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Legal K-drama: i nostri consigli

Siete sempre stat* interessat* alle serie tv che avessero come protagonisti team di avvocati, intrighi tra le aule del tribunale e colpi di scena a suon di arringhe davanti ai giudici?

Se la risposta è sì, siete nel posto giusto perché oggi parleremo di legal K-drama e di quelli che, secondo noi, meritano di essere visti almeno una volta se piace il genere!

Cos’è un legal drama?

I legal drama, come suggerisce lo stesso nome, sono delle serie tv che si svolgono, prevalentemente, dentro le aule dei tribunali e che narrano le vicende di avvocati, giudici, criminali e, talvolta, anche poliziotti.

Hanno come tematiche principali i dilemmi morali che possono capitare nell’arco della pratica forense o nella vita normale da banali “spettatori”: spesso, nel corso della narrazione, è possibile assistere a episodi di cattiva giustizia, di corruzione, di difficili scelte morali ma anche di giustizia fatta non con la violenza ma con la parola e il diritto.

In proposito, l’American Bar Association Journal ha analizzato che il sempre crescente interesse del grande pubblico verso questo genere di intrattenimento è dovuto all’intreccio tra le questioni più strettamente legali e la vulnerabilità tipica dell’uomo, rendendo queste serie più aderenti alla realtà di ogni persona rispetto ad altri generi.

Quali sono i legal K-drama che più ci sono piaciuti?

Abbiamo selezionato 7 K-drama che, secondo noi, meritano di essere visti. Siete pront*?

I nostri consigli

Military prosecutor Doberman (군검사 도베르만)

Andata in onda dal 28 Febbraio al 26 Aprile 2022, contando ben 16 episodi, prodotta e trasmessa da tvN, questa serie racconta le vicende di Do Bae-man (interpretato da Ahn Boh-hyun, My name, Itaewon class, Yumi’s cells), un che ha intrapreso la carriera di procuratore militare soltanto per avere garantiti soldi e fama e senza alcuna vocazione in merito, e di Cha Woo-in (interpretata da Jo Bo-ah, Temperature of love, Tale of nine tailed), una ragazza nata in una famiglia molto ricca e che decide di intraprendere questa carriera per ottenere vendetta.

Do Bae-man ha un triste e complesso passato alle spalle, un passato fatto di lutti, di dolore e di tanta sofferenza, sofferenza alla quale riesce a sopravvivere, almeno per un po’: infatti, riuscirà a laurearsi in legge e tenterà di essere assunto da vari studi legali ma senza successo; il punto di svolta nella sua carriera lo avrà quando incontrerà un losco avvocato, Yong Moon-goo, il quale gli farà una grande offerta alla quale difficilmente Bae-man potrebbe rifiutare.

Dall’altro lato abbiamo Cha Woo-in, unica figlia del proprietario di una multinazionale, ha tutte le carte in regola per essere il procuratore militare perfetto ma, in realtà, nasconde delle abilità che la rendono tutt’altro che innocua, infatti è molto abile nelle arti marziali.

@Pinterest

Un giorno il padre viene accusato di corruzione e le azioni e i profitti dell’azienda crollano a picco, causandone la bancarotta e il successivo acquisto ad un prezzo stracciato da parte di un cliente di Yong Moon-goo: quando Woo-in incontra Bae-man e scopre per chi lavora, decide di sfruttarlo per mettere in atto il suo piano di vendetta contro Yong Moon-goo per riscattare l’onore dell’azienda del padre e del padre, ormai defunto.

Le tematiche trattate e alcune scene non sono adatte ai più sensibili, quindi se siete facilmente impressionabili, meditate bene se procedere nella visione!

Ahn Bo-hyun e Jo Bo-ah per BAZAAR Korea – @Pinterest

Juvenile Justice (소년 심판)

Serie originale Netflix uscita nel febbraio 2022, questo K-drama narra le vicende di Shim Eun-seok (interpretata da Kim Hye-soo, Tazza: The high rollers, Hyena), una giudice dal carattere freddo e distaccato assegnata ad un tribunale per minori: Eun-seok è famosa tra i suoi colleghi per la severità dei suoi giudizi nei confronti dei minorenni che capitano al banco degli imputati, infatti è noto anche all’opinione pubblica la sua totale avversione nei confronti dei “giovani criminali“.

Kim Hye-soo – @hancinema

Durante questa sua esperienza come procuratore, dovrà fare i conti con il suo passato, con le sue paure e con i suoi stessi traumi, cercando pian piano di cambiare il suo approccio alla vita e alla professione: in questo suo percorso, avrà al suo fianco il giudice Cha Tae-joo (interpretato da Kim Mu-yeol, Forgotten, My beautiful bride), totalmente opposto rispetto alla collega, fervente sostenitore della riabilitazione dei condannati e in un approccio molto più aperto al dialogo e all’ascolto verso i più giovani che hanno perso la retta via.

Kim Mu-yeol – @hancinema

Inoltre… Non lo sapete? Abbiamo fatto un’analisi più approfondita di questo K-drama: se non l’avete ancora letta, andate a recuperarla qui!

Law school (로스쿨)

Serie originale JTBC dell’aprile 2021 e trasmessa da JTBC e Netflix, Law school è ambientata alla Hankuk University Law School e affronta le vicende di un gruppo di studenti del corso di legge, le cui vite verranno presto sconvolte da un terribile evento che li terrà legati tra di loro in un’improbabile e sempre più stringente morsa: durante un processo simulato tra gli studenti, uno dei docenti viene trovato morto nel suo ufficio nei pressi dell’aula bunker dove si stava tenendo la simulazione e l’accusato principale sarà il Professor Yang (interpretato da Kim Myung-min, Detective K, VIP, Six flying dragons), docente di diritto penale presso l’università ed ex procuratore.

Gli studenti della Hankuk Law school – @hancinema

Da quel momento, la realtà dei vari studenti diventerà una vera e propria simulazione, saranno costantemente messi sotto torchio dall’accusa e dovranno districarsi tra i non pochi imprevisti e sabotaggi per scagionare il professore, portando alla luce, però, numerosi intrighi e allargando l’intera vicenda ad un vero e proprio caso di stato.

Kim Bum, Ryu Hye-young e Kim Myung-min – @hancinema

I protagonisti principali sono Kang Sol-A (interpretata da Ryu Hye-young, Reply 1988), studentessa del primo anno entrata grazie ad una borsa di studio, volenterosa ma estremamente disordinata, ha una sorella gemella che è il suo totale opposto (ndr: ricordate questa informazione, sarà molto importante!), Han Joon-hwi (interpretato da Kim Bum, Boys over flowers, Tale of the nine tailed, Ghost doctor), un brillante studente dall’intelligenza acuta e pianificatrice, è il nipote del docente trovato morto, e Kang Sol-B (interpretata da Lee Soo-kyung, Where stars land, Yaksha), la compagna di stanza di Sol-A, appartiene ad una famiglia di avvocati molto ricca, è costantemente torturata dalla madre perché sia la migliore studentessa del corso e proprio questo la porterà a compiere un gesto molto controverso.

Ryu Hye-young e Kim Bum – @hancinema

Un plauso deve essere fatto a Lee Jung-eun, che in questa serie interpreta Kim Eun-sook, docente di diritto civile, apparentemente bonacciona e affabile, in realtà è una donna molto tenace e capace di farsi rispettare, non solo come donna ma anche come professionista.

Anche in questo caso, le tematiche trattate (violenza, sangue, omicidi, corruzione) non sono adatte ad un pubblico facilmente impressionabile.

Un motivo valido per guardare questa serie è una delle OST!

Vincenzo (빈센조)

Vincenzo Cassano: un nome, una garanzia!

Il primo episodio di questa serie ha raggiunto il 7.7% di share, classificandosi al quarto posto tra gli episodi pilota più votati di tutti i tempi: originale tvN e distribuita su larga scala da Netflix nel 2021, è stata inserita da Forbes al quarto posto tra i K-drama più visti del 2021.

Vincenzo, come suggerisce lo stesso titolo, ruota tutt’intorno al personaggio di Park Joo-hyung (interpretato da Song Joong-ki, Descendants of the sun, Arthdal Chronicles) che, all’età di otto anni, viene adottato da una famiglia mafiosa italiana – i Cassano – e, di conseguenza, ribattezzato Vincenzo Cassano: Vincenzo diventa un avvocato e consigliere di mafia e braccio destro del boss Don Fabio, scatenando l’ira del figlio biologico di quest’ultimo.

Song Joong-ki nei panni di Vinenzo Cassano – @hancinema

Vincenzo, per questioni di business, deciderà di tornare a Seoul e recuperare una tonnellata e mezza d’oro, appartenente ad un magnate cinese morto poco tempo prima, che aveva aiutato a nascondere nel seminterrato di Geumga Plaza: tuttavia, la missione non va esattamente come previsto e, arrivato a Seoul, Vincenzo scoprirà che una sussidiaria del Babel Group ha ottenuto con mezzi illegali la proprietà dell’immobile e Vincenzo dovrà usare tutte le sue abilità da avvocato per cercare di strappare il palazzo al gruppo e recuperare finalmente il suo bottino.

Jeon Yeo-been nelle vesti di Hong Cha-young – @hancinema

Il Geumga Plaza, però, è abitato da alcuni personaggi ambigui ma esilaranti, tra i quali Hong Yoo-chan (interpretato da Yoo Jae-myung, Itaewon class, Reply 1988) , un avvocato che combatte a spada tratta contro le ingiustizie, il cui studio legale si trova proprio in quello stabile: all’inizio Vincenzo entrerà in conflitto con la figlia di Yoo-chan, Hong Cha-young (interpretata da Jeon Yeo-been, Save me, Be melodramatic), avvocatessa della Babel Group ma, dopo la morte del padre, deciderà di rilevare lo studio di famiglia e si aggregherà a Vincenzo e agli inquilini del Geumga Plaza contro la Babel.

Gli inquilini del Geumga Plaza – @hancinema

La serie è un po’ lenta ma davvero ben fatta, i dialoghi sono talvolta esilaranti ma mai privi di significato: attenti ai colpi di scena! Ma soprattutto, volete davvero perdervi Song Joong-ki che parla in italiano? Guardare per credere!

Hyena (하이에나)

Serie SBS TV e trasmessa da SBS e da Netflix nel 2020, questa serie analizza la vita e le vicende di due avvocati di uno studio legale d’élite dai modi di fare completamente opposti.

Da un lato abbiamo Jung Geum-ja (interpretata da Kim Hye-soo, Tazza: The high rollers, Juvenile Justice), un’avvocatessa spericolata e dai bollenti spiriti con la brutta abitudine di superare la soglia tra il legale e l’illegale quando si tratta di dover chiudere un caso, infatti il suo obiettivo principale è guadagnare sempre di più a qualunque costo.

Kim Hye-soo – @hancinema

Dall’altro lato abbiamo, invece, Yoon Hee-jae (interpretato da Ju Ji-hoon, Kingdom, Jirisan), il cavaliere senza macchia e senza paura, con un’altissima considerazione e venerazione nei confronti delle regole e insofferente davanti a chi le trasgredisce: è un ottimo avvocato ma pecca di malizia che, nel loro mestiere, può proprio fare la differenza e molte volte verrà superato da Geum-ja che, per questa sua caratteristica, verrà presto rinominata “iena“.

Ju Ji-hoon – @hancinema

Ms. Hammurabi (미스 함무라비)

Serie JTBC del 2018, narra delle vicende di alcuni giudici e dei casi e difficoltà che si trovano ad affrontare nell’arco della loro giornata e professione. Perché abbiamo scelto questa serie?

I giudici protagonisti della serie – @hancinema

Per il suo background! Sapete da dove nasce questa serie?

Nasce proprio da un omonimo romanzo pubblicato nel 2015 in serie dal The Hankyoreh, un giornale di centro-sinistra liberale coreano attivo dal 1988, e poi reso un romanzo a tutti gli effetti nel 2016 sotto l’egida della Munhakdongne Publishing Group: cosa avrà mai di speciale questa serie?

L’autore del libro, nonché sceneggiatore della serie, si chiama Moon Yoo-seok ed è il giudice capo del tribunale del distretto est di Seoul: proprio in ragione di ciò, essendo l’autore stesso dentro l’ambiente che ha descritto e romanzato, il grande pubblico ha apprezzato particolarmente la serie, soprattutto per il punto di vista onesto e preciso sul ruolo e sul lavoro dei giudici nelle corti coreane ma anche per la critica e l’analisi alla società coreana attuale.

I protagonisti sono Park Cha Oh-reum (interpretata da Go Ara, Do Do Sol Sol La La Sol, Reply 1988, Reply 1994), una giovane e appassionata, ma forse troppo idealista, giudice innamorata della verità e della giustizia, Lim Ba-reun (interpretato da Kim Myung-soo, The Emperor, Angel’s Last Mission: Love), un giudice d’élite che antepone i principi e le regole a qualunque distrazione e Han Se-sang (interpretato da Sung Dong-il, Ghost Doctor, Moon Lovers, Jirisan), un giudice capo coi piedi per terra che, grazie agli anni d’esperienza alle spalle e alla sua conoscenza, diventa un punto di riferimento per i nuovi giudici, conoscendo meglio di chiunque altro quanto dure possano essere le prove della vita.

Go Ara e Kim Myung-soo – @hancinema

Piccolo indovinello: sapete dire in quali altre serie hanno lavorato insieme Go Ara e Sung Dong-il? Vi diamo un indizio: una ha una OST molto famosa, fatta da qualcuno molto molto famoso!

Suspicious partner (수상한 파트너)

Uscita nel 2017 e trasmessa da SBS, Suspicious Partner ha un cast assolutamente invidiabile, infatti vede come protagonisti Ji Chang-wook (The sound of magic, Lovestruck in the city) e Nam Ji-hyun (100 days my prince, The witch’s diner), accompagnati da Choi Tae-joon (So I married an anti-fan, 2521) e Kwon Nara (Bulgasal, Itaewon class): la serie conta 40 episodi da 30 minuti e, seppur non abbia raggiunto livelli incredibili di share, è comunque tra le serie del genere legal drama più seguite dalla fascia 20-49 anni.

La serie tratta di Noh Ji-wook (Ji Chang-wook), un procuratore, e Eun Bong-hee, una aspirante procuratrice, e del loro lavoro insieme per risolvere un caso riguardante uno scaltro omicida psicopatico: mentre lavorano su questo caso, i due si rendono presto conto di quanto i loro passati siano connessi tra di loro e presto le cose diventeranno più intricate e complicate, riportando a galla vecchi traumi del passato e sensazioni che erano ormai sepolte nel punto più profondo dei loro cuori.

Avete visto questi K-drama? Avete altri da consigliarne di questo genere? Fatecelo sapere nei commenti!


Note:

Foto di copertina di jessica45 da Pixabay, grafica originale di Mondo coreano.

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K-Drama Recensioni

“Juvenile Justice”: qual è il peso della giustizia?

Titolo: Juvenile Justice (소년 심판)

Episodi: 10

Genere: Legal drama

Cast principale: Kim Hye-soo, Kim Mu-yeol, Lee Sung-min, Lee Jung-eun

Dove guardarlo: Netflix

Voto: 9.5

Trama

Le persone tendono a mostrare la loro vera natura quando sono messe all’angolo. Per questo motivo le persone sono cattive.

(Ep. 1, min. 31:40)

Io odio i teppisti“: è questa una delle prime battute che sentiamo pronunciare a Sim Eun-seok (Kim Hye-soo, Tazza: The high rollers, Hyena), la giudice protagonista di questo K-drama, ed è già da queste poche parole che possiamo immaginare bene quale sarà il tenore dell’intera narrazione. Ma chi è Sim Eun-seok?

Donna dal passato misterioso e doloroso, all’inizio della serie viene trasferita al Tribunale minorile del distretto di Yeonwha: sin dalle prime scene appare come molto distante, fredda, una sorta di calcolatore apatico della legge – non a caso è conosciuta tra i suoi colleghi come “Judge Max” a causa della sua eccessiva rigidità nei giudizi -, e si trova a dover avere a che fare con casi molto complessi che, purtroppo o per fortuna, metteranno a dura prova anche le sue più profonde convinzioni, facendole scoprire un altro lato del proprio mestiere e della propria persona.

Accanto a Eun-seok troviamo il giudice Cha Tae-joo (Kim Mu-yeol, Forgotten, My beautiful bride), diametralmente opposto rispetto alla protagonista, infatti questi è molto più affabile, dalla mentalità aperta, sempre disposto ad offrire un’altra possibilità ai giovani delinquenti che si trovano al suo cospetto: mentre Eun-seok è più propensa ad un’applicazione ferrea delle regole, Tae-joo è più per la rieducazione e la riabilitazione dei trasgressori e questo porterà i due giudici a scontrarsi spesso su questioni etiche e metodologiche nella conduzione delle indagini e dei processi.

La serie affronta, nell’arco dei 10 episodi, fattispecie di reato differenti che spaziano dall’omicidio, alle baby gang fino alla violenza sessuale e domestica e, purtroppo, ciò che sconvolge, oltre alla crudeltà dei reati in sé, è la realisticità dei racconti, i quali non sono tratti dall’inventiva di Kim Min-seok, l’autore della serie, bensì dalla cronaca nera coreana: non a caso, il K-drama è vietato ai minori di 18 anni per le tematiche trattate e per le scene violente.

Juvenile justice è il secondo prodotto di questo genere proposto (e prodotto, in questo caso) ultimamente da Netflix, difatti l’anno scorso sempre in questo periodo era stato già mandato in onda il K-drama “Law school” (로스쿨) creato dalla JTBC che vedeva come protagonisti Kim Myung-min (Detective K, VIP, Six flying dragons), Kim Bum (Boys over flowers, Tale of the nine tailed, Ghost doctor), Ryu Hye-young (Reply 1988, The Mayor) e ultima, ma non per importanza, la stessa Lee Jung-eun (Parasite, My Holo love) che, in Juvenile justice non vestirà i panni di una docente della Hankuk Law School ma quelli di un Giudice supremo!

I due K-drama si assomigliano molto, sia per ambientazione che per tipologia di recitazione ma anche per i temi trattati: a dirla tutta, anche le stesse OST sono molto simili!

Ma c’è anche un’altra somiglianza che non passa certo inosservata agli spettatori più attenti: ovviamente parliamo del famosissimo Vincenzo (빈센조), che vede come protagonisti attori del calibro di Song Joong-ki (Descendants of the sun, Arthdal Chronicles), Ok Taec-yeon (Bring it on, ghost, Save me), Jeon Yeo-been (Save me, Night in paradise), Kim Yeo-jin (Itaewon class, Extracurricular) e Kwak Dong-yeon (Gangnam Beauty, It’s Okay to not be okay), e anche in questo caso ci riferiamo ad una serie crime/legal drama che ci porta nei meandri della legge e del business.

Non trovate anche voi una certa somiglianza tra le tre OST qui proposte?

Che Netflix abbia capito che il genere legal drama piace ai suoi spettatori e abbia deciso di investirci maggiori finanze?

Il ruolo del giudice

Non è soltanto [una questione] di chi sia nel torto. L’obiettivo del Tribunale minorile è assicurarsi che i ragazzini non compiano nuovamente crimini.

(Ep. 2, min. 17:24)

Al di là dei singoli casi ed episodi, trattati in maniera magistrale nonostante siano romanzati, ciò che realmente offre questo K-drama è una serie di spunti di riflessione per il grande pubblico su questioni che, normalmente, vengono trattate all’interno delle aule delle scuole di Giurisprudenza e tra “tecnici del mestiere“, prima fra tutti il ruolo del giudice come rappresentante della legge.

Il giudice, nell’immaginario comune, è spesso visto o come una figura maestosa che sta al di sopra delle parti o come qualcuno troppo lontano dalla realtà, circondato comunque da un’aura di potere e di conoscenza: questa serie, invece, ci mostra quanto il giudice viva, giorno dopo giorno, nello svolgimento delle sue funzioni, a stretto contatto con la realtà e con la società, cercando di diventare il miglior interprete possibile tra questa e la legge stessa.

Nell’arco dei vari episodi abbiamo modo di osservare diversi modi di “fare legge” ma, soprattutto, è possibile osservare come si cerchi di sviscerare una questione fondamentale nello studio della legge, in particolare del diritto penale, cioè la funzione della pena, rispondendo alla domanda vecchia come il mondo “bastone o carota?“: se Eun-seok, all’inizio della narrazione, appare più vicina al bastone che picchia duramente chi commette un reato, nel corso degli eventi cambierà approccio, ritrovando un lato più umano, anche nella giustizia.

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Il mondo della giustizia e la sua bolla

In altre parole, questo significa che lo stato si poggia esclusivamente su sacrifici individuali. In un certo senso, la Corte è colpevole.

(Ep. 5, min. 46:10)

La citazione in sovraimpressione rappresenta uno dei problemi principali dell’apparato statale, cioè quanto le Corti, chi commette dei reati, le vittime e le loro famiglie siano abbandonate su una sorta di isola in mezzo al mare, in un mondo che funziona solo per loro e che, purtroppo, viene considerato troppo distante dalla realtà di tutti i giorni: due episodi, infatti, sono dedicati all’enorme ruolo e fatica svolto, in tutti i paesi, dalle case e istituti che si occupano di prendersi cura dei giovani criminali che vengono mandati dai Tribunali affinché ricevano assistenza, educazione e supporto psicologico perché non ricadano nel terribile incubo della recidiva.

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Che ne è di quelli che non tengono il passo e rimangono indietro? Che ne è delle vittime? Chi è responsabile per loro? [Questo] non è essere efficienti. Questo è essere irresponsabili. Perché non ha un po’ di senso del dovere?

(Ep. 10, min. 06:50)

Al tempo stesso, quando si parla di questi temi, si tende a ridurre tutto il discorso nei “banali” ruoli di reo e vittima, chi ha commesso il fatto e chi l’ha subito, dimenticando però dei protagonisti indiscussi della vicenda, spesso spettatori inermi e indifesi dell’intera pièce, cioè le persone vicine alla vittima e al carnefice, spesso si parla delle loro famiglie, inevitabilmente e indissolubilmente stravolte dagli eventi: purtroppo, però, quando si cerca di fare giustizia in maniera rapida – anche e soprattutto a causa dell’aumentare dei casi e delle pochissime risorse -, sono proprio questi personaggi secondari ad essere lasciati indietro, quasi come se il fatto non riguardasse anche loro, quasi come se non fossero anche loro coinvolti.

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Purtroppo, però, questa serie ci mette davanti ad una triste verità, ovvero che la legge non è in grado di salvare tutti e di proteggere tutte le vittime, nonostante i suoi sforzi e i suoi tentativi.

La vita di chi perde un caro per colpa di qualcun altro, la vita di chi subisce uno stupro, la vita di un figlio che viene allontanato dal genitore per evitare che continui a subire violenze, la vita di un giudice che ha il durissimo compito di valutare in maniera imparziale l’operato altrui, la vita di chi viene condannato a passare una buona fetta della propria vita in carcere: sono loro i veri protagonisti e destinatari della legge, sono loro quelli che devono essere protetti, in tutte le loro sfaccettature, sono loro quelli dei quali lo Stato deve occuparsi perché non si sentano lontani, non si sentano abbandonati nella loro sofferenza e nella loro “diversità”.

“Io sono la vittima. Ma perché sono io quella che viene ostracizzata? Quando potrò tornare alla mia vecchia vita? Potrò mai tornarci?”

“C’è una verità assoluta che ho realizzato lavorando in questo ambito. Chiunque può essere una vittima. E’ una cosa così scontata, ma nessuno lo capisce.”


(Ep. 10, min. 43:20)

Sotto questo punto di vista, Eun-seok ha proprio ragione: “Chiunque può essere una vittima” e questo K-drama ce l’ha ricordato, per l’ennesima volta.

Conclusioni

Gli attori, dai più giovani ai veterani del mestiere, sono di una bravura incredibile, capaci di trasmettere tutte le emozioni provate dai vari personaggi allo spettatore, rendendolo tristemente partecipe del susseguirsi degli eventi.

Questa serie vi farà piangere, rabbrividire, vi farà arrabbiare ma soprattutto riflettere, non solo su di voi ma anche su tante tematiche sempre presenti “sulle nostre tavole” ma spesso ritenute troppo spinose per essere affrontate: Juvenile justice vi obbligherà ad aprire gli occhi, a rendervi conto che queste realtà esistono ed è compito di tutta la comunità quello di riportare sulla corretta strada coloro che, per colpa o per diletto, se ne sono allontanati.

È una serie ben fatta, mai noiosa né banale, forse il ritmo è stato un po’ troppo rallentato – senza grande motivo – negli ultimi due episodi ma la cosa, nel complesso, non crea chissà quale problema e non è poi così fastidiosa: non sarà certamente la serie della vita, di quelle che si riguardano volentieri nei momenti di noia, ma rientra a gamba tesa tra i migliori prodotti dell’ultimo anno.

Se vi piace il genere legal drama, questa serie è un assoluto must-have nella vostra lista, non potete assolutamente perdervelo!

Avete visto questa serie? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!