomi in una condizione psicologica che mi avrebbe portato a fare anche le scelte più irrazionali?”.

Perchè si, Extracurricular è una serie che ti fa pensare, e che nei suoi 10 episodi è in grado di raccontare una storia tra le strade di una Corea che non siamo abituati a vedere, tra prostitute, gang mafiose e criminali senza scrupolo.

E’ una serie di vendetta, voglia di rivincita e dalle spietate conseguenze, il tutto condito da un’interpretazione a dir poco favolosa di Don-Hee Kim (un attore giovanissimo che avrete sicuramente visto in “Itaewon Class” e che sono sicura avremo la fortuna di vedere in molte altre opere in futuro) e un’altrettanto brava Park Ju-hyun che ne accompagna la scena.

재수가 없었던 거야 ‪자네나 나나.

We were just unlucky. Both you and I.

Extracurricular' raises questions about teenage crimes - Entertainment -  The Jakarta Post

Siete avvisati: un finale non aperto, ma spalancato!

Mi ripeto, niente spoiler, ma il commento al finale è d’obbligo. Se avete visto la serie “Vagabond“, allora saprete bene di cosa sto parlando.

Il punto è che la serie.. non finisce! Disponibile su Netflix dal 29 aprile 2020, ormai è passato più di un anno dalla sua prima uscita e ancora non ci sono notizie ufficiali riguardo una seconda stagione.

Ho letto molti articoli che speculavano su un possibile seguito, ma la verità è che proprio come nel caso di “Vagabond” la storia di Extracurricular si conclude lì dove la vediamo spegnersi e l’opzione di una seconda stagione è di certo possibile, ma non è mai stata ragionata dagli ideatori. 

Nonostante il finale aperto (che ha portato il mio umore ai minimi storici), converrei dire che nel caso di un progetto tanto ben riuscito, per quanto sia la prima a desiderarne una continuazione, trovo la realizzazione di una seconda stagione una scelta che quasi mi spaventa. 

Avete presente quelle serie che sono state realizzate talmente bene la cui storia viene rovinata o il mood iniziale completamente alterato nelle sue stagioni successive portate avanti solo al fine di guadagnare?

La critica va quindi non tanto al finale in sé, ma alla decisione di adottare la formula della serie dai “pochi episodi e finale enigmatico” (che lascia aperte le porte per una seconda stagione nel caso ottenesse abbastanza successo) piuttosto del registrare due (e dico proprio due) episodi in più che avrebbero potuto regalare ad una serie quasi perfetta una conclusione, per quanto bella o brutta potesse essere, degna della storia raccontata in 10 episodi.

La consigliamo? Assolutamente si, la considero un vero e proprio must del genere. Se le scene cruente non vi sono d’intralcio e l’idea di un cliffhanger al posto del finale non vi spaventa, non aspettate altro e aggiungetelo subito alla vostra lista di Netflix. Non ve ne pentirete.

Voto finale: 9 (poteva essere un 9 e mezzo)