Categorie
K-Drama Recensioni

“All of us are dead”: terrore tra i banchi di scuola

Dopo il successo dello scorso anno di “Squid Game”, “All of us are dead” scala le classifiche di più di 30 stati a livello globale, pronto a conquistare il mondo uno zombie alla volta

  • Genere: apocalittico, horror, action
  • Anno: 2022
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 12
  • Cast principale: Park Ji-Hu, Yoon Chan-Young, Cho Yi-Hyun, Park Solomon
  • Voto: 8,5

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se nel bel mezzo di una qualunque lezione la vostra scuola si fosse rivelata l’epicentro di un’epidemia zombie?

Se siete facilmente impressionabili, “All of us are dead” potrebbe non fare esattamente al caso vostro: questa ultima serie coreana di Netflix lascia ben poco all’immaginazione, mostrando a 360 gradi cosa significa essere uno studente liceale alle prese con una delle più feroci epidemie zombie viste finora in televisione.

Attenzione: può contenere tracce di spoiler!

La storia

All of us are dead” è un’opera che vede il suo principio nell’uscita dell’omonimo webtoon di Joon Dong-geun nel 2009.

Tutto ha inizio sul tetto di un edificio di Seoul, in una notte tempestosa la cui pioggia però non riesce a nascondere le orribili azioni che un gruppo di studenti sta compiendo nei confronti di un loro compagno di scuola.

I bulli se la stanno prendendo per l’ennesima volta con il povero ragazzo, ma qualcosa sta cambiando: i suoi occhi sono rossi, scure vene iniziano a rigargli il viso, e lui sembra finalmente reagire, anche se non riesce comunque ad avere la meglio sui suoi assalitori.

Il padre, venuto a conoscenza del fatto, corre all’ospedale dove trova miracolosamente il ragazzo ancora in vita, ma c’è qualcosa che non va in lui e l’uomo sembra essere l’unico a non essere stupito della cosa.

Appena il ragazzo inizia a mostrare i primi sintomi di una rabbia incontenibile che lo porta a voler uccidere il suo stesso padre, l’uomo prende una Bibbia che era appoggiata su uno scaffale lì vicino e la usa come arma per uccidere il figlio. Nell’intento di sbarazzarsi del corpo, però, il cadavere continua a muoversi. Noi pensiamo di aver capito cosa sta per succedere, e voi?

Un virus tra i banchi di scuola

Il padre del ragazzo, scopriremo essere non altri che il professore di scienze Lee Byeong-chan (Kim Byung-chul, Goblin) del liceo di Hyosan, l’istituto che vedrà al suo interno l’inizio dell’irrefrenabile contagio quando una studentessa fin troppo curiosa verrà morsa sul dito da un topolino portatore di un virus che in pochi secondi ha la capacità di trasformare una persona in un “mostro mangia uomini”.

Da sinistra verso destra, Nam-ra (Cho Yi-Hyun), Lee Suhyeok (Park Solomon), Cheong-san (Chan-Young Yoon) e On-jo (Park Ji-hoo)

A scuola, On-jo (Park Ji-hoo) e Cheong-san (Chan-Young Yoon) sono amici fin da quando erano piccoli, ma come spesso accade uno dei due sembra nascondere un sentimento che va oltre la semplice amicizia. Il tutto verrà fuori alla luce del sole quando On-jo deciderà di dichiararsi per Lee Suhyeok (Park Solomon), ex bullo che ora è uno dei ragazzi più ammirati della scuola, senza sapere che lui ha però come obiettivo la bella Nam-ra (Cho Yi-Hyun), capoclasse dal carattere taciturno che le rende difficile stringere amicizie con i suoi compagni.

I protagonisti della serie non sono altro che ragazzi del liceo alle prese con le difficoltà che ogni teenager deve affrontare in quel periodo della sua vita, ma presto dovranno imparare ad accantonare qualsiasi tipo di rancore o sentimento per fare squadra e cercare di sopravvivere a una minaccia che nessuno di loro avrebbe mai immaginato di dover affrontare.

Quando i primi contagiati iniziano ad irrompere nelle classi e correre per i corridoi dell’edificio, sarà già irrimediabilmente troppo tardi: da una singola ragazza, in pochi minuti sono centinaia gli zombie che inseguono e mordono chiunque si trovi per la loro strada. E così, luoghi di ritrovo come la mensa, la biblioteca, i campi sportivi o la palestra diventano sedi di puro terrore, tra ragazzini che corrono per le loro vite e violenti zombie assetati di sangue che non accennano a diminuire in numero.

Il caos regna zombie

Fin dalla prima puntata, e in seguito agli avvenimenti di cui avete appena letto, gli zombie saranno inarrestabili e la scuola diventerà il primo campo di battaglia di questa incontenibile epidemia.

Così i giovani studenti si troveranno per la prima volta da soli davanti ad un pericolo che non lascerà loro scampo, costretti a comportarsi da adulti quando quegli stessi adulti che dicevano loro che li avrebbero aiutati nel momento del bisogno questa volta non sembrano arrivare in loro soccorso.

“Non chiederò mai più nulla agli adulti”

Perché nella scuola intanto il tempo passa e i pochi superstiti che vediamo tentare di nascondersi dai migliaia di zombie che ormai popolano l’edificio, stanno ancora aspettando nella speranza che gli adulti arrivino a salvarli. Non importa se si tratta di quei genitori che avevano promesso loro di andare a prenderli, di poliziotti o i vigili del fuoco… Ogni giorno che passa quella speranza di un mondo dove gli zombie non hanno preso il sopravvento sembra farsi sempre più lontana.

Il bullismo e la legge del più forte

“La scuola non interessa a nessuno, sennò ci avrebbero già salvati. Salvati dal bullismo.”

Azioni memorabili a parte, tra spietate orde di zombie e ingegnosi piani di fuga che saranno capaci di non annoiare mai lo spettatore davanti a 12 puntate di aule di scuola infestate, la vera sorpresa è il significato che si cela dietro l’origine e la creazione di questo virus: la serie, volutamente raccontata in modo da sottolineare e condannare più volte il bullismo che le scuole coreane (e non solo, purtroppo) continuano a nascondere, ci rende partecipi della storia del professore di scienze e ci rivela infatti, puntata dopo puntata, quale fosse il suo intento iniziale.

Ho messo gatto e topo nella stessa scatola. La maggior parte dei topi, pietrificati, tremavano di paura. Ogni tanto, però, c’era un topo che perdeva i sensi per la paura e attaccava il gatto. Io ho estratto e affinato l’ormone, l’ho fatto per tutti quei topi che tremano di paura. Credevo che trasformando la paura in rabbia, sarebbe diventato più forte.”

Questo non è un virus dall’origine sconosciuta o poco chiara, ma creato da una persona il cui scopo era salvare il figlio dalle angherie e dai torti che stava subendo, renderlo più forte in modo da non vederlo mai più succube di una violenza che non meritava: è il prodotto di un padre che ha studiato e ha trovato nel suo stesso studio la condanna dell’umanità, volendo trasformare la paura in un meccanismo di difesa in grado di rendere tutti quei soggetti più deboli finalmente capaci di contrattaccare e difendersi con le proprie forze.

Ma la legge della natura vuole che quando inizi a sfidare la natura stessa, questa ti si ritorcerà contro: un siero che doveva essere in grado di far combattere al figlio i mostri della sua vita non ha fatto altro che trasformare lui stesso nel peggiore dei mostri e, ora, la legge del più forte vede un virus letale fare sempre più vittime, lasciando ai più deboli sempre meno possibilità di sopravvivenza.

Capiranno le poche persone rimaste in vita che la più grande forza risiede solamente nell’unione e nella collaborazione di tutti? C’è speranza di salvezza oltre la scuola o il mondo è già caduto nelle mani degli zombie?

Commento finale

Un teen horror drama che regala molto più di quello che promette: 12 episodi ricchi di scene di azione davvero impressionanti, mai scontate e per nulla ripetitive. La narrazione è scorrevole, i cliffhanger a fine episodio invogliano lo spettatore a proseguire senza troppi indugi, merito anche di una fantastica interpretazione degli attori che hanno saputo mantenere alta l’attenzione fino alla fine del racconto.

Unico punto a sfavore è la poca caratterizzazione di alcuni personaggi, sarebbe stato infatti molto interessante se avessero aggiunto delle scene retrospettive laddove si è voluto invece dare spazio a storie secondarie poco accattivanti perché un po’ troppo parte di narrative già viste.

Last but not least: alcune morti sarebbero state totalmente evitabili.

Nonostante questi piccoli appunti, “All of us are dead” è un titolo assolutamente da non perdere: un mix di scene che vanno dal drammatico al comico, del tutto diverso da “Happiness“, simile sotto certi punti di vista a “Sweet Home” e talvolta memorabile quanto “Train to Busan“, “All of us are dead” riesce ancora una volta a cambiare le carte in gioco e a proporre qualcosa di nuovo che sarà sicuramente capace di appassionare chiunque gli darà una possibilità.

Otterrà secondo voi una seconda stagione? Il finale, almeno per ora, rimane aperto alla nostra interpretazione.

Il cast della serie in un poster ufficiale Netflix
Categorie
K-Drama Recensioni

“D.P.”: una complicata realtà

Nome: D.P.

Anno: 2021

Stagioni: 1

N° puntate: 6

Generi: Drammatico, Military fiction

Cast principale: Jung Hae-in ,Koo Kyo-hwan, Kim Sung-kyun ,Son Seok-koo .

Dove trovarlo: NETFLIX

Voto finale: 10

Come molti dei prodotti originali Netflix, D.P. (Deserter Pursuit) si discosta dalla maggior parte dei drama ai quali siamo abituati: scegliendo una tematica difficile e delicata, offre allo spettatore la possibilità di ascoltare storie profondamente commoventi di soldati schiacciati da un’istituzione opprimente, dal bullismo e dall’effetto che questo ha sulla salute mentale fino alle più ampie questioni sociali sul servizio militare obbligatorio in Corea.

Con coraggio Netflix denuncia un sistema di potere e di abusi che rimane nascosto all’interno dell’esercito ma che rispecchia anche molte delle strutture interne alla società coreana, aprendo un dialogo sulla necessità di importanti cambiamenti.

Durante la visione della seria potresti chiederti se questi avvenimenti sono davvero accaduti, se le storie sono state raccontate dalle più importanti testate giornalistiche… dunque D.P. è tratto da una storia vera?

No, ‘D.P.’ non è basato su una storia vera. Tuttavia, sebbene i personaggi e le loro storie specifiche abbiano una base fittizia, sembrano modellarsi su alcuni esempi di vita reale: la serie è un adattamento di ‘D.P: ‘Dog Days’, un popolare webtoon di Kim Bo-tong, che ha anche co-creato la serie insieme al regista Han Jun-hee, infatti quando Bo-tong ha creato il webtoon, si è ispirato ai suoi tempi nell’unità D.P.

Ogni persona di genere maschile della Repubblica di Corea deve svolgere fedelmente il servizio militare obbligatorio, come prescritto dalla Costituzione della Repubblica di Corea e da questo atto. Articolo 3 della legge sul servizio militare.”

Trama

Han Jun-ho, interpretato da Jung Hae-in, è un ragazzo costretto ad arruolarsi al servizio militare come tutti i giovani coreani, è calmo e distaccato con un occhio attento ai dettagli: il sergente Park Beom-Goo (Kim Sung-kyun) nota la sua tenacia e capacità di osservazione e decide di trasferirlo nel team D.P. (Deserter Pursuit), una squadra speciale il cui scopo è di arrestare i disertori e riportarli alla base.

Jun-ho verrà messo in squadra con il caporale Han Ho-yeol (interpretato da Koo Kyo-hwan) un uomo molto esuberante ma con le migliori conoscenze e competenze in campo di diserzione .

I due, durante le loro missioni, faranno presto i conti con la realtà, scoprendo che dietro la figura dei “disertori” c’era molto più di semplici uomini svogliati o pigri, infatti alcuni hanno una vera ragione per compiere questa scelta: hanno persone che vogliono proteggere, alcuni sono vittime di bullismo da parte di soldati anziani e altri vogliono disperatamente cambiare il sistema di corruzione e ingiustizia che apparentemente non è in grado di cessare nell’organizzazione.

Con il caporale Han al suo fianco, Jun-Ho scopre presto il lato oscuro dell’esercito.

Il dilemma se sia giusto disertare e, allo stesso tempo, se sia giusto riportarli indietro, costituisce il conflitto centrale della narrazione: il drama porta alla luce le varie forme di bullismo e nonnismo che, spesso, purtroppo i soldati sono costretti a subire, dall’aggressione al contraccolpo verbale; inoltre, D.P. pone l’attenzione anche sul sistema giudiziario inesistente e sui doppi standard applicati nei confronti dei disertori, da un lato, e di coloro che hanno commesso atti di bullismo e maltrattamenti vari.

Al rientro da queste operazioni di “caccia al disertore” li aspetta, però, la normale vita da caserma, alla mercé di militanti di alto grado che possono rendere la vita un inferno ai giovani commilitoni: questo è il caso del capitano Im Ji Sup (Son Seok Koo) vittima e carnefice di quegli stessi abusi che infliggeva ai suoi compagni e subiva, al tempo stesso, dai suoi superiori.

Capiamo, quindi, che la storia di Han Jun-ho è un loop inarrestabile, un perenne alternarsi di casi, persone da stanare e storie da raccontare, tutto scandito soltanto dal passare dei giorni e dall’avvicinarsi della data del congedo.

Dati e curiosità sul lato oscuro rivelato dalla serie (TRIGGER WARNING)

In Corea del Sud, disertare l’esercito disonora il soldato e le loro famiglie ed è illegale: vittime di bullismo, i soldati subiscono anche gravi danni fisici e mentali da parte dei loro superiori e questo è spesso motivo di diserzione.

Nel 2014, la CNN ha riferito che un soldato è morto per asfissia dopo essere stato forzato a nutrirsi di cibo congelato e costretto a mangiare la sua bile dai suoi ufficiali superiori.

Mentre alcuni sfuggono a queste condizioni disumanizzanti, in alcuni casi, le azioni degli ufficiali superiori, direttamente o indirettamente, finiscono per costare ad un soldato la sua vita: queste morti sono registrate come vittime non in combattimento e diventano semplici statistiche in un’istituzione militare oppressiva e, nonostante i casi siano diminuiti negli ultimi anni (se si deve credere ai rapporti), nel 2019 ben 62 persone hanno preferito il suicidio alla disumanizzazione, mentre quelli che non riescono ad adattarsi alla vita militare vengono inseriti in una “lista di controllo”.

Con i brandelli di prove a portata di mano, si può concludere che le storie oscure che popolano la serie sono abbastanza vicine alla realtà, anche se non documentano i singoli casi.

Cosa rende questo K-drama diverso dagli altri?

D.P. porta sullo schermo un livello di realismo e di crudeltà inaudito, svelando alcuni dei terrificanti segreti di un aspetto della cultura sudcoreana che non è stato visto prima in una serie televisiva.

I nostri due protagonisti si trovano a inseguire i tipi più diversi di disertori, ragazzi violenti, disperati, o confusi: l’ idea di abuso è molto profonda e infetta ogni parte di questa storia, ogni vicenda è ben scritta e mai scontata e la regia equilibrata riesce a gestire molto bene sia le scene più drammatiche e crude, che quelle più tranquille o “divertenti” arricchite da un pizzico di black humor per alleggerire la narrazione.

Primi pian claustrofobici, scene oniriche e sequenze di azione frenetiche con zuffe corpo a corpo perfettamente coreografate fanno di D.P. un drama coreano di grande qualità, sicuramente tra i migliori del 2021: in attesa della seconda stagione, tutte le storie della prima stagione di D.P. sono disponibili solo su Netflix, con soli 6 episodi, questa serie incisiva lascia sensazioni che vanno decisamente oltre i titoli di coda.

PS: assicurati di guardare la sequenza post-credit!

Se vuoi avere maggiori informazioni sul servizio militare in Corea del sud:

Tu hai già visto questa serie? Cosa ti ha colpito di più? Quali domande ti sei posto/a? Faccelo sapere lasciando un commento!

                                                                                                                                                                                    

Categorie
K-Drama Recensioni

“Extracurricular”: la storia di uno studente criminale

Titolo: Extracurricular

Genere: thriller, action, noir

Dove vederlo: Netflix

Anno: 2020

Attori principali: Kim Dong-Hee, Park Ju-Hyun, Jung Da-bin, Nam Yoon-su

Stagioni: 1

Episodi: 10

Se vi sono piaciute serie come “Squid Game” e “My Name”, se siete alla ricerca di un drama che si scosta dalla classica melodrammatica storia d’amore alla coreana, se ancora non avete visto un kdrama e siete semplicemente curiosi di scoprire di cosa parla questa serie, state comunque certi che Extracurricular farà al caso vostro. 

Sì, perché questa serie fa parte di quelle che Netflix ha voluto lanciare sul mercato come chiave di svolta dei k-drama che tutti noi siamo abituati a conoscere, pronti a cavalcare l’onda e catturare l’attenzione anche di chi, di k-drama, non ne ha mai visti.

Quella di Extracurricular è una storia di due ragazzi e la loro voglia di rivalsa in un mondo che proprio giusto non è, e di quelle scelte che innescheranno un’inevitabile serie di conseguenze che cambieranno irreversibilmente le loro vite. Vi ho incuriositi abbastanza? 

Dramabeans on Twitter: "Premiere Watch: Extracurricular ==>  https://t.co/asusfsxLU6 https://t.co/P5eZUjYOlD" / Twitter
Il cast principale alla premiere della serie targata Netflix

Trama

Oh Ji-soo (interpretato da un più che brillante Kim Dong-hee) è un vero e proprio studente modello, la sua è infatti una carriera scolastica dai voti impeccabili e senza alcuna nota disciplinare, di certo un vanto per professori e insegnanti della scuola, che sono gli stessi però a notare quanto la vita del ragazzo sia vuota e priva di qualsiasi aspirazione.

Il suo sogno? Vivere una vita normale, poter iscriversi all’università, riuscire a pagare le tasse scolastiche e costruirsi quindi una vita dalle basi solide, tutto ciò vivendo da solo e senza dei genitori o un lavoro che lo possano mantenere. Alquanto impossibile non credete?

꿈은 비싸다,부모 없는 애한테는… 더 비싸진다

Dreams are expensive, it’s even more expensive for a kid without parents.

Extracurricular | Sito ufficiale Netflix

Questo perchè dietro alla facciata dello studente modello, si nasconde in realtà la figura dello “Zio”, una seconda identità a capo di una rete di prostituzione diventata l’unica speranza per una vita migliore di un ragazzo abbandonato dai propri genitori, privo di qualsiasi sostegno morale ed economico. 

Insomma… genio a scuola, genio nel lavoro, perchè Ji-soo è riuscito a fare del suo secondo telefono il mezzo con il quale gestisce tutti i suoi clienti: attraverso un’app di incontri, le ragazze interessate lo contattano e, una volta organizzati luoghi e orari degli incontri, lui assicura loro protezione attraverso un fidato socio sempre pronto ad intervenire nel caso qualcosa dovesse andare storto.

Ma per quanto bravo, attento e meticoloso, un ragazzo che d’indole criminale non è, non può sopravvivere a lungo nel lato oscuro del mondo…

Darkly Themed 'Extracurricular' Is Not Your Typical High School K-Drama
Kim Dong-hee e Park Ju-hyun nei panni di Oh Ji-soo e Bae Gyu-ri

Ad agitare le acque arriverà Bae Gyu-ri (interpretata da una altrettanto brava Park Ju-hyun), una ragazza dalla vita apparentemente opposta a quella di Ji-soo: tra le più popolari della scuola, Gyu-ri è infatti figlia di genitori ricchi e potenti, ammirata e cercata da tutti. Nessuno sa però quanto, anche nel suo caso, questa famiglia apparentemente perfetta nasconda in realtà una continua pressione psicologica con cui la giovane deve convivere ogni giorno, in una casa le cui mura celano solo menzogne, avidità e sete di potere.

Le vite dei due cambieranno per sempre a seguito di un’assegnazione di un progetto scolastico che li costringerà a lavorare in coppia e che porterà alla luce il pericoloso segreto di Ji-soo: quando Bae Gyu-ri diventa complice della terribile realtà in cui vive il ragazzo, i due diventeranno soci di un business che li porterà al limite delle loro vite, costretti a giocare carte ben lontane dalla vita di un semplice liceale, incastrati in una catena di avvenimenti che li porterà sempre più lontani dai loro obiettivi e,  allo stesso tempo, li renderà protagonisti di un turbinio di morte, sangue e dolore

Fidatevi, questo non è il vostro solito k-drama.

Extracurricular, Drakor Netflix Terbaru tentang Ulah Kriminal Anak SMA

Se già non si evince dalla trama, Extracurricular è tutto tranne che un drama convenzionale, risultato di una regia che è riuscita a sostenere con convinzione e realismo una storia oscura quanto quella dei ragazzi protagonisti della serie, non entrando mai nel banale e dipingendo sempre eccezionalmente una realtà che lascia ben poco ai clichè o al fanservice.

Perchè Extracurricular comincia a raccontare la propria storia già dal suo titolo: l’attività “extra curricolare” a cui fa riferimento, infatti, non è altro che il business di prostituzione del protagonista che, sopraffatto da una vita infelice e una società che ha da donare solo a chi ha da spendere, decide di mettersi a capo di un gioco più grande di lui (e di chiunque, a dire il vero), al cui tavolo non si possono perdere solo soldi, ma anche la propria vita.

Allora perchè arrivare a tanto?

나는 그냥 학교도 다니고, ‪대학도 가고 그냥 평범하게 살려고. ‪너희랑 똑같이 살려고 나만 못 그러니까.

I just wanted to go to school, go to college,and just live an ordinary life. I wanted to live like you guys… but I couldn’t.

L’essere umano abbandonato alla sua fatale imperfezione

Quello che affascina di Extracurricular, è quanto spaventosamente realistica sia nel manifestare le sfumature comportamentali di ogni suo personaggio, ma anche nel fare in modo che essi non perdano mai di credibilità dopo tutti i traumi che poco a poco si troveranno a dover affrontare.

Ogni singola decisione presa all’interno della serie (anche quella più opinabile o sbagliata) è quella che effettivamente ci si aspetterebbe da una qualsiasi persona in quella medesima situazione, ed è proprio questo che stupisce positivamente lo spettatore, vedere una linea che cambia sempre direzione alla disperata ricerca di una destinazione, ma soprattutto del giusto percorso da compiere. Insomma, dimenticatevi gli eroi dei film di fantascienza, qui si parla di ragazzini, persone normali come tutti noi che si ritrovano a dover combattere con un mondo di morte e corruzione.

The Writer of 'Extracurricular' on the Show's Symbolisms, Working With  Netflix, and more - ClickTheCity

Sorpresa, fastidio, rabbia

Perchè nella nostra posizione di spettatori siamo destinati a tifare in un modo o nell’altro per il tanto desiderato “happy ending” dei personaggi che ci hanno accompagnati dall’inizio della storia, e non possiamo che non infastidirci davanti a comportamenti che riteniamo stupidi o inopportuni al fine ultimo della loro “buona uscita” dalla storia.

Si, vi sentirete arrabbiati. E non parlo solo della fine che (senza spoiler) è uno di quei finali che ti fa venir voglia di inviare richieste di risarcimento emotivo al regista. No, perchè più volte mi sono sentita arrabbiata con Ji-soo, ancora più volte con la spavalda Gyu-ri così come con l’ingenua Seo Min-hee (Jung Da-bin), o ancora con l’irriverente Kwak Ki-tae (Nam Yoon-su).

Extracurricular - Photo Gallery (Drama, 2020, 인간수업) | Kdrama, Extra  curricular, Drama

Arrivati alla fine, ci si guarda indietro e ci si chiede “io cosa avrei fatto? Sarei forse riuscito a rimanere lucido e a ragionare ogni mia opzione? O sarei stato anch’io sopraffatto dagli eventi, ritrovandomi in una condizione psicologica che mi avrebbe portato a fare anche le scelte più irrazionali?”.

Perchè si, Extracurricular è una serie che ti fa pensare, e che nei suoi 10 episodi è in grado di raccontare una storia tra le strade di una Corea che non siamo abituati a vedere, tra prostitute, gang mafiose e criminali senza scrupolo.

E’ una serie di vendetta, voglia di rivincita e dalle spietate conseguenze, il tutto condito da un’interpretazione a dir poco favolosa di Don-Hee Kim (un attore giovanissimo che avrete sicuramente visto in “Itaewon Class” e che sono sicura avremo la fortuna di vedere in molte altre opere in futuro) e un’altrettanto brava Park Ju-hyun che ne accompagna la scena.

재수가 없었던 거야 ‪자네나 나나.

We were just unlucky. Both you and I.

Extracurricular' raises questions about teenage crimes - Entertainment -  The Jakarta Post

Siete avvisati: un finale non aperto, ma spalancato!

Mi ripeto, niente spoiler, ma il commento al finale è d’obbligo. Se avete visto la serie “Vagabond“, allora saprete bene di cosa sto parlando.

Il punto è che la serie.. non finisce! Disponibile su Netflix dal 29 aprile 2020, ormai è passato più di un anno dalla sua prima uscita e ancora non ci sono notizie ufficiali riguardo una seconda stagione.

Ho letto molti articoli che speculavano su un possibile seguito, ma la verità è che proprio come nel caso di “Vagabond” la storia di Extracurricular si conclude lì dove la vediamo spegnersi e l’opzione di una seconda stagione è di certo possibile, ma non è mai stata ragionata dagli ideatori. 

Nonostante il finale aperto (che ha portato il mio umore ai minimi storici), converrei dire che nel caso di un progetto tanto ben riuscito, per quanto sia la prima a desiderarne una continuazione, trovo la realizzazione di una seconda stagione una scelta che quasi mi spaventa. 

Avete presente quelle serie che sono state realizzate talmente bene la cui storia viene rovinata o il mood iniziale completamente alterato nelle sue stagioni successive portate avanti solo al fine di guadagnare?

La critica va quindi non tanto al finale in sé, ma alla decisione di adottare la formula della serie dai “pochi episodi e finale enigmatico” (che lascia aperte le porte per una seconda stagione nel caso ottenesse abbastanza successo) piuttosto del registrare due (e dico proprio due) episodi in più che avrebbero potuto regalare ad una serie quasi perfetta una conclusione, per quanto bella o brutta potesse essere, degna della storia raccontata in 10 episodi.

La consigliamo? Assolutamente si, la considero un vero e proprio must del genere. Se le scene cruente non vi sono d’intralcio e l’idea di un cliffhanger al posto del finale non vi spaventa, non aspettate altro e aggiungetelo subito alla vostra lista di Netflix. Non ve ne pentirete.

Voto finale: 9 (poteva essere un 9 e mezzo)

Categorie
K-Drama

“Mad for each other”: la rivincita dei perdenti

Titolo: Mad for each other (이 구역의 미친 X)

Network: KakaoTV

Episodi: 13

Genere: Commedia

Cast principale: Jung Il-woo, Oh Yeon-seo

Dove guardarlo: Netflix

Voto: 7.5/10

Mad for each other” è un k-drama del 2021 originale Netflix che narra le vicende di Noh Hwi-Oh, interpretato da Jung Il-woo, un detective della divisione “crimini violenti” con problemi a gestire la rabbia, e Lee Min Kyung, interpretata da Oh Yeon-seo, una donna con grandi difficoltà a fidarsi delle persone a causa di alcuni eventi traumatici.

Trama

I due personaggi, per una strana serie di coincidenze e giochi del destino, scopriranno non soltanto di essere vicini di casa ma anche di essere in cura presso la stessa psichiatra: la combinazione tra i due caratteri esplosivi, a tratti insopportabili, dei protagonisti scatenerà l’ilarità sia nei soggetti che gli ruoteranno intorno ma anche allo stesso spettatore, rendendolo partecipe di questa stramba storia.

Sin dalle primissime scene è ben chiaro quale sarà il tenore dell’intero drama, una commistione tra scene ironiche, quasi grottesche e momenti e spunti di riflessione non indifferenti, permettendo però allo spettatore di ambientarsi nei luoghi dove si svolge prevalentemente l’intera serie, cioè il complesso di appartamenti dove abitano i protagonisti, lo studio della psichiatra e la stazione di polizia, in modo tale da consentire a tutti di sentirsi quasi parte integrante di quelli spaccati di vita ed avvenimenti e, inevitabilmente, di fraternizzare con la varietà di soggetti.

Personaggi strambi ma emblematici

La nostra Lee Min Kyung appare dall’inizio come un personaggio alquanto ambiguo, diffidente e timorosa ma col colpo sempre in canna, non si lascia abbindolare dalle parole ed ha un grave problema a relazionarsi con gli altri umani al punto da sognare di scappare in Mongolia proprio a causa della bassa densità di popolazione nel paese.

Iconica in tutti i sensi, sia per gli outfit impeccabili che per le risposte al vetriolo, nasconde purtroppo un doloroso passato fatto d’incomprensioni e delusioni, a partire dalle persone più vicine a lei, che l’hanno obbligata a costruire più di un muro tra il suo cuore e l’esterno, un cuore ormai quasi tramortito, incapace di aprirsi all’altro e ai sentimenti più caldi.

L’unico essere con il quale riesce a colloquiare e a stabilire un rapporto vero è Howi, un cane randagio trovato nei pressi del suo condominio, che diventerà il suo amico più fidato e protettore (“Un cane che abbaia solo agli uomini”, un po’ come a ribadire il suo ruolo di guardiano e aiutante nella guarigione della protagonista).

Nel corso della serie scopriamo alcune importanti caratteristiche che riguardano la protagonista ma anche e soprattutto il suo rapporto conflittuale e controverso con la madre, principale fonte delle sue incertezze e insicurezze.

Visualizza immagine di origine
Lee Min-kyung in uno dei suoi outfit più classici: baggy clothes e occhiali scuri contro il mondo e contro la paura.

Totalmente opposto è, invece, il rapporto del protagonista maschile con la madre, sua più grande ammiratrice e fedele compagna, che si preoccupa della sorte e del futuro, specie affettivo, del figlio; avendo a cuore solo che egli riesca ad incontrare una persona che riesca a comprenderlo e ad accettarlo, nonostante il suo carattere brusco e talvolta scostante, non saranno poche le volte in cui si recherà presso un’indovina, alla quale chiederà informazioni e spiegazioni circa la natura del figlio e quali siano le sue previsioni per il futuro.

(Consiglio dell’autrice: badate bene a quello che dirà questa indovina, ha un significato molto particolare e offre un assist perfetto per un’analisi più approfondita sul tema!)

Hwi-Oh, bisogna ammetterlo, non è esattamente un uomo facile: è testardo, profondamente determinato e ha più di qualche difficoltà nel relazionarsi con le persone, a maggior ragione con il gentil sesso.

Se queste sue peculiarità sul posto di lavoro, in un primo momento, gli consentiranno di fare carriera e di far crescere l’autorevolezza del suo nome, con il passare del tempo saranno la sua rovina e lo porteranno ad essere allontanato dalla centrale di polizia dove lavora, aprendo, da un lato, la strada verso un nuovo percorso e cognizione di sé, dall’altro lato i contorti selciati che faranno incontrare i due protagonisti.

Visualizza immagine di origine
Noh Hwi-oh e le sue espressioni facciali sono un “must-have” di questo k-drama.

Non esistono personaggi secondari!

La vera bellezza di questo drama è che l’intera narrazione non ruota esclusivamente intorno ai due personaggi principali ma, anzi, permette a tutti i protagonisti secondari di avere un proprio ruolo, più o meno rilevante, negli sviluppi della vicenda, creando una perfetta coralità che dà un tocco più realistico e frizzante alla serie; sono emblematici gli interventi e gli avvicendamenti che coinvolgono le tre partecipanti della “Women’s association”, una sorta di guardiane home-made che cercano di tutelare e curare il complesso di appartamenti, oppure la giovane lavoratrice part-time Soo Hyun e l’inquilino della Unit 705.

Visualizza immagine di origine
Soo Hyun (Lee Su-hyun), Lee Min-kyung e Noh Hwi-oh.

I protagonisti di questa serie sono tutti dei perdenti, nessuno di loro fa un lavoro particolarmente rinomato, nessuno è ricchissimo e nessuno è esente da problemi, ansie o preoccupazioni e questo rende la visione molto più piacevole perché lascia che lo spettatore si immedesimi al 100% nei protagonisti, anzi gli consente di trovare un rifugio perché, finalmente, può rivedere ciò che gli accade ogni giorno, non soltanto da un’altra prospettiva, ma anche con un occhio diverso e soprattutto gli dà la possibilità di capire che tutto, anche le cose più gravi e più difficili, possono essere superate, al momento e nel modo corretto, senza avere bisogno d’essere dei super eroi.

Visualizza immagine di origine
Hwi-oh insegna a Min-kyung l’autodifesa per superare l’ansia e la paranoia sociale.

La realtà nuda e cruda

“Mad for each other” è un drama senza fronzoli: quanto viene descritto e raccontato nella serie è quello che potrebbe succedere o potrebbe essere successo a chiunque e per questo svolge un grande ruolo educativo e quasi di “comfort” per il quale definirlo “comedy-drama” risulterebbe un’eccessiva banalizzazione non a caso, dietro quegli scambi a volte ironici, a volte dolorosi, c’è la sofferenza e la voglia di rivalsa tipica di ogni donna e uomo che può capitare di incontrare lungo la nostra vita e proprio per questo motivo deve essere osservato con un occhio molto più attento, scendendo molto più in profondità nel significato e nel peso delle parole e delle scene.

I k-drama e le malattie mentali

Infine occorre fare un ultimo plauso al ruolo della psichiatra perché, ormai sempre più di recente, si assiste ad una nuova era, nella letteratura e nella cinematografia, che cerca di allontanarsi da quella orrenda demonizzazione, non soltanto artistica ma anche sociale, del ruolo dello psicologo, dello psichiatra e delle malattie mentali trattate sempre come un qualcosa di estremo o, addirittura, quasi leggendario: questo drama ci insegna che chiunque può crollare, può sentirsi crollare, può non riuscire a stare al passo con il resto del gruppo e che quindi è giusto fermarsi, respirare, capire la situazione e ripartire, con i propri tempi e passi, puntando solamente alla propria stabilità e felicità.

Autrice: Bianca Cannarella

Eterna Sagittario, è capitata in questo mondo per sbaglio e non ne è più uscita, riscoprendo se stessa e ciò che la circonda. Un giorno sì e l’altro pure sogna di scappare in Corea: probabilmente lo farà molto presto. Il suo motto preferito è: 시작이 반이다, “l’inizio è la metà”.

Categorie
K-Drama Recensioni

Itaewon Class – Recensione

Trailer ufficiale della serie

Titolo Drama: Itaewon Class (이태원 클라쓰)

Episodi: 16

Dove vederlo? Netflix

Anno: 2020

Genere: Drammatico

Attori principali: Park Seo joon, Kim Da mi, Oh Soo ah, Ahn Bo hyun

Voto: 9

Trama

La vita di Park Saeroyi è stata sconvolta dopo che è stato espulso da scuola per aver preso a pugni un bullo e dopo la morte del padre. Scontata la pena in carcere, decide di seguire le orme del padre e aprire un bar-ristorante a Itaewon, il DanBam.

Insieme al suo manager e allo staff, cerca di raggiungere il successo e diventare il primo in tutta la Corea.

Cruciale è la competizione e l’odio del protagonista nei confronti della famiglia Jang, responsabile della morte del padre e proprietaria del più famoso ristorante sudcoreano.

Lo staff del DanBam

Commento

Una delle serie che più ha avuto successo negli ultimi anni, una storia di rivalsa che è capace di emozionare e coinvolgere subito lo spettatore. I protagonisti hanno tutti un carattere molto forte e non sono mai scontati, il susseguirsi delle vicende mi ha tenuta incollata fino all’ultimo episodio!

Una storia moderna che può vantare personaggi che la società odierna coreana ancora fatica ad accettare, ben realizzata in ogni suo aspetto e completata da una colonna sonora che di per sé meriterebbe un commento a parte. Il tutto contornato da una bellissima Seoul e gli scenari di un quartiere come “Itaewon”, sfondo perfetto per un colorato e vivace gruppo di amici che lotta per sopravvivere, ma soprattutto farsi spazio in una vita che, a volte, sembra sempre andare contro le nostre volontà.

Un punto se lo guadagnava a prescindere per il povero Park Seo Joon che ha dovuto sopportare un taglio a scodella che però rimarrà nella storia!

Park Seo-joon nelle vesti di Park Sae Ro yi.