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K-Travel Korea

Letters from Seoul: #1

Annyeong chingus! Sono Sara e sono qui con il primo appuntamento di questa nuova rubrica: Letters from Seoul!

Partiamo un po’ dall’inizio: perché questa rubrica?

Il mio sogno era, un po’ come tutti i lettori di questo blog, di andare in Corea del Sud e, nello specifico, di andarci in primavera per poter vedere la fioritura dei ciliegi! Sì, avete letto bene: era! Perché finalmente sono riuscita ad avverarlo questo sogno e attualmente sono qui da circa tre settimane.

WOW! Non ci credo ancora! Non penso di aver ancora realizzato di essere qui e quando ne parlo mi fa ancora un po’ impressione. Sto forse sognando?! No, Sara, sei più che sveglia!

Se anche voi state pensando di partire, prima o poi, posso dirvi che pianificare il tutto non è molto semplice e, anche se siete delle persone super organizzate o a cui piace pianificare e stilare liste, avrete sicuramente non poche difficoltà perché non esistono (ancora, ma ci stiamo lavorando…) tantissime indicazioni in italiano. Cosa mi ha reso la vita facile? La nostra bravissima Rachel con le sue guide personalizzate, grazie alle quali il mio lavoro è stato dimezzato e sono partita molto più tranquilla avendo dei punti di riferimento a cui affidarmi (ad esempio indirizzi, app, posti più interessanti da visitare). 

Essendo partita da sola ed essendo il mio primo viaggio all’estero ho optato per un volo diretto con Asiana Airlines partendo da Roma: il volo è stato super comodo ed il tempo è passato velocissimo, grazie al personale super gentile e disponibile e al cibo apprezzatissimo!

#Saraconsiglia: optate per il menu coreano, non ve ne pentirete!

Qual è la prima cosa che mi ha sorpresa?

Beh sicuramente il fatto che negli info point per turisti non si parlasse inglese!

Nonostante ciò, l’unica difficoltà che ho incontrato è stata trovare il pullman e la coincidenza esatta per il luogo in cui poi dovevo alloggiare: diciamo che i dipendenti dei vari info point di Incheon avrebbero dovuto fare almeno una riunione per mettersi d’accordo sulle informazioni da dare ai turisti invece di farmi girovagare in lungo e in largo per più di mezz’ora…Ma insomma, tutto il mondo è paese!

Un’altra cosa che mi ha colpita è la gentilezza delle persone soprattutto degli anziani. Bene, questo è il momento in cui questa rubrica diventa un revival coreano di Papà castoro: siete pronti a sentire una storia quasi da commedia cinematografica?

Abbiamo già detto che gli operatori degli info point fossero giusto un filo discordi tra di loro, no? Bene, alla fine sono riuscita a recuperare delle informazioni valide e, quindi, contenta della mia piccola vittoria, mi dirigo alla fermata “corretta” e mi metto in fila dietro una signora che, a vederla, sembrava la classica ajumma dei nostri amati K-Drama, quelle con vestiti a fiori e cappellino!

La nostra ajumma, non appena mi vede alle prese con le mie valigie inizia a parlarmi, ovviamente solo in coreano: ora, ammetto che io la buona volontà ce l’abbia messa tutta negli scorsi mesi e il materiale che ha creato Rachel (che potete trovare nel nostro shop) mi ha sicuramente dato una mano, peccato che il mio sia un “survival” coreano… So quel che basta per sopravvivere in contesti abituali e, sicuramente, non ad un dialogo con un ajumma!

Tuttavia, le differenze linguistiche non mi abbattono e riesco a cogliere qualcosa (ora che ci rifletto, potrebbe avermi proposto di conoscere suo nipote, o forse l’amico di suo nipote, non mi era ben chiaro ma non importa) e, sempre con il mio coreano stentato, provo a chiedere a lei e al marito informazioni circa l’acquisto del biglietto con la T-money: l’ajumma mi dice che, per prendere l’autobus, bisogna fare un biglietto e che la T-money (carta dei mezzi) non si può usare per questo tipo di tratte.

Io, preoccupata di perdere l’autobus che sarebbe passato da lì a poco, mi dirigo verso la biglietteria a chiedere informazioni: con il fiatone arrivo e subito il personale che era lì mi dice l’esatto opposto di quanto detto dalla ajumma. Però, se i K-Drama ci hanno insegnato qualcosa, è che le ajumme non sono affatto degli esseri fragili e docili e, quindi, anche la mia ajumma non si fida dalle mie parole e, convintissima che qualcosa non quadrasse, inizia a fermare tutti i passanti chiedendo se potessi salire sull’autobus avendo solo la T-money.

Al ventesimo passante placcato dalla ajumma, si ferma finalmente un signore che, fortunatamente, parlava un po’ inglese e che soprannomineremo “Angelo custode” perché, senza di lui, mi sarei probabilmente ritrovata dall’altra parte di Seoul! È stato davvero MOLTO gentile, si è offerto con il suo inglese basilare di farmi da “traduttore” e, grazie a lui, ho capito non soltanto che la fermata fosse quella sbagliata e che effettivamente la T-money bastasse, ma mi ha aiutato anche con le valigie. Un angelo!

Ricordo che in quel momento ho pensato: “Altro che Italia: noi? Gentili con gli stranieri? Ma quando mai…”.

Finalmente arriva il momento di salire sull’autobus e, dopo essermi goduta la vista della città di notte, scendo alla fermata non troppo distante dal mio alloggio: come se l’esperienza dell’autobus non fosse stata già sufficiente dopo tutte quelle ore di viaggio, poco dopo essere scesa dal bus ha iniziato a piovere e con due valigie e le salite ripide di Seoul già 10 minuti mi sono sembrati un entrerà!

La prima cosa che ho pensato quando mi sono addentrata nei vicoli di Kondae – quartiere della Konkuk University – è stato: “Sara sei a Seoul! Guarda le luci, i colori, il profumo del cibo.”, mi sembrava quasi di star sognando e di non vivere la storia in  in prima persona. 

AH! Quasi dimenticavo… Giusto un accenno perché ve ne parlerò bene a fine esperienza in un articolo dedicato solo a questo argomento: fare un viaggio “economico” a Seoul è possibile! Io ho scelto di stare a Seoul in un dormitorio con altre ragazze che fanno scambio linguistico da tutte le parti del mondo per una sorta di “volontariato” e, in cambio di lavoro, avere vitto e alloggio gratuiti! 

Ma tornando a noi, dopo essere arrivata all’alloggio ho conosciuto le altre ragazze e cenato con loro: i giorni dopo ho dovuto organizzare il lavoro e incastrarlo con le uscite alla scoperta della città.

Qual è stata la prima cosa che ho fatto a Seoul, dopo essermi ambientata?

Tutte le volte in cui mi sono trovata a fantasticare su quello che avrei fatto il giorno in cui sarei partita per la Corea e avrei avuto la possibilità di vivere sulla mia pelle tutte quelle storie che mi capitavano spesso su Instagram o su Tiktok, venivo trasportata dalla mia mente in due posti ben precisi: il noraebang (o karaoke) e i famosi “tendoni rossi” dove si può mangiare il classico street food coreano accompagnato da una bottiglia (o più) di soju.

Da sempre, fin da piccola quando guardavo gli Anime che andavano in tv e in generale l’animazione giapponese, volevo troppo provare ad andare al karaoke e cantare fino al mattino con le mie amiche…Quindi, la prima cosa che ho fatta è stata proprio questa!

La vita a Seoul

Ogni giorno a Seoul è diverso e succede sempre qualcosa di spettacolare quasi come a farti sentire la protagonista di un film: un po’ come quando l’ahjussi mi ha aiutata in aeroporto o come quando, durante la Seoul Fashion Week, mi hanno chiesto delle foto e un autografo perché “you are Blackpink Lisa” (grazie a questo ho capito che i coreani non sono molto bravi nel vedere le somiglianze!) o come quando, sempre alla Fashion week, sono andata alla fashion week per fotografe lo stile pazzesco che i ragazzi e le ragazze hanno qui e sono finita per esse accerchiata da fotografi perché “you model”.

Giusto per rendere l’idea: questa era un po’ la situazione… Esatto, quella sono proprio io ㅋㅋ! Mentre qui di seguito vi lascio alcune delle foto che ho fatto ai veri modelli!

Non è magico solo quello che succede ma anche quello che si ha intorno, come la vista mozzafiato dei vicoli sconosciuti, il tramonto durante le passeggiate in bicicletta sull’Han River, i fiori di ciliegio che stanno per sbocciare, le numerosissime coppie innamorate che matchano l’outfit o la night life view.

Siamo arrivati alla fine di questo primo episodio, queste tre settimane sono state molto utili per ambientarmi e quindi non ho granché da raccontarvi ma state certi che ho grandi cose in programma, quindi non perdete i prossimi appuntamenti di questa rubrica se volete scoprire com’è vivere in Corea o se volte sapere di più su questo splendido paese!

Alla prossima,  다음에 봐!


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K-Drama K-Interview

#K-interview: Giuvember

Modella, attrice, tiktoker, YouTuber… Giulia, Giuvember su tutti i social, è una ragazza Italiana che vive da tre anni in Corea del Sud e che sempre di più si sta facendo strada nel mondo dell’intrattenimento Coreano.

Grazie alle sue video lezioni di coreano su YouTube e i suoi contenuti virali su TikTok, Giulia ci mostra una parte della Corea di cui tutti sono “affamati”: lingua, cultura ma sopratutto skincare. Attraverso questi video Giulia ci parla anche del suo lavoro e di com’è vivere in Corea.

Dopo un anno passato a Kyoto, Giulia torna in Italia e decide di aprire un account Instagram nel quale mostrare la sua passione per la skincare e recensire i prodotti che essa stessa compra.

Come racconta, ogni volta che ordinava un nuovo prodotto dalla Corea, non vedeva l’ora arrivasse, ma al contrario di ora, prima per acquistare si doveva pagare anche un plus alla dogana per non parlare dei tempi lunghissimi di attesa: quasi da subito, però, la sua pagina Instagram attirò l’attenzione di alcuni Brand Coreani che non esitarono a contattarla inviandole alcune prodotti.

Un anno dopo, uno tra i brand con i quali collaborava le chiese di partecipare come mediatrice alla fiera annuale dell’Artigianato che si tiene a Rho. Da questo momento Giulia diventerà “il volto” del brand su tutti i social; racconta che era lei ad occuparsi di gestire la loro pagina principale sui social, e fare varie dirette per sponsorizzare i prodotti.

Giulia decide quindi di trasferirsi a Seoul per approfondire la sua passione e scoprire tutti i segreti per una Skincare perfetta!

Grazie ai suoi contenuti su Instagram, Giulia viene contattata anche da alcuni fotografi Coreani e, una volta in Corea, decide di “buttarsi” in questa nuova avventura, nonostante il suo sogno fosse quello di fare carriera nell’ambito della cura della pelle.

Ha quindi iniziato la sua carriera lavorativa a Seoul prima come promoter, poi come modella, poi ha ricoperto (e continua a ricoprire) ruoli minori o di comparsa all’interno di K-Drama che tutti noi abbiamo visto e amato (titoli quali “Business Proposal”, “Tweny five-Tweny one” o il recente “Somebody” (etc…) vi dicono qualcosa?), fino al momento in cui ha ottenuto il ruolo di Madison, protagonista del Web-drama RESET, che potete trovare su YouTube sottotitolato da Giulia stessa!

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Giulia che ha trovato il tempo di rispondere alle nostre domande facendoci immergere e scoprire il suo mondo e il suo lavoro!

Chi è Giulia?

Ciao, sono Giulia, sono italiana e ho 29 anni appena compiuti (purtroppo). Sono sempre stata una grande appassionata dell’Oriente, infatti ho studiato e mi sono laureata in giapponese e ho anche vissuto e studiato a Kyoto (Giappone) per un anno.

Dopo un periodo di “crisi”, ho poi deciso di stravolgere completamente la mia vita e venire in Corea, dove attualmente vivo e lavoro.

Come mai hai deciso di trasferirti in Corea?

In realtà ho sempre avuto questa cosa del “voglio andare a vedere la Corea com’è”.

Quando mi sono iscritta all’università ero parecchio indecisa se scegliere giapponese o coreano, ma alla fine mi sono ritrovata a fare giapponese e cinese ㅋㅋㅋ.

Poi il resto è avvenuto tutto un po’ per caso.

Sono da anni una grande appassionata di skincare e cosmetici coreani – mi ricordo quando al liceo (14 anni fa, circa) compravo le maschere e le creme di Tony Moly a forma di mela e pomodoro su EBay con la carta di credito di mio papà e poi dovevo aspettare SECOLI prima di riceverle – e nel 2018, dopo essere tornata dall’esperienza in Giappone, ho deciso, un po’ per gioco un po’ per noia, di aprire un canale su IG dove recensivo prodotti di skincare.

Dopo qualche mese ho iniziato ad essere contattata da brand cosmetici coreani per provare e recensire i loro prodotti e, circa un anno dopo aver aperto il canale, un brand coreano mi ha chiesto aiuto per una fiera che dovevano fare in Italia. Ho stretto amicizia con tutti i dipendenti venuti in Italia per la fiera – uno di loro mi ha persino introdotta ai BTS! – e successivamente sono stata invitata dalla CEO del brand nel loro ufficio a Seoul.

Fast forward di 3 anni e sono ancora qui!

Quali erano inizialmente, appena arrivata in Corea, le tue prospettive e le tue aspirazioni?

Inizialmente ho voluto concentrarmi sullo studio della lingua con la prospettiva di lavorare nel campo della skincare coreana, magari in un’azienda cosmetica – che in realtà mi aveva già proposto un contratto. Poi, però, sia per questioni legate ai visti, sia perché mi erano capitate alcune possibilità di lavorare come modella e MC di alcune live per dei brand di skincare, ho deciso di cercare un’agenzia e iniziare a lavorare attivamente nel mondo dell’entertainment coreano.

La cosa che ami di più della Corea/ dei coreani e quella che odi o che ti infastidisce di più?

Fra le cose che amo davvero tanto della Corea, e che mi mancano quando torno in Italia, ci sono sicuramente il sistema impeccabile di delivery food e l’efficienza dei mezzi pubblici.

Le cose a cui invece faccio più fatica ad abituarmi sono il cibo piccante e le tipiche “bevute sociali” coreane. Per chi non sapesse cosa sono, in pratica per “legare” fra colleghi bisogna andare a bere insieme. Il che significa sfondarsi di soju fino a “morire” in una qualche strada di Gangnam o Sinsa. Io, non bevendo, vivo in uno stato di asocialità ㅋㅋㅋ

Sappiamo che sei appassionata di Skincare, a parer tuo qual è il segreto per una skincare routine perfetta?

In realtà non c’è un segreto o una formula precisa per avere una pelle o una routine perfetta.

Sicuramente la regola d’oro è essere costanti. Il che significa detergere bene il viso mattina e sera, applicare almeno una crema idratante e assolutamente la crema solare durante il giorno.

Quello che sconsiglio invece è comprare un prodotto solo perché Influencer X lo ha consigliato. Essendo stata da quella parte, posso assicurarvi che tante persone consigliano prodotti perché – giustamente – vengono pagati o semplicemente per riceverne altri (se foste un brand di skincare vorreste che i vostri prodotti venissero recensiti da chi fa solo recensioni positive o da chi potrebbe criticare il vostro prodotto?).

Cercate sempre recensioni di più persone prima di comprare qualcosa, oppure trovate qualcuno di cui davvero potete fidarvi e che abbia il vostro stesso tipo di pelle.

Ultimo consiglio è “ascoltate la vostra pelle”, cercate prodotti per il vostro specifico bisogno o tipo di pelle: il miglior prodotto sul mercato potrebbe non adattarsi bene alla vostra pelle! E non dimenticatevi di mangiare sano (non poco, non affamatevi!).

A causa dei ristretti standard di bellezza estetica è difficile diventare modelli in Corea?

Questa è una domanda abbastanza complessa a cui rispondere.

Se è difficile diventare modelli in Corea? No, perchè alla fine per farlo bisogna solo trovare un’agenzia (tante addirittura vendono i visti da modelli…) e si è a posto.

Ciò che è difficile è diventare modelli che davvero riescono a lavorare e sopravvivere grazie a questo lavoro in Corea perché, se è vero che tutti i tipi di corporatura, colore della pelle, capelli, statura possono trovare alcuni casting per loro, non è detto che ci sia sempre richiesta di quello stile particolare.

Per le ragazze lo standard è comunque una corporatura slanciata, pelle con poche imperfezioni, capelli lunghi – meglio se biondi o castano chiaro – e occhi chiari, mentre per i ragazzi fisico tonico e slanciato, statura alta e capelli chiari.

Anche i modelli con carnagioni più scure vengono molto apprezzati.

Per sintetizzare, la domanda più corretta che bisogna porsi è “potrei fare questo lavoro nel mio paese?”. Se la risposta è sí, vale la pena provare, ma sappiate che non sarà semplice. C’è davvero tanta – troppa – competizione.

Se dovessi scegliere tra essere una modella di successo o un’attrice di successo in Corea cosa sceglieresti e perché.

Assolutamente attrice. Non mi piace molto la plasticità richiesta dai coreani per gli shooting fotografici e mi piace poco anche il modo in cui esagerano con photoshop. Ogni volta che un fotografo coreano edita una mia foto, mi pare di essere ET ^^’. Invece recitare lo trovo molto più stimolante e divertente.

Parlando invece del drama uscito di recente del quale ne sei la protagonista, descrivi in 3 parole il personaggio di Madison.

Risoluta, leader, empatica.

Un aneddoto divertente che vuoi condividere e che è avvenuto sul set di Reset?

Sicuramente le riprese dell’episodio 5, durante la scena della festa.

Dovevamo tutti fare una specie di balletto in linea con il nostro personaggio. Io e Heesu (Eric nel drama) siamo negati come lo schifo: quando dovevamo fare il trenino continuavamo a schiacciare i piedi degli altri attori.

Un altro momento che ricordo con piacere è quando abbiamo visto in anteprima le prime bozze degli episodi 1~4. Eravamo tutti imbarazzatissimi a rivederci, specialmente a rivedere i primi due episodi in cui eravamo super impacciati e, per qualche strana ragione, tutti con qualche kilo in più rispetto agli episodi filmati successivamente.

Cosa pensi che Reset voglia insegnare ai ragazzi o a coloro che lo guarderanno?

Reset parla di due tematiche importanti e molto attuali che sono il rapporto dei giovani con la tecnologia, sempre più presente e molte volte essenziale nelle nostre vite, ma allo stesso tempo di quanto a volte essa ci faccia alienare da tutto ciò che è concreto e reale, a partire dai rapporti interpersonali.

Credo che il messaggio che Reset cerchi di dare è che sì, è giusto affidarsi alla tecnologia per risolvere dei problemi o per cercare risposte ad alcune nostre domande, ma che allo stesso tempo questo non possa sostituire i rapporti sociali e umani.

“Reset” infatti è, nel drama, un motore di ricerca soluzioni che, seppur funzionante nella maggior parte dei casi, in altri casi è fuorviante e distruttivo.

Ti ci rivedi in qualche modo in Madison?

Quando ho fatto l’audizione per Madison – la prima vera audizione della mia vita – sapevo che la parte doveva essere mia. Non tanto perché pensavo di avere qualità migliori degli altri, ma perché sentivo che sotto sotto io e lei ci somigliamo molto.

Partiamo dal fatto che sono una boss bitch tanto quanto lei ㅋㅋ, anche io a volte, proprio come Madison, tendo a pensare troppo, farmi prendere dall’ansia e a perdermi in un bicchier d’acqua.

Sempre come lei sono estremamente empatica e cerco sempre, anche a mio rischio, di aiutare e “salvare” tutti.

Con quale attore coreano ti piacerebbe recitare in futuro?

Lee Dohyun. L’ho “conosciuto” tramite Sweet Home, dove ho amato il suo personaggio: secondo me recita benissimo e poi incarna al 100% il mio tipo di canone estetico; inoltre, ho sentito anche che è molto simpatico sul set!

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Quale attore o attrice che hai visto sui set fin ora ti ha colpita di piú?

Colpita positivamente? ㅋㅋ

Ahn Hyo-Seop sul set di “A business proposal” perché è letteralmente inumano. È bellissimo, altissimo, pelle meravigliosa, elegante. La sua controparte femmile secondo me è Suji, che ho incontrato sul set di Anna.

Altro attore – che ho soprannominato “cuore di tenebra” – è Son Seok-Koo. Affascinante, misterioso, occhietti da furetto. Non è altissimo, ma che ce ne importa?

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Per finire un attore che interpreta sempre personaggi cattivi, ma che in realtà è un tenerone è Heo Sung-Tae. È davvero un cucciolone timido e, tra l’altro, è intelligentissimo.

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Il tuo drama preferito?

Tutti i drama di mistero, thriller o sanguinolenti (scusate, ma i romance smielati e lacrimevoli non sono esattamente la mia tipologia di drama preferita…). Come dicevo mi è piaciuto molto Sweet Home e ho amato anche Kingdom (ho un debole per gli zombie coreani!).

Una cosa un po’ più “vintage” è Death Bell, ambientato in una scuola. Ultimamente invece ho iniziato Somebody – drama parecchio cruento… quindi sconsiglio a chi non piace questo genere – e mi sta incuriosendo parecchio.

Un consiglio che devasti a chi anche grazie alla tua storia, vuole intraprendere la carriera di modella o attrice in Corea?

Studiate coreano! È il primo step, davvero. Non potete immaginare quanto sia comodo – per voi e per lo staff sui vari set – parlare e capire al volo le istruzioni date.


Giulia, da come avrete potute leggere durante l’intervista, è un esempio di come spesso la vita sia imprevedibile e di come, attraverso la forza di volontà e la caparbietà, prima o poi si possano raggiungere i propri sogni.

Invitandovi a guardare RESET, e augurando a Giulia di realizzare tutti i suoi sogni, concludiamo questa intervista.

감사합니다 e 화이팅 per tutti i vostri progetti futuri!

Vi aspettiamo con il prossimo appuntamento di #K-interview! Mi raccomando non mancate!