Categorie
K-Drama

“Decision to leave” – Park Chan-Wook

Il poster ufficiale (cc. Lucky Red)

[Photos, infos and external links provided by Lucky Red to Mondo Coreano by Di Milla Machiavelli Ufficio stampa & Digital PR.]

INFO TECNICHE

  • Data di uscita: 2 febbraio 2023
  • Genere: Drammatico
  • Anno: 2022
  • Regia: Park Chan-wook
  • Durata: 138 min
  • Cast principale: Tang Wei, Park Hae-Il, Lee Jung-hyun, Go Kyung-Pyo, Yong-woo Park
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Sceneggiatura: Jeong Seo-kyeong, Park Chan-wook
  • Fotografia: Kim Ji-young
  • Montaggio:Kim Sang-Beom
  • Musiche: Yeong-Wook Jo
  • Produzione: CJ Entertainment, Moho Film

Lontano dai toni della trilogia della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock.

Una detective story ricca di colpi di scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico, portando sul grande schermo mistero e azione con note di romanticismo.

cc. Lucky Red

Applaudito al Festival di Cannes, dove è stato premiato per la Miglior Regia, “Decision to Leave” è stato anche candidato dalla Corea per la corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale, rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden Globes 2023.

TRAMA

Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae, giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito la principale sospettata dell’omicidio. Sarà colpevole o innocente?

Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo porterà a mettere in pericolo la sua stessa professione.

Una filmografia di eccessi trova un inatteso arresto in un film che pare l’esatto opposto del Park Chan-wook che eravamo abituati a conoscere: in questo film, infatti, troviamo un Park rinnovato e quasi irriconoscibile, arresosi al potere persuasivo proprio di quegli amori impossibili tanto contestati, tirandone fuori uno dei prodotti migliori del 2022. Ma, quindi, di che parla questo film?

Decision to Leave è un melodramma neo-noir che parla di amore, dubbio, perdita e solitudine, mascherando questa storia thriller dai risvolti hitchockiani e alla Wong Kar-Wai, con umorismo sottile e romanticismo insolito.

Sobrio nella messa in scena, guarda consapevolmente ai temi classici del genere noir ma li veste di panni contemporanei: un uomo oggettivizzato e passivo, disarmato di fronte all’iniziativa di lei, e i dispositivi elettronici come chat e messaggi vocali, ma anche geolocalizzazione e tracciamento degli spostamenti, come mezzo principe nello svolgimento della loro relazione proibita.

La storia tra i protagonisti è silenziosa, di quei silenzi più rumorosi delle parole, creata da un crescendo di messaggi in codice e sguardi, di ammiccamenti, intese invisibili, in contrasto con le macabre vicende poliziesche che permettono ai due amanti prima di conoscersi e poi di frequentarsi.

Allo spettatore, il regista, lascia quindi soltanto un compito: analizzare e osservare i modi di fare dei protagonisti, tratteggiarne l’anima e trarne le proprie conclusioni.


CURIOSITÀ

  • Park Chan-wook si è ispirato per questo film a una serie di romanzi polizieschi svedesi, The Story of a Crime degli autori Maj Sjöwall e Per Wahlöö.
  • In un intervista con Vulture, il regista ha menzionato RM leader dei BTS:

Traduzione del frammento dell’intervista

C’è una tendenza dei media occidentali di raggruppare insieme diversi prodotti fenomenali provenienti dalla Corea – di scrivere di Parasite mentre si parla BTS e dello show di Hwang Dong-hyuk, Squid Game. Sono curioso di sapere cosa si prova, come artista, a vedere il proprio lavoro visto tramite le lenti di un “brand” nazionale complessivo.

Capisco perché ha fatto questa domanda, e credo che l’avrei fatta anche io, se fossi stato nei suoi panni. Semplicemente non credo di avere granché da commentare. Lavoro come ho sempre fatto. Non mi considero uno speciale rappresentante del mio paese, né sento alcuna responsabilità di assumere questo ruolo. Bong e Wang sono registi superbi, e li rispetto molto. Per quanto riguarda i BTS, ho incontrato RM di persona e mi è sembrato un uomo molto intelligente. Mi ha detto che gli è piaciuto Decision to leave – credo abbia detto di averlo visto sei volte.”

Namjoon l’ha confermato più volte sia su Weverse che sul suo profilo Instagram, ma anche durante un episodio del programma “Encyclopedia of useless facts on incredible human beings” in cui ha potuto incontrare la scrittrice Jung Seok-young.


Noi non vediamo l’ora di assistere a questo capolavoro cinematografico che finalmente sarà disponibile anche nelle nostre sale. E voi andrete a vederlo? Fatecelo sapere nei commenti!

[Photos, infos and external links provided by Lucky Red to Mondo Coreano by Di Milla Machiavelli Ufficio stampa & Digital PR.]

Categorie
K-Culture Korea

Hanbok: l’abito tradizionale coreano fra passato e presente

Annyeonghaseyo!

Il Seollal (설날), tradizionale Capodanno Lunare coreano, si avvicina (quest’anno cadrà il 22 gennaio). In questa importante festa per il popolo coreano, una delle tradizioni è quella di indossare l’Hanbok, tradizionale abito coreano.

Per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, abbiamo pensato: perché non ripercorrere la storia di questo abito e scoprire in quali chiavi moderne viene indossato ancora oggi da milioni di coreani e coreane di tutte le età?

https://www.pinterest.it/pin/841399142861162963/

Quando nasce l’Hanbok?

L’hanbok (한복, 韓服), è l’abito tradizionale della Corea del Sud, nato per distinguere il modo di vestire dei coreani da quello degli occidentali.

La sua comparsa risale al periodo dei tre regni (57 a.C. – 668 d.C.), del quale abbiamo dei documenti grazie alle pitture rupestri. Tuttavia, l’abito che noi conosciamo ha subito delle modifiche rispetto a quello che era il suo disegno originale: il modello attuale è infatti quello che si è imposto a partire dalla tarda epoca Joseon (1392-1910).

Tutt’oggi, seppur la moda sia molto cambiata, continua ad essere utilizzato nelle occasioni speciali come matrimoni, Chuseok (il giorno del ringraziamento coreano) e Seollal (il Capodanno coreano).

Fun fact: proprio per incentivare questo riavvicinamento alla tradizione, nel 1996 il Ministero della cultura, dello sport e del turismo della Repubblica di Corea ha stabilito lo “Hanbok Day” al fine di incoraggiare tutti i cittadini, coreani e no, ad indossare l’hanbok.

In cosa consiste questo abito tradizionale?

È composto dal Jeogori (저고리), cioè la parte superiore dell’abito uguale sia per uomini che per donne, dal Chima (치마), la gonna per le donne, o dal Baji (바지), il pantalone per gli uomini, e dal Po (포), una sorta di cappotto.

Il Jeogori è composto da cinque pezzi: gil (길), git (깃), dongjeong (동정), goreum (고름) e le maniche. La sua forma è cambiata nel tempo: mentre la giacca maschile è rimasta sostanzialmente invariata, quella femminile è stata drasticamente accorciata nel corso della dinastia Joseon, ma in tempi recenti è stato nuovamente allungato per una questione di maggiore comodità e vestibilità.

L’hanbok, al di là della sua forma, è famoso anche per i tessuti, i ricami, le grafiche dorate e i colori che dimostrano l’onore, la ricchezza, la prosperità e la buona salute. In origine, solitamente, i modelli destinati alla nobiltà erano realizzati in seta o cotone, mentre quelli degli stati più poveri in canapa, nonostante l’abito per il resto fosse identico.

La cura e la ricercatezza delle stoffe che oggi vengono poste nel confezionare questi abiti rappresentando non solo un buon auspicio ma anche lo stesso spirito nazionale all’interno del proprio abito tradizionale.

La fortuna dell’Hanbok moderno

Negli ultimi anni, dopo molti decenni passati a rincorrere le mode occidentali, i paesi asiatici si stanno pian piano riappropriando delle proprie tradizioni e la riscoperta dell’hanbok è una di queste. Perché?

Perché, secondo uno studio intitolato “Traditional aesthetic characteristics traced in South Korean contemporary fashion practice” si è notato un lento ma spontaneo cambiamento da parte dei giovani; specie i nuovi designer si stanno prodigando maggiormente nella creazione di capi che richiamino al massimo le forme e i colori dell’hanbok, riportando questo antico abito nel loro armadio di tutti i giorni.

Questa rinnovata passione è parte di un’ondata di sviluppo dell’Asian Style, uno stile caratteristico, identitario per i giovani coreani, che amano creare dei bellissimi mix&match difficilmente ripetibili in altre parti del mondo.

La vera pioniera di questa riscoperta è la ben nota designer coreana Lee Young-hee, la quale già negli anni ’90 aveva introdotto dei capi ispirati all’hanbok sulle passerelle di Parigi e New York, e il più grande esempio lo avremo durante la rivoluzionaria sfilata tenutasi a Parigi, intitolata “Clothes of Wind” (바람의 옷), un’intera collezione ispirata all’hanbok, dov’era possibile osservare una modernizzazione della classica gonna utilizzata come abito senza spalline.

Ma quali sono gli elementi che distinguono l’hanbok tradizionale da quello moderno?

Esistono vari elementi, ad esempio:

  • Nuove stampe: a differenza dell’abito tradizionale, le cui stampe spesso raffigurano elementi naturali ed erano prevalentemente riservati ai membri della famiglia reale o all’aristocrazia, adesso si preferiscono stampe più eccentriche ed occidentali;
  • Nuovi colori;
  • Mix & matches: invece del classico abbinamento jeogori + chima/baji, si è presa l’abitudine di unire il passato con il presente, dunque, non è affatto insolito vedere qualcuno indossare il jeogori con dei jeans in denim!
  • Nuovi accessori;
  • Abbattimento dei generi: chi ha detto che le donne non possono essere fedeli alla tradizione ma scegliere comunque la comodità, indossando un paio di larghi pantaloni? 

Hanbok e K-Pop

L’hanbok moderno ha preso sempre più piede anche e soprattutto grazie al K-pop, trend setter per eccellenza: infatti, sempre più spesso è possibile vedere idol coreani indossare abiti tradizionali modernizzati durante le loro uscite quotidiane oppure durante le performance!

Ad indossarli su palchi dal pubblico mondiale, mostrando il loro amore per questo meraviglioso abito e per la tradizione della Corea, sono stati, fra gli altri, le BLACKPINK e i BTS.

Jisoo, Jennie, Rose e Lisa hanno sfoggiato degli hanbok rivisitati in chiave moderna dalla stilista coreana DANAH per diverse performance della hit “How you like that”. I Bangtan Boys, invece, hanno messo in scena la loro “IDOL”, canzone molto sentita per quella che è la percezione esterna, soprattutto internazionale, del loro lavoro, indossando l’hanbok per ben due volte: ai MAMA 2018, aprendo la performance con delle danze tradizionali, e in occasione di un invito al Jimmy Fallon Tonight Show, nella suggestiva location del giardino del Gyeongbokgung Palace.

Dove posso comprare un hanbok?

  • Jojeta: un e-commerce specializzato nella vendita di abiti e doni tradizionali coreani, adatti per le festività
  • Kooding (e-commerce di abbigliamento)
  • Vinted, Etzy, in generale le piattaforme di second-hand, vintage, artigianato magari anche negozi fisici nelle grandi città
  • Facendovi amici i BTS: in occasione del loro incontro per la registrazione della canzone “My Universe”, uscita nel 2021, i sette Tannies hanno regalato ai loro amici Coldplay degli hanbok moderni!

Inutile dirvi che noi ci mandiamo continuamente link di bellissimi hanbok moderni, sognando ad occhi aperti!

Prima di lasciarci, una piccola chicca per il vostro prossimo viaggio in Corea: sapevate che è possibile entrare gratuitamente nello storico palazzo reale di Seoul, il Gyeongbokgung (경복궁), arrivando sul luogo indossando l’hanbok? In alternativa, nel sito vi sono moltissimi negozietti dov’è possibile affittare l’hanbok a prezzi modici e poter essere anche truccati e acconciati com’era solito fare proprio per rendere l’esperienza ancora più intensa!

E voi, avete mai indossato l’Hanbok? Vi piacerebbe acquistare un hanbok moderno, oppure già lo possedete? Fatecelo sapere nei commenti!

[Questo articolo è stato scritto a quattro mani insieme a Bianca Cannarella]

Categorie
K-Music K-Pop

K-Pop night a Milano

Amici e amanti del K-Pop è giunto il momento di mettere in mostra e dare sfoggio di tutte le coreografie K-Pop che avete imparato negli ultimi mesi!

Sì, parlo soprattutto con voi, streamer compulsivi di ANTIFRAGILE: lo so che siete pronti a sculettare e mostrare a tutti le vostre doti da ballerini che Kazuha levati proprio (…si scherza, ragà: Kazuha nostra signora indiscussa).

Segnatevi questa data: 13 novembre 2022, Milano, Distretto Industriale 4. Cosa c’è?

Beh, la K-Pop night organizzata da K-Pop Italia, in collaborazione con K-Pop Show Time, il tour di pomeriggi multi fandom dedicati al K-Pop che hanno fatto ballare numerose volte l’Italia!

Informazioni base

  • Quando? 13 novembre 2022
  • Dove? Distretto Industriale 4, Milano (MI)
  • A che ora? Dalle 15:30 alle 21:30
  • Ingresso? Il costo del biglietto è di 15 euro

Se non avete ancora acquistato il vostro biglietto, siete ancora in tempo!

Il locale si trova in via Toffetti, 25, a 150 metri dalla stazione dei treni (Rogoredo) e a 100 metri dalla metropolitana gialla Porto di Mare.

Mi raccomando, non dimenticate il dress code: qualcosa di viola è assolutamente consigliato perché i BTS saranno i protagonisti principali di questo evento! Inoltre, verrà estratto a sorte un* fortunat* che riceverà un regalo a tema BTS: quindi, che la borahaetudine sia con voi e buona fortuna!

Importante: i minori di 14 anni non possono entrare se non accompagnati e a loro non possono essere distribuite bevande alcoliche.

Ma cosa si farà a questo evento?

Dalle prime ore del pomeriggio ci saranno vari gruppi che si esibiranno in cover di coreografie K-Pop e sarà possibile ballare tutti insieme e divertirsi in compagnia, ma il bello non termina qui! Perché?

Perché ci saranno alcuni ospiti molto interessanti che renderanno indimenticabile questo evento. Chi sono?

LOGAN e DJ Yeong-Dee

Partiamo subito con i due dj che si alterneranno nell’arco del pomeriggio, ai quali è affidato l’arduo compito di non far annoiare mai i partecipanti all’evento: parliamo di Logan (@logandropz su Instagram) e DJ Yeong-Dee (@yeongdee_mw su Instagram)!

Chiara Franchina

Ballerina, vi sarà sicuramente capitato almeno una volta di vedere uno dei suoi video cover di coreografie K-Pop (@chiarafranchina su Instagram) su Instagram: magari è la volta buona che riuscirete ad imparare i passi della coreografia di What is love delle TWICE senza sembrare un gatto con le convulsioni (provare per credere, purtroppo…).

Rachel – Mondo Coreano

Dobbiamo davvero dirvi chi è Rachel?

VINCI

VINCI (@by_vinci_ su Instagram) è un artista R’n’b nato a Milano ma con origini coreane che, dopo varie esperienze di training nel mondo dell’intrattenimento, riesce a rilasciare il suo primo singolo, Loverdose, nel 2020. La sua fama nella nicchia italiana arriva molto presto e conta un folto gruppo di fan.

Dopo vari singoli, partecipa all’evento K-Pop Summer Vibes 3 a Milano nel 2021.

Se siete suoi fan, questa è un’occasione d’oro per incontrarlo e ascoltare live la sua voce; questo l’elenco dei brani che replicherà il 13:

  • High
  • DM
  • Rainbow
  • Rooftop
  • Fa. Song
  • Without love
  • Hurt (cover)
  • Hype boy (cover)
  • Wavy
  • ????
  • Up all night

In alternativa, se non lo conoscete ancora, questa è l’occasione perfetta per allargare il vostro panorama musicale e scoprire nuovi artisti!

Quindi, in fin dei conti, è un “win-win“, non credete?

Come tradizione K-Pop vuole, non è un vero evento se non ci sono dei regali: infatti, oltre all’estrazione del regalo a tema BTS, saranno comunque disponibili cupsleeves e photocard con ogni bevanda.

Sì, bello ballare e divertirsi… Ma alla pancia ci pensa qualcuno?

Certo che sì! Durante l’evento sarà possibile comprare da mangiare e da bere, sia chupitos che snack di vario genere, tutti personalizzati e in pieno stile K-Pop!

Inoltre, sarà possibile comprare dell’ottima Chicken noodles soup (🎶…Chicken noodles soup with a soda on the side🎶) con vari tipi di noodles disponibili!

Non vi abbiamo ancora convint* ad acquistare il biglietto? Davvero?

Beh, se un intero pomeriggio passato a ballare le vostre canzoni K-Pop del cuore, sfruttando l’occasione per sfoggiare i vostri look da idol per eccellenza e sognando insieme a tanti altri fan di incontrare i vostri bias, davvero non sappiamo cosa possa convincervi: noi, in ogni caso, saremo lì, vi aspettiamo!

Categorie
K-Culture K-Music K-Pop

Yet to come in Busan: road to EXPO 2030

Sono già un paio di mesi che vediamo ovunque, in giro per il mondo di Internet, notizie sul prossimo concerto dei BTS che si terrà a Busan il 15 ottobre, per ufficializzare e supportare la candidatura della Corea del Sud come prossimo paese ospitante l’EXPO 2030. Ma cos’è l’EXPO? Come funziona e quali risvolti ha per il paese? Com’è strutturato il concerto dei BTS?

Proviamo a capirne di più insieme!

La storia dell’Expo

Innanzitutto, partiamo dalla definizione di EXPO. Cos’è un’esposizione universale, nota anche come EXPO?

Quando parliamo di EXPO ci riferiamo alle grandi esposizioni internazionali tenutesi fin dalla metà del 18° secolo, il cui scopo era quello di mettere in bella mostra i progressi scientifici, artistici e tecnologici dei vari paesi.

Il termine viene coniato nel 1851, in occasione della prima grande Esposizione universale di Londra, e dal 1928 il suo svolgimento è organizzato dal BIE, il Bureau international des Expositions.

Il logo del BIE, usato per la prima volta durante EXPO 1970 a Osaka

La prima esposizione universale si è tenuta a Londra, al Crystal palace in Hyde Park, ed è nata da un’intuizione del Principe Alberto, re consorte della Regina Vittoria, il quale immaginò questa Great Exhibition come una passerella per permettere ai vari paesi partecipanti di mostrare i propri progressi: attirati da questa grande intuizione, e avendo già compreso i grandi benefici derivanti da questo genere di eventi, i francesi si proporranno qualche anno dopo come paese ospitante la seconda Esposizione universale nel 1855.

Da quel momento in poi, si decise di replicare l’evento ogni cinque anni, probabilmente per ridurre le spese dei paesi partecipanti.

Come funzionano queste esposizioni?

Un’esposizione universale, per essere definita tale, deve avere alcune caratteristiche specifiche; in particolare:

  • Deve tenersi ogni cinque anni;
  • Deve avere una durata massima di sei mesi;
  • Deve avere un tema generale;
  • Le dimensioni dell’area adibita non devono essere necessariamente definite;
  • La costruzione dei padiglioni da parte dei partecipanti;

Se ricordiamo quanto avvenuto durante l’EXPO 2015 tenutosi a Milano, erano presenti sia dei padiglioni centrali, anfiteatri o centri congressi sia padiglioni costruiti ad hoc: forse non lo saprete ma, proprio per ridurre l’impatto ambientale della costruzione, e del successivo smantellamento di queste strutture, le strutture principali devono essere riconvertite. Possiamo fare qualche esempio?

Beh, prima fra tutte la stessa Torre Eiffel! Era nata proprio come simbolo dell’Esposizione di Parigi e, da quel momento in poi, è rimasta un’icona della città francese!

Ma anche l’Atomium di Bruxelles si trova ancora nel luogo originale nel quale venne esposto nel 1958, così come l’Albero della vita e Palazzo Italia, costruiti proprio in occasione dell’EXPO 2015.

Foto di Waldo Miguez da Pixabay

I tipi di esposizioni universali

Prima dell’intervento del BIE in merito, si era soliti considerare esposizioni qualsiasi genere di manifestazione che rientrasse negli scopi già citati, tuttavia ad un certo punto sono state prodotte varie regolamentazioni che hanno portato ad una rigida distinzione tra le varie tipologie di eventi. Troviamo:

  • Esposizioni di I e II categoria, cioè quelle tenutesi tra il 1931 e il 1980;
  • Esposizioni Universali, cioè quelle tenutesi tra il 1980 e il 1996;
  • International Registered Exhibitions, cioè quelle tenutesi a partire dal 1980;

Inoltre, si considerano Universali soltanto alcune esposizioni svoltesi prima della creazione del BIE e, per questa ragione, ritenute “storiche“.

EXPO 2030 chiama, Corea del sud risponde

#EXPO2030 dovrebbe essere la prossima edizione dell’EXPO, dopo quella che si terrà nel 2025 a Osaka, Kansai, in Giappone, e come ogni EXPO che si rispetti, sono già arrivate numerose candidature.

Nello specifico, i quattro contendenti questa volta sono:

  • Corea del Sud, Busan: “Trasformando il nostro mondo, navigando verso un futuro migliore” (1 maggio 2030 – 31 ottobre 2030)
  • Italia, Roma: “Persone e territori” (1 maggio 2030 – 31 ottobre 2030)
  • Ucraina, Odessa: “Rinascita, tecnologia e futuro” (26 aprile 2030 – 14 ottobre 2030)
  • Arabia Saudita, Riyadh: “L’era del cambiamento” (1 ottobre 2030 – 31 marzo 2031)

Fino a maggio 2022, tra i contendenti figurava anche la Russia ma, a seguito dei terribili eventi che hanno coinvolto e stanno coinvolgendo ancora Russia e Ucraina, la Russia si è ritirata dalla corsa.

Il paese ospitante verrà nominato a seguito della consueta riunione del BIE che avverrà nel 2023: per seguire maggiori aggiornamenti, vi consigliamo di aggiornare il sito ufficiale del BIE.

La nomina di ambasciatori ufficiali per i BTS

Dopo il panico generato dall’annuncio sorpresa dello (non) hiatus dei BTS dalla scena musicale e dopo le numerosissime voci, rivelatesi immediatamente false, circa lo scioglimento del gruppo che la HYBE ha prontamente smentito, il 17 giugno 2022 è arrivata ufficialmente la notizia circa la nomina ad ambasciatori ufficiali dell’EXPO2030.

Voci di corridoio, poi confermate dallo stesso sindaco di Busan, Park Hyung Jun, narrano che l’invito affinché i BTS partecipassero all’Expo come ambasciatori sia provenuto proprio dallo stesso sindaco, il quale ha contattato la HYBE in merito a questa possibilità e, il CEO della HYBE, Park Ji Won (succeduto a Bang Si Hyuk dopo le sue dimissioni avvenute nel 2021) ha confermato che il gruppo ha accettato sin da subito ben volentieri questa richiesta.

Ovviamente, è noto a tutti che un evento del genere porterebbe alla Corea del Sud un enorme ritorno, non solo in termini economici ma anche e soprattutto di fama a livello mondiale, consentendole di inserirsi ufficialmente tra i paesi che “settano” le regole del gioco sul piano globale: è, quindi, chiaro che la scelta dei BTS come ambassador ufficiali non sia stata affatto casuale ma tuttalpiù ben studiata a tavolino e (parere dell’autrice) anche scontata.

Ma cosa vuol dire essere ambassador ufficiali?

In qualità di ambasciatori, i BTS avranno il compito di partecipare a campagne pubblicitarie ed eventi in supporto della candidatura della Corea, anche se non è ancora chiaro quali saranno i termini e i modi di questa collaborazione; inoltre, al loro fianco in vesti di ambassador, troveremo anche l’AI Rozy e l’attore pluripremiato Lee Jung-Jae (che, nel caso non lo sapeste, abbiamo incontrato a marzo di quest’anno durante il FKFF!).

Non sapete chi è Rozy, la più famosa virtual influencer del mondo?

Date un’occhiata a questo articolo qui!

Se siete curiosi di saperne di più, vi consigliamo di seguirla su Instagram, rimarrete sbalorditi (o forse terrificati, chi lo sa)!

Certo è che la fama degli ARMY per il rendere sold-out qualunque genere di prodotto e contenuto viene proposto e promosso dai Tannies gioca sicuramente a favore dell’organizzazione in sé, la quale conta proprio su questo fortissimo legame tra fan e artisti per ottenere maggiore riconoscimento e riuscire effettivamente in quest’impresa.

Va, inoltre, ricordato che Busan non è proprio un luogo a caso per il gruppo: infatti, i membri Jimin e Jungkook sono originari proprio della città di Busan, quindi la loro presenza come ambassador della città e dell’EXPO è ancor più importante e significativa, quasi un ringraziamento per la loro città natale.

Il concerto gratuito a Busan: info base e come funzionerà

Annunciato tramite la piattaforma Weverse, i BTS terranno un concerto completamente gratuito in supporto alla candidatura della Corea del sud il 15 ottobre alle 6 PM KST (11:00 AM CET) dal Busan Asiad Main Stadium: questo avrà una capienza di 100.000 spettatori e pare che i biglietti siano andati sold-out nel giro di un paio di minuti, lasciando più di 400.000 persone in attesa.

Tuttavia, come se questo non fosse abbastanza, oltre al concerto in presenza, il concerto sarà trasmesso in live play nel parcheggio del porto internazionale di Busan.

Rendendosi conto, però, dell’ancora pressante richiesta, la HYBE il 20 settembre ha rilasciato un ulteriore comunicato con la quale ha annunciato la presenza di un ulteriore live play da Haeundae: per questo, però, a differenza degli altri due eventi, non era necessaria la previa prenotazione e sarà disponibile al pubblico tramite degli schermi posizionati per l’occasione.

Dopo aver fatto 30, però, perché non fare 31? Infatti, il bello non finisce qui perché, per chi non è riuscito a prendere i biglietti per il concerto e per i fan internazionali c’è comunque la possibilità di assistere al live stream, sempre gratuitamente, tramite la piattaforma Weverse, ZEPETO e NAVER NOW!

Per tutti i passaggi, vi consigliamo di controllare le vostre mail (se siete già iscritti alla piattaforma Weverse) oppure di dare un’occhiata a questo sito!

La città di Busan si sta preparando a questo enorme evento già da mesi ed è da giorni che iniziano ad apparire su Twitter e su Instagram le prime foto, non solo del palco al Busan Asiad Main Stadium, ma anche dell’intera città che, giorno dopo giorno, tende a tingersi sempre più di viola.

Non a caso, proprio in questi giorni gli hashtag #borahaefication e #borasan stanno impazzando sui social, accompagnati da numerosissime foto e avvistamenti dei vari fan giunti in città delle varie attrazioni principali già colorate di viola o delle strade dove riecheggiano i brani del gruppo.

La HYBE ha fatto degli accordi con alcune catene alberghiere della città per rendere ancor più memorabile la permanenza degli ARMY accorsi per il concerto, creando dei kit di benvenuto disponibili in alcuni alberghi convenzionati proprio a tema BTS – Yet to come in Busan.

ARMY o meno, questo concerto è un evento fondamentale per la Corea del Sud perché può davvero fare la differenza in termini di eleggibilità e potenzialità agli occhi del BIE: quindi, mi raccomando, non perdete questa occasione e godetevi lo show perché the best moment is Yet to come!

Categorie
K-Music K-Pop

K-pop merch: cos’è e dove trovarlo

Avete mai provato quella sensazione di voler essere ancor più connessi e vicini ai vostri idol preferiti? Quando la musica non basta e vorreste proprio averli accanto a voi per poterci chiacchierare, scambiare opinioni, abbracciarli… Ecco, breve storia triste: questo rimarrà nel 99.9% dei casi soltanto un bellissimo sogno.

Però, ehi! Mai perdere la speranza, magari fate parte di quello 0.1%: 화이팅 e non dimenticate di menzionare Mondo coreano quando incontrerete i vostri idoli!

Per tutti quelli che non fanno parte di quello 0.1%, esiste però una soluzione: sicuramente non economica, sicuramente non soddisfacente al 100% ma è un valido compromesso alla consapevolezza di non poter mai scambiare due chiacchiere con Jungkook… Ops. Di cosa parliamo?

Ovviamente del merchandise K-pop, conosciuto anche come K-pop merch!

Innanzitutto, per chi è appena entrato nel mondo del K-pop e si sta approcciando per la prima volta a termini come bias, lightstick, comeback, concept, merch, photocard, urge fare un po’ di chiarezza e la vostra unnie è qui per risolvere tutti i vostri dubbi. Iniziamo?

Innanzitutto, quando parliamo di merchandise ci riferiamo ad oggetti di vario genere (dalle foto, alle magliette, ai portachiavi e chi più ne ha più ne metta) che rappresentano un idol o un gruppo in particolare, quindi possono avere i loghi, le foto oppure altri elementi rappresentativi stampati su di essi.

La cultura del K-pop merch inizia a prendere piede nell’industria musicale a partire dalla 2nd generation (se non sapete la distinzione tra le varie generazioni K-pop, vi consigliamo di leggere prima questo nostro articolo in merito), quando poster, stickers, segnalibri e photocard verranno inclusi per la prima volta all’interno degli album: sin dal primo momento, i prodotti che riscuoteranno più successo saranno i lightstick e le photocard.

Lightstick (응원봉)

Il nome originale dei lightstick è 응원봉 (eungwonbong), tuttavia poiché non è molto facile da pronunciare, si è preferito chiamarli “bongs” (o lightstick, in inglese) e il loro prezzo può variare tra i $30 and $150.

L’invenzione dei lightstick, in sé, è geniale perché ha preso un oggetto così banale come un bastoncino luminoso e l’ha trasformato in una delle più ambite conquiste tra i fan del K-pop e, nonostante il prezzo non esattamente economico di questi prodotti, rimane comunque al primo posto tra i preferiti dei fan: alcuni di questi lightstick hanno, ormai, una fama propria, pensiamo all’ARMY bomb dei BTS o il Yellow Bang Bong dei BIG BANG, e di alcuni ne esistono anche più versioni.

Photo by MoonSeokjin on BTS Wiki

I lightstick possono essere considerati un vero e proprio segno distintivo tra i fan ed è molto importante portarli con sé ai concerti. Perché? Perché alcuni lightstick, ad esempio l’ARMY bomb, possono collegarsi tramite bluetooth e cambiare colore in base al brano, permettendo ai fan di essere ancor più inclusi e coinvolti nelle performance e nello spettacolo in sé.

Photocard (포토카드)

E se T-shirt, felpe, bucket hat e lightstick possono sembrare un po’ assurdi ma accettabili agli occhi dei non K-pop stan, quello che sicuramente appare incomprensibile è l’esistenza delle photocard: definite da alcuni (ehm ehm eretici ehm ehm) come “santini“, le photocard sono foto degli idol, spesso selfie, stampati su carta laminata e dagli angoli arrotondati.

Le photocard faranno il loro debutto in società nel 2010, incluse per la prima volta nell’album “Oh!” delle SNSD e ottennero da subito un grande successo, tant’è che da quel momento in poi saranno sempre presenti negli album K-pop e presto dilagherà tra i fan la collecting mania, infatti non sono pochi i fan che fanno vere e proprie collezioni di photocard, conservandole in appositi album (un po’ come si faceva da bambini coi deck delle carte di Yu-Gi-Oh o dei Pokémon) e andando alla ricerca delle edizioni più rare.

Le prime photocard delle SNSD nel 2010 – cc blog

Ovviamente, le agenzie di intrattenimento hanno deciso di sfruttare e cavalcare quest’onda, rilasciando delle “edizioni speciali” degli album, contenenti altre photocard particolari, al doppio o al triplo del prezzo standard per incrementare le vendite: ad esempio, l’edizione limitata dell’album da solista di Lisa delle BLACKPINK è andato sold out varie volte sui siti online ed è stato rivenduto a prezzi ancora più alti.

Edizione limitata dell’album da solista di Lisa

Con lo stesso principio delle figurine, i fan spesso scambiano, vendono e acquistano photocard tramite i social o communities online.

Se, però, non vi fidate di acquistare da sconosciuti online, Mondo coreano è qui per aiutarvi a recuperare il merch dei vostri idoli!

Negozi online K-pop internazionali

Daebak

Nato dapprima come negozio online per le Korean snack box (sotto il nome di Snack Fever) a Los Angeles nel 2015, dal 2018 si è spostato a Seoul ed ha allargato il proprio business, vendendo prodotti coreani di vario genere, compreso il K-pop merch.

Attenzione: la spedizione è gratuita per gli ordini superiori a $199, $25.99 per gli ordini a partire da $70 e $39.99 per gli ordini sotto il $70.

KPop Merchandise online

KPopmart

Kpoptown

COKODIVE

Cokodive è uno dei migliori siti online dove acquistare album online, la spedizione è gratuita per chiunque e offrono vari prodotti, sia K-pop merch ma anche fashion e beauty; in questo sito è possibile acquistare buona parte dei prodotti dei BTS o BT21, oltre al “Learn Korean with BTS Book package”.

Kpopshop

Hanno una grande varietà di prodotti K-pop, dai lightstick ufficiali, agli album e le photocard: la spedizione è gratuita e spesso regalano prodotti a chi si iscrive alla loro newsletter; inoltre, hanno anche una sezione speciale dedicata ai più piccoli, chiamata “Kpop for kids”.

Weverse shop

Weverse è un social network coreano creato dalla società di intrattenimento HYBE Corporation ed è noto per avere contenuti multimediali ma anche canali di comunicazione tra artisti e fan: la sua app di e-commerce, Weverse shop (prima Weply), provvede sia abbonamenti per contenuti su Weverse ma anche aggiornamenti e merchandise dei vari artisti.

Dapprima esclusiva dei gruppi legati alla HYBE, ora è tra i primi shop online per tutti i gruppi K-pop, infatti vi basterà cercare il vostro gruppo preferito e vi ricondurrà direttamente al loro merch ufficiale.

Negozi online K-pop italiani

Se, invece, non vi fidate a comprare da siti stranieri e preferite affidarvi a siti italiani, noi consigliamo:

No gravity

La Corea a 360°

Saranghae

Trovate tutti i link e ulteriori siti nella nostra Guida alla Corea in Italia!

Negozi K-pop a Seoul

Dato che ultimamente il traffico aereo ha ripreso i suoi ritmi del pre-pandemia, sempre più persone stanno approfittando di quest’occasione per viaggiare e coronare finalmente il sogno di visitare la Corea! Nel caso in cui voi facciate parte di questa categoria, ecco i negozi K-pop che non potete assolutamente perdervi:

Buru’s Ddeurak

Aperto nel 1979, è un negozio di musica molto famoso nell’area di Myeongdong e all’interno troverete non solo album ma anche tanti prodotti K-pop degli EXO, delle Blackpink, dei BTS e di tanti altri.

  • Address: 37-1 Myeongdong 8na-Gil, Jung-gu, Seoul, South Korea
  • Open hours: 10:00 – 22:30
  • +82-2-776-6353
  • Accepts Credit Card

Myeongdong Underground Shopping center

Considerato un po’ il paradiso del K-pop, troverete di tutto e di più, dagli album, ai vestiti, ai calendari, all’abbigliamento; per raggiungerlo dovrete prendere gli autobus numero 463, 421 o 104 oppure la linea 4 della metro e prendere l’uscita numero 6.

  • Address: 124 Toegyero, Jung-gu, Seoul, South Korea
  • Open hours: 09:00 – 23:00
  • +82-2-776-8932
  • Accepts Credit Card

SUM Market

Il Sum Market è un noto convenience store che si trova nel seminterrato della SM Entertainment, è possibile acquistare il merch ufficiale dei gruppi della SM, così come prodotti personalizzabili (ma anche gli snack alle alghe preferiti dagli EXO o il vino delle Girl’s Generation) e utensili per la casa; il modo migliore per raggiungerlo è prendere la linea verde, blu o rossa dell’autobus oppure tramite la metro ed è possibile accedervi dall’uscita 5 e 6 alla stazione di Samseong.

  • Address: 648 Samseong-ro, Gangnam-gu, Seoul, South Korea
  • Open hours: 10:00 – 22:00
  • +82-2-6240-9800
  • Accepts Credit Card

SM Town Pop-up Store

Questo è il paradiso dei fan della SM, infatti troverete il merch ufficiale delle Girl’s Generation, EXO, Super Junior, Henry, TVXQ e tanti altri: si trova a Young Plaza ed è vicino al Lotte Department Store e si può raggiungere tramite la linea 2 della metro dalla stazione di Euljiroipgu e prendere l’uscita numero 7.

  • Address: 67 Namdaemun-ro, Jung-gu, Seoul, South Korea
  • Open hours: 11:30 – 20:00
  • +82-2-771-2500
  • Accepts Credit Card

Purtroppo, come abbiamo detto all’inizio, stare dietro a tutti questi prodotti può essere dispendioso e non tutti possono permetterselo: non avere nessun prodotto originale dei vostri preferiti non significa essere “meno fan” ed è proprio per questo che noi di Mondo coreano siamo qui.

No, ancora non abbiamo trovato una soluzione alla povertà nel mondo e non abbiamo ancora organizzato un colpo alla zecca di stato (La casa di carta: Corea, chi? Cosa?) però abbiamo pensato che un modo carino per far sapere il nostro amore per i nostri gruppi preferiti è avere degli sfondi carini che li rappresentino! Quindi, che aspettate? Cliccate qui sotto!

Avete mai acquistato il merch ufficiale del vostro gruppo K-pop preferito? Se no, cosa vorreste comprare? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonti:

Best Places to Buy K-pop Goods in Seoul – IVisitKorea

10 of Best K-Pop Albums & Goods Online Stores – Updated 2022 – IVisitKorea

What is the charm of Kpop merchandise, which has long extended outside of CDs and albums? (kbizoom.com)

A Guide to KPop Lightsticks: What to Know and Where to Get Them – The Soul of Seoul

Categorie
K-Pop

#BTS: it’s comeback time!

ARMY di Mondo coreano: a rapporto!

Svegliatevi dal letargo, rispolverate le vostre Army bomb, recuperate gli ultimi episodi di BANGTAN BOMB, andate a ripassare i fanchant. Perché?

Perché, finalmente, il 10 Giugno, dopo più di 500 giorni dall’uscita di BE, avremo un nuovo comeback dei BTS: annunciato durante l’ultimo giorno del mini-tour di 4 date a Las Vegas, il 4 Maggio con uno streaming totalmente inaspettato, è stato rivelato il nome ufficiale del prossimo album, PROOF.

PROOF, da quello che appare dai due teaser resi pubblici (e che potete reperire sul canale Youtube BANGTAN TV) e dall’ultima dichiarazione rilasciata proprio dalla BigHit, è un album antologico che porta alla riscoperta di alcune delle vecchie canzoni del gruppo con l’aggiunta di cinque brani inediti.

Cosa sappiamo di questo nuovo album?

Il filo rosso che lega questo nuovo album è la celebrazione dei nove anni di carriera del gruppo, dei loro sforzi e sacrifici ma anche l’inizio di una nuova era.

Visualizza immagine di origine

Il programma previsto per gli ARMY per scoprire, pezzo dopo pezzo, quello che ci riserba questo nuovo album è stato molto fitto: siete riuscit* a sopravvivere?

Abbiamo subito numerosi attacchi, tra le tracce scelte, i nuovi titoli, per non parlare delle concept photo (ndr: l’autrice di questo articolo non si è ancora ripresa dal ritorno dell’acconciatura da emo di Jungkook) e del trailer del video di Yet to come: insomma, è stato un mese pesante… molto pesante. Proviamo a fare un recap delle tracce?

Visualizza immagine di origine

In questo CD troviamo esclusivamente brani cantati dall’intero gruppo, compresa la grandissima collaborazione con Halsey per Boy with Luv, e il titolo della prima nuova canzone, Yet to come (The most beautiful moment): sorpresa delle sorprese è l’inserimento di Born Singer, brano molto amato dai fan e dal gruppo stesso, che però era una cover (o meglio, sfruttava l’instrumental di un brano di J Cole, Born sinner) fatta dal gruppo nel lontano 2013 e cantata l’ultima volta nel 2017 durante uno degli ultimi appuntamenti del tour.

In questo secondo CD, invece, troviamo sia solo che sub-unit/group songs, mentre la title-track è proprio una delle novità, intitolata RUN, BTS (Dallyeora Bangtan): a quanto pare, ogni membro del gruppo ha scelto un singolo del proprio repertorio e un brano di gruppo/sub-unit, spiegando la propria decisione in una serie di short video chiamati “Proof of inspiration“.

FUN FACT: se notate, i brani dei singoli membri sono messi nell’ordine seguito dal fanchant, alternati da una canzone dell’intero gruppo! Non ci credete? Guardate bene: RUN BTS – Persona (Kim Namjoon) – Stay (OT7) – Moon (Kim Seokjin) – Jamais Vu (OT7) – Trivia: Seesaw (Min Yoongi) … Dobbiamo continuare?

Purtroppo le tracce presenti in questo album saranno disponibili solamente su CD e non sulle piattaforme streaming, tranne For Youth, una delle novità previste per questo album insieme alla traccia 02, Young love, e la 04, Quotation mark.

Da quanto rilasciato alla stampa, questo terzo CD, a differenza degli altri due che, invece, ripercorrono la carriera del gruppo e mostrano le loro diverse sfumature, sembrerebbe proprio essere dedicato agli ARMY, all’amore verso di loro e al rapporto che, indissolubilmente, li lega da ormai nove anni.

Ma, a proposito di ere, siete sicuri di ricordarle tutte? Se la risposta è negativa, Mondo coreano è qui per voi!

PS. Per questioni logistiche, prenderemo in considerazione solamente la discografia coreana ma consigliamo comunque a tutti di ascoltare anche la discografia giapponese che contiene alcune perle firmate Bangtan Sonyeondan.

School trilogy (2013-2014)

La “school trilogy” è la prima vera era che segna l’inizio del percorso dei Tannies, a partire dal loro debutto con il brano No more dream.

Questa trilogia è composta dagli album:

2 Cool 4 Skool, pubblicato il 12 giugno 2013

O!RUL8,2?, pubblicato l’11 settembre 2013

Skool luv affair, pubblicato il 12 febbraio 2014

Il leitmotiv di tutti e tre gli album, oltre alla musica hip hop e l’ambiente scolastico, è una forte critica nei confronti della società opprimente nella quale gli adolescenti d’oggi si trovano a vivere, schiacciati dalle aspettative e dalle pressioni di genitori e insegnanti e costretti ad abbandonare i propri sogni per seguire quelli altrui.

Dark & Wild (2014-2015)

Visualizza immagine di origine

Questo album è stato rilasciato il 19 agosto 2014 ed è da molti considerato come un periodo (o album) di transizione perché iniziamo ad assistere ad un cambiamento, non solo stilistico e di genere, ma anche nelle tematiche perché dall’ambiente scolastico si passa alle relazioni sociali generalmente intese, nello specifico i sentimenti amorosi, prevalentemente adolescenziali, e quanto possa esservi correlato.

Una delle tracce di questo album, War of hormone, seppur sia tra le più amate dai fan, ha messo in grandi difficoltà il gruppo e l’agenzia, criticata per il testo e per un’eccessiva oggettivizzazione delle donne: questo porterà la BigHit a scusarsi pubblicamente e avviare un processo di revisione dei testi più attenta.

Personally, I received a lot of criticism regardin misogyny in 2015 and 2016, which led me to get my lyrics reviewed by a women’s studies professor. That experience, in turn, was an opportunity for me to self-reflect and question whether I’d been insensitive to gender equality. I want to do the best I can to take interest in the topic, learn and make improvements. That’s my perspective now.
RM (Kim Namjoon) to ABC News in 2021

Personalmente, ho ricevuto molte critiche in merito alla misoginia intorno al 2015/2016, [ciò] mi ha portato a far rivedere i miei testi da un docente di studi femminili. Questa esperienza, col senno del poi, è stata un’opportunità per me per fare autocritica e chiedermi se non fossi insensibile in merito alla questione di genere. Voglio fare il mio meglio per interessarmi alla questione, imparare e migliorare. Questo è il mio obiettivo.
RM (Kim Namjoon) a ABC News nel 2021

Hwa-yang-yeon-hwa (2015-2016)

Questa era è caratterizzata dalla serie di mini-album intitolati The most beautiful moment in life (o 화양연화, hwa-yang-yeon-hwa).

Si compone di tre album:

HYYH pt.1, pubblicato il 29 Aprile 2015

HYYH pt.2, pubblicato il 30 Novembre 2015

HYYH: Young Forever, pubblicato il 2 maggio 2016

The most beautiful moment in life segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e si concentra in buona parte sulla paura di crescere ma anche sul voler realizzare i propri sogni ed è ispirato ad una conversazione realmente avvenuta tra Bang PD e Suga, durante la quale quest’ultimo avrebbe affermato di non voler ancora diventare adulto per continuare ad inseguire i propri sogni di ragazzino.

Inoltre, è possibile osservare anche un cambiamento nello stile, assistendo ad un progressivo passaggio dal genere hip hop al più classico pop-rock.

Wings e You never walk alone (2016-2017)

Rilasciato il 10 ottobre 2016, rappresenta la trasformazione più matura dei BTS, in quanto unisce temi vicini alla giovinezza – già affrontati negli album precedenti – ma anche la tentazione e le difficoltà: ispirato prevalentemente al romanzo Demian di Hermann Hesse, non sono rari i riferimenti al confronto tra il bene e il male e la filosofia jungiana.

A Wings seguirà l’album You Never Walk Alone, rilasciato il 13 febbraio 2017, che consiste in una continuazione proprio di Wings, infatti contiene molti brani del precedente album insieme a qualche brano nuovo: fiore all’occhiello di questo YNWA è il brano Spring Day, al quale è tristemente collegato il tragico evento che ha coinvolto il traghetto Sewol nel 2014.

Love yourself trilogy (2017-2018)

Anche in questo caso ci troviamo davanti ad una serie di album tutti intitolati Love yourself.

Gli album in questione sono:

Love Yourself: Her, pubblicato il 18 settembre 2017

Love Yourself: Tear, pubblicato il 18 marzo 2018

Love Yourself: Answer, pubblicato il 24 agosto 2018

Her è il primo disco della trilogia e rappresenta la gioia e la bellezza dell’innamoramento, mentre Tear affronta il dolore e la sofferenza dovuti alla separazione ma, soprattutto, la consapevolezza di potersi trovare davanti un amore non corrisposto: l’ultimo album, Answer, rappresenta un po’ la conclusione del percorso di crescita e cambiamento iniziato con HYYH.

Se il filo conduttore dei primi due EP è l’amore verso gli altri e la ricerca disperata di attenzioni e risposte dagli altri, Answer, proprio come suggerisce il titolo, dà un consiglio fondamentale agli ascoltatori, cioè quanto sia necessario amare se stessi prima di cercare l’amore negli altri.

Questa costruzione non è affatto casuale e, come abbiamo avuto modo di vedere molte volte nei contenuti proposti dai BTS, si fa un grande riferimento a quella che è la tradizione letteraria cinese, coreana e giapponese, infatti Love Yourself è impostato secondo il Kishotenketsu (起承転結), un termine giapponese che indica proprio l’impostazione della narrazione e della retorica tradizionale asiatica.

Tra il primo e il secondo album della serie Love Yourself verrà pubblicato il 4 aprile 2018 anche l’album giapponese, Face Yourself, al cui interno troviamo, tra le varie versioni in lingua giapponese delle canzoni presenti in Her, anche il brano Don’t leave me che, seppur non abbia un suo video musicale, ha riscosso molto successo tra gli Army.

Map of the soul (2019-2020)

La serie Map of the soul consiste in una serie di tre album, due in lingua coreana e uno in lingua giapponese, nello specifico:

Map of the soul: Persona, pubblicato il 12 aprile 2019

Map of the soul: 7, pubblicato il 12 febbraio 2020

Map of the soul: The Journey, pubblicato il 14 luglio 2020

L’intera serie coglie ispirazione dal libro di psicologia analitica di Murray Stein, incentrato sulle teorie dello psicanalista Jung, e si concentra sul percorso che hanno dovuto affrontare, come individui, come giovani e come gruppo, per arrivare al successo che stanno ricevendo negli ultimi anni.

BE (2020-2021)

Be è l’ultimo album del gruppo, rilasciato il 20 novembre 2020, e in base a quanto dichiarato durante la conferenza stampa dalla stessa agenzia, in questo album i BTS si aprono, esternando le loro sensazioni e timori, specie in seguito alla pandemia e il terrore dei giovani membri di non riuscire a rimanere in contatto con i propri fan: in particolar modo il brano Life goes on cerca di riassumere in note e parole queste sensazioni e la loro ricerca di sicurezza e certezza.

Butter (2021)

Per quanto non possa essere considerato un vero e proprio album, questo EP contiene gli ultimi due brani dei BTS, Butter (uscito nel maggio 2021) e Permission to dance (uscito nel luglio 2021), brani che li hanno consacrati ulteriormente nell’olimpo della musica internazionale, portando anche alla vittoria di numerosi premi.

Che ve ne pare di questo concept? Siete pront* per il grande ritorno dei Tannies?

Sappiate, però, che le sorprese non finiscono qui! Eh no, perché saprete bene che gli Army sono conosciuti tra tutti i fandom per essere tra i più generos* che esistano e, anche noi di Mondo coreano, non abbiamo saputo resistere a questo richiamo. Siete curiosi di sapere cosa abbiamo preparato per voi? Cliccate il pulsante qui sotto e non dimenticate di commentare!

Categorie
K-Culture K-HipHop K-Pop Korea

#Hipstory: Il massacro di Kwangju

Nel terzo episodio di #Hipstory vediamo insieme una pagina molto importante della Corea contemporanea grazie ad una canzone composta e prodotta da Suga dei BTS nel 2010 quando, membro della crew hiphop D-Town, aveva il soprannome di Gloss. Il brano è però cantato da Nakshun, leader della crew.

Il titolo simbolico rimanda con la memoria direttamente a quel giorno fatidico: 518 sta infatti ad indicare il giorno 18 maggio (05.18), ovvero la data che segnò l’inizio di ciò che ricordiamo come il Massacro di Kwangju, mentre 062 rappresenta il numero identificativo dell’area di Kwangju.

탁한 바람 가득 한 땅 위에 내린 새싹
5-1-8 어둡던 지난날의 밤
이 지나 탄생한
새 역사를 위해서
손을 들어 hands up (x2)

Un germoglio piovuto su un florido terreno sfiorato dal vento torbido
5-1-8, la notte di quell’oscuro giorno passato
per questa nuova storia che
è nata grazie al passato
alzate le mani, mani in alto (x2)

Era la primavera del 1980 quando a Kwangju, città metropolitana a Sud Ovest della Corea del Sud, centinaia di studenti scesero in piazza per protestare contro la legge marziale istituita dal generale Choon Doo Hwan.

La strada per la presa di potere del generale Choon Doo Hwan fu spianata nel decennio precedente dal Presidente Park Chung Hee (padre dell’ex presidentessa della Corea del Sud, Park Geun-Hye) il quale, nel corso dei suoi mandati, sciolse il Parlamento ed impose una Costituzione che conferiva poteri quasi dittatoriali al Presidente. Inoltre, questo nuovo ordinamento giuridico, che prese il nome di Costituzione Yusin (1972), estendeva il mandato del Presidente a 6 anni senza limiti di rielezione quando, in precedenza, erano tassativamente 2 (anche se Park Chung Hee fu talmente abile da farsi eleggere per ben tre volte – 1963 – 1967 – 1971 – grazie al sostegno dei servizi segreti coreani, KCIA).

Dopo l’assassinio del Presidente Park Chung Hee con l’accusa di corruzione proprio da parte del direttore della KCIA (1979), fu il militare Choi Kyu Ha a prendere il suo posto ma, a causa dei suoi discreti segnali di apertura, Choi Kyu Ha fu spiazzato nel giro di pochi mesi dal colpo di stato del generale Choon Doo Hwan che, alla fine dell’anno, era già al potere dell’intera Corea del Sud.

L’inizio della resa dei conti: studenti contro militari

Il 17 maggio 1980 il nuovo Presidente, col proposito ufficiale di combattere il “nemico comunista”, estese la legge marziale, fino a quel momento in vigore solo nella città di Busan, a tutta la penisola.

Bastò un solo giorno per radunare circa 200 universitari davanti alla Chonnam National University di Kwangju per protestare contro la chiusura del loro ateneo, riscontrando un consistente appoggio dal resto della popolazione. I manifestanti si imbatterono però in una trentina di soldati incaricati di tenerli fuori dal campus i quali, per portare a termine il lavoro assegnatogli, cominciarono a colpire gli studenti a bastonate. Gli universitari risposero quindi con lanci di pietre, decidendo infine di marciare verso il centro della città e trovando sempre più sostenitori lungo il loro cammino. In poche ore, circa 700 poliziotti si trovarono a fronteggiare più di 2.000 manifestanti. Noncuranti, i militari insorsero sulla folla, picchiando studenti e passanti e così, quel giorno, ci fu la prima vittima: Kim Gyeong-cheol un sordo di soli 29 anni il quale ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Nei giorni seguenti, sempre più residenti di Kwangju, dagli imprenditori alle casalinghe, dagli avvocati agli autisti di taxi, presero parte a questa marcia per la difesa della gioventù di Kwangju, raggiungendo la soglia dei 10.000 manifestanti: l’esercito fu quindi costretto a mandare altri 3.000 soldati che, spietatamente, si scagliarono contro gli innocenti bastonandoli, pugnalandoli, mutilandoli con baionette, lanciando gas lacrimogeni in mezzo alla folla per poi sparare indiscriminatamente.

L’apice della violenza si raggiunse il giorno 21 maggio, quando gli studenti presero d’assalto stazione di polizia e armeria, rubando fucili, carabine e persino due mitragliatrici, una delle quali venne poi incorniciata sul tetto dell’università di medicina: grazie a questo evento, i cittadini furono in grado di presiedere Kwangju per ben cinque giorni, dato il ritiro delle truppe.

Il 27 maggio però, nel cuore della notte, cinque divisioni furono di ritorno a Kwangju, più agguerrite che mai: il tentativo dei cittadini di combatterli sia con la forza, sia stendendosi a terra per bloccarli, non diede i risultati sperati e dopo solo un’ora e mezza di scontri spietati, l’esercito riprese il controllo della città.

Le dichiarazioni ufficiali segnalarono la morte di circa 200 persone, ma il censimento della popolazione rivela che più di 2.000 cittadini residenti a Kwangju sparirono durante quel breve ma intenso periodo.

이 거친 느낌의 곡에 끄덕거리는 고갠
062 이 곳 에 권리는 위한 고생
담을 역사에 기록해놔 , 그들의 의지로
새겨진 인권제도를 느낄 수 있는 것
그 무엇이, 그들을 움직이는 팔 다리가 되어
배여 진 몸에 상철 태극기로 채워
그대여 나또한 당신의 의지를 불태워
형제여 상처 난 한국살 끊임없이 외워

Le teste che annuiscono su questa canzone riguardo un sentimento passato
In questo luogo, 062, avvenne la sofferenza per i diritti umani
Grazie alla loro determinazione hanno lasciato impresso nella storia il loro coraggio
In modo da far comprendere la costituzione così profondamente impressa
Quel qualcosa è diventato il movimento delle loro braccia e gambe
Colma il tuo corpo con la bandiera nazionale
Ravviverò la tua determinazione
Fratelli, le vostre ferite rimarranno per sempre nella nostra memoria

Una voce più forte della censura

A causa della censura operante in quel periodo, quasi tutto il resto della penisola era all’oscuro di ciò che stava succedendo nella città di Kwangju. Tuttavia, diversi giovani, tra cui alcuni studenti, intrapresero azioni drastiche per cercare di portare alla luce la verità sull’accaduto.

A Seoul, lo studente universitario Kim Uigi di soli 21 anni preparò dei volantini su Kwangju prima di gettarsi dal sesto piano di un edificio; poco dopo, Kim Jongtae si diede fuoco subito dopo aver gridato lo slogan del movimento democratico che chiedeva verità. Sacrifici di questo genere non facevano che continuare mentre il governo si ostinava a negare qualsiasi tipo di evento rivoltoso legato alla città di Kwangju: nel primo anniversario del 18 maggio, gli studenti si riunirono in una protesta silenziosa alla Seoul National University. Kim Taehun, di Kwangju, come Kim Uigi si lanciò dal quarto piano di un edificio invocando lo slogan delle proteste.

Nonostante i sacrifici, il governo militarista continuò imperterrito a negare la realtà dei fatti e a mettere a tacere i media coreani e, se non fosse stato per gli sforzi dei giornalisti stranieri, è probabile che gran parte del mondo sarebbe tuttora all’oscuro delle atrocità perpetrate a Kwangju. In particolare, un giornalista tedesco, Jürgen Hinzpeter, fu uno dei pochi in grado di provare cosa accadde realmente a Kwangju: quando, terminato il suo incarico a Tokyo, arrivò a Seoul decise di prendere un taxi per Kwangju dove, però, i militari avevano bloccato le strade. L’intraprendente tassista, chiamato Kim Sabok (probabile nome di fantasia), non si diede per vinto e riuscì ad aggirare le barriere militari accompagnando Hintzpeter fino a Kwangju in totale sicurezza. Hinzpeter fu così in grado di documentare parte degli eventi di Kwangju e, in seguito, riuscì a contrabbandare il filmato fuori dalla Corea e lo pubblicò, dando la possibilità al mondo di conoscere finalmente ciò che stava accadendo nella città coreana.

Per queste gesta eroiche, Hintzpeter fu in seguito nominato cittadino onorario di Kwangju gli venne reso un omaggio speciale nei memoriali più recenti.

Si è mai avuta giustizia?

Nonostante le prove concrete riportate nel corso degli anni, nell’aprile 2017 l’ex presidente Chun Doo-hwan, che ha guidato il governo dal 1980 al 1988, ha pubblicato le sue memorie, dove ha esplicitamente negato l’affermazione fatta dal defunto prete attivista, Cho Chul-hyun, il quale aveva testimoniato di aver assistito a sparatorie militari contro i cittadini dagli elicotteri durante la rivolta pro-democrazia di Gwangju nel maggio del 1980. Chun ha insistito nell’affermare che le parole di Cho fossero calunnie, chiamando il defunto prete “Satana con una maschera”.

Tre anni dopo, il 17 maggio 2020, in seguito ad una marcia di protesta partita da Yeouido per arrivare fino a casa di Chun, dove i manifestanti pretendevano delle scuse sincere nei confronti di vittime e familiari, l’ex presidente ha nuovamente negato il suo coinvolgimento nella strage, sostenendo di non doversi scusare per qualcosa che non ha commesso.

Fortunatamente, nonostante le continue smentite, il 22 maggio del 2011 Unesco ha riconosciuto questo tragico evento come Patrimonio Mondiale dei Ricordi e nel 2015 è stato aperto un sito web degli Archivi del 18 maggio dove vengono riportati video, storie ed immagini per non dimenticare.

La rivolta di Kwangju rimane senza dubbio una parte estremamente essenziale della storia coreana e non dovrebbe mai essere scordata. È importante ricordare ogni singolo caduto che si è immolato al fine di ottenere la democrazia di cui gode oggi la penisola, così da non permettere alla storia di ripetersi.  

Categorie
K-Culture Korea

16/04/2014: il naufragio del Sewol

Breve introduzione all’argomento

Il 16 Aprile 2014 è una data fondamentale per la storia contemporanea coreana, data passata tristemente alla storia a seguito del naufragio della nave Sewol ed è ricordato come uno dei più grandi naufragi mai avvenuti in Corea e, soprattutto, uno degli eventi più disastrosi accaduti in tempi di pace.

A causa del naufragio perderanno la vita 304 persone, 250 dei quali erano studenti della Danwon High School di Ansan e i 172 sopravvissuti verranno tratti in salvo prevalentemente da pescherecci e navi civili, arrivate sul luogo almeno 40 minuti prima della Korean Coast Guard (해양경찰청, Haeyang-gyeongchal-cheong).

This aerial image shows part of the damaged Sewol ferry between two barges during a salvage operation Thursday.
Immagini aeree delle operazioni di recupero del Sewol avvenute nel 2017 (Credits to AFP/Getty Images)

Ricostruzione dell’evento

naufragio-korea

Il Sewol (세월) era un traghetto costruito in Giappone nel 1994, nel 2012 verrà acquistato dalla Cheonghaejin Marine Company e, a seguito di ciò, subirà delle modifiche rivelatesi poi illegali.

Il traghetto ha iniziato ad essere attivo il 15 Marzo del 2013, compiendo tre viaggi a settimana dal porto di Incheon all’isola di Jeju, tragitto di 425 km e della durata di 13 ore e mezza.

Il Sewol, al momento della partenza, trasportava 443 passeggeri, 33 membri dell’equipaggio e 185 macchine, per un totale di 2,142.7 tonnellate di carico, nonostante il peso massimo consentito fosse pari a 987 tonnellate: il carico che non rientrava in quello consentito non era stato adeguatamente messo in sicurezza e questo squilibrio di peso sarà una tra le tante motivazioni che porteranno all’infausto evento.

La partenza del Sewol avverrà alle ore 09:00 p.m. KST del 15 Aprile 2014 e, per buona parte della navigazione, tutto andrà secondo i piani; tuttavia, a circa tre quarti di viaggio, avverrà qualcosa che darà il via alla concatenazione di eventi che porteranno al naufragio: alle ore 08:27 a.m. KST, mentre il Sewol entra nel canale di Maenggol, l’ufficiale di coperta Park ordinerà al timoniere Cho di correggere la rotta da 135 a 140 gradi.

A questo punto, però, la vicenda inizierà a farsi confusionaria perché verranno presentate due versioni differenti degli avvenimenti che, all’esito delle indagini, permetteranno alla Corte di concludere che i tentativi di Cho hanno portato la nave ad affrontare una svolta di 15 gradi per 40 secondi e che Cho (spaventato dall’eccessiva velocità della nave nella risposta ai comandi quando gli era stato dato l’ordine da Park di cambiare la rotta di 145 gradi) stesse già cercando di svoltare a sinistra quando ha ricevuto le altre indicazioni dall’ufficiale di coperta, portando la prua della nave a girare rapidamente a destra.

Il susseguirsi di brusche manovre porterà buona parte del carico del Sewol a spostarsi su un lato, implicando la perdita di tutta la forza di reazione della nave, permettendo così all’acqua di fluire dentro tramite i portelloni laterali per l’ingresso delle automobili e del carico localizzati nella poppa. Ma dov’era, in tutto questo trambusto, il capitano della nave?

Il Capitano Lee, nel frattempo, si trovava nella sua cabina ma, una volta sentito dell’incidente, si precipiterà sul ponte di comando della nave, raggiunto poco dopo dal resto dell’equipaggio e sarà all’incirca in questo momento che il timoniere Cho spegnerà i motori dell’imbarcazione, lasciando che questa andasse alla deriva.

Mentre il Sewol iniziava ad affondare, i membri dell’equipaggio e il Capitano Lee ordineranno ai passeggeri tramite l’interfono della nave di rimanere fermi perché ogni minimo movimento sarebbe potuto essere pericoloso e, contestualmente, verrà effettuata la prima chiamata al numero nazionale di emergenza da Choi Duk-ha, uno studente della Danwon presente sul traghetto: l’equipaggio procederà con le dovute chiamate d’emergenza al servizio di assistenza al traffico marittimo o VTS soltanto qualche minuto dopo.

Di lì in poi inizierà un “botta e risposta” tra la Guardia Costiera e il Sewol circa lo status dell’imbarcazione, dei passeggeri e le procedure da seguire: alle 08:57 a.m. KST la Guardia costiera invierà il pattugliatore No. 123 sulla scena e lo incaricherà di seguire le procedure della Guardia costiera per il salvataggio dei passeggeri.

Questo passa parola di informazioni proseguirà fino alle 09:38 a.m. KST, quando si interromperanno definitivamente le comunicazioni tra la nave e il VTS: nel frattempo, qualche minuto prima lo stesso servizio di assistenza esorterà il Capitano a prendere una rapida decisione sul da farsi e questi ribadirà, un’ultima volta, l’ordine di rimanere fermi, ordine che condannerà definitivamente a morte buona parte dei passeggeri.

Visualizza immagine di origine

Alle 09:46 a.m. KST il Capitano Lee e parte del suo equipaggio verrà tratto in salvo, abbandonando la nave e i suoi passeggeri al loro triste destino.

Le successive operazioni di recupero dei corpi delle vittime e dei loro oggetti da restituire a genitori e amici verranno condotte prevalentemente da sommozzatori civili, lasciati da soli nell’esecuzione di queste difficilissime e pericolose operazioni: il 10 Luglio 2014 il governo ordinerà improvvisamente ai sub di interrompere il tutto e di abbandonare il sito.

Cause principali del naufragio

Ma quindi, quali sono le cause di questo terribile incidente?

Per quanto cercare un solo colpevole sia – sostanzialmente – impossibile, siamo in grado, anche grazie alle indagini e ai processi che si sono svolti, di individuare alcune motivazioni che hanno portato a questo esito, innanzitutto possiamo imputare alla pericolosità della zona di mare del canale di Maenggol un primo motivo che avrebbe dovuto comportare una maggiore attenzione nella navigazione.

Purtroppo, però, in questo caso le cause e gli errori umani sono sicuramente quelli che hanno maggiormente influito nella determinazione degli eventi, partendo dalle modifiche inopportune al progetto originale del traghetto e al difetto nel meccanismo di governo del timone (informazione che era stata fatta presente dal Capitano Lee il 1 Aprile di quello stesso anno ma che era stata completamente ignorata dalla compagnia che gestiva la manutenzione della nave).

Un altro errore umano è stato quello commesso dall’ufficiale di coperta Park e dal timoniere Cho, dovuto all’improvvisa e irragionevole virata a tribordo tra le 08:48 e le 08:49 che ha causato lo scivolamento del carico a babordo (= sinistra) e a ciò si deve aggiungere la totale inesperienza e inadeguatezza dell’equipaggio nelle situazioni emergenziali: un’indagine sulla contabilità della Chonghaejin ha rivelato, poi, che l’azienda avesse speso appena 521 dollari per l’addestramento dell’equipaggio, comprese le esercitazioni per le evacuazioni.

I ritardi nelle operazioni di salvataggio rientrano sicuramente tra le concause di questa tragedia, infatti è stato notato come una maggiore repentinità nell’attivazione delle operazioni avrebbe sicuramente portato in salvo molte più persone rispetto ai numeri effettivi ma in questo caso si inserisce un’altra componente, cioè quella dell’insensatezza dell’ordine di rimanere a bordo da parte del Capitano Lee, ordine che è stato eseguito ad occhi chiusi dai passeggeri: da questa dinamica è stato, poi, tratto un articolo di critica sociale da parte del giornale Korea Times dal titolo Culture can’t explain it all, nel quale si affronta il ruolo della cultura e della rigida educazione coreana.

Ultimo, ma non per importanza, troviamo il comportamento del Capitano, il quale ha impiegato ben 40 minuti prima di rendersi conto dell’irrecuperabilità della situazione e non si è prodigato immediatamente per l’attivazione dei protocolli di salvataggio: a ciò va aggiunto, soprattutto, la sua decisione di mettersi in salvo prima di essersi assicurato del benessere dei propri passeggeri, violando quella che è una legge non scritta del mare, cioè “Il comandante affonda con la nave“.

Tra i vari responsabili, certamente non si può escludere la Guardia costiera, sospettata di aver deliberatamente ignorato il proprio manuale interno nello svolgimento delle operazioni di soccorso, infatti, secondo il Manuale di soccorso marittimo la polizia marittima è tenuta a designare un Coordinatore per supervisionare le operazioni: effettivamente, la Guardia costiera di Mokpo aveva sì inviato il vascello No. 123 ma senza dargli grandi spiegazioni sulla situazione, infatti questi non soltanto aveva una scarsissima conoscenza delle coordinate reali della nave, del numero dei passeggeri e – soprattutto – del nome del traghetto, ma anche non era a conoscenza delle comunicazioni avvenute tra il Sewol e il VTS di Jindo, così come non aveva ricevuto alcuna informazione dall’elicottero che era arrivato sulla scena dell’incidente 10 minuti prima.

Il vascello No. 123 è arrivato sulla scena totalmente impreparato, trovandosi davanti la nave già inclinata di 45 gradi, rendendo impossibili i tentativi di evacuazione con i mezzi che aveva a bordo e, inoltre, secondo il Manuale di soccorso, i sommozzatori sarebbero dovuti intervenire immediatamente appena giunti sul posto ma ciò non è avvenuto, anzi soltanto due sommozzatori hanno tentato di entrare nel traghetto verso le 11:24 a.m. KST, quando già il Sewol era capovolto e quasi totalmente affondato, rendendo vani i loro tentativi.

Proprio a causa dell’inadeguatezza della Guardia costiera coreana, l’ex Presidentessa Park Geun-hye dismetterà l’organismo in risposta alla fortissima pressione sociale e verrà ristabilito soltanto nel 2017 dal Presidente Moon Jae-in.

Il caso mediatico e il caos politico

La prima cosa che è apparsa agli occhi di tutti è stato il fallimento epocale della leadership e dell’apparato statale nella gestione della tragedia, pensiamo semplicemente al fatto che Park Geun-hye non è apparsa in pubblico per circa sette ore dopo l’avvenuto naufragio, rimanendo chiusa nella sua stanza da letto: il governo coreano verrà aspramente criticato in quei concitati giorni, non soltanto accusato di aver ritardato troppo i soccorsi, ma anche per le notizie imprecise – e talvolta false – date dalle fonti governative, tanto che il 27 Aprile 2014 il Primo Ministro Chung Hong-won darà le sue dimissioni dopo essersi scusato con la popolazione.

Park Gyun-hye si scuserà per essere stata incapace di gestire la situazione soltanto 13 giorni dopo l’evento, il 29 Aprile 2014, e visiterà la scuola di Ansan dalla quale provenivano gli studenti, promettendo alle testate giornalistiche e ai cittadini di avere l’intenzione di riformare il paese affinché un evento del genere non si verificasse più: tuttavia, questo sarà soltanto l’ennesimo tentativo del governo di proteggere maggiormente la propria reputazione che la verità.

Il 16 Novembre 2016 verrà pubblicato un report sulla tragedia del Sewol compilato dal Servizio nazionale di intelligence coreano diretto alla Presidentessa Park, nel quale ci si riferiva al naufragio come ad un “banale incidente di un traghetto” (그저 하나의 여객선 사고) e si affermava di dover “controllare le proteste in merito al naufragio” (여객선 사고를 빌미로 한 투쟁을 제어해야 한다): nel report non si fa alcun riferimento né alle indagini, né al recupero del relitto né al supporto verso le famiglie delle vittime ma, anzi, si incita al controllo delle proteste da parte dell’opposizione, suggerendo di manipolare l’opinione pubblica tramite manifestazioni organizzate dal governo stesso.

Il naufragio del Sewol contribuirà fortemente al crollo dell’amministrazione Park, infatti mentre aumentavano le critiche nei suoi confronti, l’amministrazione istituiva una commissione per monitorare e perseguire i detrattori: nel 2016 questo piano uscirà definitivamente allo scoperto e causerà lo scoppio di uno scandalo per corruzione che porterà all’avvio del procedimento di impeachment nei confronti di Park Geun-hye.

Dopo l’elezione di Moon Jae-in, verranno rivelati dei documenti che l’ex Presidentessa aveva creato contenenti una lista nera segreta di artisti cui era vietato ricevere ogni sorta di riconoscimento governativo o sponsorizzazione e, successivamente, si scoprirà che l’obiettivo iniziale di questa lista era proprio quello di censurare coloro che avevano commemorato le vittime del Sewol tramite la loro arte.

Gli indagati e il processo

Come in tutte le storie, anche in questo caso dobbiamo identificare i “cattivi”, o meglio, dobbiamo capire chi sono i responsabili e, in effetti, sin dal primo momento l’attenzione è ricaduta, giustamente, su alcuni soggetti specifici. Cioè?

  • Il Capitano della nave e 14 membri dell’equipaggio;
  • Il Governo (nella figura di Park Geun-hye e della Guardia costiera);
  • Il proprietario della Chonghaejin Marine, Yoo Byung-eun;

Cosa c’entra il proprietario della compagnia?

Dalle indagini è emerso che questi non fosse un soggetto particolarmente raccomandabile, anzi tutt’altro, infatti, era noto come il “milionario senza faccia” a causa delle sue rare apparizioni in pubblico: ex fotografo e membro del culto religioso chiamato Odaeyang (il che lo aveva reso sospetto nel caso del suicidio-omicidio di massa del 1987, in cui più di 30 persone del suo gruppo furono trovate morte, legate e imbavagliate in una fabbrica a sud di Seoul, senza però che gli investigatori trovassero alcuna prova del suo coinvolgimento), nei primi anni ’90 passerà quattro anni in prigione per il reato di frode.

Illustrato, quindi, il quadro sulla sua persona ma senza voler scadere nel “giudicare un libro dalla sua copertina”, non appare affatto strano che dietro il disastro del Sewol vi sia anche il suo zampino e, non a caso, non appena verrà rilasciato un mandato d’arresto nei suoi confronti, questi si darà alla macchia: per la sua ricerca verranno impiegati 9000 poliziotti, tuttavia, nel giugno del 2014 verrà trovato un cadavere a 415km a sud di Seoul corrispondente a quello dell’imprenditore (identificato per mezzo del suo DNA) ma le cause della morte rimarranno ignote. Che, quindi, sapesse più del previsto e che, quindi, la verità fosse ancora più sconvolgente di quanto fosse già emerso?

Ad ogni modo, i principali sospettati sono 11 membri dell’equipaggio, accusati di negligenza professionale e di altri reati minori circa la sicurezza della nave, e 4 membri dell’equipaggio (il Capitano Lee, il Primo Ufficiale Kang, l’ufficiale in seconda Kim e il capo ingegnere Park), accusati di omicidio per grave negligenza, la cui pena nell’ordinamento giuridico coreano può anche corrispondere alla pena di morte.

Il processo per il disastro del Sewol inizierà qualche mese dopo e fondamentali saranno le testimonianze di alcuni sopravvissuti alla tragedia e dei sommozzatori civili, specie per la ricostruzione degli eventi e per ridisegnare meglio i profili di responsabilità in capo all’equipaggio a bordo e alle autorità: ciò che, purtroppo, emergerà dalle loro testimonianze sarà l’ingiustificato ritardo nelle operazioni e i vaghi e insensati tentativi di camuffare la verità.

I want to question the high-ranking officials. I remember everything with acute pain. I cannot forget. But how come you, the élite of the society, claim that you don’t know and you don’t remember?
Kim Gwan-hong, civilian diver – First hearings for the Sewol ferry disaster 14-16/12/2015

Voglio fare una domanda alle persone importanti qui presenti [letteralmente “ai funzionari di alto rango]. Io ricordo tutto con estremo dolore. Non posso dimenticare [quello che ho visto]. Come fate voi, élite della società, ad affermare di non sapere e di non ricordare [di quel giorno]?
Kim Gwan-hong, sommozzatore civile – Prima udienza per il caso Sewol 14-16/12/2015

Durante una delle udienze, il pubblico ministero chiederà la pena di morte per il Capitano Lee, sostenendo fortemente la sua totale responsabilità nel non aver adempiuto ai suoi obblighi da capitano, mentre l’11 Novembre 2014 il Tribunale del distretto di Gwangju affermerà che questi fosse sì, colpevole di negligenza, ma che questa non fosse sostenuta dall’obiettivo di uccidere, condannandolo a 36 anni di carcere: nei vari appelli, poi, la sentenza è stata ulteriormente aumentata passando da 36 anni al carcere a vita, tuttavia questa sentenza non sarà affatto ben accetta dai cittadini, che sosterranno vivamente che la Corte abbia “anteposto la vita del Capitano a quelle dei loro figli“.

Anche gli altri imputati subiranno una condanna al carcere, seppur con qualche sconto di pena.

The “Yellow ribbon campaign”

Credits to Korea.net

The parents have been desperate to know the truth. But why are they trying so hard to hide it? I need to know the truth, and I want them to apologise sincerely.
Jeong Bu-ja, mother of late Shin Ho-seong

I genitori sono disperati di sapere la verità. Perché [loro, le autorità] stanno cercando così tanto di nasconderla? Ho bisogno di sapere la verità e voglio che si scusino sinceramente.
Jeong Bu-ja, madre del defunto Shin Ho-seong

Tra le cose che più lasciano di stucco davanti tragedie di questo calibro è l’utilizzo del cellulari, diventati involontariamente testimoni e strumento per raccontare l’agonia e la disperazione dei passeggeri del Sewol e proprio i video e i messaggi inviati dalle vittime ai propri cari sono stati ulteriore benzina per la già ustionante e divampante rabbia dei parenti delle vittime, assetati come non mai di giustizia e di verità: è proprio in quest’occasione che è nata la “Yellow ribbon campaign“. Cos’è?

Il fiocco giallo è, da sempre, usato come simbolo di speranza, così quando il Sewol è naufragato e divenne chiaro che le vittime non avrebbero fatto ritorno e i cittadini presero a interrogarsi circa le responsabilità del governo, i fiocchi assunsero il significato di resistenza civile e di democratizzazione.

Un gruppo di studenti universitari, noto come “Active Autonomous Alter Life Together” (ALT), durante i giorni successivi alla tragedia posterà online il progetto di un disegno che rappresentava un fiocco delineato in nero su uno sfondo giallo accompagnato dalla didascalia “Che possa un piccolo movimento generare un grande miracolo” e incoraggeranno tanti altri a partecipare alla campagna in sostegno delle vittime del Sewol: i fiocchi gialli riceveranno subito una grande risonanza, diventando un simbolo anti-governativo e delle proteste che scoppieranno di lì a poco.

Visualizza immagine di origine
Credits to Korea Times

Durante una di queste proteste, i manifestanti marceranno verso il quartier generale della Korean Broadcasting System (KBS) per criticare la loro collaborazione alla rappresentazione distorta (e filo governativa) della tragedia, da lì la protesta si sposterà verso la Blue House, dove vive il presidente, chiedendo maggiore neutralità da parte del governo e delle commissioni istituite ad hoc per il caso Sewol: questa protesta alla Blue House durerà per ben 76 giorni, a seguito dei quali i manifestanti si sposteranno verso Gwanghwamun Square, luogo dal grande valore artistico e storico per i coreani.

Si può avere paura di un simbolo?

In questo caso sì, perché presto i fiocchi gialli verranno targhettizzati dal Governo come simboli di protesta e di ribellione e non come simboli di lutto e memoria e ne verrà vietato l’uso o l’esposizione nelle scuole.

La risposta del K-pop

Il mondo dell’arte, specie del K-pop, non rimarrà silente davanti questa tragedia e, a dimostrazione del fatto che arte e realtà camminano da sempre – e per sempre – fianco a fianco, negli anni saranno tanti i gruppi che si esporranno in favore della verità per le vittime del Sewol e, velatamente, contro l’operato del governo. Proviamo a fare qualche esempio:

I BTS, nel febbraio 2017 (circa un mese prima il recupero del relitto del Sewol), pubblicheranno il brano Spring day (봄날) il cui messaggio, già profondo di per sé, richiama la nostalgia nei confronti di qualcuno caro che magari non è più con noi, tuttavia ha un significato nascosto e che, in qualche modo, si può collegare alla vicenda del Sewol: infatti, molti ARMY hanno notato le numerosissime – e forse non poi così casuali – somiglianze con il naufragio del Sewol. Ad esempio?

Come illustra magnificamente il canale Youtube “Italian Army” nel video in sovraimpressione, già solo guardando la copertina dell’album cui fa parte la canzone – WINGS: You Never Walk Alone – è possibile notare la presenza di quattro fiocchi gialli su uno sfondo nero, così come sono molti i riferimenti sparsi qui e lì nel video, a partire dalla scena d’apertura che ritrae V che cammina su delle rotaie vuote, attendendo un treno che non arriverà mai (come il Sewol e i suoi passeggeri), la scena della lavanderia e degli oblò delle lavatrici che richiamano molto quelli di una nave ma anche la scena della giostra arrugginita alla quale sono attaccati tanti nastri gialli.

추운 겨울 끝을 지나
다시 봄날이 올 때까지
꽃 피울 때까지
그곳에 좀 더 머물러줘
머물러줘

Past the end of this cold winter
Until the spring comes again
Until the flowers bloom again
Stay there a little longer
Stay there

Non soltanto i BTS ma anche il gruppo femminile The Ark ha avuto modo di esprimere la propria vicinanza alle vittime e alle loro famiglie, infatti nel video della canzone The light viene rappresentato un amorevole rapporto madre/figlia, nel quale la madre viene vista lavorare e farsi in quattro per consentire alla figlia di vivere un’esistenza dignitosa, tuttavia quando questa si lamenta di voler comprare uno zaino nuovo, la madre glielo negherà: qualche giorno dopo, la figlia andrà in gita con la scuola, gita dalla quale non farà ritorno perché il bus sul quale viaggiava avrà un incidente, portando con sé tutti i passeggeri.

I know always got my back back,
And you know I always got you right back,
No matter what anyone says to me, now I’ll always be by your side.

Io so che mi hai sempre coperto le spalle,
E tu sai che io ti ho sempre con me,
Non importa quello che mi dicono gli altri, io sarò sempre al tuo fianco.

Anche le Red Velvet parteciperanno a questo movimento di massa, infatti nel 2016 pubblicheranno il brano One of these nights (7월 7일) il cui video reca molti riferimenti all’acqua, ai lunghi corridoi delle navi e persino, ad un certo punto, abbiamo modo di vedere una dei membri del gruppo giacere su di una piccola imbarcazione che, con il passare del tempo, va via via sprofondando: anche in questo caso, come in Spring day, troviamo come tema comune la nostalgia e la perdita di qualcuno a noi caro e il disperato bisogno di rivederlo.

Oh, I can’t forget easily
Even if I turn the calendar, I’m still in the same place

Oh, non posso dimenticare facilmente
Anche se giro [i fogli] del calendario, rimango sempre nello stesso posto

Infine bisogna citare Shin Yong Jae, membro dei 4MEN, il quale pubblicherà la canzone You who my love: la particolarità di questo brano sta nel fatto che è stato scritto da uno studente vittima del naufragio, grande fan del cantante, ed è stata inviata dai genitori dello studente perché questi la finisse e la pubblicasse.

Ulteriore materiale per conoscere meglio l’argomento

Nel caso in cui foste particolarmente interessati alla vicenda, vi consigliamo la visione dei seguenti prodotti:

Documentario sul naufragio del Sewol:

The truth shall not sink with Sewol” (= la verità non deve affondare con il Sewol), uno slogan che ne richiama un altro già noto a noi italiani, “Don’t clean up the blood“, diventato tristemente famoso dopo le vicende del G8 di Genova, slogan che invita a non dimenticare gli eventi e non lasciare che lo scorrere del tempo e lo svanire dei ricordi permetta alla mala politica e amministrazione di passarla liscia.

Intervista di Korea Now ad una sopravvissuta:

Ricostruzione della vicenda da parte del giornale “The New Yorker”:

“When we left the scene, there were small birds in the rain and wind. Those tiny birds… were flying around… in the storm. The birds were so tiny and beautiful. And their call so touching… But it sounded like the students’ wailing, asking me not to leave them behind.
Kim Gwan-hong (1973-2016), civilian diver

Quando abbiamo lasciato il sito, c’erano dei piccoli uccellini [che volavano] tra la pioggia e il vento. Quei piccoli uccelli… volavano… nella tempesta. Erano così piccoli e belli. E il loro canto era così emozionante… Ma quel canto suonava come i lamenti degli studenti che mi chiedevano di non lasciarli indietro [e di non abbandonarli].
Kim Gwan-hong (1973-2016), sommozzatore civile

Fonti

Categorie
K-Culture K-Drama K-Pop Korea

Webtoon – il futuro del fumetto

Mai sentito parlare di manhwa? Da “NAVER Webtoon” a “7FATES: CHACKHO”, il fenomeno dei webtoon nella grande visione della “korean wave

Premessa

Sono più che sicura che tutti voi, anche chi non ne ha mai letto uno, avrete sicuramente sentito parlare almeno una volta di manga, i famosissimi fumetti giapponesi che da anni danno vita a racconti di ogni genere, innumerevoli trasposizioni animate, nonché appassionano milioni di lettori provenienti da tutto il mondo. I manhwa, i “manga coreani” per così dire, un tempo non riconosciuti a livello globale, fanno parte della cultura coreana da decenni, ma è stato solo con il lancio della piattaforma “NAVER Webtoon”, diventata globalmente nel 2014 “LINE Webtoon” e infine conosciuta in questi ultimi anni solo come “Webtoon” che sono diventati l’ennesimo motivo di orgoglio nel panorama della distribuzione della cultura coreana nel mondo.

Ma quindi.. che cos’è il Webtoon?

Il termine “webtoon” non è altro che una fusione del dominio “world wide web” insieme alla parola “cartoon” e sta ad indicare un tipo di fumetto che non viene più realizzato su carta, bensì disegnato in ogni suo aspetto per essere letto direttamente dallo schermo di uno smartphone o di un computer.

“There aren’t really pages at all”

Correva l’anno 2004 quando JunKoo Kim, un ragazzo cresciuto leggendo comics giapponesi e coreani, ebbe la giusta idea per risollevare un’industria come quella dei fumetti che, in Corea, a partire dagli anni ’90, aveva subito una brusca frenata a causa della crisi economica che stava attraversando il Paese.

Korean Webtoons Are Starting to Go Global
Kim JunKoo insieme a due dei personaggi di Webtoon

Erano anni che le uscite di nuove storie erano ben lontane dal raggiungere l’editoriale, così JunKoo tentò la sorte e decise di creare una piattaforma dove gli artisti avrebbero avuto la possibilità di dare vita alle loro creazioni.. sul web!

“It wasn’t necessarily that I wanted to do the scroll, but people that create content and deliver content should always think in terms of how the creators or how users will consume the content.”

La sua intuizione è stata quella di rivoluzionare il metodo di lettura del fumetto: i manga, così come i manhwa infatti, già venivano trasportati digitalmente, ma, strutturalmente, sul web la loro forma non cambiava. A seguito della loro uscita cartacea, i fumetti avevano da poco iniziato ad essere pubblicati anche online, ma il loro formato rimaneva lo stesso, un setting orizzontale le cui pagine venivano girate cliccando a sinistra o a destra del libro, letteralmente “trasferito” su schermo.

Il progetto di JunKoo Kim prevedeva invece la nascita di manhwa realizzati interamente ed esclusivamente per le pagine web: nessuna versione cartacea insomma, i webtoon sarebbero nati proprio per il mondo di internet e il loro scorrimento sarebbe stato questa volta verticale, un fumetto che era costruito per sfruttare perfettamente lo spazio che la pagina web offriva, i cui capitoli si sviluppavano ognuno su un’unica lunga tela che permetteva di leggere senza interruzioni per cambiare pagina.

Ormai lo “scroll” nel mondo di internet stava diventando un gesto comune: le news, i blog, le pagine di un social network così come quelle di un qualsiasi altro sito web venivano visionate scorrendo dal basso verso l’alto, e lui ebbe l’intuizione giusta al momento giusto, lanciando il suo servizio poco prima che lo smartphone dotato di touch screen diventasse un must have per l’intera popolazione.

“During this time in the early 2000s, when most of content creators were still on PC, you would read and consume a lot of digital content by scrolling down on your mouse. To read news, you don’t flip a page, you often scroll through and read your news. Although comics are a mix of image and text, I think text is the one that drives the narrative so it just makes sense that you would read a comic in a scroll manner.” 

Sempre più artisti scelsero di pubblicare le loro opere su Webtoon, una piattaforma sicura che permetteva loro di guadagnare in base al numero di utenti che leggevano la loro creazione, e allo stesso tempo agli utenti di accedere ad una libreria ricca di contenuti originali gratuiti e accessibili in qualsiasi momento.

Furono queste le premesse che portarono il sito web al giorno d’oggi a contare più di 55 milioni di utenti attivi al mese, nonché ad offrire non solo contenuti coreani, ma anche cinesi e giapponesi.

I più famosi del web

Dal 2004 ad oggi, sono migliaia i webtoon che ormai circolano in rete: molteplici generi, stili di scrittura, disegno, ce ne sono davvero per tutti i gusti!

E con il passare degli anni, sono diventati inoltre sempre più interattivi: pensate che in alcuni potrete persino trovare degli effetti sonori o delle immagini in movimento per rendere la lettura ancora più immersiva!

Tra i titoli più popolari della storia, giusto per nominarvene alcuni, troviamo “Lore Olympus“, che presto otterrà una serie animata targata Netflix, “True Beauty“, che è stato d’ispirazione per l’omonimo kdrama di successo del 2020 con Hwang In-youp, Moon Ga-young e Cha Eun-woo, ed infine “Tower of God“, che ha visto la realizzazione del suo anime nel 2020 con tanto di OST composta da canzoni del gruppo k-pop Stray Kids.

K-drama: dalla rete alle serie tv

E con la popolarità che i webtoon hanno acquisito negli ultimi anni, era inevitabile che molti di questi diventassero ispirazione di moltissimi dei più famosi k-drama del momento!

  • All of us are dead

In uscita il 28 gennaio su Netflix, questa nuova serie thriller zombie è in realtà l’adattamento dell’omonimo webtoon di Joo Dong-geun del 2009, uscito con la sua traduzione in inglese nel 2021. Un’intera scuola diventa il luogo d’inizio di un’epidemia zombie che lascia intravedere ben poca luce in fondo al tunnel.. siamo curiosi di vederla!

  • Itaewon class

Itaewon Class“, la serie che due anni fa è riuscita a scostarsi e superare gli schemi del “drama coreano”, vede il suo inizio nella mente di Kwang Jim, creatore del webtoon che sarà d’ispirazione ad uno dei k-drama prodotti da Netflix che più hanno riscosso successo tra il pubblico!

  • The uncanny counter

Prodotta subito dopo l’uscita del webtoon “Amazing Rumor” di Jang Yi del 2018, “The uncanny counter” è un’altra serie Netflix che racconta le vicende di un gruppo di ragazzi che combattono contro degli spiriti maligni. Attenzione, si sospetta una seconda stagione.

  • Sweet home

Non serve neanche più che lo dica (quando Netflix ci mette la mano si vede, è inutile), “Sweet home” è una serie del genere horror zombie che segue la storia di Cha Hyun Soo, protagonista dell’omonimo Webtoon di Kim Carnby del 2017, alle prese con un un mondo apocalittico dove gli esseri umani sembrano destinati a trasformarsi in mostri.

  • What’s wrong with secretary Kim

Ebbene si, scommetto che molti di voi ne ignoravano l’esistenza, ma anche di “What’s wrong with secretary Kim” esiste la sua versione comics ideata e realizzata da Jeong Gyeong Yun!

E se nella maggior parte dei casi sono stati i Webtoon a regalare al mondo del cinema storie da sviluppare in film o serie tv, come nel caso inoltre, per citarne altri, di “Love alarm“, “Hellbound“, “Extraordinary you” e “My ID is Gangnam beauty“, ci sono casi in cui invece è accaduto il contrario e, a seguito della realizzazione di un k-drama, si è pensato di proseguire la storia trasferendola in un webtoon.

É questo il caso del recentissimo “Happiness” che, ad un mese dalla sua conclusione, ha già una versione Webtoon ispirata alle vicende della serie.

K-POP: i BTS da “Save Me” a “7FATES”, il grande progetto della HYBE

Chi se lo sarebbe mai immaginato, eppure nel 2019 perfino i BTS hanno lanciato la prima storia originale del loro universo musicale. “Save Me” è il primo webtoon realizzato in collaborazione con una casa discografica e agenzia per idol come la BigHit (ora HYBE): con protagonisti gli stessi membri dei BTS, racconta la storia dei 7 personaggi fittizi il cui nome è proprio quello dei componenti del gruppo, ripercorrendo e raccontando in un modo totalmente nuovo l’universo creato dagli MV musicali della band.

3 anni dopo, questo 14 gennaio è stato pubblicato “7FATES: CHAKHO”, la seconda collaborazione di Webtoon con la HYBE, che racconta, invece, una storia fantasy urbana ambientata in un prossimo futuro in cui i BTS vestiranno i panni di sette cacciatori di tigri chiamati “Chakho” che si uniscono per vendicare i loro cari.

Ma non finisce qui, perché il progetto che vede la HYBE coinvolta con il mondo dei webtoon prevede prossimamente l’uscita di altri due comics realizzati insieme ad altri due gruppi della casa discografica: “Darkmoon” degli ENHYPEN e “The Star Seekers” dei TXT.

Voi cosa ne pensate? Vedremo in futuro altre collaborazioni tra idol protagonisti del mondo della musica e la piattaforma Webtoon? Arriveremo forse ad un giorno in cui la carta verrà completamente sostituita dallo schermo di uno smartphone o di un computer?

Se desiderate iniziare a leggerne qualcuno, vi lascio qui sotto tutti i link dei siti più famosi dove trovarli!

Categorie
K-Culture Korea

Il servizio militare in Corea del Sud

Tutti almeno una volta abbiamo sentito parlare del servizio militare in Corea del Sud, ma ne sappiamo abbastanza? Come funziona?

Il servizio militare in Corea è stato proclamato ufficialmente nel 1957 e fonda i suoi principi nell’art 39 della Costituzione della Repubblica di Corea secondo il quale “ogni cittadino è ritenuto responsabile della difesa del proprio paese e dei suoi abitanti”; è stabilito, inoltre, che tutti i cittadini maschi della Corea del Sud debbano adempiere sinceramente ai doveri del servizio militare come definito dalla Costituzione e dal comma 3 della medesima legge.

Una questione storica

Nel periodo dei tre regni di Baekje, Silla e Goguryeo (18 a.C.- 660 d.C.) esisteva una sorta di servizio militare: in tempi di pace ognuno viveva la propria vita ma in previsione di guerra tutti i cittadini erano chiamati ad arruolarsi. Durante la dinastia Koryo, quella che succede ai tre regni, furono create 2 potenze militari, una professionale e una obbligatoria di riserva. In questo periodo i cittadini dovevano iscriversi all’anagrafe militare indipendentemente dall’età o dal sesso, ciò implicava che anche gli anziani potevano essere chiamati a prestare servizio per la nazione. Vi era però un eccezione: si poteva evitare il servizio militare in cambio di una somma di denaro. Durante la fine della dinastia Chosŏn il gli aristocratici furono esentati da prestare tale servizio. Dopo l’invasione Nipponica del 1592-1598 il servizio militare venne ulteriormente rafforzato.

Anche la durata del servizio militare è cambiata nel tempo infatti si è passati dai 5 anni ad attualmente 1 anno e 6/9 mesi.

Il servizio militare, al giorno d’oggi, si suddivide principalmente in due modalità: obbligatorio e volontario.

Di questo sistema fanno parte le seguenti forze armate (대한민국 국군, 大韓民國 國軍 o Daehanminguk Gukgun):

  • Esercito (18 mesi),
  • Corpo dei Marines (18 mesi)
  • Marina militare (20 mesi)
  • Aeronautica militare (21 mesi).

Il sistema obbligatorio può essere suddiviso in sistema di arruolamento e sistema di milizia:

  • Il sistema di arruolamento fonda le sue basi nel principio secondo il quale tutti gli uomini coreani, raggiunti i 18 anni, devono prestare servizio militare: in questa occasione vengono formati e istruiti per un periodo prestabilito di tempo per diventare soldati d’élite e successivamente trasferiti nelle unità di riserva (che, in tempo di guerra o d’emergenza, vengono mobilitate).
  • Il sistema di milizia, come il sistema di arruolamento, si basa sul sistema di coscrizione universale e, anche in questo caso, le reclute ricevono una formazione militare ma di base e a breve termine: alla fine del periodo di formazione, le reclute possono tornare a casa e non vi è nessun inserimento nell’unità di riserva, anche se in caso di emergenza o in tempi di guerra, possono comunque essere convocati direttamente per il servizio militare.

Tra le tante opzioni di servizio, per quanto risulti difficile, vi è anche la possibilità di entrare nell’esercito militare americano (KATUSA), difatti solo l’1% dei candidati ogni anno riesce ad accedervi, infatti per entraci è indispensabile avere un alto livello di inglese e i candidati ritenuti idonei verranno estratti a sorte.

Come funziona per chi ha la doppia cittadinanza?                               I giovani coreani con una doppia cittadinanza dovranno scegliere quale delle due prediligere entro il 31 Marzo dei loro 18 anni: se la scelta ricade sulla cittadinanza coreana sarebbero esenti dall’obbligo di servizio, ma nel caso in cui la scelta non dovesse arrivare prima della scadenza prevista il servizio militare diventerebbe obbligatorio anche per loro; chi sceglie, invece, di  mantenere una cittadinanza diversa da quella coreana non potrà richiedere il visto lavorativo di tipo F sino al compimento dei 40 anni ma sarà possibile ottenere solo un visto di tipo E.

Quando inizia il servizio militare?

Al compimento dei 18 anni tutti i ragazzi devono registrarsi negli elenchi degli abili a svolgere il servizio militare: compiuti i 19 anni (seguendo il conteggio alla coreana) si viene chiamati dal governo per effettuare esami fisici e psicologici approfonditi per determinare l’idoneità al servizio e che tipo di servizio si dovrà rendere al paese.

NB: ogni cittadino è obbligato ad iniziare il servizio militare entro il 28esimo anno d’età ma è possibile ottenere un rinvio dall’entrata in servizio a causa del proseguimento o conclusione degli studi universitari!

Come si divide il servizio militare?

Il servizio militare vero e proprio si divide principalmente in cinque categorie in base al voto che ottenuto all’esame fisico/psicologico: l’esito dei test viene suddiviso in 7 classi e coloro che appartengono alle prime 4 classi sono idonei per il servizio militare.

La prima categoria è la “first citizen service” o “primo stato di coscrizione ammissibile”, dove vengono registrati tutti i cittadini maschi al compimento dei 18 anni, il cittadino è consapevole che deve adempiere al servizio militare ma non è ancora obbligato a prestare servizio.

La seconda categoria è la “Active Duty Service” e si fa riferimento al periodo di addestramento per il servizio di arruolamento militare.

La terza categoria è costituito dal supplemental service e questa è la tipologia di servizio che può svolgere chi ha scelto di seguire la modalità di servizio volontario, dove le maggiori posizioni ricoperte sono nel servizio pubblico (ad esempio in municipio, agenzie governative e strutture pubbliche dov’è richiesto un servizio di sicurezza come la polizia ferroviaria o metropolitana): in questa categoria possono venire inseriti anche medici, avvocati, veterinari o ricercatori esperti che rientrano nella categoria dei curatori della nazione e, pertanto, i  loro servizi sono importanti a livello sociale e dunque viene prediletto il loro indirizzamento al servizio civile.

La quarta categoria è costituita dal “reserve service” o “forze di riserva“.

La quinta categoria è la “second citizen service” di cui fanno parte tutti quei ragazzi che non hanno superato l’esame fisico-psicologico ma hanno abilità per svolgere il servizio civile; in realtà, possiamo trovare altre due categorie sottostanti a questa, alle quali possono accedere tutti coloro che risultano inabili psicologicamente e fisicamente a svolgere servizio a causa di malattie progressive o incidenti e quelli che dovranno sottoporsi ad un nuovo test fisico psicologico entro due anni.

Come si svolge la vita all’interno della base militare?

Le prime 4-5 settimane, circa, sono definite di “training”, durante le quali ogni nuovo cadetto viene allenato alla vita militare e sottoposto a lezioni teoriche ed allenamenti molto intensi: questo periodo è il più duro del servizio militare anche perché è vietato avere contatti con l’esterno, fatta eccezione per alcuni permessi straordinari dovuti a genitori malati o altre situazioni specifiche. Al termine di questo periodo ogni cadetto verrà inviato nella propria forza armata ed inizierà la vera e propria leva.

Durante il periodo militare l’utilizzo del cellulare era vietato fino a non molto tempo fa mentre ora sono stati creati dei regolamenti che ne prevedono l’utilizzo ma con delle limitazioni. Invece, per quello che riguarda le vacanze e i giorni di permesso, questi vengono concessi ma variano in base al corpo armato di appartenenza e lo stesso vale per le visite che si possono ricevere (queste ultime, però, sono concesse più frequentemente rispetto ai primi).

Esenzioni

Il servizio militare in Corea è ancora oggi motivo di controversie infatti, oltre a chi non risulta essere idoneo allo svolgimento del servizio militare, esistono casi eccezionali nei quali è prevista un’esenzione per merito e questo può essere il caso di ragazzi che hanno contribuito in modo rilevante al prestigio della nazione: questo è quanto è stato previsto nel 1973 quando il presidente dell’epoca, Park Chung-hee, introdusse l’esonero per gli artisti e per gli atleti che ottenevano grandi risultati o medaglie. Questo legge è in vigore tutt’oggi ma, nonostante ciò, questo tipo di concessioni scaturiscono un’indignazione pubblica ed è per questo che vengono concesse raramente. 

Come funziona per gli Idol o per gli attori?

Secondo una nuova legge dello scorso dicembre, è stata data agli artisti la possibilità di richiedere una deroga di due anni che permetterebbe, qualora la richiesta fosse accettata, di iniziare il servizio militare entro i 30 anni invece che i canonici 28.

Di recente si era parlato di un possibile esonero per i BTS, infatti molti sostengono che la boy band abbia notevolmente contribuito alla diffusione della cultura coreana nel mondo e, per questo, meriterebbe l’esonero dal servizio militare: i membri stessi del gruppo, però, hanno comunicato di essere pronti a servire il Paese, in quanto la quasi totalità delle celebrità di solito svolge senza problemi questo tipo di dovere.

Questo è un esempio ricorrente in Corea, dove famose band maschili K-Pop sono costrette a sciogliersi momentaneamente per il servizio militare e infatti, sebbene ci siano già stati esoneri nei confronti di grandi artisti nel campo della musica classica e del balletto, le star del K-Pop, gli attori e i registi non sono esonerati.

Cosa succede se si decide di trasgredire la legge?

Fino a qualche anno fa era impossibile per un coreano rifiutarsi di adempiere al servizio militare e la pena per aver infranto l’articolo 39 era la detenzione: tuttavia, per questo motivo il 28 giugno 2018 la Corte Costituzionale della Corea ha dichiarato la legge sul servizio militare incostituzionale ordinando al governo di prevedere il servizio civile per gli obiettori.

Donne e servizio militare

Le donne coreane possono decidere volontariamente di partecipare al servizio militare in quanto per loro non vi esiste alcun obbligo: attualmente non ci sono molte donne che decidono di parteciparvi e, per lo più, quelle che vogliono intraprendere una percorso del genere frequentano la scuola di ufficiali ROTC (Reserve Officers’ Training Corps) che è un corso di laurea presente nella maggior parte delle università.

Comunità LGBT nell’esercito

In Corea l’omosessualità è vista come uno dei criteri che rendono un ragazzo inabile al servizio militare, infatti purtroppo la Corea non sembra ancora pronta ad accettare ciò che reputa “diverso”: un esempio tra i tanti è la recente notizia del suicidio di Byun Hee-soo, soldatessa transgender di 22 anni costretta a lasciare l’esercito a seguito dell’operazione chirurgica per la riassegnazione sessuale poiché, secondo la legge militare coreana, così facendo sarebbe rientrata a far parte della categoria di persone con disabilità.

Come si può ben intuire, il servizio militare ha delle forti influenze sociali, ad esempio nei colloqui di lavoro infatti, molto spesso, le aziende coreane, quando cercano nuovo personale, mettono tra i vari requisiti l’aver svolto il servizio militare o possono decidere di aumentare il punteggio di competenza in base a tale requisito.

Un’altra curiosità riguarda un’espressione molto utilizzata nel linguaggio corrente: spesso i ragazzi fidanzati, quando partono per il servizio militare sono impauriti dal fatto che la propria ragazza possa lasciarli o tradirli e questo timore viene descritto con un’unica frase, ovvero “고무신을 거꾸로 신다” (gomusineul geokkuro shinda)che, letteralmente, vuol dire “indossare le scarpe di gomma al contrario” ma che, in realtà, significa “lasciare il proprio ragazzo mentre sta svolgendo il servizio militare”.

Anche tu eri a conoscenza di tutte queste informazioni riguardo il servizio militare? Conosci qualche altra informazione? Credi siano giuste le esenzioni per merito? Secondo te i BTS  partiranno per il servizio militare? Faccelo sapere lasciando un commento!