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Movimento del Primo marzo: come saperne di più?

La storia coreana è una storia non poco intricata e, specie quella dello scorso secolo, è segnata da numerosi eventi che hanno lasciato una ferita enorme nella coscienza e nel cuore della nazione.

Uno di questi eventi è, certamente, il periodo dell’invasione nipponica, 35 anni di dominio giapponese durante i quali il popolo coreano ha lentamente e dolorosamente perso la propria indipendenza, gloria e, purtroppo, anche l’onore, specie in ragione della politica di pulizia etnica e di completo sfruttamento della popolazione portata avanti dal Giappone.

Come abbiamo già raccontato in un altro articolo (che, se non avete letto, vi invitiamo a leggere se siete appassionati di storia), il periodo della dominazione giapponese può essere riassunto in tre fasi:

  • Primo periodo (1910-1920): questo periodo è caratterizzato da uno “stato di polizia”, con i giapponesi che ripetutamente tenteranno di cancellare l’identità coreana.
  • Secondo periodo (1920-1930): questo periodo, a differenza del primo, sarà caratterizzato da una “politica illuminata”, con una parziale (e solo apparente) apertura dei giapponesi verso i coreani, che continueranno ad essere sfruttati come manodopera a basso costo.
  • Terzo periodo (1930-1945): quest’ultimo periodo sarà quello più crudele, durante il quale verrà messa in atto la più brutale politica di pulizia etnica e di repressione forzata dell’identità e della storia coreana.

Durante questi periodi, ovviamente, la popolazione coreana non rimarrà inerme davanti alla violenza giapponese, infatti sin dai primi anni saranno numerosi i tentativi di sovvertire la situazione, con episodi di guerriglia urbana dapprima e poi veri e propri attentati ai danni delle più alte cariche giapponesi (pensiamo all’attentato all’imperatore Hirohito a Tokyo e, poco dopo, all’attentato all’ambasciatore giapponese in Manciuria).

Tra gli episodi di guerriglia passati alla storia per la loro importanza c’è sicuramente quello del Movimento del primo marzo, il Samil Undong (삼일운동): questo evento è talmente tanto importante da essere ancora festeggiato in Corea, quindi se a marzo doveste trovarvi in Corea, non stupitevi se doveste vedere scuole e uffici chiusi e bandiere coreane appese ovunque!

Perché è un evento così importante?

Il Movimento del primo marzo ha un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei rapporti tra Corea del sud e Giappone durante il periodo di dominazione giapponese, perché è il primo dei sintomi di una forte resistenza del popolo coreano nei confronti dell’invasore, resistenza che nel corso degli anni si radicherà sempre di più negli animi e nelle menti dei cittadini.

Il Movimento del primo marzo è, a tutti gli effetti, un movimento di resistenza e risposta all’invasione giapponese che inizierà ad operare già a partire dai primi anni dell’invasione in via clandestina, sfruttando l’appoggio di cittadini appartenenti a tutte le classi sociali e tutte le professioni, ma anche numerosi intellettuali che si erano rifugiati all’estero per scappare dal paese.

Il primo marzo 1919 è una data fondamentale nella storia coreana perché quel giorno avverranno delle grosse manifestazioni che vedranno scontrarsi l’esercito giapponese e milioni di cittadini coreani (storici affermano che, in questa occasione, più di due milioni di cittadini scenderanno in strada a protestare): durante questo evento, 33 membri del Movimento leggeranno in pubblica piazza la Dichiarazione di Indipendenza coreana, scatenando l’ira dei giapponesi ma anche dando via a più di 1500 manifestazioni autonome che coinvolgeranno tutto il territorio nazionale.

Al minuto 20:15 è possibile vedere la idol ed ex membro delle I.O.I, Jeon So Mi, leggere un estratto della Dichiarazione di indipendenza, in rappresentanza delle famiglie multiculturali e del mondo dell’intrattenimento coreano, accanto a discendenti di membri del Movimento durante i festeggiamenti del 102 esimo anniversario, nel 2021

Purtroppo, molti dei partecipanti a questa manifestazione verranno uccisi sul luogo oppure arrestati e torturati in prigione ma questo non fermerà la resistenza coreana che, da quel momento in poi, si farà sempre più forte e, a tratti, anche violenta.

Come viene ricordata questa ricorrenza?

Buona parte della popolazione passa questa giornata, istituita festa nazionale nel 1949 (che ha preso il nome di 삼일절, samil jeol), in casa con la famiglia, esponendo dalle finestre il Taegeukgi, la bandiera coreana, ma è anche possibile visitare dei luoghi simbolo per questo movimento, ad esempio il Tapgol Park (o Pagoda Park) nel quartiere di Jongno-gu, dove avvenne la lettura della Dichiarazione di Indipendenza nel 1919, dando il via agli scontri.

Tapgol Park (foto di @mondo_coreano)

We have arisen now. Conscience is on our side, and truth guides our way. All of us, men and women, young and old, have firmly left behind the old nest of darkness and gloom and head for joyful resurrection together with the myriad living things. The spirits of thousands of generations of our ancestors protect us; the rising tide of world consciousness shall assist us. Once started, we shall surely succeed. With this hope we march forward.

Siamo insorti. La coscienza è dalla nostra parte, e la verità ci guida. Tutti noi, uomini e donne, giovani e anziani, abbiamo abbandonato con prontezza il vecchio nido oscuro e triste e ci siamo indirizzati verso la resurrezione gioiosa insieme alle altre creature viventi. Gli spiriti dei nostri antenati ci proteggono, la crescente [ondata della] consapevolezza del mondo [verso la nostra situazione] ci assisterà. Una volta iniziato, sicuramente usciremo vittoriosi. Con questa speranza, marciamo.

Estratto della Dichiarazione di Indipendenza coreana
Taegeukgi (foto di @mondo_coreano)

In alternativa alla visita al Tapgol Park, alcuni coreani sfruttano questa ricorrenza per visitare la prigione di Seodaemun, dove vennero incarcerati tutti coloro che vennero arrestati durante le manifestazioni del primo marzo, passato alla storia come luogo di tortura e di sofferenza e, proprio per questo motivo, luogo di “pellegrinaggio” per i coreani per ringraziare i propri compatrioti che hanno combattuto con coraggio e forza, talvolta rimettendoci la vita, nel nome della libertà di tutti; un’ulteriore luogo da visitare, non solo il primo marzo ma in generale per scoprire un po’ di più la storia coreana, è sicuramente la Independence Hall of Korea, un museo di storia contemporanea coreana nella città di Cheonan.

Questa storia è tristemente affascinante e, purtroppo, è davvero difficile reperire del materiale interessante dal quale poter studiare e informarsi in italiano e, soprattutto, per imparare in modo rapido e non “accademico”: proprio per questo motivo, vi suggeriamo alcuni contenuti tra K-Drama, K-Movie, K-Documentary, K-Books e K-Music per scoprire qualcosa di più su questa vicenda. Pronti a segnare tutto?

K-Drama

Different dreams (K-Drama)

Anno: 2019
Genere e numero episodi: azione, storico, romantico, medico | 40 episodi
Dove vederlo: Viki Rakuten
Trama: uscito in occasione del 100esimo anniversario degli eventi del Primo Marzo, questo Drama è ambientato proprio nel periodo dell’invasione giapponese della Corea.

Due sono gli eventi che scuoteranno il paese, il Movimento del Primo marzo e la creazione del Governo provvisorio coreano a Shanghai, ma ce ne sarà un terzo che, seppur di nascosto, avrà un grande ruolo nella conquista dell’indipendenza coreana: la creazione degli Heroic Corps, un armamento segreto per la libertà.

Il protagonista di questo drama, noto a tutti con il nome di Kim Won Bong, interpretato da Yoo Ji Tae, è un comandante di questi gruppi paramilitari, famoso per la sua astuzia e bravura nel condurre le truppe, ma soprattutto per la sua sete di indipendenza per il proprio paese: un giorno, però, il cammino di Won Bong si incrocerà con quello di Lee Young Jin, interpretata da Lee Yo Won, una donna coreana adottata in giovane età da un medico giapponese che seguirà le orme del padre, entrando all’università di Shanghai e che farà ritorno a Joseon per diventare il primo chirurgo donna.

Se dapprima si trovano su due posizioni ideologiche differenti, ben presto le cose prenderanno una strada diversa.

Jejoongwon (K-Drama)

Anno: 2010
Genere e numero episodi: drama storico, romantico, medico | 36 episodi
Dove vederlo: Prime video
Trama: questo drama racconta le vicende di alcuni apprendisti medici presso il Jejoongwon durante i primi anni dell’impero giapponese, narrando da un punto di vista esterno (e non solo) i tumulti dei primi anni dell’occupazione giapponese.

Il Jejoongwon è il primo ospedale moderno in tutta la Corea, fondato durante il periodo Joseon nel 1885 su richiesta dell’imperatore Gojong, spinto dai consigli del missionario americano Horace Newton Allen ed è famoso perché qui venivano curati tutti i tipi di pazienti, al di là dello status sociale o economico.

Freedom fighter Lee Hoe Young (K-Drama)

Anno: 2010
Genere e numero episodi: storico | 5 episodi
Dove vederlo: Dramacool
Trama: parte di un programma volto a commemorare il centenario dell’annessione forzata della Corea del Sud al Giappone, questo Drama è stato ideato da KBS ed è la terza e ultima parte della serie “noblesse oblige“, volta a raccontare le storie di coloro che hanno sacrificato tutti i loro averi, compresa la vita, per la causa dell’Indipendenza.

Freedom fighter segue le vicende di Lee Hoe-Young, un combattente per l’indipendenza molto facoltoso che donò tutti i suoi risparmi per la causa e si spostò in Manciuria per aprire una scuola di formazione per soldati e ribelli; successivamente, si unirà alle forze anarchiche di Shanghai contro le forze giapponesi: verrà arrestato, torturato e morirà in cella per mano giapponese.

L’intero Drama è raccontato dal punto di vista del corrispondente di guerra giapponese Kimura Junpei, che aveva il compito di raccontare delle operazioni e azioni di Lee Hoe-Young: inizialmente descritto come un terrorista, con il passare del tempo il reporter si renderà conto delle buone intenzioni e motivazioni di fondo dell’uomo, tra i fautori principali dell’Indipendenza coreana, seppur non in prima linea.

Assassination o Amsal (K-Movie)

Anno: 2015
Genere e durata: azione, storico, drama | 2 hr. 19 min.
Dove vederlo: Apple TV, Viki Rakuten
Trama: ambientato durante l’occupazione giapponese, tra il 1911 e il 1930, ad un agente viene dato il compito di assemblare un gruppo per assassinare un comandante giapponese e un collaboratore coreano liberando tre prigionieri a Shanghai, tuttavia il piano non va come previsto, dando via ad un’intricata caccia all’uomo.

Questo film vanta un cast niente male, infatti troviamo nel ruolo di protagonista principale Lee Jung Jae, affiancato da Jun Ji Hyun (My Love from the star, The legend of the blue sea, Kingdom, Jirisan), Ha Jung Woo (Ashfall, Miss and Mrs. Cops, The Closet, Entourage, Narco-Saints).

K-Book

Come tigri nella neve – Kim Juhea

Anno: 2022
Autore: Juhea Kim
Editore: Nord
Genere e numero di pagine: narrativa, storico | 368 pagine
Trama: ambientato in una Corea del 1917, in pieno periodo giapponese, “Come tigri nella neve“, romanzo di esordio di Kim Juhea, racconta la storia di un uomo e una donna, legati da quello che in coreano si chiama “inyeon” (인연), un legame profondo che prescinde dal tempo e dallo spazio, che esiste nonostante gli imprevisti e gli accadimenti, un uomo e una donna che si ritroveranno e perderanno nei meandri della storia, una vicenda d’amore tra due persone che si intreccia con l’amore per la libertà e per la giustizia.

I personaggi di questa storia sono persone di ogni estrazione sociale, provenienti da tutte le parti della Corea e con sogni e speranze di qualunque genere, ognuno alla ricerca di un proprio posto in un mondo in tumulto e in costante rivoluzione, con la guerra alle porte, anche del proprio cuore.

Sinossi: Corea, 1917. È la disperazione a spingere il cacciatore. Da giorni segue le tracce sulla neve, nella speranza di trovare una preda con cui poter sfamare i suoi figli. Ma la ricerca viene interrotta dall’incontro con un gruppo di ufficiali giapponesi, persi tra quelle montagne. E dall’apparizione di una tigre. D’istinto il cacciatore interviene facendo fuggire la tigre, per poi guidare i giapponesi verso la salvezza. Un gesto che segnerà il futuro della sua famiglia. Jade ha solo dieci anni quando la madre la vende a una casa di cortigiane. Un sacrificio dettato dalla povertà, che però Jade ben presto capisce essere un’occasione. Solo le donne più belle e raffinate possono far parte di quel mondo e, un giorno, comprare la propria libertà. Tuttavia, quando una tragedia colpisce la casa, Jade è costretta a trasferirsi a Seul. Dove il suo destino l’aspetta… Alla morte del padre, Jung-ho non ha altra scelta che lasciare il suo villaggio di cacciatori e tentare la sorte nella capitale, ingrossando le fila dei giovani randagi che sopravvivono grazie a sotterfugi e piccoli furti. Eppure gli basta posare una volta lo sguardo su Jade, per capire di voler diventare un uomo degno di lei. Comincia allora la sua scalata verso il successo, prima nel sottobosco della malavita, poi nel mondo ancora più insidioso e ambiguo della politica, diviso tra i padroni giapponesi e il movimento nazionalista che lotta per l’indipendenza. Una corsa al potere su cui Jung-ho scommette ogni cosa, rischiando però di perdere tutto.

Se avete già letto questo libro e siete curiosi di sapere cosa ne pensiamo, la nostra Irene ha pubblicato una recensione per la rubrica #K-Book!

Se, invece, vi siete incuriositi e volete leggerlo anche voi (e farci sapere la vostra opinione), potete acquistarlo qui!

K-Documentaries

Se i libri non sono il vostro forte, specie quelli di storia iper specifici, ma volete comunque avere un approccio più “tecnico” alla vicenda, invece che romanzato, questi documentari fanno sicuramente al vostro caso!

ATTENZIONE! Alcuni trattano delle tematiche e argomenti non semplici né piacevoli, quindi se siete facilmente impressionabili o sensibili, vi sconsigliamo la visione di questi contenuti.

How schoolgirls became independence fighters in 1919

Questo documentario super interessante e super breve (poco più di 4 minuti) prodotto da Korea Now in lingua inglese (purtroppo, niente sottotitoli) spiega in modo chiaro e semplice quanto il Movimento del Primo marzo sia stato un movimento globale, che ha coinvolto tutte le fasce della popolazione, comprese le studentesse che portavano avanti attività clandestine di volantinaggio, stampa e preparazione di volantini a favore della causa coreana.

1919 to 2019: the centenary of 1st March Movement

Molto più lungo e dettagliato di quello precedente, questo documentario di Arirang TV spiega l’evoluzione della lotta verso l’indipendenza coreana e verso la costruzione di una nuova identità nazionale, ancora ferita e sanguinante a causa dei terribili ricordi impressi nella memoria di tutta la popolazione.

Life as a “comfort woman”

Questa è una video intervista di Asian Boss ad una delle ultime comfort women coreane, Kim Bok Dong: il fenomeno delle comfort women è una ferita ancora aperta della storia coreana, per la quale è ancora in corso una causa intentata da alcune associazioni coreane contro il Giappone per ottenere le scuse ufficiali del paese nei confronti di tutte quelle donne, giovanissime nella maggior parte dei casi, che sono state strappate alle loro famiglie e usate come carne da macello, o per meglio dire “da piacere”, per gli uomini dell’esercito giapponese prima e durante la seconda guerra mondiale.

Seppur non sia esattamente inerente con il Movimento del Primo marzo, questo video permette di comprendere meglio quanto invivibile fosse la situazione in Corea del Sud durante quegli anni e quanto tempo debba ancora passare prima che la ferita si rimargini davvero.

TRIGGER WARNING! In questo video vengono menzionati abusi sessuali, violenze su minori, gravidanze non volute e altri temi che possono urtare la vostra sensibilità.

The March First movement

Girato in occasione del centenario dei fatti del primo marzo 1919, questo video della The Korea Society, un’organizzazione non-profit, apolitica e di promozione sociale e culturale che si occupa dei rapporti tra Stati Uniti e Corea del Sud, spiega in 40 minuti e in modo abbastanza approfondito e specifico l’evoluzione del Movimento del Primo marzo e le sue azioni, ma anche gli impatti a livello economico e sociale nello sviluppo degli eventi successivi e del paese in generale, superato il 1945.

K-Music

Ultima, ma non per importanza, anche il mondo della musica ha sentito l’urgenza di raccontare la storia del Movimento del Primo marzo, in particolar modo ricordiamo due canzoni del rapper coreano BewhY e una canzone delle DIA.

My land (BewhY)

상해에서부터 서울 종로 종로 한복판에서 한반도
우리 100년의 역사는 저들이 아닌 우리 열사들의 핏자국이 감독
한 세기의 외침이 지금을 창조 앞으로의 100년을 향한 한 보
너와 내가 우리가 되어야만 완고 해지겠지 투쟁 안에서 평화만을 낭독

Da Shanghai a Jong-no, Seoul, il cuore della penisola coreana
Questi nostri 100 anni di storia sono stati diretti dal sangue dei nostri missionari, non da loro
Le grida di un secolo creano il presente e il passaggio per i prossimi 100 anni
Dobbiamo rimanere insieme per creare la pace all’interno di questa lotta

Il brano è scritto dal punto di vista dei combattenti e nel video viene rappresentata e ricordata una figura considerevole della storia coreana, l’eroina Yu Gwan-sun, una giovane attivista che a soli 19 anni guidò il Primo Movimento per l’Indipendenza contro il dominio coloniale imperiale giapponese nella zona meridionale del Chungcheong: riuscirà a far scendere in piazza più di 3000 cittadini e, proprio per questo, verrà arrestata e imprigionata dai giapponesi, qui torturata fino alla sua morte, trasformandola in una delle più giovani martiri dell’Indipendenza coreana.

Mansae (BewhY)

오직 혁명뿐 물러나기 전까지 영원히 너네는 public enemy
사진을 찍어줘 죽기 전 마지막 나의 swagging
나라를 위해 죽는 민족 무릎은 하늘 앞에서만 꿇겠지
너의 것은 파괴되고 우리의 것은 재창조돼
악은 언제나 선에게 짓밟히게 돼있어
축제의 장은 열려 코레아우라

Fino a che la rivoluzione non terminerà, sarai per sempre un nemico pubblico
Scatta una foto del mio swag prima di morire
Le persone che perdono la vita per questa Nazione possono inginocchiarsi solo di fronte al cielo
Ciò che era tuo verrà distrutto, ciò che era nostro verrà ricreato
Il male è sempre stato calpestato dal bene
Apri le tende del sipario al festival, Corea

Mansae è una canzone che ci porta alla scoperta della lotta verso l’autodeterminazione coreana, infatti è stata scritta dal rapper proprio in occasione del centenario dei fatti del primo marzo ed è stata portata sul palco di Infinite Challenge dal rapper e dal comico Yang Se-hyung.

Il titolo Mansae non è una scelta casuale, perché Mansae (letteralmente diecimila anni) e Cheonsae (letteralmente mille anni) erano modi di dire utilizzati in maniera interscambiabile durante la dinastia Choseon, quindi facevano già parte dell’ideologia nazionale: la parola Mansae divenne famosa grazie agli attivisti del Club dell’Indipendenza Coreana (독립협회 Dongnip hyeophoe) e dai Movimenti dell’Illuminismo Patriottico, i quali diedero un significato ancora più profonda a questa parola di uso comune che, poi, arrivò a promuovere un senso di unità nazionale, infatti durante le manifestazioni del primo marzo Mansae fu proprio uno degli slogan urlati a pieni polmoni da parte della folla contro l’esercito giapponese schierato.

FUN FACT: non è un caso che il Movimento del primo marzo e, in generale, i fatti del primo marzo siano noti anche con il nome di “Mansae demonstrations”!

Se siete curiosi di leggere un’analisi più approfondita di questi due iconici brani, vi consigliamo la lettura di questo articolo scritto dalla nostra Anna per la rubrica #Hipstory!

Geon Gon Gam Ri (DIA)

Pubblicata nel 2017, questa canzone del gruppo femminile DIA è un omaggio ai connazionali che hanno combattuto per la libertà della Corea durante i tumulti del periodo giapponese.

Il titolo “Geon gon gam ri” è un riferimento ai nomi dei quattro trigrammi che si trovano sul Taegeukgi, che rappresentano movimento e l’armonia come fondamenti principali e i trigrammi che rappresentano ognuno un elemento classico: cielo (Geon), terra (Gon), luna (Gam), and sole (Ri).

Siamo giunti alla fine di questo articolo e siamo certi che ormai avrete tutti gli strumenti per informarvi su questo evento che ha segnato irrimediabilmente la storia coreana! Quale altro evento storico vorreste attenzionare? Fatecelo sapere nei commenti, a presto!


Fonti:

March First Independence Movement Day In South Korea (삼일절) (korealandscape.net)

Independence Movement Day in Korea 삼일절 (Samilljeol) (90daykorean.com)

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K-Hip hop al femminile – The best nunas

Come abbiamo visto in vari articoli dedicati all’hiphop, questo è un genere che nel corso di vari decenni ha avuto modo di evolversi e, così, di superare non solo i confini culturali ma anche molti stigma ad esso legati.

Uno di questi riguarda anche il modo in cui la figura femminile viene percepita e il ruolo sempre più importante che ricopre ormai nella scena musicale, in grado di definire la cultura hip hop sia a livello mainstream che più underground: ciò accade nell’industria musicale di tutto il mondo, e quella coreana non è da meno, anzi.

Sebbene ci sia ancora molto da lavorare per valorizzare e mettere in luce l’immensa dedizione portata da queste splendide e numerose artiste, in quanto l’attenzione è spesso molto più concentrata sugli uomini, la scena urbana coreana è ricca di talentuose rapper pronte a ribaltare l’intero panorama.

Sarebbe un’utopia cercare di farne una classifica, ma in questo primo articolo di una serie dedicata interamente alle artiste donne, ci impegniamo a presentarvi le imperdibili regine che, con la loro grinta e determinazione, si sono fatte spazio in un mondo prevalentemente maschile, dimostrando le loro eccezionali abilità a 360°.

Yoon Mi-Rae

Yoon Mirae con V, J-Hope, BIBI e Tiger JK al listening party dell’album di J-Hope, Jack in the box

Ci sarebbe troppo da dire per quest’artista che, pur cominciando alla sola età di 16 anni, è ancora considerata oggi la queen delle rapper in Corea: il primo nome che verrebbe in mente a qualsiasi coreano (e non) quando si comincia a parlare di hip hop tutto al femminile è quello della sola ed indiscussa Yoon Mi-Rae AKA Tasha AKA T, una delle più grandi icone dell’hip-hop coreano.

Figlia della discriminazione che ha permeato la sua vita fin dall’infanzia, a causa dell’ignoranza di un popolo troppo omogeneo non abituato a riconoscere figli di coppie miste, si distingue per il suo timbro di voce poliedrico e la sua abilità nel rappare perfettamente sia in inglese che in coreano.

Ad oggi è, infatti, una delle rapper più celebri del Paese nonché una delle voci più richieste per le colonne sonore dei drama coreani.

Non appena la ascolterete, verrete rapiti in primis dalla carica della sua voce in grado di raggiungere dalle note più alte a quelle più basse e poi, quando vi soffermerete sul testo, rimarrete colpiti dalla genuinità e la naturalezza con cui riesce a parlare di temi particolarmente delicati. Un esempio?

La canzone “Black Happiness”, dove riesce ad esprimere con disinvoltura i pregiudizi che rincorrono chi si distingue dalla massa e di come riuscire a combatterli grazie agli effetti positivi della musica.

Quando nel 2013 si unisce al trio hip-hop MFBTY (My Fans Are Better Than Yours), cambia per sempre le sorti dell’’hip-hop coreano al femminile, diventando fonte di ispirazione per le migliaia di artiste rap emergenti che sognano un giorno di essere riconosciute a livello nazionale ed internazionale.

Con una carriera lunga più di 20 anni, Yoon Mi-rae è lo standard di eccellenza per ogni rapper donna del settore e ad oggi è proprietaria di un’etichetta hip-hop (Feel Ghood) insieme al marito Tiger JK, anch’egli una leggenda del K-Hip Hop.

Yoon Mirae, BIBI e Tiger JK con l’artista James Jean a Los Angeles

Jessi

Jessi è, nel 2022, tra le donne rapper coreane più criticate e, al contempo, stimate di sempre. Grintosa, dalla voce inconfondibile e dagli atteggiamenti super eccentrici e senza filtri: atteggiamenti che, a detta sua, risultano normalissimi nel posto in cui è cresciuta per i primi 13 anni di vita, l’America, ma che, per i coreani, sono stati particolarmente difficili da accogliere e accettare.

Ma il viaggio per diventare la Jessi intraprendente, frizzante e anticonformista che abbiamo imparato a conoscere da Unpretty Rapstar in poi è stato lungo e tortuoso, con molte cadute e tanta voglia di mollare il tutto, tanto da abbandonare totalmente il mondo della musica, anche se la musica non ha mai veramente abbandonato lei. E per fortuna, va aggiunto!

Grazie a questa tenacia, Jessi è oggi un modello di riferimento per tutti quelli che desiderano vivere una vita fuori dalle rigide linee imposte da una società quasi troppo uniforme, ma hanno paura di esporsi: in ogni sua canzone cerca sempre di lasciare messaggi come “Solo perché sei diverso dagli altri, non significa che tu stia affrontando la vita nel modo sbagliato” oppure “Veniamo donati di una sola vita, cerchiamo di viverla al meglio”.

Jessi è sinonimo di perseveranza, passione e audacia (con un pizzico di follia).

In seguito alla decisione di entrare a far parte dell’etichetta discografica fondata PSY, la P-Nation, la carriera di Jessi raggiunge l’apice grazie a due dei suoi singoli più ascoltati di sempre, Who Dat B e Nunu Nana. In particolare, con Who Dat B racconta di quanto è finalmente orgogliosa di essere sé stessa e di come è importante cercare sempre di farsi scivolare addosso le critiche non costruttive.

Ci sono voluti ben 17 anni per diventare la star che è oggi, ma adesso è finalmente pronta ad aprire la sua agenzia e, chissà, magari dare un maggior tocco di brio allo showbiz coreano con le future generazioni di artiste hip-hop.

Cheetah

Altra icona appartenente al mondo hip hop coreano è sicuramente Kim Eun-young, AKA Cheetah.

Partita come rapper underground dopo aver abbandonato gli studi alle scuole superiori, anche Cheetah raggiunge l’apice della sua carriera grazie alla vittoria della prima stagione di Unpretty Rapstar, che disputa proprio contro Jessi.

Feroce ma al contempo dolce come un felino della savana, Cheetah conquista tutti con il suo talento nella scrittura e la sua voce profonda.

Nel corso degli anni pubblica pochi album ma, grazie alla sua bravura ed esperienza diventa mentore per centinaia e centinaia di aspiranti artisti.; infatti, già dal 2016 la vediamo vestire i panni da trainer di rap per i concorrenti di Produce 101, rimanendovi anche per le stagioni successive, Produce 101 Season 2, Produce X 101 e Produce 48.

La sua carriera da insegnante e giudice continua, ricoprendo il ruolo di Producer nel programma Hip Hop Tribe e Hip Hop Tribe 2: Game of Thrones, nonché da mentore in High School Rapper e giudice in Chosun Panstar.

Insomma, i nostri cantanti preferiti potrebbero aver tutti preso lezioni e consigli proprio da lei!

Cheetah è particolarmente apprezzata per le note jazz che porta all’interno dei suoi brani, come possiamo riscontrare in una delle sue tracce più iconiche, My Number, dove è possibile percepire tutto il suo fascino e farsi coinvolgere dal ritmo è quasi naturale.

Con tutta la competenza e la maturità raccolta nel corso degli anni, anche Cheetah ha aperto la sua prima agenzia, la Ceuda Entertainment.

BIBI

Immancabile in questa lista, una tra le artiste più complete e anticonformiste che troverete in Corea del Sud, BIBI. Sebbene il suo stile spazi dalle più emozionali ballad ai featuring rap più cazzuti, BIBI è un personaggio di cui è fin troppo difficile non innamorarsi.

Rinomata per il suo spirito libero e le sue performance fuori dagli schemi tradizionali, con la sua eccentrica personalità è pronta a portare scompiglio nel mondo della musica durante tutto il suo percorso per diventare un’artista di successo. Infatti, guardare i suoi video e le sue esibizioni è davvero un’esperienza unica.

Audace, provocatoria, con una presenza scenica quasi imbattibile e l’unica talmente priva di inibizioni e vincoli da lanciare su una folla di 30.000 spettatori sigarette e preservativi durante un’esibizione, e da scendere dal palco per baciare alcune fortunatissime ragazze presenti nel pubblico: scene che non si vedono tutti i giorni, di sicuro non in Corea, e che hanno un impatto non da poco.

Le sue canzoni sono spesso ricche di argute metafore e parlano di temi quali il corso della vita, le ingiustizie, il sesso e l’amore, cercando sempre di ricordare a chi le ascolta che nessuno sarà mai perfetto e che è giusto accettare i propri difetti.

Lee Youngji

Gen Z vincitrice della terza stagione di High School Rapper, disinvolta, spiritosa con un’energia infinita e l’animo poliedrico, è sicuramente una delle artiste hip hop che non bisogna farsi sfuggire.

Con il suo talento incredibile si è fatta strada distinguendosi sulla scena musicale e attirando l’attenzione del pubblico grazie alle sue rime potenti ed esplosive, la sua inconfondibile voce roca e il suo incredibile carattere spumeggiante.

Nonostante la sua giovane età, possiamo vederla nelle vesti di concorrente, di attrice e di presentatrice di show ideati interamente da lei.

Artista singolare, con un’autenticità e una sicurezza in sé stessa da fare invidia a chiunque, Lee Young Ji vi catturerà nel suo mondo e non vi lascerà più andare.

In questo articolo abbiamo visto le artiste responsabili di alcuni dei brani più ascoltati degli ultimi anni, donne che sanno certamente come dominare sul palco, contribuendo con la loro forza e determinazione alla rottura degli schemi e dei pregiudizi più antichi del mondo, affermando la loro influenza in diversi ambiti dell’intrattenimento.

Se siete interessati alla musica Hip-hop o volete conoscere qualche nuovo artista, vi consigliamo di seguire la nostra nuova playlist su Spotify, tutta a tema donne e Hip-hop!

E ora, diteci, riuscireste mai a scegliere la vostra preferita?

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K-Music K-Pop

Steal her style: Jennie from Black Pink

Annyeonghaseyo!

Che sia sul palco, ad un evento oppure nella vita di tutti i giorni, le Blackpink (블랙핑크), gruppo K-Pop formatosi nel 2016 sotto l’etichetta discografica YG Entertainment e composto da Jisoo (Kim Ji-soo, 김지수), Jennie (Kim Jennie, 김제니), Rosè (Park Roseanne, 박채영) e Lisa (Lalisa Manobal, ลลิษา มโนบาล), non si distinguono solo per le loro capacità di cantare e ballare, regalando performance magnetiche, ma anche per i loro outfit sempre al top.

Ognuna della quattro ragazze collabora da anni con i più importanti brand del mondo della moda: rispettivamente, Jisoo è ambassador per Dior, Jennie per Chanel, Rosè per YSL (Yves Saint Laurent) e Lisa per Celine.

Oggi però ci concentreremo solo su Jennie.

Il suo percorso nella moda e il suo modo di vestire mai banale, mixando sempre stili diversi, è molto conosciuto e ammirato, sia dai locals coreani che dai fan, e non, internazionali. L’idol conta infatti tantissimi followers, sia su Instagram che su Youtube, dove carica foto e video dei suoi look, delle performance e ci regala scatti tenerissimi con i suoi cagnolini Kuma e Kai.

Abbiamo parlato di ambassador, ma di cosa si tratta?

Una brand ambassador è una persona scelta da un marchio per la sua estetica, per le caratteristiche di una certa maison che si riflettono nel suo stile quotidiano e nel suo carattere. Essere brand ambassador non significa solo presenziare ad eventi e sfilate, oltre a partecipare ad alcune campagne pubblicitarie, ma anche diventare il volto che molti e molte assoceranno a quel brand, aiutandolo a crescere e diffondere i valori in cui crede.

Quali sono i brand coi quali collabora Jennie?

Chanel

Soprannominata dai fan Human Chanel, Jennie non poteva che essere, ormai dal 2017, una brand ambassador dell’iconica maison francese Chanel.

Il legame emotivo ed estetico di Jennie con il brand Chanel risale però a molto prima del suo debutto come idol e fashion icon: in diverse interviste, Jennie ha infatti ricordato i momenti nei quali da piccola curiosava nell’armadio di sua madre, la persona che per prima le ha trasmesso l’amore per la moda, affascinata da alcuni pezzi vintage di Chanel che anche Mrs. Kim ha sempre adorato.

Fra abiti in tweed, collane di perle, ma anche capi più moderni, sempre dall’inconfondibile taglio romantico, Jennie rispecchia benissimo l’estetica di Chanel, con la sua eleganza ed il carisma che la contraddistinguono in tutto ciò che fa.

In un’intervista ad Harper’s Bazar, l’idol ha rivelato:

Sento un particolare senso di realizzazione ed orgoglio quando ho l’opportunità di creare dei concept insieme ad un brand che amo, una realizzazione diversa rispetto a quando lavoro sulla mia musica.

Jennie

Oltre ad aver partecipato a sfilate ed eventi del brand, visitandone anche i laboratori parigini, lo scorso giugno, Jennie è stata protagonista di un bellissimo servizio su WKorea: aperto solo per lei, Jennie ha posato in un pop up store Chanel, dove nella stanza principale è stata allestita una montagna di orsetti di peluche, tanto amati dall’idol.

Calvin Klein

A partire dal 2021, Jennie è entrata nella squadra di celebs che fanno da volto al marchio Calvin Klein. Grazie al suo stile sporty chic, baggy jeans, tshirts dal taglio semplice e l’intimo in cotone tempestato di monogram, tutti items iconici del super trendy CK, ogni capo sembra disegnato apposta per lei.

In particolare, è stata la principale modella delle campagne della collezione Primavera 2021 e della recente campaign Primavera 2022, regalandoci ogni volta degli scatti pazzeschi.

Gentle Monster

Nel 2020, Jennie ha collaborato col famoso marchio di occhiali coreano Gentle Monster. La collezione, chiamata J-entle Home, per sottolineare il sodalizio fra la creatività di Jennie e l’estetica del brand, spopola ancora oggi, come abbiamo visto di recente su Instagram.

In occasione del lancio della collezione, è stato creato un pop-up store a forma di casa delle bambole: in ogni stanza sono stati messi oggetti e dettagli legati alla quotidianità di Jennie, come ad esempio foto dei suoi piccoli cagnolini, e tutti gli occhiali disegnati da lei sono stati esposti in una cabina armadio da favola. Ciliegina sulla torta, alla fine dell’home tour, un piccolo supermarket: in pieno revival anni 2000, lip gloss, caramelle e finti telefoni cellulare a tema Barbie Jennie.

Lo store è rimasto aperto anche dopo il tour di Jennie, una vera sorpresa per i fan!

Hera beauty

Soprattutto in Corea, non si possono dimenticare certo una buona skincare e un makeup delicato ma deciso per completare il look. Per questo, last but not least, dal 2019, Jennie è apparsa più volte nelle campaigns del brand coreano Hera Beauty.

Steal her look

Per completare questo articolo, non potevamo non analizzare un outfit di Jennie, cercando un po’ d’ispirazione per i nostri look di tutti i giorni!

Lo scorso giugno Jennie ha partecipato all’apertura dello spazio creativo Comfort a Seoul.

Il look che ha indossato per l’occasione rispecchia alla perfezione lo stile di Jennie, mettendo insieme toni romantici con note street style.

Non poteva scegliere qualcosa di più semplice, fresco ed allo stesso tempo super stylish: un gilet in maglia color panna, pantaloni neri baggy, Vans platform nere e, perché sono sempre gli accessori a fare la differenza, un basco francese color argento, chockers di perle Chanel e una piccola borsetta con appesi un foulard e due portachiavi, magari regalati da qualche BLINK (se non lo sapeste, BLINK è il nome del fandom delle Blackpink).

Nel caso voleste copiare lo stile di Jennie, date un’occhiata a questi link che vi consigliamo!

Vi piace lo stile di Jennie? Di quale altro idol vorreste scoprire lo stile? Chi è il vostro fashion guru per i vostri outfit? Fatecelo sapere nei commenti!