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Letters from Seoul #2

안녕 친구! 

Eccomi tornata a parlarvi del mio viaggio in Corea, e in questo secondo appuntamento parleremo di Busan e JinHae.

Essendo che con l’attività di volontariato non puoi assentarti per molti giorni, ho deciso di soggiornare a Busan per 3 giorni e trascorre uno di questi tre a JinHae, città nella quale si tiene il festival dei fiori di ciliegio!

Il viaggio

Per arrivare a Busan, avendo poco tempo, ho scelto di prendere il treno.
Con valigia alla mano mi dirigo verso la stazione qualche ora prima della partenza per essere sicura di fare tutto senza fretta e di non perdere il treno che qui è puntualissimo!

Fortunatamente non c’erano zombie nel treno (ㅋㅋㅋ) e il viaggio è stato più veloce del previsto, anche abbastanza divertente grazie all’ajumma del sedile accanto che, per tutta la durata del viaggio, mi ha praticamente “picchiata” perché ero “yeppoda”.

Arrivata Busan ho percepito da subito la differenza che esiste con Seoul.

Busan è la tipica città del sud: allegra, colorata, chiassosa. In metro ho anche capito che mi sarei trovata in una città più “adulta”, in quanto la maggior parte dei ragazzi si è trasferita a Seoul per studiare o lavorare. 

A Busan, come anche anche a Seoul, tutti sono gentili e particolarmente pronti ad aiutarvi senza che lo chiediate! Sono davvero stupita dalla gentilezza delle persone che ho incontrato…diverse da come solitamente i coreani stessi si descrivono.

Busan è una città di una bellezza mozzafiato, soprattutto se scegliete di alloggiare vicino al mare: io sono arrivata a Busan quando era piena fioritura di ciliegi e mi sono innamorata anche dei vicoli più insignificanti .

AH! I prezzi, dal cibo agli alloggi, sono nettamente inferiori rispetto a quelli di Seoul!

Detto ciò arriviamo al dunque…sperando possa essere d’aiuto a qualcuno che vuole viaggiare ma ha poco tempo o un budget ristretto: cosa fare in tre giorni a Busan?

Il primo giorno, appena arrivata ho subito lasciato la valigia nell’appartamento che avevo affittato e mi sono diretta verso il famoso tempio sul mareHaedong Yonggungsa“: esperienza assolutamente da fare! Unico nel suo genere, è un posto che trasmette calma e serenità, onestamente non saprei come meglio descriverlo a parole. Dovete assolutamente andare! Dopo aver visitato il tempio potete pranzare o cenare all’uscita…troverete dei chioschetti o anche dei ristoranti!

Subito dopo aver cenato lì vicino, sono andata a fare una passeggiata sulla spiaggia per la precisione ad Haeundae!

Il secondo giorno la sveglia era impostata per andare a JinHae per il festival che si tiene annualmente dei fiori di ciliegio. Da Busan dista più o meno 2 ore con i mezzi pubblici…ma ne vale assolutamente la pena: penso sia stato uno dei posti più belli visto fin ora.


Durante il festival, oltre a posti da cartolina, in tutto il paese ci sono degli stand nei quali trovare cibo e bevande al gusto “cherry blossom” .

Dopo aver girato la città e scattato delle foto sono ritornata a Busan con il pullman diretto, che a parer mio…da fare anche all’andata se si vuole viaggiare più comodi e più tranquilli, soprattutto se si vuole arrivare riposati e godersi la magia della città!

Per il secondo giorno a Busan ho scelto di fare un insieme tra cose convenzionali e cose che lo sono un po’ meno. 

Per iniziare bene la giornata sono andata a fare colazione con vista mare! In un posto super Instagrammabile

Dopo essermi riempita la pancia sono scesa in spiaggia a scattare qualche foto!

Dopo ciò seconda tappa della giornata è stata il Bexo Busan museum! Museo consigliato anche dal nostro Namjoon, super suggestivo che ospitava la mostra di Takashi Murakami artista molto famoso e conosciuto anche dai non amanti dell’arte per aver a collaborato con Luis Vuitton. A parte la su mostra il museo è molto molto bello, se siete amanti dell’arte e potete, passateci! 

Subito dopo mi sono diretta verso il Cultural Village parte così diversa ma anche così tipica di Busan che dovete assolutamente vederla. È una tappa obbligatoria a mio parare se si va a Busan!

Dopo aver trascorso tutto il pomeriggio nei mercatini del cultural village, a scattare foto e godermi la vista dei vicoli suggestivi sono andata a vedere lo spettacolo dei droni che si tiene a Gwangalli beach…molto carino a tema Expo 2030 ㅋㅋㅋ. La cosa più divertente della giornata è stata vedere come in tutta Busan l’Expo sia sponsorizzato come un evento mistico! È ovunque e tutti ne parlano!

Ultimo giorno o meglio, ultima mattinata a Busan: la domanda sorge spontanea…da Army quale sono potevo non fare la mia ultima colazione a Busan da Magnate?

Per chi non lo sapesse, il Magnate è il cafè gestito dal padre di Jimin dei BTS che quella mattina, tra l’altro, era al cafè a godersi anche lui la sua colazione! 

Il posto è molto bello e il cibo molto buono, il prezzo è quello di qualsiasi cafè in Corea!

Fun fact: il sig. Park dopo aver chiacchierato con i suoi amici, gustato la sua colazione e firmato qualche autografo (ㅋㅋㅋㅋ) a chi lo chiedeva si è alzato ed è andato a fare il caffè o a prendere le ordinazioni! 


Ps: la sottoscritta ha anche fatto una figuraccia con il Sig. Park spaventandosi perché sbucato da una porta che in quel momento non avevo visto hahaha…detto ciò posso dire di aver fatto ridere il padre di Jimin ㅋㅋㅋ! 

E con questo aneddoto che si conclude il mio viaggio a Busan e anche il nostro appuntamento! Restate sintonizzati se volete sapere di più!

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Letters from Seoul: #1

Annyeong chingus! Sono Sara e sono qui con il primo appuntamento di questa nuova rubrica: Letters from Seoul!

Partiamo un po’ dall’inizio: perché questa rubrica?

Il mio sogno era, un po’ come tutti i lettori di questo blog, di andare in Corea del Sud e, nello specifico, di andarci in primavera per poter vedere la fioritura dei ciliegi! Sì, avete letto bene: era! Perché finalmente sono riuscita ad avverarlo questo sogno e attualmente sono qui da circa tre settimane.

WOW! Non ci credo ancora! Non penso di aver ancora realizzato di essere qui e quando ne parlo mi fa ancora un po’ impressione. Sto forse sognando?! No, Sara, sei più che sveglia!

Se anche voi state pensando di partire, prima o poi, posso dirvi che pianificare il tutto non è molto semplice e, anche se siete delle persone super organizzate o a cui piace pianificare e stilare liste, avrete sicuramente non poche difficoltà perché non esistono (ancora, ma ci stiamo lavorando…) tantissime indicazioni in italiano. Cosa mi ha reso la vita facile? La nostra bravissima Rachel con le sue guide personalizzate, grazie alle quali il mio lavoro è stato dimezzato e sono partita molto più tranquilla avendo dei punti di riferimento a cui affidarmi (ad esempio indirizzi, app, posti più interessanti da visitare). 

Essendo partita da sola ed essendo il mio primo viaggio all’estero ho optato per un volo diretto con Asiana Airlines partendo da Roma: il volo è stato super comodo ed il tempo è passato velocissimo, grazie al personale super gentile e disponibile e al cibo apprezzatissimo!

#Saraconsiglia: optate per il menu coreano, non ve ne pentirete!

Qual è la prima cosa che mi ha sorpresa?

Beh sicuramente il fatto che negli info point per turisti non si parlasse inglese!

Nonostante ciò, l’unica difficoltà che ho incontrato è stata trovare il pullman e la coincidenza esatta per il luogo in cui poi dovevo alloggiare: diciamo che i dipendenti dei vari info point di Incheon avrebbero dovuto fare almeno una riunione per mettersi d’accordo sulle informazioni da dare ai turisti invece di farmi girovagare in lungo e in largo per più di mezz’ora…Ma insomma, tutto il mondo è paese!

Un’altra cosa che mi ha colpita è la gentilezza delle persone soprattutto degli anziani. Bene, questo è il momento in cui questa rubrica diventa un revival coreano di Papà castoro: siete pronti a sentire una storia quasi da commedia cinematografica?

Abbiamo già detto che gli operatori degli info point fossero giusto un filo discordi tra di loro, no? Bene, alla fine sono riuscita a recuperare delle informazioni valide e, quindi, contenta della mia piccola vittoria, mi dirigo alla fermata “corretta” e mi metto in fila dietro una signora che, a vederla, sembrava la classica ajumma dei nostri amati K-Drama, quelle con vestiti a fiori e cappellino!

La nostra ajumma, non appena mi vede alle prese con le mie valigie inizia a parlarmi, ovviamente solo in coreano: ora, ammetto che io la buona volontà ce l’abbia messa tutta negli scorsi mesi e il materiale che ha creato Rachel (che potete trovare nel nostro shop) mi ha sicuramente dato una mano, peccato che il mio sia un “survival” coreano… So quel che basta per sopravvivere in contesti abituali e, sicuramente, non ad un dialogo con un ajumma!

Tuttavia, le differenze linguistiche non mi abbattono e riesco a cogliere qualcosa (ora che ci rifletto, potrebbe avermi proposto di conoscere suo nipote, o forse l’amico di suo nipote, non mi era ben chiaro ma non importa) e, sempre con il mio coreano stentato, provo a chiedere a lei e al marito informazioni circa l’acquisto del biglietto con la T-money: l’ajumma mi dice che, per prendere l’autobus, bisogna fare un biglietto e che la T-money (carta dei mezzi) non si può usare per questo tipo di tratte.

Io, preoccupata di perdere l’autobus che sarebbe passato da lì a poco, mi dirigo verso la biglietteria a chiedere informazioni: con il fiatone arrivo e subito il personale che era lì mi dice l’esatto opposto di quanto detto dalla ajumma. Però, se i K-Drama ci hanno insegnato qualcosa, è che le ajumme non sono affatto degli esseri fragili e docili e, quindi, anche la mia ajumma non si fida dalle mie parole e, convintissima che qualcosa non quadrasse, inizia a fermare tutti i passanti chiedendo se potessi salire sull’autobus avendo solo la T-money.

Al ventesimo passante placcato dalla ajumma, si ferma finalmente un signore che, fortunatamente, parlava un po’ inglese e che soprannomineremo “Angelo custode” perché, senza di lui, mi sarei probabilmente ritrovata dall’altra parte di Seoul! È stato davvero MOLTO gentile, si è offerto con il suo inglese basilare di farmi da “traduttore” e, grazie a lui, ho capito non soltanto che la fermata fosse quella sbagliata e che effettivamente la T-money bastasse, ma mi ha aiutato anche con le valigie. Un angelo!

Ricordo che in quel momento ho pensato: “Altro che Italia: noi? Gentili con gli stranieri? Ma quando mai…”.

Finalmente arriva il momento di salire sull’autobus e, dopo essermi goduta la vista della città di notte, scendo alla fermata non troppo distante dal mio alloggio: come se l’esperienza dell’autobus non fosse stata già sufficiente dopo tutte quelle ore di viaggio, poco dopo essere scesa dal bus ha iniziato a piovere e con due valigie e le salite ripide di Seoul già 10 minuti mi sono sembrati un entrerà!

La prima cosa che ho pensato quando mi sono addentrata nei vicoli di Kondae – quartiere della Konkuk University – è stato: “Sara sei a Seoul! Guarda le luci, i colori, il profumo del cibo.”, mi sembrava quasi di star sognando e di non vivere la storia in  in prima persona. 

AH! Quasi dimenticavo… Giusto un accenno perché ve ne parlerò bene a fine esperienza in un articolo dedicato solo a questo argomento: fare un viaggio “economico” a Seoul è possibile! Io ho scelto di stare a Seoul in un dormitorio con altre ragazze che fanno scambio linguistico da tutte le parti del mondo per una sorta di “volontariato” e, in cambio di lavoro, avere vitto e alloggio gratuiti! 

Ma tornando a noi, dopo essere arrivata all’alloggio ho conosciuto le altre ragazze e cenato con loro: i giorni dopo ho dovuto organizzare il lavoro e incastrarlo con le uscite alla scoperta della città.

Qual è stata la prima cosa che ho fatto a Seoul, dopo essermi ambientata?

Tutte le volte in cui mi sono trovata a fantasticare su quello che avrei fatto il giorno in cui sarei partita per la Corea e avrei avuto la possibilità di vivere sulla mia pelle tutte quelle storie che mi capitavano spesso su Instagram o su Tiktok, venivo trasportata dalla mia mente in due posti ben precisi: il noraebang (o karaoke) e i famosi “tendoni rossi” dove si può mangiare il classico street food coreano accompagnato da una bottiglia (o più) di soju.

Da sempre, fin da piccola quando guardavo gli Anime che andavano in tv e in generale l’animazione giapponese, volevo troppo provare ad andare al karaoke e cantare fino al mattino con le mie amiche…Quindi, la prima cosa che ho fatta è stata proprio questa!

La vita a Seoul

Ogni giorno a Seoul è diverso e succede sempre qualcosa di spettacolare quasi come a farti sentire la protagonista di un film: un po’ come quando l’ahjussi mi ha aiutata in aeroporto o come quando, durante la Seoul Fashion Week, mi hanno chiesto delle foto e un autografo perché “you are Blackpink Lisa” (grazie a questo ho capito che i coreani non sono molto bravi nel vedere le somiglianze!) o come quando, sempre alla Fashion week, sono andata alla fashion week per fotografe lo stile pazzesco che i ragazzi e le ragazze hanno qui e sono finita per esse accerchiata da fotografi perché “you model”.

Giusto per rendere l’idea: questa era un po’ la situazione… Esatto, quella sono proprio io ㅋㅋ! Mentre qui di seguito vi lascio alcune delle foto che ho fatto ai veri modelli!

Non è magico solo quello che succede ma anche quello che si ha intorno, come la vista mozzafiato dei vicoli sconosciuti, il tramonto durante le passeggiate in bicicletta sull’Han River, i fiori di ciliegio che stanno per sbocciare, le numerosissime coppie innamorate che matchano l’outfit o la night life view.

Siamo arrivati alla fine di questo primo episodio, queste tre settimane sono state molto utili per ambientarmi e quindi non ho granché da raccontarvi ma state certi che ho grandi cose in programma, quindi non perdete i prossimi appuntamenti di questa rubrica se volete scoprire com’è vivere in Corea o se volte sapere di più su questo splendido paese!

Alla prossima,  다음에 봐!


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La mia valigia per la Corea del Sud

Se quando fate la valigia la vostra mente si azzera e siete sicuri che qualcosa di importante ve lo scorderete a casa…anche in questo caso Mondo Coreano vi salverà!

Scaricate la lista della valigia perfetta, cliccando sul pulsante qui sotto!

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K-Travel Korea

Cosa fare e non fare in Corea del Sud

State per partire per il vostro viaggio in Corea? Sicuri di avere tutto? Facciamo un breve riepilogo: passaporto, biglietti aerei, assicurazione, alloggio, medicine, lista di Dos and Don’tsForse quest’ultima vi è sfuggita? Non c’è problema! In questo articolo parleremo in po’ di cosa fare e non fare quando vi troverete in Corea.

Cose da NON FARE!

Ahimè, purtroppo la lista è abbastanza lunga, ma non preoccupatevi perché forse alcune le sapete già, altre invece potrebbero sorprendervi un po’. 

In cima alla lista delle più conosciute troviamo di sicuro:

  • Non soffiarsi il naso in pubblico
  • Sedersi nei posti riservati ad anziani e donne incinta
  • Parlare a voce alta sui mezzi
  • Infilare le bacchette nel riso 
  • Scrivere il nome di una persona con il colore rosso
  • Indossare vestiti scollati

Proviamo a capirne qualcosa di più?

1. Non soffiarsi il naso in pubblico

Tranquilli, potete soffiarvelo, però magari non fatelo proprio di fronte alla persona con la quale state parlando. Giratevi appena, in maniera tale che questo “fattaccio” rimanga un po’ nascosto. 

2. I posti riservati

È tutto vero: se vi sedete in quei posti, anche se la carrozza dovesse essere completamente vuota, vi guarderebbero male in ogni caso.

Qui però arriva il paradosso: se la carrozza dovesse essere piena, un giovane seduto nei posti “normali” difficilmente si alzerebbe per far sedere un anziano.

Inoltre, se siete su un mezzo pubblico ricordatevi che non siete in Italia: il tono della voce è basso, niente urla e schiamazzi e le telefonate (se potete) fatele quando uscite!

Diciamocelo, spesso noi italiani ci facciamo riconoscere all’estero per i decibel con i quali ci esprimiamo (io in prima linea), però questa è una di quelle situazioni nelle quali vi potrete giovare la “waegukin card”, ovvero, se qualcuno vi rimprovera fate finta di non capire (ops).

3. Non infilare le bacchette nel riso

L’immagine ricorda infatti i bastoncini di incenso bruciati nei funerali buddhisti e viene considerato, di conseguenza, un gesto di malaugurio.

L’etichetta a tavola è davvero molto rigorosa in Corea: il più giovane serve da bere e cuoce la carne per i più anziani; sarebbe, inoltre, buona maniera aspettare sempre che sia il più anziano ad iniziare a mangiare.

Ah, quasi dimenticavo! Il più giovane non dovrebbe bere di fronte alla persona rispetto a lui più anziane, meglio girarsi poco poco (come per soffiarsi il naso).

Queste “regole” valgono nel momento in cui siete seduti al tavolo con dei coreani di una certa età perché, tra giovani (soprattutto se tra stranieri) state tranquilli che nessuno vi metterà alla gogna se non le rispettate.  

4. Non scrivere il nome di una persona con il rosso

Avete capito bene, usate qualsiasi altro colore, ma non il rosso. Se lo fate, state augurando la morte a una persona.

5. Indossare vestiti scollati

Minigonne succinte non creano problemi, tuttavia, le maglie scollate non sono viste di buon occhio.

Anche qui, però, possiamo aprire una piccola parentesi: durante il giorno, effettivamente, non vedrete scollature profonde, la sera nei club, invece, è tutta un’altra storia. Se le stesse coreane non si fanno problemi, perché dunque dovremmo farceli noi?

Vorrei ora parlarvi di alcuni gesti e comportamenti di cui non si parla molto e che però non vengono visti di buon occhio

Partiamo da una lista per poi andare più nel dettaglio: 

  • aspettarsi che tutti parlino inglese 
  • guardare gli estranei negli occhi 
  • scattare foto a estranei
  • immischiarvi in una rissa
  • chiamare le persone per nome
  • fumare camminando
  • chiedere stupidaggini sulla Corea del Nord
  • sparlare della chirurgia

1. Pretendere che tutti parlino inglese

Purtroppo, trovare un coreano che parli in maniera fluente l’inglese è davvero difficile, dunque, prima di partire vi consiglio di imparare qualche frase standard e vocaboli di base: anche solo provare ad esprimersi in coreano è molto apprezzato e chi vi sta di fronte capirà che rispettate la loro cultura!

Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di acquistare il frasario di Mondo Coreano per prepararvi al meglio ad affrontare situazioni di qualunque genere.

2. Fissare gli estranei negli occhi

Se mai andrete in Corea noterete che tutti cercano di evitare il più possibile il contatto visivo.

A proposito di estranei, fate anche molto attenzione quando scattate una foto e la pubblicate: in Corea sono molto “attenti” alla privacy quando si tratta di foto, tuttavia, troverete sempre strade e vicoli tappezzati di telecamere di sicurezza (e la privacy?).

3. Le risse

Fuori e dentro i locali, soprattutto nella zona di Hongdae, capitano spesso risse sia tra coreani che tra stranieri.

Il mio consiglio è di non mettersi mai in mezzo, non importa che voi siate nel torto o nel giusto, essendo stranieri (ahimè) sarete sempre giudicati colpevoli. Perché?

Perché il sistema giudiziario coreano tende a proteggere molto i suoi cittadini, anche quando colpevoli.

4. Chiamarsi per nome

Come forse alcuni di voi sapranno, la Corea è una società estremamente gerarchica e, in base alla persona con la quale state parlando e all’età di questa, cambierà l’appellativo con il quale dovrete rivolgervi.

“Oppa”, “unni”, “hyung”, “nuna”, “ajussi”, “ajumma” sono solo alcuni degli appellativi usati per rivolgersi ad amici, anziani, fratelli, sorelle: quindi, quando vi troverete a dover avere a che fare con i coreani, ricordatevi sempre di utilizzare questi appellativi invece dei loro nomi propri!

5. Le sigarette

Se stai camminando e vuoi fumare, devi fermarti e metterti da una parte. In che senso?

In Italia, come in altre parti in Occidente, siamo abituati a fumare camminando dando poco importanza a chi ci passa di fianco, tuttavia in Corea non è così: anche in questa situazione nessuno vi metterà alla gogna se lo fate, la “waegukin card” è sempre pronta per essere giocata, ma cercate di non abusarne!

Se volete saperne qualcosa di più, date un’occhiata a questo post!

6. Fare domande sciocche sulle Corea del Nord

Diciamocelo, tutti siamo curiosi sulla Corea del Nord, ma continuare a fare domande e chiedere informazioni a riguarda può risultare un po’ fastidioso per i coreani. Come noi, anche loro non sanno molto, ed essendo le due nazioni ancora in stato di armistizio potrebbe risultare un argomento un po’ delicato.

7. Sparlare della chirurgia

Come molti di voi sanno, gli interventi chirurgici sono molto diffusi in Corea, soprattutto le operazioni di tipo non invasivo: è molto probabile, dunque, che la persona con la quale state parlando abbia fatto qualche ritocchino qua e là.

Un consiglio: evitate commenti negativi sulla chirurgia, ognuno ha diritto di sentirsi bello, anche se lo fa con un aiuto esterno. 

Cose da fare/da poter fare!

  • ricevere a due mani
  • stare alla larga dal numero 4
  • fare un leggero inchino quando entrare nei ristoranti
  • fare rumore mentre mangiate
  • togliersi le scarpe quando entrate in casa
  • chiedere l’età
  • riciclare

1. Ricevere le cose a due mani

È un gesto molto comune nei Paesi asiatici, non solo in Corea, e vi capiterà spesso quando andrete a pagare. Che sia un negozio, un ristorante, una bancarella ecc. vi daranno sempre il resto/carta con due mani. Cosa fare dunque? Prendete ciò che vi viene dato/restituito anche voi con due mani. 

2. Stare alla larga dal numero 4

In cinese questo numero vien pronunciato “sì”, che è omofono di “sǐ” e significa “morte”: essendo la cultura coreana molto influenzata da quella cinese, anche questa credenza è stata importata nella penisola e tutt’ora il numero 4 è un simbolo di malaugurio, tanto da essere persino omesso nella numerazione dei palazzi.

3. Fare un leggero inchino quando entrate nei ristoranti

L’inchino è uno di quei gesti che a noi stranieri viene condonato se non fatto, soprattutto se ci si trova tra giovani: essendo i ristoranti spesso gestiti da persone di una certa età, sarebbe buona maniera fare un leggero inchino all’entrata e all’uscita. 

4. Fare rumore mentre si mangia

Quante volte da piccoli siamo stati rimproverati perché facevamo rumori mentre mangiavamo?

In Corea è totalmente normale, vuol dire che state davvero apprezzando quello che state mangiando. Avete mai visto i video di qualche idol che mangia i noodles facendo dei rumori atroci? In Corea potete/dovete farlo anche voi!

5. Togliersi le scarpe quando si entra in casa

Anche da noi si fa, ma non è una regola fissa come lo è in Corea.

In tutte le case coreane dovrete togliervi le scarpe all’ingresso, mettervi delle ciabatte e ricambiarvele di nuovo per entrare in bagno.

Sì, avete capito bene: il bagno prevede delle ciabatte a parte. 

6. Chiedere l’età

Come già anticipato, la società coreana è estremamente gerarchica e in base all’età della persona con la quale state parlando cambierà la formalità del linguaggio e l’appellativo con il quale vi dovrete rivolgere.

Proprio per questo motivo, appena dopo avervi chiesto il nome i coreani vi chiederanno l’età: questa differenza di linguaggio chiaramente viene meno nel momento in cui parlate inglese; tuttavia, sarà utile per capire come rapportarsi con la persona che vi sta di fronte.

7. Riciclare

I coreani sono molto attenti a separare i rifiuti, come anche noi in Italia.

Plastica, carta, umido, secco, tutti prevedono un bidone differente; inoltre, in Corea è prevista la raccolta porta a porta. Attenti a non sbagliare perché non solo non ritireranno il vostro sacco, ma potrebbero anche multarvi.

Questa attenzione all’ambiente purtroppo viene meno quando di tratta di utilizzo della plastica: la Corea è tra i primi Paesi al mondo per utilizzo di plastica pro capite, pensate che alcuni frutti vengono imballati singolarmente, i servizi di delivery utilizzano strati su strati di plastica, ogni giorno vengono utilizzate tonnellate di bicchieri di plastica.

Un vero e proprio paradosso per Paese così tecnologicamente avanzato e che potrebbe decisamente migliorare.

Spero che questo articolo vi posso essere utile per evitare qualche scivolone durante la vostra permanenza in Corea! Conoscevate già queste informazioni? Fatecelo sapere nei commenti!

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Asiana Airlines: da Roma a Seoul

Se c’è una cosa che amo fare è sicuramente viaggiare.

L’idea di andare a scoprire posti lontani, culture diverse dalla mia e nuovi luoghi dei quali innamorarmi è tra le mie più grandi passioni e, da quando il mondo ha ripreso il suo ritmo pre-covid, avete visto bene che ho colto ogni occasione disponibile per riprendere con questa stupenda abitudine.

Il primo viaggio a Seoul non si dimentica mai e, a soltanto qualche mese di distanza, sento già la mancanza di quei giorni lì in mezzo ai grattacieli di Seoul e alle sue viuzze colme di storia: eccomi, quindi, che mi trovo di nuovo a prenotare un biglietto per la Corea!

Tra le domande che mi fate più spesso è a quale compagnia mi affido per viaggiare con comodità dall’Italia alla Corea ed è per questo che ho pensato fosse il caso parlarvi meglio di Asiana Airlines.

Asiana Airlines è una compagnia aerea, nota dapprima con il nome Seoul Airlines, nata nel 1988 ed ha il suo quartier generale a Seoul: è la seconda compagnia aerea coreana per traffico e dimensioni e gestisce quasi la totalità del traffico aereo coreano; inoltre, ha importanti rotte internazionali, tra le quali l’Europa, l’America e l’Oceania.

Nel giugno di quest’anno è stato riaperto il collegamento diretto tra Roma e Seoul, operato proprio da Asiana Airlines: sarà, infatti, possibile viaggiare con volo diretto o con – al massimo – uno scalo, rendendo più facile e comodo spostarsi tra i due paesi.

Ogni quanto vola Asiana Airlines?

Fino alla fine di ottobre, Asiana Airlines propone tre giorni disponibili per viaggiare, martedì, giovedì e sabato; invece, dall’1 novembre fino al 25 marzo 2023 volerà soltanto martedì e sabato.

Dal 26 marzo, infine, dovrebbero riprendere con i soliti ritmi con almeno tre giorni papabili per la partenza.

Perché dovreste scegliere Asiana Airlines?

Nell’ultimo anno, tra un K-Drama e l’altro, ho spulciato spesso nei vari siti per cercare delle compagnie aeree che offrissero dei biglietti a prezzi accettabili anche per le tasche un po’ più ristrette: devo ammettere che Asiana è quella che, tra tutti, offre maggiori opportunità ad un costo ragionevole, a maggior ragione per un volo diretto.

Inoltre, Asiana offre la possibilità di paragonare i prezzi dei vari giorni, in modo tale da scegliere con totale serenità il giorno migliore per partire.

Per rimanere aggiornati con le ultime novità circa date disponibili per viaggiare, sconti o eventi particolari, vi consiglio di fare un giro sul loro sito web.

Se volete saperne di più della mia esperienza con Asiana e delle mie avventure alla scoperta della Corea, non perdetevi le mie storie che pubblicherò durante il prossimo viaggio!

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Il sistema dei trasporti a Seoul

Con una miriade di attrazioni e bellezze che Seoul ha da offrire, sarebbe un peccato perdersene qualcuna in preda all’ansia o allo stress di non riuscire a capire come muoversi per la città!

Quindi perché non prepararsi in anticipo su come funzionano i trasporti in questa fantastica metropoli?

Vediamo insieme i tipi di mezzi di trasporto che si possono trovare a Seoul e come funzionano!

Per prima cosa, è importante sapere che esistono diversi pass di viaggio a seconda delle esigenze del singolo viaggiatore.

Funzionano tutti come abbonamenti ricaricabili, e sono più vantaggiosi rispetto ai biglietti singoli perché possono offrire diversi sconti e agevolazioni in diverse attrazioni e convenience stores!

Vediamoli uno ad uno!

T-money (Standard)

  • Prezzo d’acquisto: 2,500 won/1,90 euro
  • È il pass più comune e più acquistato
  • Dove si può acquistare? Negozi di alimentari, stazioni della metropolitana, T-money Town, Centro informazioni turistiche di Myeong-dong
  • Vantaggi? Facile da usare, vale su ogni tipo di mezzo pubblico e anche su alcuni taxi, non ha data di scadenza

È molto semplice capire come si usa e può essere utilizzata per acquistare prodotti nei minimarket, affittare armadietti nelle stazioni della metropolitana e molto altro ancora.

Negli ultimi anni, queste multi-card sono diventate anche oggetti da collezione grazie alle continue collaborazioni con personaggi popolari come Kakao Friends e idoli del K-pop come BTS e Red Velvet.

È possibile ricaricare la carta nell’unità di 1.000 won, in un intervallo compreso tra 1.000 e 90.000 won. La somma di denaro depositata nella carta T-money non dovrebbe superare i 500.000 won.

Alla fine del soggiorno in Corea, si può anche decidere di riportare la T-money in un convenience store, in cambio di una piccola somma in denaro.

M-Pass 

  • Prezzo d’acquisto: 15,000-64,500 won/11,42-49,09 euro
  • È un pass di viaggio riservato ai visitatori internazionali per l’utilizzo dei trasporti pubblici nell’area metropolitana di Seoul
  • Dove si può acquistare? Aeroporto internazionale di Incheon, T-money Town, Centro informazioni turistiche di Myeong-dong
  • Vantaggi? Tutti i trasporti (fino a 20 corse al giorno)

Sono disponibili 5 tipi di M-Pass a seconda della durata di utilizzo (1, 2, 3, 5 e 7 giorni), a partire da 15.000 won fino a 64.500 won. Inoltre, c’è uno sconto di 3.000 won se lo si acquista dopo le 17.00.

Il prezzo dell’M-pass include un deposito di 5.000 won. Quando la carta viene restituita, verranno ridati 4.500 won.

L’M-Pass non può essere utilizzato per pagare i taxi e potrebbe non venire accettato nei minimarket.

Korea Tour Card

  • Prezzo d’acquisto: 4,000 won/3,04 euro
  • Carta indispensabile per viaggiare in Corea, la Korea Tour Card offre un comodo accesso ai trasporti pubblici e sconti in vari centri commerciali, attrazioni popolari come Lotte World, Everland, il Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Seoul e molto altro ancora
  • Dove si può acquistare? Negozi di alimentari, Aeroporto internazionale di Incheon, Stazioni della metropolitana, Compagnie aeree
  • Vantaggi? Tutti i trasporti, Sconti su Shopping, Duty-Free, Cibo, Attrazioni turistiche, Intrattenimento, Nessuna data di scadenza, Disponibile pass elettronico

Il processo di rimborso per importi superiori a 50.000 won può essere complicato e richiede molto tempo. Si consiglia di caricare la Korea Tour Card in piccole quantità.

Discover Seoul Pass

  • Prezzo d’acquisto: 39,900-70,000 won/30,36-53,27 euro
  • È il pass più caro di tutti, ma quasi più conveniente per i turisti che intendono visitare molte attrazioni durante il loro periodo a Seoul
  • Dove si può acquistare? Online, Aeroporto internazionale di Incheon Terminal 1 e 2, Aeroporto internazionale di Gimpo, Centro informazioni turistiche di Myeongdong
  • Vantaggi? Tutti i trasporti, Ingresso gratuito a 34 attrazioni e sconti per 29 attrazioni, Biglietto AREX (Airport Railroad Express Train) di sola andata, Voucher gratuito per il noleggio di biciclette di Seoul, Disponibile pass elettronico

Il Discover Seoul Pass è disponibile in versioni da 24 ore, 48 ore e 72 ore, in modo che i viaggiatori possano sceglierne una adatta alle loro esigenze.

Non offre solo il trasporto, ma anche l’ingresso gratuito a 34 attrazioni e sconti per 29!

Bene, ora che abbiamo visto tutti i tipi di pass acquistabili siamo pronti a vedere nello specifico le diverse reti di trasporto, sia pubblico che privato!

La metropolitana

Composta da 22 linee (in espansione), Seoul possiede una delle reti ferroviarie urbane più estese e convenienti al mondo.

In funzione dalle 4 del mattino fino all’una di notte, è uno dei modi più efficienti per spostarsi in città.

Il sistema di metropolitana di Seoul è uno dei sistemi di trasporto urbano più utilizzati al mondo, con oltre 8,4 milioni di spostamenti giornalieri.

Le tariffe sono anche relativamente economiche, a partire da una tariffa base di 1.350 won (1 euro) con uno sconto di 100 won per gli utenti T-money!

La Metropolitana di Seoul ha treni completamente climatizzati e dotati di connessione internet wireless. Inoltre, gli annunci, le mappe della metropolitana e la maggior parte delle informazioni nelle stazioni e sui treni sono forniti non solo in coreano, ma anche in inglese, cinese e giapponese.

È anche molto comoda per aggiungere l’aeroporto di Incheon!

Chi viaggia a Seoul per turismo si troverà spesso a usare le 6 linee più importanti della rete ferroviaria, che sono la blu, la verde, l’arancione, l’azzurra, la viola e la marrone.

Linea Blu

La linea blu collega Jongno, Jung e Dongdaemun.

È la linea più lunga, ha diramazioni che collegano Seoul ad altre città, tra cui Incheon e Suwon.

Linea Verde

La linea verde, circolare, collega il centro, Gangnam e alcuni importanti quartieri universitari, tra cui Hongdae (attorno all’Università Hongik).

Linea Arancione

La linea arancione collega il centro (Jongno e Jung) al distretto di Gangnam.

Linea Azzurra

La linea azzurra collega luoghi molto frequentati dai turisti: la Stazione di Seoul, Namdaemun, Myeongdong, Dongdaemun e Hyehwa

Linea Viola

La linea viola attraversa la città lungo una direttrice est-ovest. Passa dal centro e raggiunge la periferia est di Seoul.

Linea Marrone

La linea marrone offre un collegamento diretto a Itaewon, popolare quartiere della vita notturna. A ovest passa da numerosi parchi.

Gli autobus

Il sistema di autobus pubblici di Seoul è ben sviluppato e collega ogni angolo di Seoul con centinaia di linee che attraversano la città e, come la metropolitana, sono in funzione dalle prime ore del mattino fino a tarda notte.

Non avrete problemi a individuare l’autobus che dovete prendere perché sono facilmente distinguibili dal loro colore, ognuno dei quali è codificato in base all’area che serve.

In generale, gli autobus sono classificati a seconda che si tratti di autobus generali, rapidi o locali.

Generali

  • Gli autobus blu (Mainline) collegano le aree suburbane al centro di Seul.
  • Gli autobus verdi collegano le principali stazioni della metropolitana e i terminal degli autobus al di fuori del centro di Seoul.
  • Gli autobus gialli operano all’interno del centro di Seoul, fermandosi alle stazioni della metropolitana, alle attrazioni turistiche e ai quartieri commerciali.

Rapidi

  • Gli autobus rossi operano su percorsi rapidi, soprattutto per i passeggeri che si spostano tra l’area metropolitana e il centro di Seoul.

Locali

  • Gli autobus Maeul (locali) sono piccoli autobus urbani che operano soprattutto nelle zone residenziali.

ATTENZIONE!!!

Fondamentale per tutti i mezzi di trasporto pubblici, ricordatevi di convalidare l’abbonamento ANCHE quando scendete dalla fermata, altrimenti rischiate di dover pagare multe molto salate!

E ora, ultimo ma non meno importante, vediamo anche come funzionano i taxi a Seoul!

I taxi

I trasporti a Seoul sono generalmente economici e i taxi non fanno eccezione.

In Corea il modo più semplice per prenotare un taxi è attraverso le app Kakao Taxi e T-map Taxi: tramite queste applicazioni, potrete anche riuscire a controllare l’itinerario che sta seguendo il taxista e vedere il prezzo finale della corsa in anticipo.

Entrambe sono molto affidabili, tuttavia, Kakao Taxi è sicuramente più semplice da usare, perché è disponibile non solo in coreano, ma anche in inglese e giapponese per gli utenti stranieri!

La tariffa base per un taxi normale è di soli 3.800 won (circa 3 euro), quindi prenderne uno, soprattutto se si viaggia in gruppo, è una scelta intelligente.

I prezzi salgono quando si tratta di viaggi a lunga distanza, come ad esempio il tragitto dall’aeroporto al centro città.

In ogni caso, decideste di prenotarne uno per arrivare comodamente in albergo dopo un viaggio interminabile in aereo, avrete anche la possibilità di scegliere in anticipo il tipo di macchina più adatta alle vostre esigenze!

Se avete altre domande riguardo la rete di trasporti di Seoul, non esitate a chiederle nei commenti!

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#K-living: studiare in Corea

Finora abbiamo parlato di andare in Corea più che altro come turisti, ma ci si può andate anche per lavorare o studiare. Prendere un visto lavorativo potrebbe non essere proprio una passeggiata; tuttavia, ottenerne uno per studio è decisamente più semplice, vediamo un po’ come fare!

Essere studente in Corea può avere molte sfumature:

  • Studente di scambio;
  • Studente di lingua;
  • Studente regolare;

Studente di scambio: cos’è e come funziona

Essere uno studente di scambio è la via più diretta e meno complicata per andare a studiare in Corea: il requisito fondamentale è essere iscritto all’università ma dovete fare attenzione a distinguere tra exchange student e visiting student.

Per andare in Corea come exchange student la vostra università dovrà essere partner con un’università coreana. Come fare a saperlo?

Andate sulla pagina delle mobilità per studio del vostro Ateneo e date un’occhiata: quando sono partita io, ho semplicemente partecipato al bando “overseas” della mia università e vinto il posto in graduatoria. Che cos’è?

Si tratta di un tipo di accordo come quello per la mobilità Erasmus, con la piccola differenza che andate dall’altra parte del mondo.

Purtroppo, non esiste un finanziamento europeo per questo tipo di scambio; tuttavia, solitamente è l’università a mettere a disposizione delle borse di studio (nel mio caso un rimborso parziale delle spese).

Se, invece, nella vostra università non sono presenti accordi bilaterali potete comunque partire come visiting student: a differenza dell’exchange student, non dovrete fare l’application tramite la vostra università, ma tramite quella ospitante; inoltre, essere visiting student prevede il pagamento della tuition fee (retta), che per le università più prestigiose come la Yonsei, ammontano a 4000-5000 euro.

Per entrambe le modalità, essere studente di scambio vi permetterà di sostenere esami presenti nel vostro piano di studio in Corea trasferendo poi i crediti nella vostra università italiana: tenete presente che, solitamente, 6 CFU corrispondono a 3 crediti coreani.

Studente di lingua: cos’è e come funziona

Il secondo modo per studiare in Corea è essere uno studente di lingua. Più o meno tutte le università coreane offrono corsi di lingua, il cui prezzo solitamente si aggira sui 1200-1300 euro, che vi darà l’opportunità di ottenere un visto studentesco. Per cercarli vi basterà scrivere su Google “Korean language course” e poi l’università dove volete andare: di solito vi viene proposto un corso intensivo di 10 settimane suddiviso in 6 livelli.

Studente regolare: cos’è e come funziona

Terzo ed ultimo modo per andare in Corea a studiare: iscrivervi come studenti regolari. A differenza di molte università in altri Paesi, le università coreano hanno le stesse rette sia per gli studenti coreani, sia per gli studenti internazionali. Purtroppo, rispetto alle università italiane, quelle coreane hanno delle tasse molto più alte: per gli istituiti più prestigiosi il costo per un anno accademico è di circa 5000 euro per 4 anni (anziché 3 come in Italia).

Per iscriversi basterà seguire le procedure online che troverete su siti dei vari atenei coreani.

Come funzionano le borse di studio?

Il governo coreano mette a disposizione delle borse di studio tramite il programma KGSP che includono svariati benefit, tra cui l’esenzione totale dalle tasse, il rimborso del biglietto aereo, un contributo per le vostre spese quotidiane e molti altri.

Il programma prevede che prima dell’inizio del vostro corso di studio (sia graduate che undergraduate), venga svolto un anno di corso lingua coreana, a meno che non siate già in possesso del TOPIK5. I posti sono decisamente limitati, ogni anno vengo accettati circa 200 studenti undergraduate e circa 800-900 studenti graduate.

Chiaramente ci sono svariati requisiti da soddisfare, per una maggiore referenza vi lascio il link.

Come fare richiesta?

Vi sono due modi: tramite l’ambasciata o tramite l’università dove volete andare a studiare.

Tramite l’università avrete soltanto 1 possibilità e potrete scegliere 1 sola università, mentre tramite ambasciata potrete scegliere 3 università: con l’ambasciata sarete in competizione con i vostri connazionali, invece con l’università concorrerete con circa 70 paesi.

Per l’Italia solitamente vi sono 3 posti in ambasciata e 1 con l’università.

Quando scegliete l’embassy track o lo university track dovete valutare molto bene quali sono le vostre intenzioni. Se avete già in mente un’università in particolare vi consiglierei di scegliere lo university track spiegando bene le motivazioni che vi spingono a scegliere quell’università in particolare. Chi vi valuterà terrà in conto quello che voi state facendo per la Corea (partecipazione ad eventi, articoli inerenti la cultura coreana ecc.) e quello che la Corea potrà fare per voi (date largo spazio ai vostri piani futuri).

Parlare coreano non è necessario ai fini dell’application, ma di sicuro vi darà qualcosa in più rispetto ad un altro candidato, soprattutto per quanto riguarda l’embassy track, in quanto durante l’intervista potrete fare una bella impressione presentandovi in coreano. Se avete esperienze all’estero puntate molto su quello, perché è proprio sugli studenti che vivranno all’estero che il governo investe i propri soldi.

Come avrete notato ci sono diversi modi per studiare in Corea, scegliete quello che più fa per voi e non abbiate paura di buttarvi! Tenete però in conto che i metodi di insegnamento hanno uno stile molto “americano”, diverso dal classico esame a fine corso al quale siamo abituati in Italia e più rivolto alla scrittura di papers e essays.

Ultimo consiglio ma non meno importante: se andate come studenti di scambio, portarsi a casa un 30 sarà una passeggiata: è un dato di fatto che con gli studenti di scambio i professori siano molto “flessibili”, provare per credere e buona fortuna!

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#K-living: dating culture

Sono sicura che almeno una volta a tutti noi sia capitato di vedere qualche video con l’hashtag #국제커플 (#internationalcouple) e di aver pensato a come sia frequentare un/una coreano/a: in questo articolo vi parlerò di tutti gli aspetti che riguardano la dating culture coreana.

Primo punto: come e dove ci si conosce?

I coreani, o più in generale gli asiatici, difficilmente vi verranno a parlare o vi fermeranno per strada per chiedervi di uscire, se volete incontrare qualcuno le app di incontri fanno al caso vostro: Tinder, Meef, come anche le app per gli scambi linguistici (HelloTalk per esempio) sono i modi più diretti per incontrare un possibile appuntamento.

Ci sono però un paio di cose alle quali dovete prestare attenzione: evitate i profili con sole foto di animali, sfondi tutti neri e quelli nei quali i soggetti sembrano troppo belli per essere veri, perché infatti non lo sono. Consiglio a tutti di chiedere il contatto instagram o kakaotalk non appena iniziate a scrivervi con qualcuno. Nel caso in cui vi dicano di non averli e sul loro profilo ci sono scritte del tipo FWB o ONS, vi consiglio di chiudere la conversazione all’istante.

Purtroppo, molte delle persone che vi contatteranno sono solamente in cerca dell’avventura con una/un occidentale perché vogliono “provare” qualcosa di differente: i coreani tra di loro difficilmente usano Tinder, solitamente ci si conosce tramite amici di amici.

E se incontrassi qualcuno in un pub? In Italia spesso succede, no?

Per quella che è stata la mia esperienza i club sono dei grandi NO, in particolare a Seoul. Gran parte dei ragazzi che incontrerete nelle discoteche sono lì per un solo motivo, ovvero, “hunting”: le ragazze bianche, o comunque occidentali, sono letteralmente un “trofeo” ambito da molti, dunque, se cercate una relazione, non fatelo nei club.

P.S. i coreani non sono gli unici ai quali fare attenzione in discoteca, abbiate un occhio di riguardo anche per le uniformi a stelle e strisce (chi vuole intendere intenda).

Secondo punto: l’appuntamento

Quasi sicuramente vi chiederanno di andare a mangiare fuori per poi spostarvi in qualche pub: normalmente in Corea si divide il conto, ma generalmente per il primo appuntamento il ragazzo paga la cena e la ragazza i drink. Se non andate al ristorante, vi inviteranno in un cafè o per un picnic.

Finito il vostro date, una cosa che i coreani tendono spesso a fare è scrivere per dire che si sono trovati bene non appena vi siete salutati (e intendo letteralmente 5 minuti dopo), se non lo fanno probabilmente vogliono ghostarvi.

Se arrivate fino al terzo appuntamento, consideratelo come un punto di svolta! I coreani, infatti, considerano la regola dei “three dates” come uno step abbastanza fondamentale, oltre al quale ci si inizia a considerare quasi come fidanzati.

Non stranitevi se il vostro partner o la vostra partner vi chiederanno ufficialmente di mettervi assieme: gli anniversari in Corea sono molto importanti (specialmente i 100 giorni) e stabilire la data nella quale vi siete ufficialmente fidanzati è obbligatorio.

Una cosa che nelle relazioni in Corea vedrete spesso sono i vestiti di coppia: dalle felpe alle scarpe, i #coupleclothes sono un vero e proprio simbolo delle coppie, infatti, spesso nei negozi vedrete abbinati il capo femminile e quello maschile.

Un altro elemento simbolo delle relazioni sono gli anelli di coppia: a noi potrebbe sembrare strano, a meno che non ci si stia preparando per un futuro matrimonio, ma in Corea di certo non è così perché essere fidanzati, per i coreani, rappresenta un vero e proprio status sociale, e quale miglior modo per farlo notare se non con le fedine?

Ultimo punto: non aspettatevi di vivere la vostra storia d’amore come i K-drama

Se vi dovessero mai chiedere di incontrarvi in posti strani ad orari strani evitate! Potrebbe sembrare scontato ma purtroppo si tende a romanticizzare troppo questo Paese, dunque tenete bene a mente che tutto il mondo è paese!

Detto questo, uscire con qualche local sicuramente sarà un plus della vostra permanenza in Corea: che sia per una cena, un caffe o degli scatti nei photoboot, l’esperienza del dating va fatta.

A un possibile appuntamento parlerete probabilmente voi per la maggior parte del tempo, ma una cosa è certa, i coreani adorano l’Italia e gli italiani: oltre ad essere un punto a favore non appena vi presenterete, può anche essere un buon argomento di discussione, provare per credere!

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#K-living: Korea on the road!

Bella Seoul, vero? Tranquilli, già la so la risposta. La Corea però non è solo Seoul, ma offre altrettante città che meritano di essere visitate e in questo articolo vi parlerò di cosa potrete fare a Gangneung, Sokcho, Jeonju, Busan, Daegu, Gyeongju e l’isola di Jeju.

가자!

Partiamo dalle mete più “vicine” alla capitale: Gangneung e Sokcho.

Essendo molto vicine tra loro potete tranquillamente visitarle in un unico viaggio. Partendo da Seoul ci metterete circa due ore con il treno e tre con l’autobus, vi consiglio quest’ultimo, essendo i bus davvero ben organizzati e puliti in Corea. Per l’alloggio vi direi di cercare qualcosa vicino alle spiagge per entrambe le città, essendo i punti di interesse vicino a queste. Cosa si può visitare in queste città quindi?

Partiamo da Gangneung. Questa piccola cittadina non è solo rinomata tra i surfisti per le sue onde, ma anche dagli amanti dei k-drama, infatti vicino al porto di Jumunjin, è stato girato una delle serie TV più famose di tutti i tempi, Goblin! Come dimenticarsi la scena in cui Eun-Tak invoca Kim Shin e i due si incontrano sulla scogliera? Non sarà difficile da trovare, i coreani amano questo scorcio per farsi sempre qualche foto!

Se vi viene fame, questo è il posto giusto per mangiare qualcosa, infatti essendo Gangneung una città di mare, troverete molti piatti a base di crostacei e molluschi: se volete entrare nel pieno spirito questa cittadina, non potete andarvene senza aver prima assaggiato l’hemul jjim, piatto tradizionale a base di frutti di mare e germogli di soia, il tutto ben condito con della salsa piccante! Questo piatto non è per tutti, io l’ho provato perché la foto mi ricordava gli spaghetti allo scoglio ma il sapore, chiaramente, era tutt’altro, tuttavia, se siete lì vale di certo la pena provare!

Gangneung è conosciuta anche per un altro motivo: se vi dicessi “you never walk alone”?

Gli ARMY sicuramente avranno già capito, sto parlando della panchina usata come copertina dell’album dei BTS: questa si trova sulla spiaggia di Jumunjin (più spostata rispetto al porto) ma anche il lungomare merita decisamente una visita, infatti qui potrete trovare spiaggia e mare pulito, numerosi i locali presenti (stile Jesolo) e clima ideale anche per un bagno!

#Consiglidiviaggio: a differenza di Seoul, i mezzi di trasporto qui sono davvero poco efficienti, dunque assicuratevi che il vostro alloggio sia vicino a questi due posti.

A non più di 40 minuti da Gangneung, troverete Sokcho, città molto piccola ma che ospita uno dei parchi nazionali più belli e grandi di tutta la Corea, Seoraksan: numerosi sono i trekking che potete fare in questo parco, ma quello di Ulsanbawi è di sicuro il più famoso. Sicuramente farete un po’ di fatica, ma il panorama del quale potrete godere non appena raggiungerete la cima vi ripagherà di tutto.

Essendo Sokcho una città “piccola” e concentrando tutti i punti d’interesse nella zona centrale della città, potete noleggiare una bici e recarvi prima al padiglione Yeonggeumjeong, per poi sposarvi al lago Yeongnangho. Ultima tappa di questo primo viaggio è il villaggio Abai, poco distante dal padiglione troverete questo piccolo villaggio abitato da soli rifugiati della Corea del Nord: il complesso si trova a pochi metri dalla spiaggia e potrete concedervi una piccola pausa gustandovi un buon ojingeo-sundae, ovvero, un calamaro ripieno di maiale, noodles e verdure.

Dalla East coast… Alla West coast!
Hanok village, Jeonju – @imagineyourKorea via Pinterest

Dopo questi due/tre giorni passati sulla costa est, è ora di spostarsi verso ovest: prossima tappa Jeonju, situata a circa tre ore da Seoul, culla della cultura coreana ed è conosciuta come la “capitale del bibimbap”! Per l’alloggio vi consiglio di cercarlo all’interno dell’hanok village, non solo perché i maggiori punti di interesse sono per la maggior parte concentrati al suo interno, ma anche per vivere l’essenza di questa città. Jeonju, infatti, fu la capitale del regno Baekje durante l’era dei Tre Regni ed è la città natale di Yi Seong-gye, fondatore della dinastia Joseon. Ma prima di pensare ai monumenti, cosa si mangia in questa città?

Beh, sicuramente il bibimbap: non potete assolutamente perdervelo, ha un sapore totalmente unico qui! Un altro piatto decisamente interessante è il kongnmul gukbap, ovvero, una zuppa di germogli di soia piccante. E per dolce? In Corea, come in generale in Asia, è davvero difficile trovare dei dolci che siano tali, tuttavia Jeonju vi farà ricredere: qui, infatti, è nata la choco pie, due strati di pan di spagna al cioccolato che avvolgono un cuore di marmellata e panna, uno snack davvero molto amato dai coreani e poco conosciuto dagli stranieri. Dopo questo pranzo da re, dove si va?

Iniziamo dal sepolcro di Gyeonggijeon dove è custodito il ritratto di re Taejo. Poco distante da questo troverete la porta di Pungnam e il mercato Nambu, dove potrete gustare altrettante specialità locali: uscendo da quest’ultimo e proseguendo verso destra arriverete sul lungo fiume dove potrete passeggiare fermandovi a dare un’occhiata al museo della calligrafia e al ponte Namcheon, fino ad arrivare alla scuola confuciana Hyanggyo; da qui potrete raggiungere facilmente il villaggio dei murales Jaman-Okryu.

… E poi giù al sud!

Dopo essere stati ad est e ad ovest, siete pronti per un tour del sud della penisola, ovvero, Busan, Daegu e Gyeongju.

Partiamo subito col botto, Busan: i più esperti sapranno che questa è la città natale dei due membri dei BTS Jungkook e Jimin!

Agli ARMY farà di sicuro piacere sapere che proprio qui a Busan c’è il caffè gestito dal papà di Jimin, il Magnate: leggermente overpriced, ma merita decisamente una visita, avendo esposti anche i cappelli indossati da Jimin! Un’altra tappa a tema BTS che i fan non possono perdere è il murales raffigurante Jimin e Jungkook all’interno del villaggio Gamcheon: questo quartiere merita decisamente una visita, non vi è un percorso esatto da seguire, infatti, la cosa migliore da fare è perdersi al suo interno così da poter godere della variopinta architettura delle case fino a trovare la statua del piccolo principe.

Gamcheon culture village, Busan – @pinterest

Come prossimo step ci spostiamo sulla spiaggia di Songdo: qui troverete una cabinovia che vi porterà direttamente in cima alla scogliera Hyeolcheongso dalla quale potrete avere accesso allo Skypark e al parco Anman. Le scogliere sono decisamente un pezzo forte di questa città ma se volete godere di un panorama decisamente degno di nota Sinseondae, Igidae e lo sky walk Oryukdo di certo non vi deluderanno, soprattutto in orario tramonto!

Ultima tappa non può che essere il tempio buddhista Haedong Yonggungsa, costruito anche questo su una scogliera.

#Consiglidiviaggio: il tempio si trova fuori dal centro, dunque ritagliatevi due o tre ore per visitarlo, contando il viaggio.

Busan non solo è famosa per le scogliere che la circondano, ma anche per le spiagge: Heundae e Gwangalli sono i principali punti di ritrovo dei giovani e qui caffè e pub di certo non mancano, inoltre non molto lontano troverete anche la Busan Tower, dalla quale potrete avere una bella panoramica della città. In queste zone numerosi sono anche i ristoranti nei quali poter gustare alcune specialità locali, tra cui dwaeji hukbap (zuppa di maiale), milmyeon (noodles freddi) e l’hemul pajeon. Se vi piace il pesce potete farvi un giro al mercato del pesce Jachalgi, dove troverete numerosi ristoranti dove poter gustare qualche prelibatezza.

“A to the G to the U to the STD / I’m d boy because I’m from D”. Dove ci troviamo ora? Mi sembra ovvio, siamo a Daegu, distante solo 40 minuti da Busan! Purtroppo devo essere onesta, questa città non ha molto di speciale, una giornata basta e avanza per visitarla, soprattutto se avete poco tempo vi consiglierei di dedicarlo a visitare qualche altro posto. Tuttavia, se siete di passaggio ci sono un paio di posti che potete visitare come per esempio la 83 Tower, la casa del poeta Lee Sang-Hwa e i murales Mabijeong. La pausa pranzo potete farla gustandovi dei buoni napjiak mandu (ravioli piatti) oppure i jjolmyoen (noodles freddi piccanti).

Passiamo ora all’ultima meta di questo tour del sud, Gyeongju. Questa città si trova nel sud-est della penisola e, come Jeonju, ha un enorme valore storico: infatti, questa città è considerata un vero e proprio museo a cielo aperto e custodisce l’importante eredità culturale del regno di Silla. Anche a Gyeongju troverete un villaggio hanok completo di ristoranti, caffè e negozi, così come gli edifici circostanti il villaggio. Vicino al villaggio sorge l’enorme complesso di tombe appartenenti ai re di Silla chiamato Daereungwon. Cosa ci sarà di speciale in delle tombe?

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Vista aerea sul complesso di tombe Daereungwon, Gyeongju

La risposta è molto semplice: l’architettura! Ogni tomba, infatti, è rappresentata da una collinetta e. nel mezzo di questo vasto parco, troverete anche l’osservatorio Cheomseongdae, il più antico di tutta l’Asia; vi consiglio di visitarlo di notte, in quanto viene illuminato di un bel rosa. Poco lontano da questo parco troverete il museo di Silla e il Donggu Gwa Wolji, il palazzo secondario del regno di Silla.

Un altro punto che merita decisamente una vostra visita è il ponte Woljeonggyo costruito secondo l’architettura tradizionale.

In una seconda giornata potete visitare un paio di siti un po’ più lontani rispetto al centro città come la tomba sommersa nel mare del re Munmu, il tempio buddhista Bulguksa e la grotta Seokguram.

Ultima, ma non per importanza: l’isola di Jeju!
Jeju – @pinterest

Raggiungerla è davvero semplice, infatti basterà prenotare uno dei numerosi voli di Jeju Air per non più di 30-40€. Essendo i vari punti di interesse dislocati in zone disparate dell’isola, consiglio a tutti di richiedere la patente internazionale per poter noleggiare un’auto perché i mezzi di trasporto sono davvero poco efficienti e un’auto è il miglior e unico mezzo che vi permetterà di visitare l’isola.

A soli 10 minuti dall’aeroporto c’è il più grande e antico mercato dell’isola, il Dongmun traditional market. Qui troverete i famosi mandarini di Jeju, souvenir e innumerevoli piatti locali, tra cui il famoso black pork di Jeju.

Proseguendo verso ovest troverete il parco Hallim, ovvero, un giardino botanico; l’entrata è a pagamento, ma merita comunque una vostra visita. Poco più lontano si trova la spiaggia Hyeopjae: che visitiate l’isola in inverno oppure in estate, questa spiaggia dalla sabbia bianca e dal mare cristallino va assolutamente visitata.

A circa 20 minuti di auto da qui ci sono i flagship store di Innisfree e O’sulloc: in quest’ultimo potrete gustarvi torte, gelati, croffle ecc. al thè verde, assolutamente un must della vostra gita a Jeju.

Sempre muniti della vostra 4 ruote, il secondo giorno potete farvi un bel giro sulla costa sud dell’isola passando per la spiaggia Yongmeori, la scogliera di Oedolgae e la grotta lavica Manjaggul. A poco più di 15 minuti di auto troverete il caffè Gongbech, ovvero, il caffè che aveva in gestione il fratello di Suga.

Agli appassionati di montagna farà piacere sapere che a Jeju c’è il monte più alto di tutta la Corea, Hallasan: si tratta del vulcano che sorge nel punto centrale dell’isola. La passeggiata richiede la prenotazione, inoltre se volete raggiungere la cima dovete arrivare il rifugio intermedio prima delle 12, altrimenti non vi faranno passare.

Come ultima tappa vi potete dirigere verso est fino al monte Seongsan: si tratta della punta del cratere di un vulcano ormai spento e sommerso dall’acqua. Qui vicino potrete assistere anche allo spettacolo delle donne subacquee Haenyeo. In questa località numerosi sono i ristornati che servono il jeonbok-juk, ovvero, il porridge di abalone: alla vista forse non molto appetibile, ma il sapore è davvero buono.

Il nostro giro della Corea finisce qui e, come avrete notato, c’è molto da vedere, da fare e da mangiare! Armatevi di un paio di scarpe comode, tanta curiosità e soprattutto di NAVER MAP: per quanto efficienti siano le mappe di Google e dell’I-phone in Italia, in Corea decisamente non lo sono. Consiglio a tutti di imparare un po’ di coreano di “sopravvivenza”, sia per farvi capire da chi non parla inglese (purtroppo in tanti) sia per utilizzate Naver.

Che ve ne pare di questo tour? Siete pronti a partire con Mondocoreano?

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Ready, set… 가자! Cosa fare in Corea?

Lo sappiamo, è l’ennesimo articolo che scriviamo sul nostro futuro viaggio in Corea.

Lo sappiamo, non ne potete più neanche voi. Fosse per noi, saremmo già con le valigie in mano, pronte a partire per un fantastico viaggio alla scoperta di questo paese del quale tanto parliamo e che vorremmo conoscere in ogni sua sfaccettatura.

Però, sembra proprio che gli astri stiano iniziando posizionarsi al posto giusto e forse il nostro sogno sta per realizzarsi. Ma come? Non lo sapete?

Già da un paio di giorni, la Corea ha aperto le sue frontiere agli stranieri vaccinati, permettendo una lenta riapertura del traffico turistico internazionale, dopo ben due anni di stop e di lentissime riprese!

Quando abbiamo letto questa notizia, non stavamo nella pelle e abbiamo cercato i primi voli disponibili per Seoul, immaginandoci già al gate dell’aeroporto, pronte a salire sul nostro aereo per Incheon.

Però, mentre fantasticavamo su questo momento tanto agognato, ci siamo rese conto di una cosa: cosa faremo una volta atterrate?

Proprio per questo motivo, abbiamo creato, insieme a voi una guida di #cosechefaremoincorea!

Siete pronti a partire con noi? Kajaa!

PS. Per essere sicuri e avere informazioni certe su possibili evoluzioni, vi consigliamo di consultare sempre il sito del Ministero degli Esteri!

Qui sotto, trovate la guida…

Fate un Click per averla gratuitamente!