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#K-Interview: Fudasca

Cantautore e producer, Fudasca è un artista 100% straight outta Rome che si sta facendo sempre più spazio nella scena musicale italiana e non, portando avanti e in alto il nome della musica lo-fi, vantando collaborazioni con nomi molto importanti della scena italiana e internazionale. Alcuni nomi?

Avete presente quel motivetto che fa “Don’t stay awake for too long, don’t go to bed / I’ll make a cup of coffee for your head / It’ll get you up and going out of bed“: esatto, ha collaborato con Powfu, autore della famosissima Death bed!

Ha avuto l’occasione di lavorare come producer e come featuring con artisti italiani come PSICOLOGI, Massimo Pericolo, Alfa e Tredici Pietro: in proposito, consigliamo vivamente di ascoltare questi brani qui!

Fudasca ha avuto anche la possibilità di collaborare con artisti come JAY-B, membro e leader dei GOT7, per il brano “Is It A Dream?“, uscito nel 2021, sancendo il suo ingresso nel panorama musicale coreano.

Ma se vi dicessimo JUNNY, Junggigo e Ted Park, a chi pensate?

Esatto, parliamo proprio di artisti molto famosi della scena K-Pop!

JUNNY (Kim Hyeong-Jun (김형준)) è un cantautore canadese-coreano ed è nella #Top10 degli artisti più streammati in Corea del Sud: se non lo conoscete ancora, vi consigliamo di ascoltare MOVIE (ndr: l’autrice di questo articolo ha avuto ENORMI difficoltà a togliersela dalla testa)!

Junggigo (Go Jung Gi (고정기)) è un cantante coreano R&B, ha debuttato nel 2008 e inizialmente era sotto la Starship Ent., mentre adesso è rappresentato dall’agenzia che lui stesso ha fondato, la SEL Records: Junggigo ha collaborato con numerosissimi artisti (Beenzino, Crush, Zion.T, DEAN, Chanyeol degli EXO, Paloalto, Jay Park, giusto per fare qualche nome) e, se anche voi non vi siete ancora ripresi dalla batosta di Uncontrollably Fond (*tira fuori un fazzoletto dalla tasca e si asciuga le lacrime*), siamo sicuri che riuscirete a riconoscere subito questa OST qui!

Ted Park (Park Tae-won (박태원)) è un cantante americano-coreano molto noto nella scena K-Hip hop, infatti fino a poco tempo fa faceva parte della squadra della HIGHR MUSIC: se non lo conoscete ancora, consigliamo di ascoltare Adore You, Dior You.

Cos’hanno in comune questi tre artisti con il giovane cantautore romano?

Ebbene, in comune hanno un nuovo singolo fresco fresco d’uscita, intitolato Redlight, singolo che consacra ulteriormente la vicinanza di Fudasca al K-Hip hop e citypop coreano.

Abbiamo avuto la possibilità, e l’onore, di intervistare Fudasca per fargli qualche domanda e scoprire qualcosa in più sul suo modo di lavorare, sulle sue collaborazioni e sui suoi progetti musicali.

가자 !

Ciao, grazie per la disponibilità! Potresti presentarti ai nostri lettori?

Ciao! Grazie a voi ! Sono Fudasca, un produttore di Roma, ho collaborato in vari settori e con vari artisti internazionali e no, in U.S. con Powfu, Rxseboy, Snow, in Italia con Psicologi, Alfa, Tredici Pietro e altri, ma soprattutto nel K-Pop con JAY B, JUNNY, Junggigo, Kwon Jo e altri!

Come e perché hai deciso di iniziare la tua carriera musicale?

Ho scelto di iniziare la mia carriera musicale per semplice necessità di espressione, trovavo negli strumenti musicali e nelle note quello che avrei voluto dire a voce: pensavo poi, un giorno, di poter proporre il mio gusto musicale a più persone possibile.

Non sei solo cantautore ma anche producer, quindi hai la possibilità di osservare la musica da più punti di vista. Quali sound saresti curioso di ascoltare di più nella scena italiana?

Il mio ruolo è quasi esclusivamente quello del producer, spesso mi cimento anche nel songwriting durante le session ma il modo migliore che ho per esprimermi rimangono comunque i suoni più delle parole.

In Italia mi piacerebbe sicuramente ascoltare più lo-fi e più canzoni in stile K-Pop.

Qual è il tuo role model nel mondo della musica?

Il mio role model di tutti i tempi è sicuramente Michael Jackson e/o il suo produttore Quincy Jones, quello che hanno fatto per la musica pop mondiale non ha eguali.

Se dovessi citarne uno più recente ti direi The weeknd, Kanye West, Drake o Post Malone, hanno cambiato e stanno cambiando la storia della musica.

Cosa vuol dire per te musica e, soprattutto, fare musica?

Musica come dicevo prima è espressione e mi piace pensarla come qualcosa che colora l’aria, l’atmosfera, è in grado di cambiare o rafforzare l’ambiente in cui viene riprodotta, un’influenza così forte che pochissime (forse nessun’ altra) forme d’ arte possono avere.

Il lo-fi non è un genere particolarmente sfruttato in Italia, ancora ritenuto da troppi “musica di nicchia”, da dove viene la tua scelta di lanciarti in questo progetto?

Dal fascino di potersi permettere “l’errore” nella traccia, di renderla umana e vera, è un concetto che cerco di riportare sempre nella mia musica, qualsiasi genere poi io produca.

In “I wanna fly”, singolo del 2022 uscito in collaborazione con Khary e love-sadKID, rielaborate l’iconico pezzo di metà anni 2000 Wings di Macklemore & Ryan Lewis, da dov’è venuta questa scelta?

Semplicemente stavamo pensando a qualcosa di leggero, che fluttuasse, e il ritornello di wings, preso e rielaborato dava esattamente quella sensazione. 

Tra gli artisti con i quali hai collaborato risultano nomi molto importanti e noti della scena K-Pop, come JAY-B dei GOT7, JUNNY, Ted Park, Junggigo, ti va di raccontarci come li hai conosciuti musicalmente e com’è stato lavorare con artisti di quel calibro e apparentemente così diversi da noi?

È stato molto stimolante, JAY-B mi ha scritto su Instagram dopo l’uscita del mio primo album che è stato molto ascoltato in Corea, è stata l’unione di due mondi, quello del K-Pop e quello del Lo-fi, da lì ho cercato di proporre una mia versione del K-Pop anche ad altri artisti, e così è nata la collab con JUNNY e gli altri: abbiamo fatto (sia con JAY B che con JUNNY) delle videochiamate per conoscerci meglio e avere una collaborazione unica.

Il mio sogno è quello di unire le culture e gli stili che abbiamo, portare un po’ di Italia e Europa nel K-Pop e portare un po’ più di K-Pop in Italia e nel resto del mondo, e credo che solo unendo le forze e le influenze si può ottenere una cosa speciale come questa.

Qual è un’artista della scena K-Pop o K-Hip hop con la quale ti piacerebbe collaborare in futuro?

Un artista che mi piace molto è G.Soul, vorrei collaborare con lui; ovviamente fare un’altra collab con JAY-B, sarebbe figo addirittura un album insieme un giorno.

Grazie ancora per la chiacchierata! Fai un saluto ai fan di Mondo Coreano?

Ciao a tutti !!~~ spero ci risentiremo presto con nuova musica e magari anche un video musicale 🙂

Ringraziando ancora Fudasca per essersi reso disponibile per questa chiacchierata, noi non possiamo fare altro che augurargli un enorme 화이팅, sperando che anche lui, come noi, riesca nel suo intento di avvicinare il nostro paese e la Corea e creare, finalmente, qualcosa di nuovo e di grandioso.

L’arte, da sempre, ha il potere di unire le persone, anche le più lontane e le più diverse, e siamo sicure che, pian piano (e con non poca fatica), si stia costruendo il terreno perché questa unione che tutti desideriamo diventi realtà: un’unione che sfrutta le proprie diversità per creare comunicazione, confronto, un’unione che risponde a gran voce a tutti coloro che, invece, specie ultimamente predicano l’odio e la divisione.

Invitandovi ad ascoltare il nuovo singolo di Fudasca, vi salutiamo e vi aspettiamo al prossimo appuntamento di #K-Interview!

안녕히 가세요!

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K-Pop: una storia tutta da raccontare

Per Kpop si intende quel genere musicale nato in Corea del Sud che al giorno d’oggi conta migliaia di canzoni pop coreane nel panorama musicale globale.

Ma se oggi sono milioni i fan di questo genere e di quegli artisti che ne danno vita, vi siete mai chiesti da dove sia nato il Kpop?

1992: Taiji and Boys

Una risposta precisa è difficile da trovare, ma l’inizio della popolarità che ha ottenuto il genere in questi ultimi anni si poteva già intuire dalla reazione che ha avuto il pubblico coreano all’uscita di “I Know”, prima hit del gruppo coreano “Seo Taiji and Boys” nel 1992. 

Il trio, formato da Seo Taiji, Yang Hyun-suk e Lee Juno, è considerato da molti il primo gruppo che ha permesso alla musica coreana, prima molto influenzata da folk e ballate americane e giapponesi, di avvicinarsi al mondo occidentale e farlo suo, fondendo ai testi coreani la colorazione sonora e il sound moderno che avevano le canzoni pop americane. 

E fu così che il trot per la prima volta venne eclissato da queste canzoni dal ritmo accattivante, e da cantanti che non solo preparavano i loro testi, ma sapevano anche esibire delle vere e proprie coreografie.

Era chiaro che ormai da lì a pochi anni l’industria non avrebbe potuto far altro che crescere. 

Fu così che alla fine degli anni 90’ nacquero le prime 3 grandi agenzie per idol (SM Entertainment, YG Entertainment e JYP Entertainment) e con loro i primi gruppi kpop.

Gli idol venivano istruiti in modo da eccellere nel canto, nel ballo e in ogni altra attività servisse loro per diventare i migliori nel mondo dello spettacolo. 

Nel 1996 la SM Entertainment (o SM Town) fece debuttare la sua prima boy band, gli H.O.T., un gruppo maschile che viene considerato la prima idol-band della storia.

Seguirono il loro successo diversi altri gruppi, sia maschili che femminili, così come solisti o gruppi composti sia da ragazzi che da ragazze. 

Il successo che dimostrarono conseguire questi nuovi “idol” portò le agenzie a non accontentarsi dei proprio artisti, ma di formare sempre più gruppi sperimentandone la formazione, nella continua ricerca di renderli sempre più unici. Questo sistema è in atto tuttora oggi e, nonostante sia spesso criticato per le troppe restrizioni che prevede per i giovani cantanti, rimane la chiave di successo degli artisti kpop. Fortunatamente, negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambio di rotta di molte agenzie che concedono ai propri artisti più libertà di espressione e di creare i contenuti in modo autonomo, senza sottostare alle severissime regole che l’industria prevedeva nel suo periodo iniziale.

In genere, la storia del kpop così come gli artisti che ne fanno parte, vengono divisi in 4 generazioni che aiutano a distinguere le varie fasi che ha passato questo fenomeno.

Le generazioni

  • Prima generazione: parte con il debutto degli H.O.T e si evolve attorno al mondo pop e hip-hop. Altri gruppi che ne hanno fatto parte sono gli Shinwa, i S.E.S, gli Sech Kies, i Turbo, i G.O.D…
  • Seconda generazione: inizia nel 2003 ed è qui che si fanno strada gruppi come i BigBang, le Wonder Girls, i Super Junior, le Girls’ Generation, gli SHINee, le 2NE1, i TVXQ e i BoA. La ricerca nello stile e nell’immagine del gruppo diventa più attenta e si iniziano sfruttare i social per pubblicizzare gli artisti.
  • Terza generazione: inizia nel 2011 e si dice finisca nel 2018, anche se per alcuni questa fase non si è mai conclusa. Questa è la generazione che segna davvero un cambio di direzione e mostra come il kpop sia ufficialmente pronto a cambiare il mondo della musica non solo coreana, ma internazionale. Le agenzie e gli idol sperimentano e osano molto di più rispettano a prima, non cadendo nel convenzionale e superando le barriere culturali che ci potevano essere un tempo. Questo periodo vede la nascita di artisti come i BTS, gli EXO, le Blackpink, le Twice, i SEVENTEEN, i GOT7, i Monsta X, gli iKON, le Red Velvet…
  • Quarta generazione: dal 2018 ad oggi, i gruppi che sono nati in questi anni sono stati capaci di farsi strada in tempi sempre più ridotti e a diventare già protagonisti della scena musicale coreana. Alcuni dei gruppi più influenti sono gli Stray Kids, gli ATEEZ, gli NCT, i TXT, i THE BOYZ, le IZ*ONE e i TREASURE. La musica è sempre più variegata così come i gruppi stessi, dimostrazione di un genere che si rinnova in continuazione e che riesce sempre a superarsi di anno in anno. 

E la storia del kpop ovviamente non finisce qui. 

Chi l’avrebbe mai detto che solo dopo 20 anni il kpop sarebbe diventato un fenomeno tanto importante a livello mondiale?

Anche chi non ha mai ascoltato la musica coreana, infatti, avrà sentito almeno una volta la famosa “Gangnam Style” di PSY, prima canzone e primo video a superare un miliardo di visualizzazioni su YouTube, o sentito parlare delle star più famose al momento, i mitici BTS!

Il mondo della musica così come quello del cinema e dell’intrattenimento hanno permesso alla Corea di farsi conoscere a livello internazionale come mai era successo prima d’ora, attirando turisti e visitatori da ogni parte del mondo che desiderano scoprire di più non solo sugli artisti che tanto ammirano, ma anche sulla cultura e quello che il Paese ha da offrire al mondo.

Sicurante c’è chi lo ama e chi lo odia, ma il kpop è l’ennesima dimostrazione che la musica non ha bisogno di una lingua comune per essere compresa, perché la musica è già una lingua universale di per sè.