Categorie
K-Drama Recensioni

La casa di carta: Corea

Titolo: La casa di carta: Corea (종이의 집: 공동경제구역)

Genere: azione, drammatico

Anno: 2022

Stagioni: 1

Episodi: 12

Dove guardarlo: Netflix

Voto: 8/10

Era già dal giugno 2020 che si vociferava la possibilità che la BH Entertainment, sussidiaria della Kakao Ent., e la Zium Content, sussidiaria della JTBC, fossero in contatto con i vertici di Netflix per fare un remake della pluripremiata e famosissima serie originale Netflix, la Casa de papel e oggi, a distanza di un anno e mezzo, ci troviamo davanti a questo nuovo prodotto: la casa di Carta: Corea.

Il cast de La casa di carta: Corea – @hancinema

Trama

Essendo un remake, è chiaro che l’intento degli autori sia stato quello di rimanere il più possibile legati alla trama originale, mantenendo buona parte dei nomi dei personaggi, ma senza perdere l’occasione per dare quel tocco “coreano” in più che segna la netta differenza tra le serie coreane e quelle occidentali.

Questa volta la storia è ambientata nella penisola coreana in un ipotetico futuro intorno alla metà del 2020, dove le due Coree sono state riunite, dopo anni e anni di conflitti, sotto un’unica zona economica e moneta comune: tuttavia, seppure i presupposti fossero dei migliori e le intenzioni le più buone, come spesso ci ha insegnato la storia, non tutto va per il verso giusto e di questa unificazione ne beneficiano soltanto i più ricchi.

Sarà proprio per questo che il Professore, interpretato da Yoo Ji-Tae, attore di cinema e regista coreano, deciderà di mettere su una squadra di criminali per portare a termine un colpo alla zecca di Stato coreana.

Il Professore (Yoo Ji-tae) – @hancinema

Le Coree unite: sogno o realtà?

It was clear that everyone on the train smelled the same thing. It was the smell of hope.

Tokyo – Ep.1

Era chiaro che tutti [quelli che erano] sul treno sentivano lo stesso odore. Era l’odore della speranza.
Tokyo – Ep.1

Con questa frase, oltre che un paradossale ma simpatico discorso sul ruolo dei BTS nell’esportazione della cultura coreana ma anche dei valori dei quali si fanno portatori nel mondo, si entra subito dal primo episodio nell’argomento clou della serie: l’unificazione delle due Coree.

In effetti, la serie non racconta uno scenario così improbabile. Perché?

Perché, dopo la guerra di Corea (1950-1953) e l’armistizio firmato da entrambi i paesi – armistizio che ha portato alla costituzione della zona demilitarizzata -, ci sono stati vari tentativi di riunificazione negli anni, tentativi spesso falliti a causa delle continue ostilità e controversie tra la Corea del nord e la comunità internazionale.

Nel 2007 sono riusciti a firmare un accordo comune ma già nel 2009 la situazione era nuovamente degenerata.

Nel 2018, però, c’è stata una grande svolta e, per la prima volta nella storia della Corea del Nord, Kim Jong-un, Leader Supremo della Repubblica popolare democratica di Corea, ha varcato il confine tra i due paesi per incontrare l’ex presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, in occasione di un summit inter-coreano tenutosi proprio nella zona demilitarizzata che separa i due paesi.

Quello che la serie mostra, in maniera abbastanza illuminante, è il contrapporsi di due situazioni: da un lato, la voglia di rivalsa e di ricchezza che accomuna tanti coreani, dall’altro la paura – e talvolta la certezza – che, di quel sogno di libertà, ne avrebbero beneficiato soltanto in pochi.

Questi temi, in effetti, sono cari alla produzione coreana, non a caso li troviamo ricorrenti in molti K-drama, pensiamo a Squid Game, ultimo per uscita ma non per importanza, ma anche Itaewon class, Fight for my way, The sound of magic: la critica sociale e l’analisi della società sono un must have delle serie coreane che, con attenzione e senza troppi fronzoli, mettono lo spettatore davanti ad una, purtroppo triste, verità e visione della vita.

Critica sociale: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri

Nonostante i migliori intenti legati all’unificazione, la natura “perfida e ingorda” degli uomini non tarda a palesarsi e la stessa protagonista, Tokyo (interpretata da Jeon Jong-seo, The call), si trova a dover affrontare molte difficoltà e si troverà coinvolta in alcuni eventi spiacevoli.

Tokyo (Jeon Jong-seo) – @hancinema

Tuttavia, proprio quando pensa di non poter più sopportare quella vita, il Professore entrerà nella sua vita, proponendole di aggregarsi alla sua squadra per fare un ultimo colpo alla zecca di stato, prima di “svanire nel vento“.

La squadra messa su dal Professore, a dirla tutta, è composta quasi al cento per cento da disagiati, da persone che non hanno nulla da perdere, oltre alla loro vita, e sono quindi disposte a compiere anche i gesti più folli, pur di avere una chance di redenzione: vi ricorda qualcosa questa premessa?

Ex galeotti, immigrati dalla Corea del nord, membri di gang pericolose, scapestrati di vario genere e ladri: la squadra ha tutte le carte in regola per essere definita come “quelli che la mamma ti dice di non frequentare” e, a dirla tutta, la mamma avrebbe anche ragione.

Però, questi personaggi, seppur abbiano le caratteristiche per essere i classici “cattivi” della vicenda, non sono altro che l’ennesima prova di quanto, talvolta, la vita sappia essere crudele e non faccia altro che mettere i bastoni tra le ruote di alcune persone: ad esempio, una delle regole fondamentali del gruppo è quello di non uccidere nessuno nell’esecuzione del loro piano e interessante appare il paragone con i membri della “high-society” che, spesso, vengono descritti come senza scrupoli e senza coscienza.

I personaggi

Essendo un remake, i nomi dei personaggi sono stati lasciati come nella versione originale, quindi assistiamo al ritorno dei nomi delle capitali come modo per proteggere le identità di tutti i membri.

Tra gli attori, oltre ad alcuni nomi grossi della scena coreana, come Park Hae-soo (Squid game, Prison playbook, Racket boys), che interpreta il ruolo di Berlino, Lee Won-jong (Ms. Hammurabi, Delayed justice), che interpreta Mosca, e Kim Ji-hoon (Flowers of evil), che interpreta Denver, abbiamo anche l’occasione di vedere alcune facce nuove dell’intrattenimento coreano. Per esempio?

Per esempio, l’attrice che interpreta Tokyo, ma anche lo stesso Lee Hyun-woo (Rio) così come l’attrice Yang Joon-ju (Nairobi).

Rio (Lee Hyun-woo) – @hancinema

Meritano un plauso anche gli attori Kim Yun-jin (Lost, Mistress, Ms. Ma) e Kim Sung-oh (The great shaman Ga Doo-shim), che interpretano rispettivamente la team leader dell’unità di crisi della polizia sudcoreana Seon Woo-jin e il Capitano Cha Moo-hyuk, un ex agente, incaricati di risolvere il caso.

Seon Woo-jin e il Capitano Cha Moo-hyuk – @hancinema

La recitazione è, qualitativamente, molto molto valida, gli attori sono in grado di mostrare a 360° i caratteri e le peculiarità dei vari personaggi, rendendoli molto credibili, non solo nelle scene di follia generale ma anche in quelle più lucide e, a volte, anche emotive.

In amore e in guerra tutto è lecito?

Gli internazionalisti e gli esperti di diritto internazionale di guerra avrebbero da ridire, ma questo non lo diciamo agli sceneggiatori di questo K-drama. Perché?

Perché questa serie ci mostra come l’amore possa essere un’arma molto potente, capace di compiere le gesta più eroiche ma anche i più grandi tradimenti, trasformandosi in un’arma a doppio taglio: tra amori impossibili, sindrome di Stoccolma, amori nati per il solo scopo di ottenere più informazioni, questa serie ci darà la possibilità di osservare tutte le varie sfumature di questo strano sentimento.

Tuttavia, abbiamo una domanda: ma che problema hanno i coreani con le isole dove andare a rilassarsi insieme alle persone che amano?

Conclusioni

Che dire? Finora sembra un prodotto molto valido, non ha niente da invidiare alla versione originale ma, al tempo stesso, non pecca di mancanza di originalità, rendendo la serie piacevole da guardare, tiene incollati allo schermo e permette comunque di riflettere su quella che è la società moderna: unica pecca, è un tantino lenta ma niente che un x1.25 non possa risolvere!

Ultimo, ma non per importanza: i colori scelti sono molto interessanti, aiutano a creare bene l’atmosfera e le stesse scelte di regia sono astute, facendo spesso paragoni e richiami alla versione originale della serie.

Per ora, questo è il nostro commento sui primi sei episodi de La casa di Carta: Corea. Voi che ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Categorie
K-Drama Recensioni

“SNOWDROP”: l’amore che sboccia nelle avversità

Nome : Snowdrop (설강화)

Anno: 18 dicembre 2021-30 gennaio 2022

Genere: Romance, commedia noir, melodramma, storical.

Episodi: 16

Cast principale: Jung Hae-in, Jisoo, Yoo In-na, Jang Seung-jo, Yoon Se-ah, Kim Hye-yoon, Jung Yoo-jin.

Casa di produzione: Drama House, JTBC Studios

Dove vederlo: Disney+ Italia (da quest’estate), Dramacool

Un successo nato tra le proteste

ll drama storico della JTBC Snowdrop è diventato una patata bollente suscitando infuocate reazioni da parte di tutti i versanti politici e queste critiche e proteste erano già nate all’inizio della sua produzione, in un anno che ha visto molti drama vittime di cancellazioni, modifiche e boicottaggi per ragioni culturali e politiche: in questo caso, lo spinoso dibattito verte su fino a che punto possa spingersi la finzione di una storia, specialmente quando si sta trattando un periodo storico delicato come la democratizzazione della Corea. Quali erano i motivi delle proteste?

Snowdrop è ambientato a Seoul nel 1987, quando la Corea era nel pieno delle proteste per la democratizzazione contro la dittatura militare e vede come protagonisti Jisoo, del gruppo femminile k-pop BLACKPINK, che interpreta la studentessa universitaria sudcoreana Young Ro mentre l’attore Jung Hae In interpreta Soo Ho, una spia nordcoreana che viene scambiata per uno studente in lotta per la democrazia: sebbene il protagonista non partecipi ad alcuna protesta, molti spettatori hanno trovato intrinsecamente problematica la premessa di una spia nordcoreana nascosta tra gli studenti universitari.

Inoltre, il regime all’epoca giustificava la sua brutale repressione contro i manifestanti pro democrazia col pretesto di dare la caccia alle spie nordcoreane o ai simpatizzanti del comunismo, dunque i critici di Snowdrop hanno espresso preoccupazione per il fatto che tale rappresentazione potesse giustificare il modo in cui il regime ha arrestato attivisti con false accuse di spionaggio per poi torturarli o addirittura ucciderli: non a caso, ogni episodio di Snowdrop inizia con un disclaimer che annuncia che ogni personaggio, organizzazione ed evento della serie è completamente fittizio, tuttavia, gli spettatori hanno sottolineato numerose somiglianze specifiche tra il drama e gli eventi storici realmente accaduti.

Tutti i personaggi e gli eventi rappresentati in questo drama sono frutto di finzione.

Le controversie su Snowdrop sono esagerate?

E’ difficile per noi occidentali farci un’idea precisa su eventi che ci sono così poco famigliari, questo periodo storico piuttosto recente è un tasto sensibile per la Corea e soprattutto per la generazione che l’ha vissuta in prima persona e, seppur non sia la prima volta che fatti storici vengono romanticizzati da un drama (Crash landing on you), evidentemente in questo caso la questione è più delicata: infatti, non solo i critici della serie hanno fatto sentire la loro voce ma anche molte persone hanno dichiarato che le proteste erano esagerate e non del tutto corrette; c’è da dire, però, al di là dell’opinione pro o contro il drama in questione, è comunque molto difficile prendere posizioni nette su quanto accaduto, considerata la complessità degli eventi storici.

A causa della popolarità globale degli attori principali Jisoo e Jung, la controversia si è diffusa immediatamente in tutto il mondo e la protesta ha ricevuto una copertura mediatica internazionale, accendendo un dibattito anche tra gli spettatori stranieri.

Una petizione e un’ingiunzione per cancellare la serie

Nel marzo del 2021 è apparsa una petizione sul sito web della Blue House che chiedeva la cancellazione dello show raccogliendo ben oltre 350.000 firme online in una settimana e, contestualmente, diversi sponsor in seguito alle proteste si sono ritirati dal drama: inoltre, un gruppo civico chiamato The Declaration of Global Citizen in Korea ha presentato un’ingiunzione contro la JTBC il 22 dicembre, per imporre l’interruzione della messa in onda ma la Corte distrettuale occidentale di Seoul si è pronunciata a favore della JTBC e le ha dato il via libera per continuare a trasmetterlo anche perché, vista la premessa che il protagonista maschile sia una spia nordcoreana, qualsiasi cambiamento significativo alla storia sarebbe stato praticamente impossibile da apportare.

Come mai già a marzo si chiedeva la cancellazione del drama?

Stando a quanto gira per in rete, pare che il copione del drama sia trapelato online generando critiche sulla trama a proposito di spie nordcoreane infiltrate nei movimenti studenteschi e al fatto che i nomi dei personaggi richiamino dei veri attivisti dell’epoca e venne segnalato che il drama pareva fosse ispirato dalle note scritte da un prigioniero politico in un campo di prigione in Nord Corea, e questo potrebbe aver influito sul diffondersi delle speculazioni sulla trama e sulla polemica: di fronte all’aggravarsi della situazione, l’emittente JTBC è stata costretta a rilasciare un comunicato in merito.

Contesto storico

Snowdrop non ha nulla a che fare con il movimento di democratizzazione del 18 maggio 1980, così come non ha nulla a che fare con la Rivolta democratica (o Rivolta di giugno) del 10 giugno 1987, dal momento che si diceva che le elezioni presidenziali si sarebbero svolte il 16 dicembre e che le elezioni presidenziali fossero “a meno di 20 giorni di distanza”: Snowdrop è ambientato a novembre 1987, le elezioni presidenziali erano il 16 dicembre e  mancavano solo 20 giorni a queste, quindi il background di Snowdrop è novembre 1987.

JTBC ha dichiarato ufficialmente che Snowdrop non si occupa del movimento pro-democratizzazione, lo sfondo storico sul quale si erge il drama sono le elezioni presidenziali del 1987, come accennato in precedenza, ed è una storia di fantasia secondo cui il governo militare sudcoreano e l’ANSP (Agenzia per la pianificazione della sicurezza nazionale) collaborano con il governo della dittatura nordcoreana per pianificare le elezioni presidenziali.

Trama

Prodotto dal regista Jo Hyun-tak e dello scrittore Yoo Hyun-mi (Sky Castle ),Snowdrop è il primo drama coreano ad approdare sulla piattaforma di streaming di Disney+.

Kim Jisoo delle BLACKPINK è affiancata da Jung Hae In in questo drama storico che racconta la storia d’amore di due studenti universitari in una Corea del Sud del 1987, un anno drammatico in cui un movimenti e proteste di massa a favore della democrazia scuotono politicamente il paese, portando a nuove elezioni e alla fine della dittatura. 

Eun Yeong-ro (Jisoo), figlia del Ministero della Pianificazione della Sicurezza Nazionale (Ministero della Segretezza) e studentessa della Hosoo Women’s University,  si innamora del Lim Soo-ho (Jung Hae-in), apparentemente uno studente laureato in economia a Berlino (ricorda alla gente l’incidente di Dongbaekrim, aka incidente di Berlino Est, dove studenti internazionali e coreani che vivevano in Germania venivano bollati come spie) pacato ed enigmatico, ma che in realtà è una spia nordcoreana infiltrata in Corea del Sud a seguito di una missione e, a dargli la caccia, ci sono gli agenti dell’ANSP Jang Han-na (Jung Yoo-jin) e Lee Kang-moo (Jang Seung-jo), che faranno di tutto per catturarlo.

Yeong-ro e Soo-ho si incontrano per la prima volta durante un appuntamento al buio organizzato da altri studenti, ed il loro incontro si trasforma immediatamente in un amore a prima vista.

Dopo il primo incontro i due si rivedono in un negozio di dischi ma, non sarà l’ultima occasione di incrociarsi perché i due sono destinati ad incontrarsi nuovamente quando la missione di Soo-ho prende una svolta inaspettata.

Il protagonista, per una serie di eventi, entra di nascosto all’interno dormitorio femminile e viene curato dalle ragazze della stanza207, inclusa Eun Young-ro che fa di tutto per tenerlo nascosto alla direttrice Pi Seung-hee e all’ ANSP che gli da la caccia.

La situazione all’interno del dormitorio si farà sempre più tesa fino ad quando il protagonista non sarà costretto a rivelare la sua identità, il che porterà tutto il dormitorio ad essere preso in ostaggio da Soo-ho e dalla sua squadra nord coreana.

                                                                                

Tra vari patti e accordi stipulati da spie nord coreane, ANSP e rappresentanti del governo, quale sarà il destino dei ragazzi usati come pedine su una scacchiera per arrivare alle elezioni?

Personaggi e menzioni speciali

Considerando che questo è il suo debutto come attrice in un ruolo da protagonista, Jisoo delle BLACKPINK dimostra sicuramente il suo carisma: dall’essere una matricola del college innamorata a una giovane donna devastata e spaventata dall’essere tradita e tenuta in ostaggio dall’uomo che ama, la gamma di Jisoo qui è encomiabile.

Merita una menzione speciale anche Kim Hye-yoon (Extraordinary You, Sky Castle) per il ruolo dell’avida Gye Boon-ok, infatti Boon-ok non è una brava persona e, ogni volta che appare sullo schermo, ci riempie di rabbia irrazionale: interpretazione 10+!

FUN FACT: L’attore Jung Hae-in ha detto di essere molto affezionato al drama perché è stato girato per molto tempo , “dal freddo inverno alla primavera fino alla calda estate”. Forse è per questo che è così divertente guardare il dietro le quinte di Snowdrop?

Sad fact: una perdita che ha spiazzato tutti.

Durante la messa in onda del drama, purtroppo la Landscape Entertainment, agenzia che si occupava di rappresentare l’attrice Kim Mi-soo, ha diffuso un comunicato per annunciarne ai fan la morte (la cui causa non è stata ancora rivelata): la giovane aveva solo 29 anni e, in Snowdrop, interpretava l’attivista Yeo Jungmin e nel corso della sua carriera aveva recitato anche nella serie Hellbound, disponibile su Netflix, ma anche nelle pellicole Memories e Kyungmi’s World.

Al momento della sua morte, Kim stava girando un altro k-drama, Kiss Six Sense, le cui riprese sono state al momento interrotte, e seppur svolgesse un ruolo secondario in Snowdrop, al momento della sua scomparsa, la produzione era già terminata, consegnando ai fan l’ultima interpretazione dell’attrice.

Un “moderno” Romeo e Giulietta

Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, e rifiuta il tuo nome! O, se non lo vuoi, tienilo pure e giura di amarmi, ed io non sarò più una Capuleti.

[Giulietta: atto II, scena II]

L‘amore condannato tra Yeong-ro e Soo-ho sembra irrealistico e incoerente, infatti quella che inizia come una relazione eseguita in fretta – un paio di appuntamenti e alcuni appuntamenti nascosti in una soffitta – diventa più disordinata durante il corso degli episodi, principalmente a causa di una dinamica malsana che non solo somiglia spesso alla sindrome di Stoccolma (riguarda vittime di un sequestro, le quali, in maniera apparentemente paradossale, cominciano a nutrire sentimenti positivi verso il proprio aguzzino che possono andare dalla solidarietà all’innamoramento), ma mette anche visibilmente in pericolo altri personaggi nella storia.

Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco,
che si consumano al primo bacio

William Shakespeare

Un nome, una garanzia?

Il nome originale della protagonista femminile non era quello poi passato alla storia, infatti inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Eun Young Cho, tuttavia, quando sono emerse critiche sul fatto che prendesse il nome da Cheon Young Cho, la martire patriottica del movimento, sopravvissuta a interrogatori e torture presso la famigerata Agenzia di polizia nazionale di Namyeong-dong, che era nota per ospitare la “camera di tortura più perfettamente nascosta” dell’epoca, ed eroina del libro ” Young Cho Unni “, i produttori hanno deciso di cambiare il nome alla protagonista del drama.

Tuttavia, questa vicenda lascia un sapore sgradevole alle spalle perché, in effetti, il marito di Cheon Young Cho, Jung Moon Hwa, all’epoca era classificato tra i primi 3 geni di SNU e giornalista del movimento, fu incastrato per essere una “spia nordcoreana e cospiratore del governo” morì giovane dopo essere stato torturato.    

Il personaggio più “problematico”, però, è rappresentato da Gye Boon Ok (Kim Hye Yoon) perché il suo nome ricorda Suzy Kim, alias Kim Ok Boon, vittima di un tentato rapimento: nella storia reale, Kim Ok Boon fu uccisa da suo marito nel 1987 e, subito dopo, suo marito e l’ANSP fabbricarono delle prove per bollarla come una spia nordcoreana, il che di conseguenza portò alla persecuzione della sua famiglia.

Nel drama, la sorella di Gye Boon Ok viene presa di mira dall’ANSP come spia, ricordandoci ulteriormente il caso Suzy Kim, eppure questo personaggio è solo rappresentato come qualcuno che crede a ogni parola che dicono gli agenti ANSP ed è attratta dal denunciare chiunque sia sospettoso solo per soldi grazie ai quali potrà salvare la sua famiglia; inoltre, Gye Boon Ok appare come una ragazza gelosa delle altre studentesse, in quanto non può vivere la vita che vuole e molti critici, in questa rappresentazione, vi hanno trovato della malizia oltre che cattivo gusto.  

                                                                                                                     Anche la descrizione degli agenti ANSP è controversa: l’ANSP fu criticata per varie violazioni dei diritti umani contro cittadini innocenti, testimoniate dalle vittime dei loro crimini che esistono ancora, ed è facile intravedere la loro crudeltà e crimini in opere che hanno ricevuto recensioni entusiastiche per aver interpretato correttamente gli anni ’80 della Corea, inclusi i film “1987: Quando arriva il giorno“, “18 maggio” e il dramma “Youth of May”: eppure, in Snowdrop, sono ritratti esattamente l’opposto di come è mostrato in altri media.

                                                                                           Lee Kang Moo (Jang Seung Jo), l’agente ANSP che insegue il “vero cattivo” perché stanco di tutte le manipolazioni che stanno avvenendo nell’organizzazione, osserva il giusto protocollo anche quando indaga sui dormitori e cerca in ogni modo, del corso della storia, di proteggere persone e studenti innocenti: questo fa sembrare che, all’interno dell’organizzazione, ci fossero effettivamente “persone decenti“.

Ancora peggio, Eun Chang Soo ( Heo Joon Ho ), il direttore dell’ANSP, è descritto con parole come “docile” e “mite” e gli viene fatta dire la frase: “Non sai che dobbiamo proteggere la vita delle persone piuttosto che quella dei nostri colleghi?” ai propri subordinati: proprio con il fatto che il dramma mostra costantemente l’esatto opposto di ciò che la storia racconta, non può sfuggire alle critiche.

E le OST?

Il 9 febbraio, Jisoo durante una diretta ha sorpreso i fan quando ha rivelato che le era stato chiesto di cantare l’OST “Friend” per Snowdrop, tuttavia, Jisoo  ha spiegato di aver rifiutato l’offerta perché pensava che se avesse cantato l’OST per il drama, avrebbe distratto gli spettatori che non sarebbero stati in grado di concentrarsi sulla sua interpretazione della protagonista Young-ro e per tale motivo il regista ha rispettato la sua opinione: ma i fan erano dispiaciuti nel sentire che Jisoo, così facendo, ha perso la sua prima opportunità di cantare una OST di un drama;  tuttavia, sono stati comunque d’accordo sul fatto che questa fosse la decisione giusta da prendere.

Conclusioni

Se volete vedere un drama con un lieto fine Snowdrop NON fa per voi! Anche se l’ultima scena che ci viene mostrata può rappresentare un finale alternativo, il drama non ha un lieto fine: non mancano al suo interno scene che cercano di strapparti un sorriso e sdrammatizzare le vicende, o personaggi che nonostante tutto faranno divertire, ma è anche vero che in ogni episodio versare almeno “una lacrima” è d’obbligo.

Tra triangoli amorosi, storie d’amore impossibili, tradimenti, enigmi da scoprire con i personaggi nel corso della narrazione e tanto altro, Snowdrop merita di essere visto, in quanto in mezzo ad una bufera di critiche è riuscito comunque a restare in piedi e ad essere un prodotto ben riuscito. 

Cosa ne pensate di tutto questo retroscena? Avete intenzione di vederlo? Se l’avete già visto, vi è piaciuto? Come vi è sembrata Jisoo nel suo debutto da attrice? Fatecelo sapere nei commenti!